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venerdì 28 gennaio 2011

Laboratori creativi, fucine culturali per il sociale

©arch.M.Iannino
Progetti bocciati in Calabria o accolti svogliatamente dagli enti locali, dalla politica in generale e da un certo ceto sociale, decollano a Milano dimostrandone la validità! e mentre scorrono le immagini, nell'auspicare una medesima evoluzione mentale anche da noi, mi assale un po' di amarezza e, rasentando la sfiducia, una sorta di stanchezza accumulata negli anni mi fa sussurrare:

Perché a Milano sì e qui da noi non funziona? l'interrogativo accompagna spontaneo le immagini della rubrica costume e società del tg2:

©archivio M.Iannino
Bambini che giocano col colore; persone adulte che dipingono, scambiano concetti; sorseggiano un the o un caffè mentre i figli impastano colori con le mani e osservano le trasformazioni cromatiche che appaiono, come per magia, sotto i loro occhi. eppure, sono le stesse cose che vado divulgando e proponendo da oltre trent’anni! per ultimo nella parrocchia di Squillace lido e lì c’è stato un ottimo riscontro di adesioni. Mamme e bimbi, entrambi entusiasti, frequentavano e vivevano con gioia gli incontri ri/creativi.
©archivio M.Iannino
Il laboratorio ha funzionato, eppure, non si capisce perché, in Calabria le idee costruttive, sane, che aiutano nella crescita, nell’aggregazione, non decollano mai! Ripeto, sono trent’anni e sempre c’è stato entusiasmo e volontà, da parte mia e di quanti hanno avuto l’opportunità di esserci, aprirsi al confronto, e quindi fare proseguire gli appuntamenti ludici creativi, che, purtroppo, sono naufragati miseramente di fronte banali questioni economiche.
©arch.M.Iannino
Sarebbe riduttivo addebitare alla crisi economica attuale il fallimento giacché, ripeto, è dai primi anni ottanta che dedico energie e tempo a progetti analoghi.
Purtroppo, da noi, vige una sorta di ostilità repressa, non esternata ma attuata nei confronti di chi è disposto a mettere in gioco capacità individuali e collettive gratuite. Una sorta di sadismo sociale che spinge a buttare fango anche sulle azioni nobili degli uomini pur di non vedere decollare progetti educativi elementari. Progetti culturali nati dalla passione per il sociale e dalla volontà di confrontarsi, mettersi in gioco. Azioni, queste, concrete, importanti per la società, specie se attuate da privati cittadini non necessariamente identificati in una cordata di potere politico, religioso, economico.
Che sia questo a spingere la gente seria di Calabria ad andare via o rintanarsi in torri d'avorio?, vale a dire ammettere amaramente che ci sia ben poco da fare, ammettere le sconfitte e lasciare spazio ai merciai della parola “fumosa”, cedere alla mediocrità imperante che lentamente attanaglia e contamina terra e cultura?
Non sia mai detto!

domenica 14 novembre 2010

Calabria: autoritratto






È risaputo: l’uomo non si scrolla facilmente dalla mente quanto accade attorno a lui; perciò, ognuno, in armonia col proprio essere rivisita il tutto. Pensieri, esperienze, lavoro, luoghi e oggetti.
 L’artista ha dalla sua parte l'azione, il gesto, che, privo di coercizioni mentali o lessicali, sfocia nel gioco disincantato creativo e riconsegna il già visto, già vissuto con vesti differenti; vale a dire,  ridetermina e ricolloca le "forme pensiero" in spazi altri.
La creazione è un gioco. Un gioco privo di regole spaziotemporali dove tutto è reso possibile dalla libertà e dalla fantasia individuale. Nel parco giochi creativo l’età non conta e non conta neanche la cultura o l’estrazione sociale, i titoli accademici e i premi. Conta la sensibilità!







ecco perché, nessuno, meglio dell’autore, può iniziare una qualsiasi analisi e esplicitare al meglio il proprio operato. Ed è con questo presupposto che mi accingo ad accennare, con l’intento di aprire spazi a interazioni, ai momenti propedeutici che spingono a scandagliare e proporre attraverso i lavori creativi, riflessioni e spaccati di vita personali.
©mario iannino
M.Iannino 1995, t.m.,opere animate, 
dedicate alla Calabria
©mario iannino©mario iannino

sabato 2 maggio 2009

fonti iconografiche, archivio Iannino

aore12
mario iannino x arte e società, "Realtà"
Le opere e le foto a corredo dei post sono gentilmente concesse dall'archivio Iannino.
Vietata la riproduzione a scopo commerciale. Le trasgressioni saranno perseguite nei termini di legge a tutela dei prodotti intellettuali.
L'archivio, comprende:
opere, fotografie e scritti del maestro Mario Iannino, databili dall' anno 1975 in poi.

mercoledì 4 novembre 2009

amore passione morte nell'opera di M. Iannino



Evidenti simbologie nell’opera di Iannino

Il lavoro artistico di Mario Iannino pone l’osservatore nella condizione di chi cerca, scandaglia la materia di cui è composta l’opera, penetra gli squarci alla ricerca di tracce ataviche; un vissuto atemporale comune. Un ri/vissuto, nuovo dal punto di vista temporale, ma che riporta alla mente le esperienze dei singoli; il linguaggio di Iannino attinge nel quotidiano tema e mezzi espressivi; non disdegna la figurazione, il segno essenziale, la materia che, personalizzati dall’esperienza e inseriti durante il percorso alchemico della combinazione cromatica, materica e segnica, assume personalità e carattere artistico.


