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lunedì 7 ottobre 2019

Etica, valori e disvalori nella comunicazione di massa

Gratitudine. Coerenza. Onestà. Rispetto.

Valori o disvalori?


Quelli cresciuti in epoche non molto remote rispondono senza tentennamenti: valori!

La gratitudine, la coerenza, l’onestà intellettuale e di conseguenza il rispetto per il prossimo e per le questioni comuni sono valori insindacabili per i ragazzi di ieri.
Adesso si assiste ad una sorta di dissimulazione del reale. Quel che ieri era ovvio e scontato adesso non lo è più. Siamo numeri, follower, utenti ingabbiati in bolle autoprodotte, relazionabili al sistema mentale costruito attorno alla realtà virtuale dei social media.
Facile trovarsi difronte a verità pilotate da esperti oratori. Umano cadere nelle trappole di esperti oratori.
Demagoghi. Influencer pragmatici e scaltri scorticano pensieri antiquati e teorie ritenute inadeguate, vecchiume! pastoie inutili.
I guru della comunicazione gestiscono gli spazi mediatici conquistati duramente e spesso rigirano concetti quali l’onestà, la coerenza, il rispetto in base alle necessità del momento. Colgono l’attimo fuggente e lo tesaurizzano; riescono a trasformare il tutto, merce comune o pathos politico o frutto dell’ingegno in elegante e appetibile merce da barattare, acquisire, mostrare!
La coerenza per certi soggetti è simulacro di ottusità. È un muro invalicabile che non lascia accedere a stati mentali più creativi rispetto al programma di partenza. Dimenticano, questi signori, che in alcuni casi specifici come nelle questioni trattate e promesse dalla politica non si tratta di lavori artistici e poetici in progressione ma esigenze primarie: stati sociali da riequilibrare con urgenza. Abolire fame, povertà, ingiustizie e diseguaglianze sociali è coerente con le azioni dei governi repubblicani. La coerenza nell’ambito della gestione comune in oggetto è politica e la politica è una scienza studiata e messa a servizio della collettività.

venerdì 6 marzo 2015

Calabria, tra alti e bassi

Come eravamo.


LA FAMIGLIA TIPO.

Diventa quasi un obbligo, per i calabresi, ricordare il nome del padre attraverso il figlio. Rinnovare il nonno paterno chiamando il primo figlio maschio col suo nome e il secondo con quello materno, è una tradizione che ancora oggi qualcuno rispetta.

Nonno Carlo ebbe quattro figli. Tre donne e un maschio. Inutile dire che il maschio era il centro delle sue attenzioni e quando morì in guerra soffrì moltissimo. Ma non lo fece vedere. Non era dignitoso per un uomo maturo piangere o dimostrarsi tenero.
Fiore, questo il nome del maschio, rinnovava la memoria del padre. Rosina si portava dietro il ricordo della mamma e poi c'era Angiola Peppina e Gesa che rinnovavano, in ordine di tempo, la nonna materna e la zia paterna.

sabato 25 gennaio 2014

Politica e mercato dell'arte stesso modus operandi

Nonostante le pendenze giuridiche Berlusconi è in crescita. Lo dicono i sondaggi. E la sinistra è in calo. Come mai?

E mentre un tempo, forse, non sarebbe andata così perché le ideologie delineavano le aree politiche e condizionavano gli interventi; oggi sembra essere davanti a uno spartiacque sociale ben definito da tutt'altra natura.
Non destra o sinistra ma qualcosa di macchinoso privo di confini ideologici che affonda le radici tra Stato e antistato che pesca nei malumori popolari dei campi opposti.

La nuova area collocata a sinistra agita lo spauracchio della destra autoritaria acchiappa tutto e indica il male nel suo esponente maggiore: Berlusconi dimenticando che Berlusconi è il risultato delle politiche passate fatte di inciuci e accordi discutibili.

Berlusconi è il lupo cattivo che soccorre le mamme quando i bambini fanno i capricci. Quelle mamme che stanno a trastullarsi davanti agli specchi e tra i fanghi delle spa. (metafora).

