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lunedì 19 aprile 2021

Ascolto ascolta

Sensazioni.


L'aria fresca. Il silenzio del mattino sottolineato dal suono dei campanacci e dal canto degli uccelli.

Il risveglio del gallo imperioso.

Atmosfera bucolica. Quiete della mente.

Ascolto.

Silenzio relativo.

Lungo le vie deserte tra i ciuffi d'erba cresciuti spontanei sui marciapiedi.

Odore d'erba bagnata. 

Canti della cinciallegra. Qualche muggito. e poi:

Rumore. Frastuono. Improvviso.

Una mano nevrotica strattona la cinghia. avvolge le doghe e spalanca l'essere nella realtà.

Misera.

Urla di rimprovero invadono la quiete del mattino. E lo sbotto del pianto infantile 

autodifesa in un mondo di grandi.

I campanacci si attenuano e i muggiti cessano. Voli d'ali nel cielo terso. Qualche cirro biancastro dipingono lo sbadiglio di un nuovo giorno

sotto lo sguardo curioso della cornacchia appollaiata sul lampione.



©mario iannino

  

martedì 27 agosto 2013

Oltre l'estetica delle umane visioni

Macchia, in attesa

AI CANI NON SFUGGE NULLA!

Gli animali sentono! Avvertono cose che a noi umani, abituati o educati alle apparenze, sfuggono.

Per distrazione o superficialità, spesso, guardiamo senza osservare ciò che accade davanti a noi.

Sovente ci lasciamo catturare dall'esteriorità.

Nel campo dell'arte, per esempio, c'è ancora chi fa confusione tra le alchimie della figurazione melensa e la ricerca linguistica di forme/pensiero arcaiche proiettate nel contemporaneo; ritenendo la prima buona e la seconda il frutto di uno scherzo.

Ma non è di questo che voglio parlare. Né tanto meno perorare cause a favore di certo modo di esprimersi in arte. Personalmente, ritengo valida qualsiasi espressione! E di ciò parleremo in altri momenti.

Non intendo parlare neanche dei rapporti interpersonali e del ruolo preminente dell'aspetto fisico, giacché irrilevante nel mondo canino.

Veniamo ai fatti:

Macchia e Vasco
Vasco si è fermato e a nulla valgono le mie esortazioni. Gonfia il pelo sul dorso e ringhia minaccioso. Anche il molosso nero della villa affianco si fa sentire.
In fondo alla strada prende forma la figura di un ragazzo: torso nudo, maglietta gettata sulla spalla, jeans calati sotto il livello della mutanda: è lui “il nemico”!

Faccio fatica a tenere Vasco mentre il ragazzo chiede: “posso passare?”. Certo, passa pure, ma perché i cani ti abbaiano contro? Il ragazzo passa oltre senza dare risposta. Vasco, come al solito, quando mi sente dialogare con le persone si calma, gli do una pacca sul sedere e gli dico: dai monello andiamo a casa, lui mi guarda con occhi che sorridono, scodinzola e mi precede verso casa.

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