Simbologie figurali nelle opere polimateriche di Iannino, artista Calabrese



Simbologie figurali nell’opera di Iannino




Il lavoro artistico di Mario Iannino, esponente della cultura calabrese contemporanea, pone l’osservatore nella condizione di chi cerca, insieme all’autore, suggerimenti e analisi giocose al disordine operato dall’uomo.
L’autore prima e il fruitore poi, scandagliano l’opera, penetrano gli squarci alla ricerca di tracce ataviche che sappiano tacitare angosce, mitigare paure o esorcizzarle.
Il fare artistico è un ri/vissuto atemporale comune, che prende spunto dalla materia usurata dal tempo e dall’uomo. È lo stimolo iniziale del fare artistico; una sorta di lavorio mutevole che si avvale della sensibilità poetica di chi osserva e trasforma con tecniche e attrezzi il dato visivo in linguaggio.
Linguaggio rinnovato dalla plasticità estetica, che riporta alla mente esperienze singolari: un déjà-vu lirico ma focoso, che getta in faccia l’originale problematicità sociale contemporanea.
Il linguaggio di Iannino, attinge nel quotidiano temi e mezzi espressivi in continua mutazione e si avvale della figurazione, del segno essenziale, della materia; che, personalizzati dall’esperienza pittorica e inseriti nel percorso alchemico della combinazione cromatica, materica e segnica, assurgono a puro linguaggio visivo.

domenica 2 ottobre 2011

impacchettamenti, celare per evidenziare


Sotto le lenzuola o dietro i vetri offuscati

Chi c'è sotto il lenzuolo?

©archivio M.Iannino
Difficile dirlo! Nessuno mai si è soffermato per conoscere la storia del monumento impacchettato, neanche i cittadini che lo ospitano da decenni. E nonostante la piazza porti il suo nome ben pochi si chiedono chi è e che cosa ha fatto per meritare di essere posto sul piedistallo litoide a grandezza naturale.

Che sia questo uno dei motivi che hanno spinto J. Christo a impacchettare piazze, ponti, palazzi e monumenti?
Cioè stimolare la curiosità della gente distratta da altri problemi, falsi problemi ed in questo concordo col maestro Ermanno Olmi quando afferma che abbiamo perso l'intelletto e il senso delle parole.
Secondo alcuni “clandestino” è sinonimo di paura, delinquenza, reato; perciò alcuni parlamentari hanno ritenuto opportuno trattare il debole, che per sopravvivere è costretto a esplorare territori ostili, alla pari di un delinquente comune e fare una legge ad hoc. (legge bossi-fini).

Fermarlo, quindi, imprigionarlo, schedarlo e rispedirlo a morire dove è partito.
E il popolo che fa? Il popolo davanti a simili idiozie sta zitto perché impaurito dalle notizie diramate dai mass media asserviti.

La gente comune è disorientata dalla propaganda di regime, dalle parole dette per coprire la verità e dalle menzognere sfilate a favore di chi detiene il potere.

Un tempo era più semplice!
L'oppresso sfilava per dissentire e fare sentire la sua voce con la speranza di porre fine o mitigare i soprusi e l'opposizione suggeriva alternative, vigilava sulle azioni del governo.

Adesso è chi governa che arma di bandiere le sue truppe cammellate e invade le piazze.
courtesy Mario Iannino©
Mediterraneo 2013, op. polimaterica Courtesy Mario Iannino©

Chiedo: ma se lavora bene, mettendo al primo posto il bene comune, la socialità e il welfare, quindi i deboli, gli anziani, i bambini, i disabili, gli emarginati, disoccupati e studenti, che motivo ha, chi governa, di andare in piazza?

Osserviamo bene. Cerchiamo di ricordare cosa c'è sotto il lenzuolo.

Togliamo la patina che offusca il vetro della memoria e guardiamo oltre, forse troveremo risposte differenti, più consone alla sacralità dell'uomo.

sabato 22 giugno 2019

Breve video "Medea" portata in scena dal Teatro di Calabria A. Tieri.

Video estrapolato dal  tardo pomeriggio di ieri, 21 giugno 2019, in cui al museo MARCA di Catanzaro, c’è stata la variazione sul mito di Medea (di Euripide come di Alvaro).

Il video in questione espone un tema di rilievo: l’amore che muove una donna maga, senza più magia, e il suo uomo dapprima visto come eroe e successivamente come nullità di sentimenti.

Sono poche parole,quelle del video,  antiche parole, ma che celano l’andamento quasi ripetitivo e intramontabile dell’universo tutto: l’amore che, seppur fuggevole, tormentato e terminabile, in realtà viene ricordato e si rivela quasi come una preghiera dannata nel tempo, nei secoli.

In questo breve seppur intenso esempio si racchiude il lavoro del Teatro Di Calabria A. Tieri di Catanzaro, un quadro emozionale che dona sempre quella sfaccettatura in più, quella sfumatura di colore che la volta prima non eri riuscita a cogliere.

Perché questo è davvero il teatro: coinvolgimento, come direbbe il maestro Camilleri “persona e personaggio si sono  finalmente riuniti” e io questo nel teatro di Calabria lo ritrovo ogni volta. E ogni volta anche avendo già visto una performance, ci vedo del nuovo non colto la volta prima.

Grazie al professor Gigi La Rosa, al maestro Aldo Conforto, alla mia splendida amica “Medea” ( persona e personaggio si unisce come un perfetto abito) Mariarita Albanese, Salvatore Venuto, Marta Parise, Anna Maria Corea, Alessandra Macchioni, alla dottoressa Anna Melania Corrado;  ai miei colleghi dello staff e a chi rende possibile il sogno reale del TdC. 
                                                                                                                    Manuela Iannino.

Mariarita Albanese, Salvatore Venuto, Anna Maria Corea, Alessandra Macchioni e Marta Parise.
Manuela Iannino foto©



Anna Maria Corea, Alessandra Macchioni, Marta Parise e Mariarita Albanese
Manuela Iannino video©

lunedì 24 gennaio 2011

conoscere la Calabria


©archivio M:Iannino
il terzo guerriero (bozzetto)
Mettiamoci comodi. Immaginiamo di essere seduti davanti al camino, d'inverno. Fuori il buio avvolge la campagna, gli alti e robusti castagni sonnecchiano sfiorati dal vento fresco. Il pastore, vigile, con l'orecchio teso, pronto a prevenire l'assalto del lupo e scacciarlo con colpi caricati a sale, osserva il cielo stellato. pensa al lavoro impellente, alla mungitura e alla lavorazione del latte; al luogo dove portare la mandria al pascolo, mentre la moglie prega e rivolge la mente a Dio e ai suoi servi che ha voluto mandare nei luoghi sperduti della Calabria per alleviare ferite ataviche.

