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martedì 13 dicembre 2022

SOS IRAN

 

Help Iran!

Si sta attuando una carneficina grave e inammissibile. Il regime degli ayatollah uccide barbaramente i dissidenti perlopiù giovani che non tollerano gli abusi di potere di governanti e guardiani.

Se la guida religiosa, la più  alta in carica che governa lo Stato e quindi i corpi e le anime che muovono l'Iran dalle radici fisiche alle altissime vette dello spirito, si macchia di crimini orrendi significa che non è degna di tale missione e quindi deve essere deposta. Allontanata dalla vita sociale e religiosa per il bene della comunità e suo sé la sua fiammella è diventata fiamma di distruzione .

 


sabato 21 novembre 2020

Politica e libertà d'espressione

È inammissibile! È un episodio da biasimare quello perpetrato ai danni del libero pensiero ed espressione in politica.

Condivisibile e no è pur sempre un'opinione quella esternata dal senatore Morra nei confronti dei recenti fatti calabresi.

Non ha, a mio avviso, offeso la memoria della presidente Jole Santelli né tantomeno i calabresi che ragionano razionalmente sui fatti. Eppure si sta consumando ai danni della Calabria l'ennesimo misfatto mediatico e politico.

Se consideriamo che l'Italia è una Repubblica Democratica e che nel suo “statuto” è scritto ben chiaro, tra le libertà, quello sul diritto ed esercizio di pensiero e la libertà a esercitarlo in ogni modo, la censura della testata rai3, che tra l'altro è una azienda pubblica il cui canone è pagato dai cittadini, la decisione, infelice, di bloccare alla porta il senatore Morra è intollerabile. È una vera e propria esautorazione della democrazie e del libero pensiero benché sgradevole a quanti agitano la melma della discordia.


Il senatore Morra è stato incauto. E ci può stare. Ma non ha detto falsità perché:

  1. mettersi alla guida di una società civile comporta oltre al sano pensiero democratico anche un ottimo stato di salute fisica. Persino nei concorsi pubblici banditi dagli organi di stato è richiesto un certificato che ne attesti la sana e robusta costituzione fisica dei partecipanti. E chi documenta il falso se ne assume le conseguenze.

  2. È stata un'azione politica furba quella di proporre e caldeggiare fortemente la stimata vittima sacrificale Jole Santelli, forse unica figura degnamente rappresentabile di una confraternita ormai allo sbando.

  3. Tra Arresti, dimissioni, inciuci e impresentabili, nani e ballerine che infoltiscono la corte dei potenti i voltagabbana sono molti.

  4. Gli eletti non sono e non possono essere espressione delle 'ndrine al 100%. (e comunque anche i malavitosi votano nello Stato di diritto).

Insomma la Calabria e l'Italia in genere ha difronte una realtà da curare. Una realtà da emancipare attraverso la cultura sana. La società è una democrazia allorché accetta il confronto dialettico e ne fa tesoro.

martedì 22 settembre 2015

Quando la libertà di pensiero nuoce

Erri de Luca
Enrico De Luca, poeta, giornalista e scrittore, conosciuto come Erri, è un fine e attento intellettuale italiano che deve fare i conti con la legge italiana. Per lui il pm ha chiesto otto mesi di galera per avere “istigato” quelli che sono contrari alla costruzione dell'anacronistica linea ferrata tra Lisbona e Kiev a “sabotarla”. “le cesoie servono per tagliare la rete”. Aveva detto...

“Adesso sarà un processo sulle frasi che ho detto - aveva osservato De Luca all'apertura del processo, il 28 gennaio 2015. "io ho usato la parola “sabotaggio”, che è una parola nobile usata anche da Gandhi. Continuo a pensare che il Tav vada sabotato, ma sono convinto che si saboterà da solo perché non ci sono i soldi per costruirlo. Il buco del Tav sarà un 'buco interrotto', un 'bucus interruptus'".

Per sommi capi ricordiamo le motivazioni delle contestazioni: la linea passa e deturpa irrimediabilmente valli e monti nel tratto tra Lione, Torino e Novara fino a Trieste.
A nulla sono valse le proteste e gli studi di settore condotti da esperti per scavalcare le alpi e proseguire la tratta utilizzando un corridoio esistente.
Dagli studi e dalle osservazioni dei “no tav” emergono informazioni inquietanti quali perforazioni rocciose contenenti amianto o altro materiale nocivo, deviazioni fluviali, cose che arrecano danni alle colture senza apportare ricchezze, scambi di merci culturali o migliorare la mobilità e la qualità della vita ai residenti e non solo.

sabato 3 maggio 2014

Piero è rock, Matteo è Pinocchio

Chi è contro Pelù è in malafede.
la svendita del lavoro

Ho letto e riletto e persino guardato la clip incriminata del concertone e non ho trovato niente di fazioso in quanto ha detto Piero Pelù che, anzi, sembra una delle poche voci schierate coraggiosamente a sinistra.

