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venerdì 15 maggio 2020

Tasse e bollette peggio degli strozzini

Abbiamo rivoluzionato i nostri modelli sociali e le abitudini di vita quotidiana. 
Il telelavoro temporaneo suggerito per contenere la diffusione del virus sta allettando le aziende. Alcune aziende hanno fatto due conti e hanno visto che lasciando i lavoratori a casa possono ridurre significativamente alcuni costi di gestione.

Affitti, luce, servizi igienici sono alcune voci che possono essere tagliate se il personale rimane a lavorare da casa.



Rimanendo sui numeri, chi ne fa le spese sono i lavoratori perché oltre a non incassare alcune prebende legate alla loro presenza fisica nei posti di lavoro si vedrebbero livitare le bollette domestiche di luce, acqua, gas e persino la connessione veloce a banda larga. Perché si sa le aziende quotate in borsa non hanno cuore e non guardano al benessere dei dipendenti ma al loro profitto.

Sicuramente a tutti è arrivata la notifica dell'enel che annuncia aumenti unilaterali sulle forniture domestiche di residenza e per le seconde case o comunque anche per chi non ha la residenza all'utenza in fattura.

Deprimente? No! C'è solo da mantenere la calma per non tornare alla candela o al lume a petrolio. Insomma mandare a cagare quelli che hanno le mani in pasta e gadagnano l'assurdo con voci da barzelletta. Ma che barzelletta non è visto che quelle voci costano più del consumo reale delle forniture contrattualizzate col benestare del governo.
Eppure molte di queste voci le abbiamo ampiamente foraggiate. Abbiamo sostenuto il passaggio dal carbone all'idroelettrico per giungere all'eolico e al solare.
Quindi l'energia non dovrebbe avere prezzi così proibitivi! Visto che buona parte dei costi li abbiamo sostenuti noi inquanto collettività.

Invece no! L'enel cambia le regole. Aumenta il kwh, le accise, il trasporto, la manutenzione!

E all'utente non resta altro che pagare.

Consuma 6, 7 kwh? Sta, quindi attento a non sprecare energia? È irrilevante! Quelle 40, 50 € a bolletta le deve sborsare. anche se non ci abita.
Altro che usura o strozzo. questo si chiama mettere le mani in tasca in autotutela ...per le aziende e i gestori dell'energia "pulita".

sabato 18 aprile 2020

Anno scolastico e stagione estiva, il parere del prof Pino Nisticò

Quarantena e gli appuntamenti che saltano.


Di sicuro dopo non sarà più la stessa cosa. A pandemia domata molte abitudini non saranno più tali.

Quotidianità e abitudini saranno condizionati dallo stile di vita imposto dalla pandemia che sembra non dovere finire mai. Tra fase uno, due e chissà quante altre, ci siamo trovati nella necessità di rivedere molte azioni inerenti la quotidianità compreso date, appuntamenti istituzionali e privati, impegni di lavoro e studi. Molte realtà sono cambiate.
Le attività quali lo smart working o lavoro agile, ormai svolte da casa e le lauree a distanza discusse in videoconferenza, di punto in bianco sono le novità divenute quotidianità da quando siamo stati costretti a rivoluzionare gli assetti sociali. Abbiamo dovuto "isolare", scorporare dal contesto sociale cui eravamo abituati, isolandoci per decreto, quelle attività aggreganti.
Insomma, lezioni e lavoro decentrato per chi se lo può permettere, è un ordine.

Tra le tante scadenze, lezioni e esami scolastici di ogni ordine e grado, nonché universitari, riveduti e corretti con decreto ministeriale ad hoc, la pubblica istruzione cambia sistema a firma di Lucia Azzolina, ministro del dicastero, il mondo della scuola cambia di colpo e si adegua alla necessità impellente.

Tra esami a distanza e percorsi scolastici inusuali gli studenti i professori e le famiglie si sono, ci siamo, trovati davanti all'incognita “istruzione”. Alcuni di noi, privi di strumenti adeguati per lo studio a distanza o per il lavoro e comunque alle prese con approcci didattici nuovi si sono, ci siamo dovuti attrezzare adeguatamente per superare il gap tecnologico. Software e hardware, connessione a larga banda sono diventati familiari come non mai.

E se per determinate esigenze, i nuovi media, si sono dimostrati ottimi alleati per altri, in quelli, per intenderci, viceversa dove è obbligatoria la presenza fisica di maestranze per curare l'ambiente, rendere accogliente i luoghi preposti e vocati al turismo, il lavoro manuale è inderogabile e non può essere sostituito da un computer o da una applicazione.

Lo ha capito bene e lo ha spiegato il prof. Pino Nisticò. Farmacologo e docente Universitario di fama internazionale.

Il prof. Nisticò è d'accordo coi piani di studio dettati dalla Azzolina. D'altronde i professori interni degli istituti, università compresa, conoscono gli alunni, la loro preparazione e quindi sono in grado di fare obiettivamente valutazioni mirate e in sintonia con i percorsi didattici degli studenti.

Quindi esami a distanza ed eventualmente si concede qualche credito che dovrà essere recuperato in seguito, Al momento la tele didattica aiuta nel superare le assenze dalla scuola fisica. Comunque è un aspetto da approfondire per valutare e risolvere le criticità.

La decisione ministeriale pone fine allo stress che da circa due mesi affligge studenti e famiglie con figli impegnati negli studi. Sì, la pandemia non deve penalizzare le famiglie né tanto meno causare incertezza nelle imprese turistiche impegnate nella manutenzione degli stabilimenti balneari che, per la Calabria sono da ritenersi un tesoro.
Il prof. Pino Nisticò plaude alla decisione di Jole Santelli:
Ripristinare i lidi balneari, con le dovute cautele, è un segnale positivo e l'auspicio certo che in estate potremo tornare in spiaggia, ma anche in montagna, in Sila, Aspromonte e serre e godere del nostro meraviglioso clima.

Sì, è saggio non riaprire le scuole per quest'anno! “di chi sarebbe la responsabilità, ove mai si decidesse di riaprire rapidamente le scuole di un eventuale contagio a catena tra studenti, genitori, familiari e amici?”.

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