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sabato 27 luglio 2019

Aforismi e metafore esplicative che non passano mai di moda

Spesso ci facciamo idee e etichettiamo secondo le nostre convinzioni tutto ciò che ci sta attorno. Ma, la verità, come canta il grande Vasco è relativa. La verità … ce n'è sempre una migliore... .

La verità è soggettiva! Ed è condizionata da una serie di attori e convincimenti che spesso non intaccano il velo omertoso delle false verità.



Mio nonno diceva: “i guai della pignatta li conosce bene il cucchiaio che li mescola” e, ancora, riferendosi ai giudici sciocchi che si lasciano fuorviare dalle apparenze, “a lavar la testa agli asini si perde acqua, sapone e, cosa molto importante, il tempo”.

sabato 18 maggio 2019

In Calabria si dice così

Aforismi.

Dall'antica saggezza popolare contadina si può attingere a piene mani per semplificare e chiarire gli aspetti della quotidianità. Aspetti che con superficialità diamo per scontati.

"i guai da pignata i canuscia a cucchijara chi i manija"

La routine portata a giudicare le persone dall'aspetto esteriore. Cosa che i nostri vecchi non facevano.
E alcuni insegnamenti tramandati dagli anziani rimangono impressi per sempre in chi ha avuto la fortuna di apprenderli e ne hanno tratto tesoro.

Non giudicare oltre che essere un insegnamento della dottrina cristiana è anche una prerogativa di vita delle persone sagge.
Non giudicare se non vuoi essere giudicato! Si dice in gergo.
A dire il vero, auspico, invece, e per questo ammiro chi non si lascia andare a facili giudizi, l'astensione ampia e il silenzio totale fino a quando non si ha la certezza che quanto esce dalla bocca abbia un minimo di fondamenta.

Aprire la bocca e darle fiato per emettere suoni più o meno gradevoli è diventato un esercizio comune nella vita reale e ancora di più nelle piattaforme web. Sui social media è diventato virale. Bullizzare o semplicemente millantare verità assolute è un gioco che può finire male.
Perciò facciamo tesoro dell'antica ma attualissima saggezza dei nostri vecchi e pensiamo che dietro le apparenze esteriori si cela spesso una verità difforme dai nostri pettegolezzi perché solo chi vive le proprie vicissitudini le conosce a fondo e può dire il vero che sta nel proprio animo.
In Calabria si dice: “i guai da pignata i canuscia a cucchiara chi i manija”, tradotto: “le cose che tormentano l'individuo sono esclusive e le può esplicitare solo il soggetto interessato”.

venerdì 31 dicembre 2010

Il calore della famiglia nell'Italia delle crisi


Il calore della famiglia, punto fermo nella tempesta mediatica e nell'instabilità economica contingente.

Le proiezioni per il 2011, basate sulle manovre economiche del governo, non lasciano presagire niente di buono.

Anzi si sentenzia un aggravio familiare  di circa 1000 e passa euro tra aumenti vari per non incappare nella stessa situazione della Grecia;
a farla breve aumentano i carburanti, la bolletta della luce, l’acqua, il gas, l’irpef e via discorrendo.

La benzina tocca un euro e cinquanta; e considerando il vecchio conio equivalgono a circa tremila lire, non possiamo fare a meno di confrontare l'euro alla lira visto che le buste paga (chi ce l’ha!) sono ferme alla lira in quanto a potere d’acquisto, viene da sé che la stretta economica induce la maggior parte degli italiani a stare in casa per non spendere.

Ma non finisce qui!

Siamo nell'impossibilità di comprare macchine nuove; vestiti nuovi; pagare mutui ecc. insomma siamo messi male! Eppure, lo spirito di sopravvivenza c’induce a guardare avanti. Brindare al nuovo anno e augurare i migliori auspici, aiutati dalle tradizioni e dal vero calore familiare che funge da collante nei rapporti interpersonali tra consanguinei, conoscenti e estranei.

Il calore della famiglia trasforma gli affetti in legami profondi, inscindibili malgrado le immancabili incomprensioni, gelosie e mugugni.