D'altronde cosa ha detto? Ha detto che c'è bisogno di lavoro dignitoso e ben pagato! E chi avrebbe dovuto reagire a muso duro contro queste parole? Avrebbero dovuto reagire quelli che portano le aziende fuori dall'Italia perché pagano meno la mano d'opera e sfruttano gli aiuti della comunità europea a loro vantaggio e non per creare benessere nelle popolazioni sottosviluppate.

Da questa vicenda viene fuori tanta rabbia a sinistra quanto a destra che non è ideologica ma affaristica. Vogliamo dirla tutta? 'sti cazzi di 80 euro sono una presa per il culo anche se infondono un minimo di fiducia temporanea nel ceto medio.
Per uscire dai guai economici ci vogliono iniezioni da cavallo! Scelte coraggiose e se necessario imposizioni laddove gli affari economici governano la politica e la produttività.

La smettessero, Renzi e la sua squadretta di saccentini, di fare proclami e promettere riforme fasulle.
Siamo nel mese di maggio e ancora nessuna delle promesse che Renzi ha fatto è stata mantenuta, dopo lo storico #staiserenoenrico e l'immediato colpo di mano al vertice.

E che dire dell'arrogante supponenza renziana? Ma anche a destra il trasformismo è prassi!
Per concludere, questa classe dirigente non può rappresentarci in Europa!

Ha ragione Philippe Daverio (e quanti sono coscienti dell'ignoranza che veste la gran parte dei politici italiani) quando afferma che prima di mandare chicchessia nei luoghi preposti al governo della vita pubblica è necessario sottoporre i candidati a dei test di cultura generale ed essere certi che non siano stati “allevati” coi dogmi dei partiti e non essere sotto scacco di lobby o interessi privati.


venerdì 6 dicembre 2013

Mandela, esempio da seguire

R.I.P. Madiba, ora tocca a noi agire sulle idee. 


Il mondo piange Madiba, io no! Io sono grata al mondo per aver donato a noi Nelson Mandela.

Il suo pensiero vive e migliora le menti, nonostante le ingiustizie dei forti sui deboli che continuano a governare la terra.

Mandela, come Gandhi ha tracciato la strada della libertà per i diseredati, gli oppressi, gli ultimi.

Oggi, dopo una lunga agonia, il suo corpo ha cessato di respirare. Si è arreso all'inevitabile. Ma mai si è arreso alla tirannia degli uomini.

A divulgare la sua lotta contro l'apartheid, la sua stoica determinazione, se pur in carcere e farlo conoscere ai giovani, alcune firme del rock che presero parte al “Free Nelson Mandela” e al mitico festival “artist united against apartheid” organizzato da Steve Van Zandt, fido amico del Boss a Sun City nel cuore del potere bianco sudafricano.

Bono. Lou Reed. Springsteen. Bob Dylan. Alcuni dei menestrelli rock che hanno cantato “Mandela” in quanto icona di “fratello e o sorella soggiogati” per la libertà del il pensiero di Mandiba.

Ma, anche una canzone per nulla pensata con le stesse intenzioni, “I Want to Break Free”dei Queen (contestati, perché andarono a suonare in Sudafrica in quegli anni e non con gli stessi intenti di Van Zandt e soci) è stata adottata e divenne l'inno dell'Anc, il partito di Mandela.

Ecco, sì, mi pace pensare che le sue sofferenze siano servite a qualcosa. E che il suo pensiero continui a vivere e che arrivi a governare la terra.

Ciao Madiba. Un bacio.
R.I.P. Nonno Nelson, ORA TOCCA A NOI TENTARE DI CAMBIARE LE MENTI.

domenica 12 maggio 2013

Brescia, che dice il Presidente Napolitano

courtesy Mario Iannino©
courtesy M. Iannino, op.dgt. "ITALIA, violata"
"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione"

con queste semplici e chiare parole, vergate nella Carta costituzionale che disciplina la formazione del Governo, i ministri, chiamati singolarmente, giurano davanti al Presidente della Repubblica, nell'interesse specifico del Paese.

In ossequio a tale giuramento, è d'obbligo chiedere al Presidente Giorgio Napolitano e a noi stessi, quanto sia corretta la presenza fisica dei ministri della Repubblica nelle manifestazioni di piazza contro le istituzioni dello Stato.

Che sia il caso di smetterla con le ammucchiate incestuose in nome di una fantomatica esigenza nazionale anche per dimostrare rispetto alla Carta Costituzionale scritta dai Padri Fondatori quando ancora aleggiava l'odore acre del sangue fratricida?

Onestamente vista “l'emergenza”, che secondo alcune correnti di pensiero ha portato all'inciucio, ci si aspettava una decisione netta dei nominati in direzione dei problemi caldi quali la revisione immediata del porcellum, una pacata e attenta redistribuzione equa delle tasse in base alle entrate reali dei contribuenti. (non cito per niente l'ovvio del quale si riempiono tutti la bocca ma che rimane utopia).