Come quando si è piccoli, con parole semplici ma cariche di affetto, raccontiamo episodi di cultura contadina, misticismo, folklore, cultura contemporanea, paesi.

Parliamo di persone che sono rimaste in Calabria, per scelta o necessità, comunque, convinte che serva l'improcrastinabile impegno di ciascuno di noi per risolvere problemi atavici legati alla durezza dei luoghi.

Parliamo  di noi calabresi e no, del rapporto col resto del mondo se vogliamo davvero contribuire alla crescita e contrastare quanti vogliono affossare la nostra bella terra sfruttando il giogo dell'ignoranza amplificato dai "sentito dire" arricchendo i loro discorsi con la delazione e i luoghi comuni, bandendo, però, piagnucolii e autocommiserazioni, per porgere e evidenziare con determinazione le positività presenti sul territorio regionale.

Parliamo, insomma, di quanto accade d'avanti a noi. Osserviamo i fatti a ore 12 e li esponiamo con estrema onestà intellettuale per testimoniare quanto di buono è stato fatto e pungolare per quanto ancora si può fare.

Parliamo di:
©archivio M.Iannino
"tempi" mario iannino
Cucina mediterranea e sapori di Calabria.  
Calabria mistica ,attraverso l'esempio di Natuzza Evolo e fratel Cosimo Fragomeni.
conosciamo Percorsi culturali, luoghi, paesi e artisti.
nonché Costumi e società. dalla Magna Graecia ai bretti, fino ai giorni nostri.

sabato 1 gennaio 2011

Artisti in Calabria

©M.Iannino
Mario Iannino, omaggio a Mattia Preti, il Cavaliere Calabrese
Artisti in Calabria

È uno spazio in allestimento, pensato per divulgare le positività e il lavoro dei calabresi, gratuitamente, parola alquanto in disuso nel lessico corrente vista la cupidigia che c’è in giro e pervade la quasi totalità delle persone che spendono tempo e saperi nelle umane attività quotidiane. E se qualcuno spende il proprio tempo a fare qualcosa gratuitamente per il prossimo o la propria terra, il tarlo del dubbio penetra le teste bacate e sviluppa mille interrogativi contagiosi: possibile che non ci sia nessun guadagno? Se lo fa, è perché sotto sotto c’è un tornaconto personale!

È vero! C’è qualcosa! E questo qualcosa si chiama gratificazione per avere speso energie in progetti culturali, oserei definirli ideologici, vista la cultura imperante, mirati a migliorare i rapporti interpersonali senza l’assillo del primato assoluto o del guadagno facile.

I collaboratori del blog, lontani dalla volontà di creare l’ennesimo inutile contenitore artistico o dare spazio ai mostri sacri dell’arte ma determinati a dialogare e porgere al grande pubblico in maniera semplice e diretta le poetiche creative presenti in Calabria a testimonianza delle tensioni culturali, quali esempi concreti di volontà di riscatto dai fatidici luoghi comuni che l'immaginario collettivo appioppa indifferentemente alla Calabria e ai Calabresi ogni qualvolta capiti l'occasione, diamo voce a quanti vogliono usare il blog per esternare le diverse poetiche presenti sul territorio.

Pertanto, l’invito, rivolto a quanti intendono essere presenti in detto spazio attraverso notizie personali, curriculum vitae e fotografie di opere da inserire negli spazi del blog, è di allegare la documentazione necessaria e fare richiesta all'amministratore di aore12 all'indirizzo di posta elettronica: arteesocieta@gmail.com

Quanto pervenuto sarà pubblicato integralmente, ovviamente, in caso di inesattezze le responsabilità saranno da ascrivere esclusivamente ai relativi mittenti dei file spediti.

Artisti menzionati nel blog:

Stephan Balkenhol (scultore)
Raffaele Basso (pittore)
Giuseppe Celi (creativo)
Anthony Cragg (scultore)
Wim Delvoye (creativo)
Jan Fabre (scultore)
Luigi Fregola (poeta)
Anthony Gormley (creativo)
Mario Iannino (creativo)
Mario Parentela
Aniceto Mamone (pittore)
Angiolina Oliveti (scrittrice)
Dennis Oppenheim (creativo)
Mimmo Palladino (creativo)
Michelangelo Pistoletto (creativo)
Mattia Preti (pittore)
Marc Quinn (scultore)
Mimmo Rotella (creativo)
Enzo Toraldo (pittore)
e altri

Per leggere i post corrispondenti agli artisti digitare il nome nel motore di ricerca del blog oppure cliccare sull'etichetta arte, per avere un quadro completo di nomi, tendenze e correnti artistiche trattate e principalmente per conoscere la Calabria e avere un quadri d'insieme si rimanda alla pagina "parliamo di ..."

sabato 14 ottobre 2017

Il 7 novembre ore 14 torna Altrove sulle frequenze di UMG Web Radio.


A CURA DI:  Amodio Valentina, Cortone Salvatore, Iannino Manuela,  Iannino Valentina,  Massimilla Fabrizio.




Il 7 novembre dalle 14 alle 16 ritornano l’intrattenimento radiofonico,dibattito,interazione e musica,firmati UMG Web Radio di Altrove.

