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sabato 10 aprile 2010

formazione nuovo consiglio regione calabria


Lunedì 12 aprile:
la formazione del nuovo consiglio regionale.

Ancora nessuna valutazione definitiva dall'Ufficio centrale elettorale in merito all'attribuzione dei seggi da attribuire al "listino bloccato".

Lunedì 12 p.v., l’ufficio centrale circoscrizionale della Corte d’appello di Catanzaro, dovrebbe ratificare la proclamazione del presidente e degli eletti nel nuovo Consiglio regionale della Calabria.
La notizia è stata data dal presidente dell’Ufficio centrale della corte d’appello, Fortunato Rosario Barone, al termine della riunione svoltasi nel pomeriggio di ieri.
I componenti del collegio hanno ripreso il lavoro per l'attribuzione dei seggi dopo aver adottato una linea univoca sull'attribuzione del quoziente e dei resti sulla base delle liste che hanno superato il 4%.

giovedì 1 aprile 2010

chi entra e chi esce dopo il riconteggio delle schede in Calabria


Dopo i nuovi conteggi si sono riscontrate delle variazioni rispetto al quadro degli eletti apparsi sul sito regionale della Calabria. Il nuovo assetto assegna due candidati in più alla provincia di Catanzaro e uno alla provincia di Vibo Valentia a scapito delle provincie di Crotone e Cosenza.

All'origine ci sarebbe un errore nell’applicazione della legge elettorale e nel calcolo dei voti in alcune sezioni del Cosentino.

Escono: Vallone, Curcio, Chiappetta, De Masi e Morrone.
Entrano: Amato, Bruni, Grillo, Capellupo e Magno

martedì 30 marzo 2010

Giuseppe Scopelliti è il nuovo presidente della Calabria


Qualcosa non quadra: Scopelliti 60% e Loiero 30% in Calabria. Banalissimi numeri che danno contezza della decisione degli elettori di bocciare Loiero e promuovere Scopelliti a presidente della regione. Eppure il capo ufficio stampa di Loiero aveva espresso una previsione positiva che, tutto sommato ci poteva stare viste le difficoltà oggettive esistenti nel territorio calabrese.

L’enorme divario tra i due contendenti lascia intendere che neanche la coalizione ha appoggiato il presidente uscente tant’è che Scopelliti nel ringraziare gli elettori ha enfatizzato la quantità dei voti disgiunti che gli hanno permesso la vittoria incondizionata sull’avversario politico.
L’elettorato(?) ha voluto cambiare, ha acclamato con forza il sindaco di Reggio Calabria a presidente della regione.

Ora non resta che aspettare e vedere se realmente le accuse esternate in campagna elettorale si trasformeranno, nel prossimo futuro, in proposte concrete atte a recuperare i mali che secondo lui avrebbe partorito la cattiva gestione di Loiero e della sinistra.

Buon lavoro Presidente Scopelliti!

giovedì 4 marzo 2010

competizioni politiche: ingenuità o furbe strategie?


Mi viene in mente quando da ragazzi si giocava a pallone per strada o nei campetti di periferia per impegnare i pomeriggi d’estate. Si formavano le squadre e col benestare del proprietario del pallone si batteva il calcio d’inizio. Ognuno di noi si appropriava del nome del proprio idolo: Baggio, Buffon, Cannavaro, Del Piero… si giocava con impegno e passione fino a quando il ragazzone grande e grosso non perdeva in maniera clamorosa. A quel punto, forte della prestanza fisica, si proclamava arbitro indiscusso e si assegnava rigori da centrocampo, fermava il gioco quando gli avversari si trovavano sottoporta e annullava goal finché non portava l’esito della partita a suo favore.

L’orgoglio e la presunzione inducevano il ragazzone prepotente a gonfiare i muscoli e a prendere con la forza un risultato immeritato.