Due semplici azioni che avrebbero ridato fiducia e slancio ai cittadini.

venerdì 3 maggio 2013

con Laura Boldrini contro la stupidità nel web

aore12
Laura Boldrini, Donna e Mamma impegnata nel sociale
C'è una notizia, battuta oggi dall'AGI, che lascia molto amaro in bocca. 
Si tratta delle battute poco felici e dai fotomontaggi che hanno il sapore crudele della stoltezza piuttosto che della satira propositiva nei confronti delle alte istituzioni. Questa volta pagarne lo scotto è Laura Boldrini, donna, mamma e persona impegnata nel sociale.

Pare che qualche emerito stupido l'abbia “sgozzata virtualmente” e con la stupidità che c'è in giro, effettivamente, non si valuta quanto male può provocare una simile raccapricciante goliardia. 

Ma da questo a voler fare una crociata contro la libertà in rete, ce ne vuole davvero. Anche perché i più popolari social network sono corredati di appositi sistemi di censura.

Piuttosto si dovrebbe puntare il dito sul disagio sociale. Sul mancato decollo Culturale, questo sì, imposto ad arte dai dirigenti nazionali e locali. E non mi riferisco ai tagli alla cultura o alla scuola in generale. Penso alla crisi dei valori alimentata dai mass media tradizionali, quali la televisione e i giornali.

Ed è in questi giorni che in prima serata va in onda una sorta di pubblicità demenziale sulle maggiori reti televisive.

È la pubblicità ad un giornale di infimo gossip che vanta di dare le migliori e approfondite delucidazioni sui casi più torbidi della cronaca degli ultimi anni andando, suppongo per come dice la voce narrante, a scavare nel passato di povere ragazze trucidate, vittime della pazzia dei grandi. 
Spesso familiari che avrebbero dovuto proteggerli e instradarli lungo il cammini della vita e che invece sono stati i loro carnefici.

Ci sarebbe molto da dire in merito alla distorsione mentale di certa pubblicità. Ma è campo proibito. Il motivo è chiaro ma nessuno ne vuole parlare o porre rimedi.

Il web è libertà d'espressione! E come tale deve essere rispettato. 

Ovviamente, la libertà individuale, fraintesa da quanti sono cresciuti guardando la tv gossippara brava ad elevare a miti i furbi e gli arroganti, si fa essa stessa sentinella delle libertà altrui nel rispetto della persona prescindendo dalle ideologie e dalle cariche sociali.

mercoledì 13 marzo 2013

Milano, sit-in d'amore sulle scale del tribunale

la passione ammorba i cervelli
Ma su dai. Non c'è niente di strano. È la passione, l'amore incondizionato che fa fare certe cose alle persone.
Chi è innamorato queste cose le sa e perciò giustifica tutte le cazzate a chi è arso dal fuoco della passione.
Per amore c'è chi va a cento all'ora per incontrare la bimba sua. Chi scala vette. Chi corre nella notte a fari spenti e chi, sempre per amore, vuole far credere che una minorenne sia la figlia di un faraone che casualmente è passata da casa e si è esibita nel ballo dei sette veli e che abbia fatto innamorare di un amore platonico l'illustre ospite.

Ma c'è anche chi è innamorato della vita sua e quella degli altri. Ama tanto il popolo che arma un partito del fuoco sacro dell'amore cieco.

Dai su. Senza tirarla troppo per le lunghe. Quel manipolo di uomini e donne non ha contestato l'operato della magistratura. Ha inscenato un sit-in a favore dell'amore filiale nei confronti di un padre ideale che tutti vorremmo ma che per forza di cose appartiene solo a loro.
Ma dai hanno fatto come le femen che si denudano per suscitare attenzione. Con una piccola differenza. Le femen non sono espressione del quasi 24% degli elettori italiani.

e poco importa se per ironia della sorte il tutto avviene sotto l'effige di due magistrati martiri, assassinati dalla mafia dei poteri forti

venerdì 22 febbraio 2013

Grillo il censore non fa per me!

aore12
roma, piazza s.giovanni, 
Piazza San Giovanni è piena. 80.000 connessioni streaming. Molte piazze collegate con maxi schermi. Un ragazzotto parla dal palco di S. Giovanni. Ricorda le gesta del condottiero Beppe. Però nessuno dice e spiega come mai hanno deciso di non dare gli accrediti ai giornalisti italiani. Hanno paura o è un'altra furbata di Grillo e compagnia bella?
Perché? Per paura che stravolgano la verità? Ma se è sotto gli occhi e le orecchie di tutti persino dei sordi vista la presenza delle traduttrici della lis.

No! io difendo la democrazie e la libertà d'opinione. E Grillo non me la garantisce! Perciò ciao Grillo. Non fai per me!

martedì 29 gennaio 2013

l'ha detto la televisione, censuriamo il web

courtesy archivio M. Iannino "attualità" 2006, t.m.

