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Visualizzazione dei post con l'etichetta immigrati

Sulla pelle degli altri

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Oh guarda chi c'è! Ritorna. Più di qualcuno ritorna dimostrando affabilità. E riproponendo come se fosse la prima volta impegno e fedeltà alle sacrosante questioni del lavoro e della famiglia. Alla cultura! Pacche sulle spalle. Qualche rimprovero bonario per l'assenza involontaria all'immancabile passeggiata in piazza. “Ma che vuoi. Siamo troppo impegnati. Comunque ci si sente su wazapp o feisbuk. A paroposito l'hai letto quel msgino? Mi raccomando. Ci tengo! Ma teniamoci in contatto dai... dopo le elezioni sono a tua disposizione”. La guerra all'ultimo voto è iniziata da un pezzo. Donne e uomini impegnati a mantenere il potere politico si rifanno vivi. Promettono il mondo. C'è chi invoca uguaglianza e diritti. Chi mette in primo piano la persona e il diritto alla vita; chi invece vuole e ritiene giusto incoraggiare i mercati invogliando a scommettere sull'Italia. Parole che antepongono per lo più la ricchezza dei mercati ai valori umani. E gi...

Una richiesta sfacciata

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Tracotanza. Gesti decisi e aria inflessibile. Il parcheggiatore indica con la mano destra i movimenti da fare all'autista. Il gesto secco indica la fine della manovra. Piove. L'automobilista scende dalla macchina. Apre l'ombrello e porge qualche moneta all'extracomunitario. Lascia la macchina in divieto di sosta e si avvia in direzione dell'ospedale Pugliese-Ciaccio del capoluogo calabrese. Più avanti c'è un posto delimitato dalla striscia bianca ma ben custodito da un uomo di colore. Passo oltre. Non per timore o per questioni razziali. Ma perché non mi va di questionare dalla mattina. Giro tra le vie adiacenti. Tutte assediate e sotto la tutela degli abusivi. Zona stadio e ospedale sono di nuovo in mano a gente dubbia. Piove. L'inclemenza del tempo e la necessità di arrivare al ticket al più presto inducono a parcheggiare comunque. L'uomo che si avvicina nonostante il sorriso è poco rassicurante. Dopo. Gli dico. Quando torno. Per tutta risp...

Diversamente Uomini

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Piove! Ancora la temperatura si mantiene moderatamente nei limiti estivi. Mentre passo in macchina, direzione Marina di Catanzaro, vedo sul pavimento della pensilina tre persone stese a terra chiusi nei sacchi nonostante siano le 10 del mattino, mentre un'altra conserva il materasso incastrandolo tra le assi del tetto. Qualcun altro raccoglie le sue povere cose e li stiva nello zaino. Sono tutti di colore! E mentre cammino lentamente penso alla Gran Bretagna che dopo l'uscita dall' Unione Europea decide di gettare un casino di sterline per impedire ai profughi di entrare nel suo territorio frapponendo tra sé e loro un muro alto 4metri e lungo quel tanto che basta affinché nessuno entri senza permesso.

I senzatetto a Catanzaro Lido

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DALL'AFRICA COME LE RONDINI Nelle ore di punta entrare in Marina con la macchina significa affrontare stress inutili.  E chi può farlo, Per evitare di mettere a dura prova il sistema nervoso e risparmiare anche l'automobile, quindi motore meccanica e carburante, lascia la macchina nei pressi della stazione e arriva in piazza a piedi. Lo faccio anch'io. Mentre costeggio la pensilina in legno adiacente l'aria del polifunzionale noto una cumulo di escrementi. Alzo lo sguardo e vedo il nido delle rondini incastonato tra una trave e le tavole del tetto. E fin qui nulla di strano.

Non è Natale

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Mali il mio nome è Mali. Ho quaranta anni. E allora perché ti fai chiamare Natale? Perché Natale è il nome di un amico de mio padre. L'ambulante somalo è alto. Allegro. Molto solare. Non sembra essere contaminato e afflitto dalle leggi di mercato e dalla bramosia del denaro nonostante vorrebbe possederne quel tanto che basta per avere 4 mogli. Oggi l'ho visto nuovamente. Ciao amico come va? La sua ombra mi sovrasta. Sposto il cappello e lo fisso. Bene! E tu? Tutto bene. Risponde sorridente. Ci scambiamo il capello? Lui ha un cappello tipo risaia coloniale con la paglia lievemente lacera. Sorrido. E lui passa oltre. Due tre falcate ed è oltre le barche. Tag: integrazione, immigrati, ambulanti, lavoro, società, cultura, calabria

Compra oggi paga a Natale

Sei cristiano? Chiedo al simpatico uomo di colore che sorride mentre ripete lo slogan tra gli ombrelloni piantati nella spiaggia assolata e si ferma sotto il mio. No, sono musulmano. Allora davvero si paga a Natale perché Natale non puoi essere tu. Sorride. E inizia a parlare. Ha una discreta padronanza della lingua italiana ed una buona filosofia di vita. Gli chiedo quante mogli ha. Lui prende l'android, scorre lo screen e compare la foto di una donna bellissima. Ti basta! Ti basta solo questa. Dico. No no, risponde: donne più degli uomini. Io vorrei 4. Ma non posso. Non ho soldi per farle vivere dignitosamente. Ma lei quando mi vede con altre è gelosa però è bello quando togli dalla miseria donne dignitose. Insomma mi spiega la teoria della poligamia secondo una idea utilitaristica e un po' maschilista secondo la nostra mentalità ma lo fa convintamente con grazia e riporta il concetto nei dogmi della sua religione. È l'uomo che deve lavorare e togliere dall...