L’idea di “Altrove” nasce dalla volontà di intrattenere gli studenti e diventare per loro appuntamento fisso. In effetti, nel corso degli scorsi anni, il programma, piuttosto leggero e dai temi quanto più vicini al mondo giovanile,  ha raggiunto questo obiettivo, riscuotendo un buon risultato tra le mura universitarie e non.   Nello scorso anno abbiamo avuto la fortuna di condividere i nostri microfoni con artisti che appartengono al mondo dell’arte in ogni sua forma. Tutto ciò ha consentito uno scambio di utilità, per l’ospite la promozione dell’ attività, per il programma, un evidente riconoscimento di impegno culturale, da parte dei radioascoltatori e degli ospiti stessi che si sono proposti, volontariamente, sempre più spesso. E’ perciò invariata la presenza di un ospite con annessa intervista.

OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: La circolazione delle idee. Vorremmo accompagnare il radioascoltatore alla riflessione di temi di varia natura e notizie del giorno selezionate dai conduttori, così da consentire una interazione dinamica. Sono previsti, all’occorrenza, ospiti in studio.

Rubriche:

·        CORREVA L’ANNO: rubrica che tende a suscitare nella nostra memoria ed in quella dei nostri radioascoltatori ricordi, cenni storici, musica, grandi eventi, scoperte, curiosità legate al mondo universitario e tanto altro ancora andando semplicemente a citare la formula segreta ‘’Correva l’anno… Es.1982: L’Italia di Tardelli si laurea campione del mondo; nasce il principe William; mentre impazza la mania per la musica straniera, viene fondata Radio Italia; La mafia uccide il Generale Dalla Chiesa; per voi questa data cosa significa? Cosa vi ricorda? ‘’. Naturalmente la rubrica implica un contatto diretto con i nostri ascoltatori che interagiranno con noi mediante i vari strumenti ‘’social’’.
·      
“ GIRA VOCE CHE.. 3.0: In 3 minuti ricapitoleremo le notizie e gli avvenimenti più rilevanti della settimana che poi commenteremo con i nostri radioascoltatori, stimolando il dibattito tramite interrogativi e all’occorrenza provocazioni per mezzo di imitazioni di personaggi noti.



  • TeatriAmo: nasce dall'idea di Manuela Iannino di unire due passioni, per l'appunto, radio e teatro.
Si promette il coinvolgimento delle scuole teatrali di Catanzaro e dintorni, e un'aperta discussione sul teatro in generale, sul modo di intendere l'apprendimento e le risorse che questo offre.
Si riserva il fine ultimo di pubblicizzare gli eventi cercando di arricchire la mole di spettatori e invogliare, coinvolgere sempre più giovani.
E' importante, poichè io stessa mi sono resa conto solo recandomi a teatro della vastità di ciò che da tempo mi precludevo e non vedevo.
Dei nuovi modi di pensare la vita o semplicemente vedere sotto una luce diversa, diversi aspetti del mondo.
In tutto ciò mi aiuterà la mia prof Mariarita Albanese del #TdC .
"Il teatro è un diritto e un dovere per tutti. La città ha bisogno del teatro. Il teatro ha bisogno dei cittadini".
Come seguirci? Ecco il link della nostra pagina Facebook, dove potrete inviarci messaggi privati e non, prendere i contatti con noi e seguire le dirette web tramite il link che noi stessi scriveremo a momento debito sulla pagina: 

A breve si inizia.

RESTATE SINTONIZZATI!

martedì 7 febbraio 2012

Mario Iannino, video Art, dedicato alle donne


pro(g)getto Donna OMAGGIO alla Creatività 
opere di Mario Iannino


La questione femminile è un problema che riguarda tutti ma tocca in prima persona le donne. 
Fin dalla nascita alcune vivono l'essere donna come una sorta di compravendita, un mercanteggiare in cui l'avvenenza esteriore conta parecchio, e l'uomo, spesso, ne è complice. Anche i temi cosiddetti poetici e artistici trattano la materia prima, ossia il corpo delle donne, come una questione puramente estetica che indirizza i pensieri o li rimanda a momenti specifici legati alla sfera del non sacro. D'altronde come può essere definito un momento di sacralità la mercificazione del corpo? 
Donna oggetto per alcuni; donna progetto per altri!
Le due anime, nelle opere del video estrinsecate in maniera cruda o sublimate, racchiudono sentimenti comuni che trattano, appunto, della questione femminile e dell'essere donna oggi. Una "questione" vista con gli occhi e con la mente di un artista uomo: Mario Iannino.

giovedì 5 novembre 2009

da J. Christo a M. Iannino


©mario iannino

Alla maniera di Christo


Chi o quanti, tra adulti e bambini, sono rimasti turbati, shoccati, traumatizzati da perdere il sonno alla visione di un crocefisso? Quanti sono diventati serial killer? Stupratori, ladri, imbroglioni, mistificatori, despoti…
Bèh, se il risultato della visione di un simbolo che ricorda la pena di morte data dagli ebrei a ladri e malviventi d’Israele più di duemila anni addietro, e che, per i devoti, oggi, accorpa in sé concetti d’amore e di perdono incondizionato a quanti lo hanno insultato, deriso, mortificato e ucciso è così catastrofico per la delicata psiche di certa gente, allora è bene che questa gente così sensibile da intentare causa allo Stato Italiano eviti musei, chiese, luoghi di culto e monumenti; stia lontana dalle deleterie opere d’arte che hanno segnato e che continuano a segnare i percorsi dell’umanità! In poche parole: non devono vivere in Italia. Perché l’Italia è un enorme museo all’aperto e certa gente potrebbe farsi male per troppa, eccessiva cultura!
Le persone realmente sensibili penetrano il dato meramente visibile delle cose; sondano i molteplici aspetti racchiusi nel simbolo cristiano senza soffermarsi all’aspetto esteriore: vanno oltre al proprio naso. E ciò vale in tutti i campi dello scibile umano.

