Sono tutte belle le mamme del mondo

Ora che non sei qui, mi sei per sempre accanto.

 Li teneva in un Boccaccio di vetro, mia madre. E al mattino li disponeva sulla tavola affianco alla tazza del latte e la macchinetta del caffè fumanti.

 In cucina c’era sempre un temperatura mite. Anche d’inverno. Nonostante fosse esposta a nord, la stanza, odorosa di cibo e tantissimo amore, la più accogliente della casa era il nostro punto d’incontro.


Poche cose in tavola, essenziali. Scontati per noi figli che, non conoscevamo il valore intrinseco, davamo per scontati.

In seguito, da genitore, ho conosciuto e apprezzato il valore del sacrificio. Dell’attenzione al benessere essenziale, e di quando la tavola si imbiancava di farina. Del profumo dei biscotti appena sfornati perché, non sempre si potevano comprare.

Ti vedo ancora. Nella mia testa. Viva è accogliente come non mai. Sei qui accanto. Forte. Immensa vestita di sorriso. Fonte di benevolenza e comprensione. Possibilista e propositiva oltre ogni umano dubbio. I dubbi, attimi di tentennamenti li avevi ma giusto il tempo di ponderarli e scacciarli. Farò maestoso. Divenuta fiammella consumata dai sacrifici. Ho tentato di tenerla accesa. Alimentarlo la tua energia con la mia. Invano. Tu, rimpicciolita, seduta sulla sediolina in legno impagliata, ti trascinavi sul pavimento lucido e per non disturbare l’hai insonorizzata. Hai avvolto degli stracci ai piedi della seggiola. Vagavi per casa. Per ingannare l’attesa scrutavi oltre i vetri l’angolo della strada. Mi accoglievi sorridente con la luce negli occhi. E ti bastava un attimo per cogliere le mie inquietudini.

Il tempo. La salute. Entrambi volati, hanno ridimensionato il tuo fisico. Sei gracile. Ti sollevo come tu sollevavi me da bambino in un abbraccio indescrivibile. Indifesa cerchi sostegno ma non lo chiedi.

Quante cose mi sono sfuggite. Distratto dall’età . Teso a cercare la mia strada ho trascurato te che, nonostante le mie assenze, mi hai sempre lasciato sbagliare. In silenziosa attesa.

“Na mamma fhà ppe cientu figghj ma cientu figghj on fhannu ppè na mamma…” e anche quando avresti dovuto farmi capire con chiarezza le manchevolezze aspettavi. Aspettavi che mi ravvedessi.

Mi hai dato la possibilità di osservare la tua parabola. Simile ad una meteora luminosa hai solcato e segnato la mia esistenza. E ancora la guidi.

Ciao mamma. Sei il mio Angelo 😇 😗


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