L'ho sentito in tv stamattina intorno alle 7,30, su rai 1.


Caffè amaro questa mattina! Amaro, non perché senza zucchero ma per le cazzate che ho sentito mentre lo sorseggiavo. Che, come al solito, uscivano dalla bocca di alcuni esponenti della cosiddetta dirigenza ospite negli studi di rai 1. tra questi, l'hanno sparata grossa un signore di mezza età paffutello, con i capelli radi e bianchi, che rappresenta l'agcom e un altro signore mezzo calvo, sempre di mezza età. Convinti entrambi che si debba “morigerare” la libertà sul web specie in campagna elettorale in ossequio alla insulsa legge sulla par condicio in quanto, le esternazioni dei politici in tv rimangono visibili per pochi minuti mentre su internet godono dell'immortalità.
Di altra opinione, invece, un docente universitario che esponeva con dovizia di particolari le differenze esistenti tra il web e la televisione intesi come media.
Ma, cazzate a parte, ci si vuole togliere anche la possibilità di esprimere le personali opinioni sul comportamento di certa gente che fa della politica terreno di arricchimenti illeciti piuttosto che impegno civico?
Politicanti dotati dell'immoralità perpetua che troviamo puntualmente, “finché morte non ci separi”, ad ogni campagna elettorale? Teatranti dalle maschere multiformi. Che sanno commuoversi e convincere giusto il tempo di risalire in carrozza.

C'è rabbia in questo post? Oppure diffamazione?
Ritengo di no! A mio avviso c'è solo una opinione dettata dalla lettura dei fatti prodotti dalla gente che sale, scende, entra in politica e fa i propri interessi una volta raggiunto il potere decisionale.

giovedì 31 maggio 2012

un bollino contro le cazzate del web

Dove finisce la (mia) singola libertà?

Buon senso vorrebbe che la risposta fosse: nel punto esatto dove inizia quella degli altri!
Purtroppo la realtà testimonia il contrario. Basta camminare per strada o recarsi in un ufficio (pubblico o privato non fa differenza) aprire la posta, il giornale, il social net.

Spesso il rumore mediatico disturba e incasina quanto c'è di buono nelle notizie e nelle opinioni di ognuno, anche quel poco che alcuni si sforzano di fare in politica e nella società. Le cazzate si sommano fino a formare montagne assurde nelle quali diventa difficile distinguere le buone notizie dalle cattive.
Questa è quanto alcuni definiscono democrazia. E ci può anche stare!
Non gridiamo allo scandalo, però, se qualche authority pensa di disciplinare l'uso di social e blog, che so, magari apponendo un bollino blu come con le banane ma con su scritto “CAZZATE”!
Oppure uno con la frase tanto cara che campeggia nelle officine meccaniche e nei laboratori dei piccoli artigiani: PER COLPA DI QUALCUNO... non si fa (dà) credito a nessuno).

sabato 12 maggio 2012

TUTTA COLPA DEL DIGITALE TERRESTRE

Chi si accinge a fare qualcosa per la prima volta, può cadere in errore e sbagliare per inesperienza, mancata o errata programmazione preventiva e altri fattori che esulano dalla volontà dei neofiti. Le stesse motivazioni non possono essere applicate a chi sbaglia per negligenza o peggio per rabbia o vendetta. E a proposito di prima volta, in Calabria è arrivato il segnale digitale terrestre per le frequenze televisive e come era prevedibile le trasmissioni ne soffrono per tenuta di segnale e qualità delle immagini. Ieri sera, per esempio, l'assenza di segnale induce a fare zapping e quando finalmente il rumore si trasforma in segnale una faccia minacciosa grida: “vergognatevi come vi permettete ci avete sputtanati con le vostre interrogazioni venite qui a parlare vergognatevi vi dico io chi siete..!”. “ma ora andiamo in pubblicità perchè io non dipendo da nessuno né destra né sinistra a me sono le aziende che mi fanno mangiare vergognatevi vergognatevi pubblicità”

ma... chi è?? Wanna Marchi???? è tornata col suo staff , stregone compreso per fare le fatture a chi non paga, riempiree di paure ignoranti casalinghe e videoti incalliti?
No! è uno che dice di fare televisione da oltre venti anni che cita a sproposito Funari e scimmiotta la Wanna per infiammare gli animi e vendere il suo prodotto. Uno che si rifà all'articolo 21 della Costituzione che dice di dare spazio a chiunque chiami in trasmissione ma poi li sovrasta e fa sfumare la telefonata. Uno che chiama per nome e cognome il telespettatore ignaro che crede in lui e telefona per avere voce in trasmissione ma che censura non appena esce qualche nome di imprenditori che hanno, secondo le motivazioni di chi telefona, combinato qualcosa di poco gratificante.