L'altro, collegamenti e nuove circostanze

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Non avrei voluto riprendere il tema degli immigrati che s'inventano lavori o degli scippatori che per guadagnare qualche euro non ci pensano due volte a delinquere ma le vicende degli ultimi giorni, accadute una a me e l'altra, più pesante, che ha visto vittima una anziana signora nei pressi della chiesa S. Pio X in Catanzaro, mi inducono a fare qualche considerazione: anzitutto consideriamo, citando indegnamente Primo Levi, “se questo è un uomo” che vive davvero tra gli stenti e i bisogni primari oppure è un deficiente privo di spina dorsale che per qualche centesimo combina cazzate. La mia esperienza col posteggiatore abusivo nei pressi dell'ospedale civile di Catanzaro è stata meno traumatica di quella che ha subito la signora accoltellata in via Broussard. parcheggiatore abusivo al lavoro Io stavo in macchina, quando il parcheggiatore nero che si è impossessato del territorio mi fa cenno di spostarmi. Io scuoto la testa in segno di diniego. Lui fa finta...

Vuoi parcheggiare, devi pagare il pizzo!

Se il commissario di Roma con due ordinanze per il decoro ha “stroncato” un'attività a metà tra il folklore e lo stalking, perché a Catanzaro non si promuove un'azione analoga nei confronti dei parcheggiatori abusivi che da qualche anno fanno da padroni nei pochi spazi liberi rimasti in città? Nel provvedimento il commissario vieta qualsiasi attività che preveda la disponibilità a essere ritratto come soggetto storico a fronte di passaggio di denaro. Il divieto si impone ai fini della tutela della sicurezza urbana in quanto i soggetti dediti a tali attività agiscono frequentemente con modalità inopportune, insistenti e talvolta aggressive. A Catanzaro i parcheggiatori abusivi, tutti immigrati, non sono vestiti da centurioni e non propongono fotografie in costume ma deturpano ugualmente il decoro urbano con i loro gesti e chiedono soldi per fare parcheggiare, tra l'altro, in divieto di sosta, la macchina agli automobilisti intimoriti. E non è un'esageraz...

Rispetto delle regole x una corretta integrazione

CATANZARO: TERRA DI NESSUNO? Se l'immigrato è lasciato a sé stesso.  Non è la prima volta e non sarà l'ultima che qualche testa calda spinta dalla necessità del vivere giornaliero faccia prepotenza a casa degli altri. La vicenda di questa mattina , relativa al posteggiatore abusivo che caccia un automobilista da una zona franca qual è lo spazio libero nei quartieri cittadini, l'ho già sentita altre volte e anche il sindaco Abramo e il Prefetto ne sono a conoscenza perché altri cittadini hanno denunciato episodi analoghi. È inverosimile che fatti del genere accadano nella tranquilla e civile Catanzaro. Ed è ancora più tragico che le “angherie” di questa gente emarginata siano perpetrate nelle vicinanze di luoghi in cui il dolore si tocca con mano: l'ospedale civile “Pugliese-Ciaccio”. Chi si reca all'ospedale ha già un pesante fardello da sopportare e non può mettersi a litigare con gente ancora più disgraziata portatrice di dolori ancora più grandi ...

Catanzaro tra zona blu e parcheggiatori abusivi

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Quando l'abusivo intimidisce Ehi hai lasciato la macchina là? Non può stare devo lavorare!  Che dici? –rispondo all'uomo che mi viene dietro.  È tua la macchina? Sì, è mia, cosa c’è che non va? Devo lavorare. Non può stare! Forse intralcia i lavori. O l’accesso di qualche mezzo del cantiere. Penso, mentre ritorno sui miei passi, in direzione della macchina.  In effetti l’ho lasciata a ridosso delle transenne di un fabbricato in via di ristrutturazione, un palazzo popolare situato di fronte lo stadio di Catanzaro, ben avvolto nella rete protettiva edile. Il ragazzone nero, che credevo fosse un operaio del cantiere addetto a tenere lontane le macchine, mi precede. Arrivato vicino alla mia macchina si gira. Siamo a tu per tu. Ha una vistosa cicatrice sulla guancia sinistra, alcuni graffi sul volto e una ferita aperta sulla fronte. Io lavoro. Dammi qualcosa per mangiare se no non può stare. Mi dice deciso. Ah! Mi hai fatto tornare indietro per questo? ...

convivenza cittadinanza immigrazione

dal tg 3 delle 19 di oggi 18 novembre 2012 In una scuola del nord: Oltre l'italiano che lingua parli? -chiede la giornalista a una scolaresca multietnica. Il tema è il diritto alla cittadinanza per i bambini, figli di immigrati, nati in Italia- Inglese! E tu? Cinese! E tu? Calabrese! risponde candida e sorridente una bella bambina dai tratti mediterranei.

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