Ecco, la partita politica che il centrodestra sta giocando ci somiglia molto, anche se lascia spazio a dubbi e perplessità:
1. possibile che una formazione politica come quella del PdL, che ha al suo interno gente competente e che fa attività politica e sindacale da una vita sia sprovveduta fino a dimenticare di corredare le liste con contrassegni e firme secondo le leggi vigenti?
2. com’è pensabile che gl’incaricati del partito delle libertà, ben conoscendo le regole e gli orari di chiusura degli uffici, possano pensare di lasciare tranquillamente le stanze istituzionali preposte all’accettazione delle liste e dei relativi candidati alla presidenza per andare a mangiare un panino e pretendere di rientrare oltre l’orario stabilito dalla legge elettorale?
3. forse sono invasi da demenza senile?
4. oppure sono pervasi dai superpoteri?
5. o semplicemente si sono resi conto di avere esagerato con l’uso arrogante del potere e sono consapevoli di perdere la partita?
6. e, da buoni strateghi, per evitare di perdere la faccia davanti ad una solenne bocciatura popolare hanno creato un polverino mediatico, esportabile ovunque, anche nella nebbiosa Lombardia…

Le perplessità esposte non giustificano in ogni modo la strategia politica della sinistra che, in molti casi, è sembrata impacciata e poco attenta ai proclami ritenuti di sinistra come la tutela del lavoro delle classi meno abbienti, l’equità fiscale, l’emancipazione sociale dei deboli e tutte le belle parole di prammatica che spiattellano nei dibattiti pubblici.

Ancora, purtroppo, la classe politica non ha voluto cogliere l’umore degli uomini e delle donne che vivono in Italia; non si sono resi conto che è finito il tempo dei bei proclami! A questi devono seguire i fatti! Fatti non eclatanti ma semplici e seri nel pieno rispetto delle dignità sociali che vivono nel nostro Paese!

Ecco, per rimanere in tema con l’introduzione calcistica, ci si è trovati a sperare nel compagno di squadra con le spalle grosse ma, che purtroppo, rimane a guardare in silenzio.

domenica 28 febbraio 2010

ambiguità politiche, cecità collettiva


Ambiguità politiche.

Anche l’attuale campagna elettorale è caratterizzata dalle ambiguità politiche urlate come soluzioni certe dei mali che attanagliano la vita quotidiana dei cittadini e dei territori: mancanza di lavoro, cattiva gestione della cosa pubblica; infiltrazioni malavitose nelle strutture dello Stato; arroganza dei poteri e chi più ne ha più ne metta!

Di fatto, uomini e proclami non cambiano e si ripropongono ciclicamente; l’uno eclissa l’altro in una sorta di balletto blasfemo. Uomini che cambiano casacca. Personaggi tronfi che vestono panni umili, abbracciano e stringono mani anonime; sorridono, dimostrano e proclamano rispetto e servizio alla collettività ma che diventano inavvicinabili, appena passato lo stato di conflitto politico, specie se riescono a raggiungere le alte cariche.
Insomma tutti, indistintamente dicono di esporsi per puro spirito di servizio, per risolvere i mali provocati dai predecessori… ma chi sono i predecessori?

Davvero il volto nuovo, in politica, ha la capacità politica di stravolgere un sistema contorto, basato su accordi che rinascono e si trasformano secondo le necessità lobbistiche del tempo?

Finalmente, l’Avvenire, pubblica la voce dei vescovi, insoddisfatti delle ultime vicende Berlusconiane, anche se c’è da chiedersi dov’erano prima, quando hanno lasciato spazio e parola a leader divorziati per tenere alta la bandiera della famiglia. Ecco, in sintesi, dalle pagine del quotidiano di piazza Carbonari, il pensiero della CEI:

“La politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell’occasione il peggio di se. Ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un’altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi arriva il momento del conto (…) La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all’anima del Paese”


sabato 6 febbraio 2010

Calabria: regionali 2010, le cose fatte e quelle da fare


Dal mio punto di vista, le regionali calabresi, salvo colpi di scena eclatanti, galleggiano nelle acque stagnati dell’ignavia collettiva. Indolenza dovuta a mancanza di visioni collettivamente positive per quanto concerne la soluzione degli atavici problemi occupazionali, sociali, territoriali; problemi vissuti e condivisi col resto dell’Italia, condizionano la pacata analisi dei fatti.