Anche nel campo della cultura le cose non stanno più come prima.
I gestori di fondi speculativi investono nel mercato dell'arte somme da capogiro e portano alle stelle opere di artisti incanalati mentre affossano altri.

Per gli speculatori non è importante il dato “artistico” la cultura, il tempo racchiuso dall'espressione gestuale.

Gli speculatori investono i fondi recintati (hedge fund) nelle opere d'arte dopo aver ampiamente dettato legge nel mondo della finanza e della Corporate America; puntano a diventare l’ago della bilancia dell’industria dell’arte, attraverso operazioni al limite dello spericolato e avvalendosi di consulenti super pagati.

È una sorta di mecenatismo moderno a scopo speculativo, talvolta ispirato alla soddisfazione personale, ma che sta cambiando di fatto le regole di fare business nel settore dell'arte dominato sino ad oggi soprattutto da persone del mondo della cultura, case d’asta e gallerie di ogni genere.

Modus operandi che ha estimatori ed è adottato anche dal mondo della politica.

I tempi sono cambiati!


venerdì 13 luglio 2012

la crisi economica è salutare

Occupazione, lavoro, consumismo e socialità ai tempi della crisi.


Dal mio punto di vista (che è, per certi aspetti e secondo alcuni, privilegiato) vedo un mondo a colori. Colori dai toni forti, decisi, liberatori che ben si coniugano con lo stato d'animo dei ribelli e di quanti non accettano passivamente gli eventi.
Anime rock!, direbbe qualcuno. Poeti o artisti; direbbe qualcun altro. Sta di fatto che la realtà è, concettualmente, una continua sfida catartica.

Tra le sfide reali:
Il governo mette in atto strategie politiche sociali che accontentano alcuni e fanno torcere il muso ad altri.
Iniziano le trattative tra le parti sociali, governo, imprenditori, sindacati, indignati e gente che non vuole più essere strumentalizzata da nessuna delle parti: salari no, grandi patrimoni sì, no, perché, può darsi, potrebbe, ma...

E intanto, in questi giorni, in Spagna la rabbia popolare invade le strade per rispondere con sdegno ai rimedi del governo spagnolo contro la crisi (ricordiamo la sospensione della tredicesima mensilità, la riduzione delle ferie e dei permessi sindacali), mentre in Francia la Peugeot taglia migliaia di posti di lavoro.
Senza andare in giro per il mondo, rimanendo in Italia, è sufficiente osservare le strade e i supermercati semivuoti per avere contezza della povertà nella quale versano le famiglie degli italiani che campano con stipendi da dipendenti pubblici o privati ridotti ormai all'osso dalle manovre economiche dei vari governi che si sono succeduti.

Tra le grandi cazzate internazionali, che hanno contribuito ad arguire la crisi attuale, a parte la voracità del sistema bancario, il progetto sull'alta velocità, la TAV, che avrebbe dovuto prendere piede da Lione, bucare le Alpi, giungere a Torino, arrivare a Kiev e mettere sui mercati a velocità supersonica le materie che servono all'economia, pare non si faccia più per colpa della crisi economica che stiamo subendo, perché, giustamente, (finalmente!) la Francia indebitata ha capito che non serve a nessuno.

Si potrebbe concludere che la crisi economica riesce a correggere in parte la demenzialità umana che si abbatte sull'ambiente ma anche quella domestica allorché induce a rivedere le spese superflue e a non esagerare nell'accumulazione nevrotica dei prodotti, a usare la macchina con parsimonia e comprare roba utile. Insomma: non essere macchine voraci di ogni bene di consumo.

mercoledì 11 aprile 2012

vecchiaia, longevità, risorsa o danno sociale?

Altro che qualità della vita!

Per il fondo monetario internazionale se l'allungamento della vita dell'uomo o della donna serve a qualcosa che faccia diventare moneta contante il suo tempo bene, gli è concesso di campare!, altrimenti, per evitare che diventi un peso per la società, è meglio se si leva dalle palle e muore! perché se no scatta l'allarme "LONGEVITÀ!

E mò BASTA CAZZO! Non servono le mezze frasi o il bon ton davanti ad analisi che lasciano scaturire osservazioni simili, anche se dette col condizionale lasciano intendere chiaramente quanto vale una vita umana per certa gente abituata a tesaurizzare ogni cosa.