Possa, quindi, il 2011, essere l’anno della rinascita. Una rinascita che contempla i criteri sacri della vita nei fatti e attua, quindi, uno stato di fratellanza corale reale, insomma uno sconvolgimento della teoria dei bisogni così come concepita fino ad oggi nelle società consumistiche, rinnovata e attenta nel considerare e risolvere i problemi dei bisognosi dal punto di vista materiale (*panza chjina canta e no cammisa janca!). Secondo un vecchio adagio calabrese:

*Con la pancia piena si ragiona meglio e si è più propensi a rivolgere la mente a concetti più alti. Auguriamoci, perciò, un tranquillo anno nuovo per il bene di tutte le famiglie e della collettività.
buon 2011!!

sabato 18 settembre 2010

più conosco gli uomini e più amo gli animali

Più conosco gli uomini e più amo gli animali!
Anche se è una frase usuale e si sente spesso, dal droghiere come in piazza, almeno io, non ho capito a quali tipi di animali si riferiscono, questi signori, e quali amano, se cani, gatti, canarini o pappagalli; se un giorno qualcuno finirà la frase, così, tanto per non lasciare incertezze nella mia piatta esistenza, gliene sarò grato.
Comunque, tutto dipende da cosa ci si aspetta dagli uomini e cosa dagli animali.
Alcuni dicono apertamente: meglio allevare porci, almeno mangi!
Altri pensano al cane come compagno fedele, sempreché non incontra una cagnetta in calore; oppure il gatto perché fa le fusa, gioca ed è indipendente dal padrone che, però, prontamente fa castrare se maschio e sterilizzare se femmina per evitare devianze future al piccolo tesorino.
Discorso diverso per gli uccelli. Loro stanno in gabbia, si accontentano di poco, qualche foglia di lattuga, semini, un po’ d’acqua e quando si deve partire per le vacanze … basta aprire la porticina e, via! Perché gli uccelli sono nati liberi, hanno le ali per volare e non per essere chiusi in gabbie. Il loro habitat è il cielo sconfinato e volano volano, si nutrono di moscerini, si riposano sui balconi, lì, in compagnia del gatto, vecchio compagno annesso alla casa, e se lo cattura, pazienza, vuol dire che il gatto aveva fame.
Ah, ci sono! Forse ho capito a cosa si riferiscono … che sia una metafora adattabile a qualsiasi occasione, che so, a una trasmissione faziosa, un articolo subdolo, una promessa disattesa.
Comunque sia, ecco far capolino tra i denti la fatidica frase, che, pur abituale, prende forma lentamente e appena composta rutila tra la fessura delle labbra strette: più conosco gli uomini e più amo gli animali!

lunedì 31 maggio 2010

Storie e realtà calabresi. 10: l’aurora

Storie e realtà calabresi. 10: l’aurora

Racconti di vita in Calabria 1. Tradizioni alimentari: la panificazione.


Maria sta facendo il pane! Guarda…
©archivio M.Iannino


Qeust’espressione, riferita alla Madonna in versione umanizzata dal credo popolare perché associata ai mestieri casalinghi, si sentiva spesso al crepuscolo, quando l’aurora tingeva di rosa le nuvole e l’atmosfera, simile a quella creata dalle madri quando preparavano il forno a legna per la cottura del pane, si tingeva del colore tipico causato dalle frasche che ardevano all’interno del “cocipane”.
L’aria di un caldo rosato, ben nota nelle famiglie contadine, lasciava presagire dolci leccornie associate alla panificazione vera e propria. I bambini sapevano bene che tolto il pane croccante, la mamma riponeva tra i mattoni caldi la pitta ripiena, i cicoli a riscaldare e il panetto bianco.

(segue)

giovedì 7 maggio 2009

Saggezza antica nei detti popolari


Folklore e saggezza nel lessico popolare

“su peju do cana do gucceri”.
Era da tanto che non sentivo esclamazioni simili.
Il lessico popolare è ricchissimo di sfumature; l’epistemologia si perde nella notte dei tempi ed è pregna di empirica saggezza. L’osservazione del quotidiano fa sì che poche azzeccate parole riescano a condensare secche significazioni: sono messo peggio del cane randagio che gironzola intorno alla macelleria: sporco di sangue e morto di fame…

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