In arte, un singolare signore di nome Christo, all’inizio degli anni sessanta occulta pezzi di arredi urbani, ma non per questo i palazzi impacchettati cessano di esistere. Tutt’altro! L’impacchettamento dei maestosi monumenti suscita curiosità in quanti davano per scontato ruolo e esistenza dell’oggetto occultato.
Lo scossone visivo sembra destare interesse nell’opinione pubblica; sia se creato dall’uomo o dalla natura. Concettuale perché veicolato dall’uomo o evento naturale, il fare destabilizzante dei fatti condiziona le menti e rivitalizza l’ovvio.
Uno scossone analogo lo ha provocato nelle coscienze Cristiane la sentenza della Corte europea di Strasburgo nel definire coercitiva l’esposizione pubblica del Simbolo Cristiano: il Crocefisso.
La reazione di fedeli e laici alla sentenza è giustificata se si pensa alla cultura e alla tradizione cristiana che ha accompagnato generazioni intere di italiani.

Christo Vladimirov Javacheff, nel suo manifesto artistico asserisce: “Gli impacchettamenti? Nessuno può comprare queste opere, nessuno può possederle, nessuno può commercializzarle, nessuno può vendere dei biglietti per vederle. Il nostro lavoro parla di libertà”.

Ecco, in sintesi, spiegata, direttamente dall’artista, l’intenzionalità del suo operare. E nel segno della libertà, noi Italiani, che subiamo un verdetto poco chiaro, pur coscienti che il Simbolo in sé non determina in tutti la credenza della pienezza di Fede nel Salvatore Gesù, riteniamo che non sia affatto coercitivo per i credenti di altre dottrine religiose la sua esposizione nelle aule scolastiche.
D'altronde, l’uomo nel suo peregrinare incontra una miriade di persone, ognuno con credenze e usi differenti, si confronta con molteplici etnie e da queste esperienze nasce la cultura cosmica.
Nel campo dell’arte, ciò è avvenuto in parte. Assistiamo spesso alla commistione linguistica che trova il suo fluire spontaneo nel linguaggio visivo universale. Simboli, gesti, grafie primordiali o evolute, diventano lessici istintivi che accomunano razze e idee, seguono il peregrinare umano senza legarsi alla terra natia come nel caso di J. Christo. Ma anche il nostro Gesù, ebreo di nascita, misconosciuto come Messia dalla sua gente, diviene il tassello principe di una Chiesa che ha sede a Roma e proseliti in tutto il mondo.
L’amore per il prossimo, il rispetto della natura, l’esigenza di libertà sono elementi imprescindibili per l’evoluzione interiore. Religiosi, intellettuali e artisti puri né sono coscienti! Perciò operano al di fuori degli egoismi personali o di bandiera.
Passione, follia ingenua, teorie, queste, che trovano riscontro solo nella religione e nell’arte.

Quindi, lontano dall’essere blasfemo o irriverente, tanto per citare il pensiero cattolico secentesco, l’uomo, per capire appieno il creato deve osservare la natura, scoprire le leggi che governano l’universo e adoperarle saggiamente. Gli artisti in generale e Christo nel particolare, credo l’abbiano capito d’istinto; ora, per comprendere appieno l’uomo e l’artista, ripercorriamo alcuni momenti salienti della sua vita, in quanto, quella di Gesù Cristo è nota al mondo intero:
Christo Vladimirov Javacheff nasce nel 1935 a Gabrovo in Bulgaria; compie i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Sofia e nel 1958 si trasferisce a Parigi dove incontra Jeanne - Claude de Guillebon, sua coetanea. Si sposano e decidono di lavorare insieme. Nel ’61 allestiscono la loro prima “personale”. Nello stesso anno creano degli “impacchettamenti” sul porto di Cologne. L’anno seguente, protestano contro il muro di Berlino e in rue Visconti a Parigi organizzano un assemblaggio di grandissime dimensioni con barili d’olio e benzina impilati gli uni sugli altri. Iniziano così numerose proposte, realizzazioni di progetti di impacchettamenti poetici, giganteschi, attraverso i quali vogliono veicolare l’effimero come dimensione estetica e accompagnare l’osservatore distratto verso nuove visioni. Lo spazio antistante non si presenta agli occhi come nella consuetudine giornaliera: è occultato da enormi teli che, adagiati e legati su monumenti, costruzioni o distese incontaminate ne seguono forme e contorni.
La coppia si trasferisce a New York, dove vive e lavora tuttora, nel ’64, e prende la nazionalità americana.
Christo e Jeanne si appropriano degli spazi, drappeggiano, ritagliano, colorano monumenti e paesaggi, restituendo ai luoghi, urbani rurali o marini, una dimensione scultorea assolutamente nuova (Valley Curtain, Running Fence, Surrounded Islands, Biscayne Bay, Pont-Neuf a Parigi, il Reichstag a Berlino ecc…).
Christo e Jeanne-Claude, realizzano gl’interventi sul territorio con i propri mezzi; creano i disegni preparatori che sfociano in varie opere grafiche come litografie e serigrafie, collages, modellini e film la cui vendita serve a finanziare la realizzazione dell’opera vera e propria. “The Gates”, l’ultima loro realizzazione, è presentata a New York all’inizio del 2005. Si tratta di un percorso lungo circa 37 km attraverso Central Park, punteggiato di 7500 portici rivestiti di tende color arancio-zafferano. La loro performance, dal titolo “Sopra il fiume Arkansas”, li vede presenti nel Colorado per l’ennesimo intervento non distruttivo o asservito all’esigenza dell’uomo ma, empatico; vale a dire: azione equivalente al fenomeno di comunione con la natura.