 Ma come recita l'articolo 21 della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana “...ognuno è libero di...”
Tutta colpa del digitale.
Meno male che c'è il telecomando!

venerdì 11 maggio 2012

Annarosa Macrì, libertà di pensiero e professionalità nemici in RAI

In Italia, la RAI è la televisione di Stato! Una televisione generalista che si mantiene con l'abbonamento obbligatorio dei cittadini in possesso di un televisore e con la pubblicità. Di conseguenza, chi paga il canone è in parte “proprietario” del servizio e come tale dovrebbe essere tenuto in considerazione da chi sovrintende ai vertici aziendali. Di fatto, i partiti governano la televisione di Stato. Le poltrone sono suddivise secondo la volontà dei partiti politici mentre il governo in carica ha la maggioranza. Un tempo si diceva: RAI 1 è democristiana; RAI 2 socialista; RAI 3 comunista. Ciononostante i servizi tematici, complessivamente sono stati in grado di offrire un discreto modello di saperi e contribuito nell'alfabetizzazione di quanti sopravvissuti a fame e guerra. Chi non ricorda “non è mai troppo tardi”, “Angelo Lombardi, l'amico degli animali”, “Rin Ti Tin” “Lassie” “La nonna del Corsaro Nero” “Canzonissima”... e l'eccessiva attenzione censoria di quanto andava trasmesso.
Oggi si è passato da un eccesso all'altro!
Il servizio pubblico che la RAI offre, in quanto televisione di Stato, non sempre tiene nella giusta considerazione la libertà e la pluralità di pensiero di lavoratori Rai e cittadini utenti.

Senza farla troppo lunga, ha ragione Santoro, nell'azienda serve professionalità non servilismo di minzoliniana memoria.
Urge un'informazione libera, non soggetta a censure partitiche o personali. Un'informazione onesta!
Ma pare che questo non paghi i partiti e gli uomini che li governano malamente. Allora si defenestra un buon giornalista perchè ha osato approfondire un'inchiesta spinosa; ha documentato un giro di connivenze e mal vessazioni, affari sporchi fiancheggiati dai politici o semplicemente la superficialità di questi ultimi nello gestire la cosa pubblica, lo sperpero del denaro pubblico fiancheggiati da dirigenti compiacenti o, peggio, servili per gioco forza perché nominati dalla politica.

Bene, dopo le ben note vicende sul canale nazionale RAI 1, anche la testata giornalistica della Calabria pare abbia il suo Minzolini! Il taglio è quello inviso alla democrazie e al rispetto degli utenti. Basta vederne uno per capire omissioni e vacuità delle notizie spesso prive di riscontro ma complete di strafalcioni.
Forse è per questo motivo che non si vogliono concedere diversivi leciti come collaborare con quotidiani stampati che, per il solo fatto di scrivere un articolo, possano distogliere le giornaliste brave come Annarosa Macrì dal loro impegno principale di dipendenti RAI?

Chi è Annarosa Macrì?

Annarosa Macrì è una giornalista seria tutta di un pezzo. Professionista di valore, persona di cultura raffinata, scelta da Enzo Biagi (che sia proprio questo il suo peccato?) per le sue indimenticabili trasmissioni - vere e proprie lezioni di giornalismo - lei ha anche il dono di una straordinaria scrittura, limpida nella costruzione, densa nei contenuti e coinvolgente nel coraggio. Troppo brava e libera per essere tollerata in un mondo di nani e ballerine. Ebbene, poco dopo un cambio al vertice dell'informazione televisiva regionale, per caso coincidente con un cambio di quadro politico in Calabria, quattordici mesi fa parte un provvedimento disciplinare che obbliga Annarosa Macrì a sospendere la sua collaborazione con il Quotidiano di Calabria. Collaborazione che non interferiva affatto con la sua attività alla Rai tant'è vero che dopo qualche mese il provvedimento fu archiviato.

Dieci mesi fa lei chiese l'autorizzazione alla direzione della Rai di poter riprendere la collaborazione. Pochi giorni fa la lapidaria comunicazione: «Il Direttore Generale, con lettera riservata indirizzata al Direttore di Testata e ricevuta questo pomeriggio, ha riscontrato negativamente la richiesta di autorizzazione alla collaborazione con il "Quotidiano della Calabria"». Nessuna motivazione, un no secco, contrattualmente ineccepibile. Infatti, il contratto di lavoro giornalistico (articolo 8) lascia piena libertà al direttore, d'accordo con l'editore, di non rilasciare autorizzazioni a collaborazioni quando l'assunzione preveda la prestazione d'opera esclusiva. Naturalmente è raro che l'autorizzazione sia negata. Soprattutto di una grande azienda pubblica dal carattere ecumenico come la Rai.
Ma questa volta è andata così!

giovedì 26 aprile 2012

Severino e Bersani, il volto repressivo dello Stato

A volte sembra di vivere in uno Stato totalitario dove è bandita la libertà di pensiero; il coinvolgimento alla vita sociale. A darne la sensazione due esponenti autorevoli del governo: La Ministro Severino e il deputato Bersani che di fatto appoggia la politica del governo Monti.