Il concetto dominante che si sente per le strade è: sono tutti gli stessi, quando sono là, seduti sulle poltrone del potere, pensano solo a loro stessi, ai loro familiari e ai loro amici…

È allarmante la sfiducia dei cittadini italiani nei confronti delle istituzioni.

A pelle, non si può biasimare nessun elettore e nemmeno credere che il leader tal dei tali possa cambiare ruolino di marcia dall’oggi al domani. Ci vorrebbe una bacchetta magica!
Cambiare è un imperativo che deve crescere dentro di noi; tutti, indistintamente, dobbiamo collaborare, secondo le nostre singolari forze, mettere a disposizione i saperi per far sì che questo stato di cose, da tutti sconfessato, cessi.

Le trasformazioni sono lente ma se c’è la volontà corale di cambiare, la pazienza di aspettare, e, nel frattempo pungolare la classe dirigente a progettare nuove strade per un futuro migliore, nulla è impossibile! È ovvio che nell’attesa la gente non debba patire la fame o vivere di stenti. Chi ha tavole opulenti deve sapere diventare ospite, anche non essendo Cristiano. La fame fisica e mentale è una brutta bestia: una condizione umana umiliante, da eliminare. Quanti hanno la consapevolezza di essere emancipati devono avere il coraggio sociale e la forza morale di accogliere i meno fortunati come fratelli, aiutarli a crescere e vivere secondo le leggi dei paesi civili. Questo è il momento della condivisione. Ciò è stato fatto in Calabria! Interi paesi sono rinati insieme ai nordafricani. Badolato è l’esempio pratico di un’integrazione sociale intelligente; curata giorno dopo giorno dalle amministrazioni locali e regionali. Oggi, nel territorio regionale calabrese vivono giovani famiglie cristiano-musulmani, popolazioni di migranti, musulmani che hanno saputo integrarsi con la cultura italiana. Uomini e donne che hanno saputo interagire e crescere insieme, grazie anche alle lungimiranti guide che ne hanno saputo accompagnare il cammino.

giovedì 4 febbraio 2010

domenica, primarie nel pd calabrese tra Loiero e Bova


La montagna ha partorito il topolino!


Dopo lunghe discussioni, i dirigenti del PD hanno raggiunto l’accordo. Domenica si svolgeranno le primarie in Calabria per scegliere il candidato a presidente della regione. I concorrenti sono Agazio Loiero, presidente uscente della giunta, e Beppe Bova, presidente uscente del consiglio regionale della Calabria. Secondo le previsioni, Loiero dovrebbe essere il candidato naturale del centrosinistra che dovrà correre contro Scopelliti esponente del Pdl e Callipo, IdV, per conservare il comando della giunta regionale.
Scopelliti, storicamente uomo della destra italiana e militante nel partito di Fini, è stato messo in campo dalla segreteria romana del neonato PdL.
Callipo, imprenditore calabrese, appoggiato da Italia dei Valori di Di Pietro, è alla sua prima esperienza politica.
I volti di Scopelliti e Callipo capeggiano nei grandi manifesti elettorali già da diversi giorni sugli spazi cittadini, mentre nel Partito democratico si consumavano attese, strategie interne e intese politiche con l’UdC di Casini. Infine, i “forni politici” del centro di Casini, creando ulteriori ambiguità nell’opinione pubblica, hanno chiuso le bocche delle fornaci e la sperimentazione ballerina centrista è fallita.

Questo il clima politico nazionale che ha condizionato le scelte dei candidati regionali in Calabria.

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