Anche Mario Iannino cela evidenzia e lascia intravedere nuove poetiche. I suoi occultamenti sono, all’occorrenza blandi e inconsistenti, oppure spessi, densi di materia e colore; il velo che separa il “sotto” dal “sopra” dell’opera diventa filtro protettivo di fatti accaduti o che potrebbero accadere. Mentre, le lacerazioni, gli squarci, gl’impasti materici enfatizzano il percorso plastico; rendono lo spazio d’intervento discorsivo e accattivante sotto l’aspetto formale e analitico dei lavori.
Analisi, sviluppate secondo un personalissimo linguaggio visivo, frutto di un trentennio artistico trascorso in solitudine che l’ha portato a valutare in autonomia i percorsi artistici più consoni al proprio sentire. Le sue opere, caratterizzate dal bianco finale che diventa corazza catartica, sono il risultato serio di uno studioso che, in tutta umiltà, scandaglia i linguaggi dell’anima.

giovedì 11 febbraio 2010

momenti associativi: arte religione cultura




Squillace, arroccata sul colle, osserva dall’alto la recente estensione urbana.
©archivio M.Iannino
squillace, castello dei borgia

Lungo la strada provinciale, numerose abitazioni adagiate sulle colline protese verso il mare testimoniano la parsimonia e il legame della gente di Calabria al territorio d’origine.

Costruzioni realizzate in economia dai residenti, insediamenti turistici, villaggi residenziali, che d’estate accolgono una marea di turisti, rendono inadeguata la chiesetta della zona marinara di Squillace.

La chiesetta di S. Nicola ha spazi progettati per un esiguo numero di residenti e d’estate, la S. Messa è celebrata all’aperto.

Finalmente, Squillace Lido, propaggine del centro storico cassiodoreo, offre un riparo ai fedeli: sullo spiazzo affianco alla chiesa, da poco, si erge una pratica tettoia, inaugurata domenica 7 febbraio dal vescovo della diocesi di Catanzaro/Squillace, Mons. Antonio Ciliberti; nell’occasione, i parrocchiani hanno voluto testimoniare il loro affetto al prelato con un quadro realizzato nel laboratorio creativo e corredato da una pergamena che recitava:

Eccellenza reverendissima, Mons. Antonio Ciliberti,
Siamo “Quelli del lab/oratorio”
Un gruppo eterogeneo composto di adulti e ragazzi, ci incontriamo nel tardo pomeriggio tre volte alla settimana nei locali messi a disposizione dalla chiesa parrocchiale guidata dal nostro caro parroco padre Piero Puglisi.
I ragazzi, dopo le lezioni, hanno l’opportunità di giocare e frequentare un corso di pittura.
Il laboratorio creativo, tenuto dal maestro Mario Iannino, è un luogo dove ognuno estrinseca personalità e concetti creativi in armonia col proprio essere, in piena libertà. Il nostro spazio lo abbiamo personalizzato con le impronte cromatiche di piccole mani. In occasione della vostra benevole visita abbiamo voluto realizzare un’opera che tocca i temi della pace, della fede, della disoccupazione delle difficoltà della vita e le asperità che si incontrano non solo nella nostra regione. Così il maestro ha iniziato una lezione e ci ha fatto capire che quando osserviamo un quadro il messaggio del pittore si deve cercare nelle figure che compongono la tela perché ad ognuna di esse l’artista assegna un valore.
In virtù di questa lezione abbiamo voluto stigmatizzare nel quadro che le offriamo concetti verbali inerenti la ricerca interiore dell’uomo e la sua tribolazione per raggiungere uno stato di grazia in armonia con le parole del Vangelo.
Nello specifico, abbiamo trattato:
·         L’acqua come rappresentazione della vita;
·         la strada tortuosa, simboleggia le difficoltà che s’incontrano lungo il cammino di ognuno di noi per raggiungere la pace;
·         la vegetazione spartana, composta da piante di fichi d’india, rappresenta il carattere apparentemente rude del meridionale.
(Nel paesaggio calabrese, la pianta dei fichi d’india è una varietà vegetativa che cresce e fruttifica senza l’intervento amorevole dell’uomo persino sulle rocce. Ha foglie larghe e carnose punteggiate di aculei; anche il frutto, variegato nei colori e nel sapore, e protetto da una corazza carnosa ricoperta di spine, che, se lasciata macerare nell’alcol trasmette al liquore ottenuto qualità organolettiche digestive).
Un’ulteriore catarsi avviene nella trasformazione del fico d’india posto alla sinistra del quadro trasformato in grappolo di palloncini a rappresentare sogni e preghiere. Il fine ultimo della catarsi è raffigurato nei simboli cristiani della colomba e della croce abbozzati nel cielo.
Eccellenza, in questo quadro abbiamo voluto metterci tutti i problemi dell’uomo contemporaneo: sofferenze, lotte quotidiane, frustrazione per la mancanza di un posto di lavoro, quindi, soldi che non bastano mai specie se spesi per curare malattie. Ma, nonostante le ambage, abbiamo voluto evidenziare come questa comunità cerca di affrontare le difficoltà e non si ferma al primo ostacolo: confidando nella nostra maggiore forza riposta nella Luce, la Luce della fede che Cristo, per mezzo dei suoi operatori, ci trasmette.
Sicuramente eccellenza non sarà un quadro che starà appeso ad una parete per fare pendant con il salotto ma piuttosto con il cuore di ogni uomo che avrà l’opportunità di guardarlo…

Domenica 07 febbraio 2010/SV


giovedì 4 giugno 2009

la Catanzaro di Aniceto Mamone pittore Calabrese


©archivio M. Iannino
una veduta della Catanzaro di Aniceto Mamone

La moglie di Aniceto ti manda questo! …

E' come averlo qui!

Esclamo davanti all'olio su tela del ’97 che raffigura uno scorcio della Catanzaro vecchia. Quella Catanzaro che tanto amava il mio caro amico pittore Nino.

Il suo studio era situato nel rione Fondachello; per arrivarci si dovevano salire dei gradoni in pietra…

Ricordo la sua modestia. Ma andiamo per ordine:

Nino era il più anziano del gruppo; la sua esperienza era al nostro servizio: suggeriva soluzioni con estremo garbo nelle estemporanee.

Partecipavamo alle manifestazioni organizzate dai vari enti per il gusto di stare insieme, anche se a volte si andava via con l’amaro in bocca per come finivano le premiazioni, ma quando qualcuno di noi era premiato la festa si prolungava.