La prima per l'esternazione di volere regolamentare i blog, quindi le opinioni dei blogger e di conseguenza la libertà sul web.

Il secondo, Bersani, parla con aria grave all'indirizzo di Grillo. Lo ammonisce severamente accusandolo di aver mancato di rispetto al Presidente della Repubblica Napolitano.
Premesso che in una società democratica è lecito esporre il proprio pensiero con lo scritto la parola e ogni altra forma di espressione, naturalmente, rispettando gli interlocutori. I suddetti atteggiamenti sembrano eccessivi. Ricordiamolo:
In questi giorni le malefatte di alcuni dirigenti dei partiti politici e loro affiliati sono eloquentemente divulgate dai mass media tradizionali e ampiamente sul web a tal punto da far arrossire anche le pietre. Le polemiche impazzano. Ognuno dice la sua opinione a volte con veemenza ma al di là di qualche parola colorita la verità è sotto gli occhi di tutti. Il pressapochismo e la corruzione sono le cause della crisi attuale che tutti noi stiamo pagando in termini di tasse lavoro e welfare.
Si può anche comprendere chi è tentato di arginare il malcontento con dell'ottimismo ma definire antipolitica e qualunquismo la contestazione sociale nei confronti di chi ha fatto un uso personale della cosa pubblica ce ne vuole!
Come spiega il dizionario della lingua italiana la parola

qualunquismo

[qua-lun-quì-smo] s.m.
  • 1 Movimento di opinione pubblica sorto in Italia all'inizio del secondo dopoguerra, che rifiutava ogni ideologia e sistema politico, soprattutto quello dei partiti
  • 2 estens. Atteggiamento di disinteresse verso la politica e di prevenuto giudizio negativo nei confronti delle istituzioni pubbliche: essere tacciato di q.
  • a. 1944

Così recita il dizionario italiano alla voce “qualunquismo”.

Atteggiamento, lontano, quindi, da quanti contestano la corruzione e auspicano pulizia morale nelle istituzioni e negli organi dei partiti che si sono appropriati indebitamente delle risorse pubbliche, giacché vogliono ripristinare lo stato di diritto 
Non c'è antipolitica e neanche qualunquismo ma coinvolgimento e cittadinanza corale nella gestione della cosa pubblica
 e per la libertà di opinione, beh, ci rifacciamo alla Carta Costituzionale, se ancora ha valore...



martedì 1 novembre 2011

libertà d'espressione e new media

Il linguaggio della strada, quello parlato quotidianamente dalla gente comune senza tanti peli sulla lingua è entrato con naturalezza a far parte del lessico televisivo e giornalistico.

Alcuni lo usano per suscitare curiosità e quindi attrarre l'attenzione del pubblico verso il prodotto così da aumentare la visione o l'ascolto, visto che dallo share si determina il successo del programma, dell'inchiesta e persino di un semplice articolo scritto per la carta stampata o il web. E nonostante la cosa si ripeta da molto tempo ancora riesce a sorprendermi. Passi per i blog e il web in genere vista la velocità del mezzo stesso ma la carta stampata, quella proprio no! Perché? Perché è la forma corretta del lessico nazionale che dà sostanza e aiuta, abitua o disabitua i lettori a interloquire. E una buona elementare scrittura aiuta sempre: licenze poetiche, metafore e ripetizioni rafforzative che solitamente i programmi di scrittura sottolineano come errori, sono importanti nella stesura dei concetti purché non ridondanti.

Ma ormai le nostre menti sono ubriacate dalla pubblicità d'effetto e le attenzioni della maggior parte di noi sono attratte dall'effimero contemporaneo. Quindi, ecco servita una bella parolaccia, una frase che rimanda ad altro con i doppi sensi che si sprecano e vanno a stuzzicare le fantasie. Insomma, vuoi acchiappare i disillusi della politica: prenditela con i politici!, ti sta sulle scatole qualcuno? Gioca sui doppi sensi! T'interessa una platea colta? Usa un linguaggio ricercato, elegante... ma se vuoi acchiappare la massa insoddisfatta che assomma tutte le categorie c'è solo una strada da percorrere e per questa ci sono gli esperti della comunicazione.

domenica 9 ottobre 2011

libertà e confronto democratico in rai

Per la pluralità di pensiero che deve esserci in un servizio definito pubblico, anche se lottizzato dai partiti, è importante che gli spazi della tivvù pubblica ospitino voci dissonanti e non solo quelle gradite al potere.

Per questo e non per Santoro o la Dandini ritengo interessante la campagna di sensibilizzazione per un nuovo progetto televisivo che sia estraneo alla logica di lottizzazione televisiva che sappia anteporsi alla RAI.

La RAI, non è nuova a epurazioni o defenestramenti tattici di personaggi invisi al potere gestionalpolitik di un dato periodo.