La logica dei profitti ha ridotto l'esistenza, la VITA, a merce deteriorabile che diventa un problema per la collettività devastata dalle teorie finanziarie. 
Quando si raggiunge la venerabile età della pensione o malauguratamente dell'inabilità, secondo i principi dell'alta finanza utilitaristica, la persona diventa un peso sociale, altro che ricchezza!, un bel lager e non se ne parla più, almeno si fa sapone alla maniera della buonanima di Adolfo, quello coi baffetti per capirci!

Non ho parole cazzo!!! è questa la civiltà della RAGIONE? Possiamo andare dietro a 'sti quattro mentecatti e lasciare loro la guida delle ANIME??? Non bastano i drammi sociali che la finanza ha provocato in Grecia,  Portogallo, Italia e tutti i Paesi poco tutelati dell'Europa e prima ancora del terzo mondo?

venerdì 21 gennaio 2011

il profumo del potere, il fetore della delazione

Denaro, ovvero lo sterco del diavolo trasformato in potere.


Vuoi sconfiggere un nemico? Semplice! Basta mettere in giro notizie morbose che eccitano la fantasia delle persone; che fanno storcere il muso ai bigotti. Oppure schernire apertamente un rivale più bravo, una persona evoluta che non dà peso alle cattive dicerie popolane.

Ricordo anni addietro un fatto di cronaca che lasciò di stucco l’opinione pubblica:
Una bimba di pochi anni muore all’ospedale. Tra lo sconcerto e la disperazione dei genitori, i medici dicono, secondo una prima analisi sommaria, che la bimba è deceduta a causa delle violenze sessuali subite. Inizia la caccia al mostro che si materializza nella figura paterna. Il padre, infangato dalle accuse dei sanitari e dalla delazione costante dei mass-media, finisce in carcere, per essere scagionato dall’autopsia che scopre la vera causa del decesso: tumore nell’apparato genitale!

Penso a questo episodio ogni qualvolta sento parlare male alle spalle di chiunque.
Ma quando i fatti sono circostanziati, meticolosamente documentati, bèh, allora, fa davvero senso vedere dei difensori ad oltranza di cause perse sbracciarsi e inveire contro chi racconta episodi basati su constatazioni incontrovertibili, suffragati da testimonianze, intercettazioni e movimenti di denaro.

Denaro… già; che sia questa la parolina magica che associata al potere intrinseco riesce a trasformare il nero in bianco e viceversa?

venerdì 31 dicembre 2010

Il calore della famiglia nell'Italia delle crisi


Il calore della famiglia, punto fermo nella tempesta mediatica e nell'instabilità economica contingente.

Le proiezioni per il 2011, basate sulle manovre economiche del governo, non lasciano presagire niente di buono.

Anzi si sentenzia un aggravio familiare  di circa 1000 e passa euro tra aumenti vari per non incappare nella stessa situazione della Grecia;
a farla breve aumentano i carburanti, la bolletta della luce, l’acqua, il gas, l’irpef e via discorrendo.

La benzina tocca un euro e cinquanta; e considerando il vecchio conio equivalgono a circa tremila lire, non possiamo fare a meno di confrontare l'euro alla lira visto che le buste paga (chi ce l’ha!) sono ferme alla lira in quanto a potere d’acquisto, viene da sé che la stretta economica induce la maggior parte degli italiani a stare in casa per non spendere.

Ma non finisce qui!

Siamo nell'impossibilità di comprare macchine nuove; vestiti nuovi; pagare mutui ecc. insomma siamo messi male! Eppure, lo spirito di sopravvivenza c’induce a guardare avanti. Brindare al nuovo anno e augurare i migliori auspici, aiutati dalle tradizioni e dal vero calore familiare che funge da collante nei rapporti interpersonali tra consanguinei, conoscenti e estranei.

Il calore della famiglia trasforma gli affetti in legami profondi, inscindibili malgrado le immancabili incomprensioni, gelosie e mugugni.

