La Galleria Mancuso: un sogno moderno nel cuore antico di Catanzaro Nel cuore del centro storico di Catanzaro, dove un tempo si intrecciavano vicoli e fabbricati minori, nacque negli anni ’50 un progetto ambizioso destinato a cambiare il volto della città: la Galleria Mancuso.
Uno spazio restituito, una civiltà da ricostruire. Il superuomo, il populismo e la galleria che ci specchia. Viviamo in un’epoca in cui il mito del superuomo si è travestito da influencer, da imprenditore rampante, da politico che “ce l’ha fatta”. Il populismo, in questa cornice, non è solo una strategia politica: è una pedagogia rovesciata. Ci educa — o meglio, ci diseduca — a credere che il valore coincida con la visibilità, che il successo sia una questione di volume, di podio, di applausi. E così, chi lavora nel silenzio, chi costruisce senso senza réclame, chi esercita la mitezza come forma di resistenza, resta invisibile. Non fa notizia. Non “buca lo schermo”. La recente restituzione della Galleria Mancuso alla cittadinanza è emblematica. Un luogo che fu vivo, attraversato, spontaneamente abitato da arte, sindacato, ristorazione, e che poi è stato svuotato, lasciato al degrado, come tante arterie urbane che smettono di pulsare adesso, che è stato riaperto, riq...
"Titolo dell'opera: tempo: polimaterico 30x22x8, anno 2012, autore: Mario Iannino " Il tempo ridà tutto, o quasi, trasformato artatamente dall’uomo o dal tempo stesso. Ciò che toglie, ciò ch’è stato ricompare modificato sotto altre vesti e parla di vissuto. Ciò che sembra scomparire ritorna, mutato, reinterpretato dall’esperienza umana o dal tempo stesso. È un pensiero che richiama il concetto di eterno ritorno o di memoria trasformativa, dove il passato non è mai del tutto passato, ma si ripresenta sotto nuove forme, impregnato di significato. "Mario Iannino, "tempo", 2012: polimaterico ingabbiato, mis.35x28x9" Il tempo e la materia: la trasfigurazione del vissuto nell’opera di Iannino (2012) Nel 2012, Iannino realizza una delle sue più emblematiche manipolazioni plastiche polimateriche, un’opera che si colloca al crocevia tra memoria e metamorfosi, tra gesto e sedimentazione. L’artista plasma materiali eterogenei — organici, sintetici, residu...
lettera con risposta Ho visto l’ombra dell’uomo che fu. Può essere piaciuto, corteggiato nel momento di splendore, osteggiato, amato o odiato per le sue intemperanze, ma nei 5’ di Bruno Vespa, Vittorio Sgarbi mi è sembrato un uomo distrutto, poco lucido. Un interlocutore distratto che seguiva i suoi di pensieri e non dava risposte esaustive alle domande del giornalista.
Il Safari dell’orrore: quando il denaro compra la morte Viaggio guidato tra le rovine del desiderio C’è una parola che ritorna, distorta, infangata: safari . Non più viaggio nella savana, ma incursione armata tra le rovine della civiltà. Non più caccia al leone, ma appostamento tra i palazzi sventrati di Gaza, le periferie bombardate dell’Ucraina, le foreste insanguinate del Congo. Il safari oggi è il nome di un’aberrazione: la violenza gratuita di chi può permettersi tutto, anche la morte altrui.
A patata piace a tutti! Non si sa il perché ma la patatina piace davvero a tutte le età. Grandi e piccini impazziscono per questo tubero. 11 novembre. San Martino. Ogni botte è vino. Ogni patata è festa. LA patata piace a tutti. Non si sa il perché, ma è così. Grandi e piccini impazziscono per questo tubero che non chiede nulla, ma offre tutto: fritta, croccante, alla cipolla, paprika, zenzero. Bollita per gnocchi, gâteau, insalate con cipolla fresca, sedano e olio d’oliva. E chi più ne sa, più ne metta. Oggi si stappa il vino novello. Si accendono le fiere nei paesi rurali, si apparecchiano banchetti per le degustazioni. Caldarroste, vino, e un cartoccio di patate rustiche, dorate e spesse. Al pecorino. Senza cerimonie. San Martino è anche il capodanno dei contadini. Si interrompono i lavori, si ringrazia la terra. Il sole, alto e breve, illumina come non mai. È l’estate che non ti aspetti, il raccolto che hai già vissuto. E nel sacchetto del mercato, tra le patate comuni, ne spu...
Appuntamento in Piazza Prefettura o nell' Area Teti per il fine anno Rai 2025 a Catanzaro? Capodanno Rai 2025/26 a Catanzaro: Piazza Prefettura o Area Teti? Il grande evento televisivo di fine anno, “L’Anno che Verrà”, approda a Catanzaro. Dopo Crotone e Reggio Calabria, sarà il capoluogo a ospitare la festa di Rai 1 che accompagnerà milioni di italiani verso il nuovo anno. La città si prepara a un appuntamento che porterà visibilità nazionale e un indotto economico significativo per albergatori, ristoratori e commercianti. Ma resta da sciogliere il nodo della location: Piazza Prefettura o Area Teti (quartiere Lido) ?
Estetiche della dissonanza nel (rifiuto) ricomposto Tra armonie e dissonanze cromatiche si celebra la Bellezza . L’idea della Bellezza è fuorviante se si ha davanti agli occhi e nella testa la concezione del bello classico come descritto e studiato sui testi scolastici. La narrazione per immagini aveva senso nelle epoche storiche in cui l’analfabetismo era situazione comune nel popolo.
la celebrazione del 150° anniversario dell’arrivo del Quadro della Madonna del Rosario a Pompei,come momento di memoria civile e collettiva: Pompei, 13 novembre. Una soglia di memoria. Non occorre credere per riconoscere il potere di un gesto che attraversa il tempo. Centocinquanta anni fa, un quadro arrivava a Pompei. Non si tratta solo un’immagine sacra; l'Icona è un segno intenzionale, un tratto d'unione tra il sacro e il profano potente che avrebbe trasformato una terra dimenticata in luogo di pellegrinaggio, cura, educazione grazie alla tenacia volontà di un uomo, un laico che, attorno a quel quadro, ha saputo costruire una città, una comunità, una speranza. Oggi, quel ricordo non è solo religioso. È civile. Umano! È il ricordo di chi ha creduto nella possibilità di riscatto, nella dignità del povero, nella forza dell’educazione: Bartolo Longo , con le sue contraddizioni e il suo coraggio, ha seminato un’idea: che anche dal dolore può nascere bellezza, che anche ...
Franco Cimino QUELLA RENAULT QUATTRO ROSSA, TESTIMONE DI UNA STORIA DRAMMATICA ANCORA APERTA. ANCHE SULLA VITA DI UN UOMO CHE ANCORA VIVE. PER LA LIBERTÀ E LA DIGNITÀ DELLA VITA Alla stazione di Bologna, nella piccola area in cui una volta c’era la sala d’attesa di seconda classe, si vede un’enorme buca, ben delimitata e protetta. Se passi da quella stazione la puoi vedere.
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.