La rai è un’azienda mediatica che chiama annualmente al pagamento del canone tutti i cittadini in virtù di una legge apposita! Che però non disdegna la pubblicità cafona e la propina nelle fasce d’ascolto più alte (quando gli utenti sono a tavola) perché più redditizie per l’azienda e non importa se tra un boccone e l’altro fa capolino la signora con problemi di pipì, la ragazza che di punto in bianco scappa in bagno e lo sussurra alla collega, cambia l’assorbente slip o ha pruriti intimi, per non parlare dei prodotti per l’igiene del wc o della fossa biologica. Insomma, assorbenti, dentiere che ballano, sudorazioni e puzzette varie trovano la loro massima pubblicità, quando gli italiani sono a tavola! Ecco, questi alcuni dei tanti buoni motivi che dovrebbero indurre i vertici a rivedere i palinsesti, le fasce pubblicitarie con i relativi prodotti da mandare in onda, nonché i direttori schierati che mandano solo certe notizie e non altre.

Non è per Biagi, Guzzanti, Dario Fo, Santoro e gli altri censurati che si dissente, ma per il modo improprio di gestire un’azienda pubblica; non per proclamare nuovi martiri, quindi, ma in virtù di una pluralità che incoraggi tutte le proposte e le voci libere.

E mentre si parla della nuova avventura giornalistica di Santoro, la maggioranza di governo tenta di far passare la legge bavaglio per calmierare le intercettazioni ambientali in armonia con gli umori di chi governa così da censurare anzitempo le notizie  che svelano il vero volto di chi gestisce i poteri economici del paese.
Auguri Santoro! Per il tuo nuovo spazio mediatico che necessita di una sottoscrizione di dieci euro per andare in rete e far fronte alle prime spese.

venerdì 4 febbraio 2011

blogger, chi è, che fa?

Il blogger è: opinionista anomalo, giornalista in erba o scrittore atipico?


Il diritto di critica, o meglio, la possibilità di poter ragionare sull’operato dei personaggi pubblici, pur rimanendo nella sfera delle analisi personali, libertà garantita dall’articolo 21 della Costituzione italiana, è a tutti gli effetti, una pratica valutativa.

Come già dibattuto e chiarito anche dalla Cassazione Penale, i blog non sono da ritenersi prodotti editoriali anche se chi scrive applica il diritto di critica, ciò non toglie che oltre alle opinioni, sui blog, vi sono notizie circostanziate, che non discostano molto dall’informazione giornalistica, anzi, spesso sono dei pezzi scritti con estremo riguardo, attenti a non ledere la sensibilità di chi legge e di chi si trova nelle condizioni, a volte suo malgrado, di essere “analizzato”.

Qualcuno afferma che il blog sia una sorta di diario on line. E questa, a mio avviso, è una forma riduttiva per togliere di torno un problema nuovo che la lobby della comunicazione si trova ad affrontare. E Current n’è la conferma. Current nella sua informazione usa spesso fonti inusuali, fuori dei canali istituzionali, tant’è che i servizi sono curati e spediti da blogger di tutto il mondo e grazie a loro si conosce l’altro volto della realtà. Una realtà sottaciuta dai sistemi di comunicazione e dai mass media consacrati è l'importanza che hanno assunto i nuovi media. Non a caso, anche in Egitto la prima censura del regime di Mubarak ha riguardato internet.
L’oscuramento delle telecomunicazioni di nuova generazione isola popoli e lascia ai regimi totalitari la libertà di sedare con la violenza i malumori degli oppressi e di quanti cercano la democrazia.
Quindi, per concludere:
Blogger  o giornalista?
C’è una sorta di contraddittorietà nelle valutazioni degli albi stilati e composti da persone che usano l’ingegno. Che sia giunto il momento di alienare le corporazioni e dare spazio agli ingegni?
Giacché quanti scrivono sui blog spassionatamente con gli occhi e la mente rivolte al sociale sono animati da gratuiti impulsi altrimenti denominati scrittori, opinionisti, narratori e cronisti dall'autonomia incondizionata  perché liberi da contratti e legami trasversali imposti da potentati politici o economici? semplicemente, di fatto, il blogger è testimone del tempo!

venerdì 21 gennaio 2011

pregiudizi e ignoranza alla base dell'odio razziale o ideologico


Pregiudizi


Nell’immaginario collettivo e nel privato, l’idea che si forma nel tempo su un dato personaggio, un luogo, la storia stessa, è la summa dei vari messaggi verbali e visivi che implementano le esperienze dirette o indotte. Esperienze accumulate nella quotidianità, attraverso la pratica e il contatto umano se si tratta di persone attinenti le attività lavorative; oppure considerazioni superficiali se riferiti a conoscenti o personaggi pubblici.