Lui era simpatico nel raccontare barzellette. Minimizzava ogni problema che la vita poneva. Minimizzò anche il suo, di problema. Eppure era ammalato da tempo.

Sul retro della tela leggo:
certificato di autenticità
pittore Aniceto Mamone
artista inserito nei seguenti cataloghi:
1978, bolaffi
1974, quadrato
1984, poeti in europa
1981. acc. Italia…

Tornò al paesaggio dopo una breve parentesi di ricerca. Amava i colori puri, tenui e la costruzione semplice. Rispecchiava il suo essere uomo: Era un carissimo, grande amico.

(mario iannino)

domenica 30 maggio 2010

genesi



La rappresentazione per immagini è una scelta linguistica chiara che l’artista adotta e applica nei
©mario iannino
momenti consoni.
Fare arte oggi non significa essere innamorati di determinati modelli espressivi e adoperarli insulsamente ma servirsene per apportare humus culturale e scuotere ove necessita le coscienze.

L’operatore culturale contemporaneo ha a disposizione un tesoro linguistico inestimabile. Sta alla sua determinazione decidere quale strumento adoperare e quale platea coinvolgere nelle sue analisi.

Oggi, l’artista, a differenza dei tempi passati, non dipende dagli umori del mecenate di turno, e ciò lo pone in una posizione di privilegio rispetto ai Maestri dei decenni trascorsi; condizione, questa, resa possibile dall’evoluzione sociale raggiunta; dall’autosufficienza lavorativa che, suffragata dagli studi e dalla volontà di ampliare i modelli espressivi pittorici, consentono il dialogo tout court con ampi strati sociali.

È risaputo che la figurazione solitamente didascalica è autocelebrativa; d’altronde se non ci fossero stati i magnifici lavori del passato ad arredo di chiese e luoghi pubblici ben poco degli usi e dei costumi sarebbe giunto fino a noi. Senz’altro non è arrivata la verità assoluta ma la volontà del pensiero dominante temporale allorché l’artista è condizionato da despoti che gestiscono le sorti dei popoli non per spirito di servizio ma per esercitare e accrescere il proprio potere.

D’altro canto, la figurazione è, per antonomasia, dialogo immediato che unifica idee e linguaggi differenti di ceti medi e di quanti non posseggono strumenti di decodifica adeguati. Perciò, la figurazione si avvale di metafore e segni arcaici assimilati dalla cultura esperienziale umana che contestualizzate rendono più di mille parole.

(mario iannino)

venerdì 12 aprile 2013

lo Stato nemico del welfare ha nomi noti

courtesy Mario Iannino©
courtesy archivio M. Iannino "né destra né sinistra" per Istituzioni libere da personalismi e inciuci mascherati


Un'altra giornata inizia. E mentre in Italia c'è chi ancora persegue di tenere fede al piano di rientro della spesa pubblica tutta gravata sui cittadini indifesi, dopo un mese e mezzo dalle elezioni, i tecnocrati tutelati continuano indisturbati ad imporre manovre assurde che, anche se, non causano morti per fame e suicidi immediati, gettano panico e disperazione nei ceti deboli.

Non c'è bisogno di fare esempi o citare programmi televisivi d'approfondimento per convincere alcuno della drammaticità che stiamo subendo.

Né è necessario ricordare le infami riforme contro i lavoratori che hanno partorito esodati, dipendenti impensionabili gettati fuori dal mercato del lavoro a sessant'anni o giù di lì e giovani scoraggiati sorretti dalla residua carità umana. Tutte leggi firmate governo Monti e conosciute col nome della ministro Fornero.


Quanto ancora le paure coveranno sotto cenere nelle case dei cittadini che, impossibilitati a pagare tasse e balzelli inverosimili, vivono l'ansia di essere derubati dallo stato attraverso i tentacoli di equitalia e agenzie similari?

Ecco, per queste impellenti esigenze, appunto, perché urgenti per le famiglie di nuovi poveri, avrei voluto un Movimento propositivo. Un M5S che, bandendo le fasi burlesche, proponesse punti di programma condivisibile, non ai parlamentari impresentabili ma, ai cittadini; al Presidente della Repubblica. E questa volta, sì, con una diretta streaming.

Ci sarebbe stata di sicuro una rivoluzione culturale che avrebbe fatto arrossire anche chi ha coperto di calli una faccia plasmata con la me...lma.  

lunedì 22 novembre 2010

gioco creativo e mercificazione dell'arte

©mario iannino
mario iannino, creatività, 1987

Gioco creativo e mercificazione dell’arte.

Essere creativi significa modificare l’esistente; creare varianti, dialogare con la materia; proporre più opportunità di comunicazione visiva e gestuale seguendo personali itinerari mentali e sfociare con procedimenti, non necessariamente innovativi per quanto concerne la semantica della figurazione, aggiungendo, però, nuove opportunità linguistiche al lessico esistente.

La visione assimila concezioni linguistiche naturali comprensibili a chiunque in conformità ai canoni universali esistenti al nord come al sud e nei differenti punti cardinali della finzione visiva.
La realtà è davanti agli occhi e chi non ha il dono della vista, la natura lo dota di sensibilità tattile: la sua pelle “ascolta e vede” oggetti e persone circostanti, ne percepisce l’odore!

Creatività è proporre stratificazioni di saperi e culture differenti nell’attuale sistema espressivo, che sembra avere già detto tutto, con coraggiosi interventi dialettici e l’ausilio di: fotografia, cinema, video, installazioni, impacchettamenti, assemblaggi, graffiti e commistioni degli stessi.
Quello che dispiace in tutto ciò è la volgarità tesaurizzante degli eventi culturalmente poveri, spacciati, col supporto dei mass media, per operazioni culturali eccezionali.

