Siamo tutti a rischio tumore dal momento che la storia degli interramenti di fanghi nucleari e rifiuti tossici inizia negli anni novanta.
È un affare di oltre 700milioni di
lire al mese (ancora si trattava in lire) che gestivano i clan dei
casalesi associati con mafia, 'ndrangheta e sacra corona unita.
L'associazione delle bande malavitose
presuppone una dislocazione nelle aree di loro competenza. Quindi
Calabria, Puglia, Sicilia, Campania.
La concentrazione maggiore, secondo le
testimonianze del pentito Carmine Schiavone, sono nella terra dei fuochi. Così
ribattezzata per il perenne fumo causato dall'autocombustione dei
rifiuti tossici interrati.
Nel 1997, l'ex boss dei casalesi,
pronosticò la morte per cancro agli abitanti del casertano e nello
specifico Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e altri.
Rifiuti radiottivi coltivati o
destinati a pascolo per le bufale.
Carmine Schiavone nel '97 rivela alla
commissione ecomafie segreti allucinanti, che avrebbero causato
allarmismi isterici se resi di dominio pubblico. Forse per questo la
politica di allora decise di tenerle nascoste.
L'assurdità maggiore, quella che fa
venire la pelle d'oca e rende inconcepibile l'azione della politica e
dei giudici che hanno indagato, consiste nel silenzio, colpevole a
prescindere, e peggio nell'immobilismo totale.
Dal 1997 nessuna azione concreta è
stata fatta per bonificare e mettere in sicurezza i siti denunciati
dal pentito.
Oggi, per la prima volta nella storia
politica italiana, la presidenza della Camera decide, senza pressione
alcuna, almeno sembra, di rendere pubblico un documento della
Commissione che in passato aveva classificato segreto.
Bene! Adesso urge individuare con
certezza i siti inquinati e metterli in sicurezza. Vietare pascoli.
Coltivazioni e balneazioni nelle regioni interessate, deflorate dalla
malavita organizzata.