Solitamente il substrato emotivo è composto di poche ma solide convinzioni: gli affetti; gli amici, i nemici e gli indifferenti. Stato, strettamente correlato ai risultati ottenuti o negati in seno alla società.
Nei rapporti interpersonali le sfumature: simpatico, antipatico, amico, nemico, saccente, presuntuoso, buono, cattivo, preparato, lavoratore, serio, vagabondo o fannullone, dipende dallo stato d’animo di chi le pronuncia e dall’ipotetica conoscenza altrui.
Luoghi comuni, sentito dire, il perdurare di notizie vere o presunte giocano ruoli importanti nella costruzione di sovrastrutture mentali specie se mirate a destabilizzare concetti etici. Per intenderci meglio: per cavalcare l’odio razziale basta creare un nemico e appioppargli nefandezze e oscenità immorali: lo zingaro ruba; i comunisti si mangiano i bambini; il negro è sporco; i turchi puzzano e via cianciando. Ora, sappiamo bene che non tutti gli zingari rubano e nessun comunista si mangia i bambini anzi vorrebbe, in sintonia con la sua ideologia, un mondo più giusto, ugualitario che non lascia indietro i poveri e gl’indifesi, che ci fosse una ridistribuzione più equa delle ricchezze e che il lavoro servisse a realizzare la parte sublime dell’essere. Eppure, c’è chi usa l’appellativo “comunista” come un epiteto e i ragazzi che non conoscono la storia e la letteratura socialista si spaventano al solo pensiero di incontrarne uno o dare la propria fiducia politica. Come già detto, le brave persone sono distribuite da una parte e dall’altra. Esistono brave persone tra gli zingari, i marocchini, gli ebrei, gli afghanistani, palestinesi. Coreani, italiani, cinesi. Ma anche no! Sta a noi sapere discernere il bene dal male, il buono dal cattivo, e riconoscere il saggio dal millantatore. Per essere certi di non sbagliare o quantomeno ridurre al minimo le possibilità di errori c’è un piccolissimo segreto: sgombrare la mente dai pregiudizi!

giovedì 11 febbraio 2010

a proposito di libertà, emancipazione e trasparenza

Democrazia e pluralità nei talk show televisivi rai. è possibile?

Nella libertà di pensiero è condensata l’emancipazione dei popoli.

La libera valutazione delle azioni politiche e sociali dei propri simili, chiamati a guidare le nazioni e garantirne lo sviluppo etico, determina il clima culturale della società. Esporre il proprio pensiero è alla base delle democrazie evolute e non si può prescindere dalla libertà d’espressione nel pieno rispetto della persona.

Nelle democrazie evolute vi sono ordinamenti dettati da uomini moralmente giusti e poi vi sono anche, a discapito degli uomini che tentano di aggirare le leggi scritte, quelle non scritte dai giuristi definite codici naturali e sono, in sintesi, il rispetto di tutti gli esseri viventi ad iniziare dalla madre terra.

I sentimenti connaturati nell’uomo, libertà ed emancipazione, tendono all’incontro intellettuale delle entità nel pieno rispetto reciproco. Già nei secoli addietro alcuni pensatori anticiparono i tempi avvalendosi di approcci non idonei perché incompresi dalle masse.
La dialettica contemporanea, evoluta rispetto al passato, pone quesiti e pretende risposte ragionevoli.

Perciò, se mossi da sani principi, che ben vengano i legittimi interrogativi corali; discussioni e dibattiti sono il perno centrale della conoscenza; condizione d’intesa civile perfetta, che traghetta le menti su terreni di pace.


venerdì 12 giugno 2009

garantismo, totalitarismo, anarchia: le anime italiane



Il garantismo, il totalitarismo, l’anarchia…

Lo stato di diritto basato sulle garanzie costituzionali intese come tutela della libertà civile e individuale, che nel contempo limita eventuali arbitri del potere pubblico nei confronti dei cittadini, è il pilastro delle democrazie.

Ancor meglio è la forma di governo basata sull’autonomia e la libertà degli uomini; individui emancipati che rispettano le libertà altrui (Anarchia).

Entrambe le linee di pensiero sono contrapposte al totalitarismo del partito unico che detta le linee guida per governare e disciplinare i rapporti sociali specie quelli economici.

In Italia, le anime democratiche sono cresciute; si sono formate grazie al sostegno dello stato di diritto. La pluralità d’intenti ha reso gli Italiani attenti, solidali, creativi, curiosi, pedanti… e sciocchi. Si sono lasciati imbrigliare in due grandi partiti ricattati da opportunismi che antepongono il profitto alla crescita delle coscienze.

Dissacratori e dissacrati, gli Italiani; vittime e carnefici di satire mirate:
Accuse. Ingiurie, specie verso i poteri precostituiti e i detentori spocchiosi di verità effimere che, in quanto tali, pagano nel breve termine ma determinano la morte delle coscienze.

Gl’imbrigliamenti partitici sono pericolosi per la democrazia specie se questi spingono all’annientamento delle pluralità di pensiero. Le minoranze, il diverso, l’altro è sinonimo di risorsa, confronto e crescita. …peccato che gli attori principali, quelli che guidano i calessi, fanno finta di non saperlo. O forse non lo sanno davvero?!

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