Conseguenzialmente, la mercificazione selvaggia del prodotto, sia esso artigianato o artistico, anziché fare crescere la collettività apportando ricchezza di saperi negli intelletti, mortifica le povertà materiali dei singoli, infervora gli animi poco evoluti attratti dalla cifra esorbitante enfatizzata dal mercato e depista l'attenzione sul valore economico piuttosto che sull’analisi culturale proposta dell’artista.

sabato 7 agosto 2010

estate 2010

arch.M.Iannino
Estate 2010.

Fino a qualche anno addietro l’interrogativo ricorrente era: mare o montagna? Nella maggior parte delle famiglie italiane si facevano progetti, si studiavano itinerari per accontentare figli e genitori.
Nella settimana di ferragosto l’atmosfera diventava friccicarella; ci si organizzava con gli amici per un barbecue tra i pini oppure una gozzovigliata sulla spiaggia con falò finale e bagno verso la mezzanotte. Erano gli anni della ripresa. Una ripresa economica e sociale che invogliava a essere positivi; sviluppare progetti, fare proseliti; seguire ideologie e perseguirle col solo intento di migliorare lo stato sociale dei più deboli. Insomma porre l’uomo al centro delle attenzioni ideologiche perché entità sensibile! L’uomo, che, liberato dalle macchine nel lavoro manuale, finalmente, avrebbe potuto estrinsecare appieno le doti intellettive e dedicarsi ai concetti alti dell’arte. E quando i più facinorosi riuscirono a prendere e occupare posizioni di comando il sogno svanì. La demagogia prese piede nei luoghi di lavoro, intorpidì le menti, ammansì e spense gli ultimi focolai di libertà, cacciò le utopie, distrusse la cultura! E aprì le porte del mondo fantozziano.

L’estate 2010 vede un esercito di cloni ripetere parole imparate a memoria. Tutti ben vestiti, curati nell’aspetto. Stirati dall’estetista e in guerra con l’età perché nessuno ama invecchiare. Non si vuole accettare il tempo, i cambiamenti temporali dovuti all’età, per cui si vedono mezze copie di uomini e donne; zombi privi di carattere che pur di apparire vendono l’anima al diavolo. Sono imbonitori. Persuasori di masse. False guide che conducono i cittadini resi, prima sudditi e poi, schiavi a lavorare nelle latrine mentali delle ambiguità surrogate da mezze verità.
…però, in tutto questo marasma, il diavolo, è di destra o di sinistra?

L’unica cosa certa, in quest’estate 2010, è l’assenza della speranza. E quando la speranza muore, significa che l’umanità è alla frutta!
A noi miseri mortali inermi, privi di poteri decisionali ma liberi nel pensiero, non rimane che ostacolare con onestà intellettuale quanti, uomini politici, sindacali, dirigenti, esponenti della in/cultura hanno assassinato i sogni e piegato il mondo dei giovani ai loro beceri interessi.


(in alto a destra, courtesy archivio iannino, 1980, olio su tela 50x60; rinascite)

domenica 6 febbraio 2011

la cultura del bunga bunga

©mario iannino
courtesy M. Iannino, polimaterico 1996, particolare "la dittatura dei media"
La dittatura dei mass media monopolizzati.

a furia di sentire sempre la stessa predica, su come debba essere vissuta l’esistenza tra profitto privato e pubblica utilità, un certo aspetto culturale sociale ha ceduto il passo alla mediocrità.
Le teorie stratificate nel tempo dalla cultura e dall’esperienza dei popoli mutano fino a trasformarsi geneticamente e inculcano nei singoli principi riprovevoli, difficilmente accettati dai padri e dalle madri cresciute col principio del rispetto della persona, della donna e dell’infanzia.

Il martellamento mediatico riesce a neutralizzare gli anticorpi costruiti dalle tradizioni. Annulla traguardi raggiunti con sacrifici e lotte generazionali, e, mentre i deboli soffrono le instabilità economiche, gli arrivisti rincorrono l’esposizione mediatica, l’amicizia dei potenti che, schiavi della lussuria non accettano il fluire del tempo; l’anzianità, ritenuta una volta, detentrice di saggezza, quindi valore aggiunto per la famiglia e la società, si trasforma in fardello da riciclare e correggere col bisturi del chirurgo plastico e i suggerimenti degli esperti d’immagine. Indolenti al grido disperato di chi soffre, piuttosto che lasciare spazi alla saggezza e invitare con azioni e fatti concreti i cittadini a essere attenti sostenitori della cultura e del bello universale, inseguono e costruiscono paradisi artificiali, dove collocarsi e ospitare seguaci per lenire le fatiche assunte dalle cariche che la “società ha imposto loro", malgrado la netta ritrosia ad assumerle perché ne avrebbero fatto volentieri a meno”.
Cariche pesanti, simili a quelle dei condottieri di un tempo che ingaggiavano battaglie sanguinose per difendere il proprio popolo dai saccheggi dei barbari e dagli infedeli violentatori di fanciulle indifese. Allora perché stupirsi se un povero capo costruisce a proprie spese un luogo rilassante e lo chiama scherzosamente bunga bunga? Oppure non ascolta le richieste del popolo e schiera in piazza le proprie truppe cammellate, seguaci assolutamente dis interessati che si mobilitano solo ed esclusivamente per il bene comune?

venerdì 22 ottobre 2010

Ben arrivata Greta!

©archivio M.Iannino

La prole.


Nella scala dei valori, gli affetti familiari occupano il gradino più alto in quanto a priorità emozionale e legame oggettivo.

La famiglia, pur nelle innumerevoli “incomprensioni”, fonti e cause di futili dissapori, gelosie infondate, è la tana degli affetti, dove genitori e figli si ritrovano senza mai perdersi.

Il cordone ombelicale tra genitori e figli rimane e unisce anche a distanza e la costituzione di giovani coppie prelude, attraverso le nascite, la formazione e l’educazione dei figli, ad avvalorare e rinsaldare i legami sociali.

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