Possa, quindi, il 2011, essere l’anno della rinascita. Una rinascita che contempla i criteri sacri della vita nei fatti e attua, quindi, uno stato di fratellanza corale reale, insomma uno sconvolgimento della teoria dei bisogni così come concepita fino ad oggi nelle società consumistiche, rinnovata e attenta nel considerare e risolvere i problemi dei bisognosi dal punto di vista materiale (*panza chjina canta e no cammisa janca!). Secondo un vecchio adagio calabrese:

*Con la pancia piena si ragiona meglio e si è più propensi a rivolgere la mente a concetti più alti. Auguriamoci, perciò, un tranquillo anno nuovo per il bene di tutte le famiglie e della collettività.
buon 2011!!

venerdì 10 dicembre 2010

la vita oltre la morte


Piove talmente forte da sembrare notte fonda e come sempre, quando piove, le strade si trasformano in torrenti in piena. A volte, al riparo delle intemperie, guardare la pioggia scivolare sui vetri, può essere poetico ma oggi no! Oggi è andato via un altro amico. Un amico col quale non ci si vedeva spesso, ma bastava un incontro fugace, un ciao come va, prendere il caffè insieme, scambiare quattro parole per recuperare le assenze. E ora? Ora che non c’è più la possibilità di un incontro, c’è poco da dire. Le assenze pesano! Un conto è sapere che è lì, a due passi e che, volendo, fai un salto, afferri il telefono, scambi quattro chiacchiere, altra cosa è la consapevolezza opposta.

Intanto piove. La vita continua a scorrere come l’acqua sui vetri. a volte forte e tumultuosa, altre volte lieve, sorniona con le contraddizioni, le falsità imposte dalle strategie affaristiche; le ambiguità della politica fatta scadere a mera gestione mercantile da volgarissimi cervelli allocati in corpi dalle fattezze umane.

Vuoti incolmabili riempiono i pensieri ma, ecco apparire, quando meno te lo aspetti, i volti schietti che hanno popolato il cammino della vita, riaffiorano alla mente nelle consuete movenze: la sigaretta, perennemente accesa, il sorriso bonario, la sofferenza malcelata, l’incitamento, la tensione...
Volti familiari danzano davanti agli occhi nei ricordi indelebili e rimangono a fare compagnia e incitare, opportunamente, con le cose fatte, a continuare verso la meta individuale prestabilita.
Suggerimenti granitici, fatti di parole ed esempi, scolpiti nelle coscienze, fungono da sentinelle contro le avversità, non più ideologiche. Suggerimenti che aiutano nel quotidiano.

mercoledì 23 dicembre 2009

Demagogia e politica, solita storia italiana


Qualcosa di utile. Qualcosa di utile per la persona in Italia


Il rituale si ripete. Anno dopo anno la vita si consuma al ricordo nostalgico del tempo che fu, e mentre si spera nel futuro, si scruta l’orizzonte, qualcuno interroga l’oracolo, qualcun altro cerca invano risposte nella quiete interiore ma è distolto immediatamente dal frastuono dei venditori di turno.

Persino gli assetti sociali sono stati travolti dalle strategie dei poteri consolidati: il dialogo è strumentale; tutto sembra definito aprioristicamente secondo logiche personali. Si accentrano poteri. Si costruiscono miti e leggende. Si crea il superuomo!, a dispetto della storia che testimonia quanto sia pericoloso per la libertà degli Stati Democratici pilotare le masse e rapportare il successo di una coalizione al carisma, se pur brillante, di una sola persona.

La dialettica politica si presta a tutto e al contrario di tutto. Ogni cosa è resa possibile dalle teorie strumentali dei giocolieri della parola e l’uomo eclettico, all’occorrenza è artatamente indicato come vittima, santo, eroe o persona qualunque, così da contestualizzare appieno la sua figura all’interno della realtà ospite e raccogliere consensi.

La quotidianità popolare è diversa! Non è come nei talk show, non c’è l’anchorman a gestire la trasmissione. Nel supermercato della vita gli attori osservano la merce; valutano e confrontano qualità e prezzo così da portare a casa qualcosa di utile per la famiglia.

Qualcosa di utile come il cibo.
Qualcosa di utile come un libro.
Qualcosa di utile come la dignità.

Cose possibili, se suffragate dal concetto che l’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro.

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