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"Pulecenella. Inch. Rosso su caroncino. Arc. Iannino." |
Le origini sono importanti.
Ricordo, un mio professore che, con orgoglio, rivendicava la bellezza poetica della sua lingua d’origine: il napoletano. Era talmente innamorato della musicalità dei suoni dialettali da farlo esprimere incessantemente in napoletano.
“Ueee guagliuncè o napulitan’ o pparlano din't e tribbunali e megghiu giurist“. Mi perdonerà senz’altro il mio vecchio professore per come ho storpiato la sua amata lingua ma non ho le sue stesse origini e quindi vado a braccio. Pesco dalla memoria il poco che mi rimane dal soggiorno giovanile studentesco trascorso in Napoli.
Devo convenire con lui che le origini sono importanti.
Alcuni suoni onomatopeici rimangono scolpiti nella testa. E lasciano prefigurare l’intero percorso successivo del concetto arricchito con la gestualità.
Ecco, a Napoli, per esempio, se chiedi una informazione stradale, l’interrogato inizia una mimica facciale che ti pone davanti ad una piece teatrale estemporanea. Tanto per iniziare si concentra. Aggrotta la fronte. Passa una mano sopra la testa. Poi allarga le braccia e inizia a dare le indicazioni: “va’ dritt aropp’ a sta manaaccà po a sta man accà a sta man’allà e si arrivat affancul”.
In quanto a simpatia sono imbattibili, i napoletani.
Creativi in ogni campo, approcciano grandi temi esorcizzandone le drammaticità. In letteratura e in musica, rigorosamente in linguaggio partenopeo, mettono in scena la vita facendone la storia della drammaturgia e della musica.
I fratelli De Filippo. Antonio de Curtis, principe, in arte Totó, Eduardo Scarpetta, questi gli storici Della commedia napoletana e italiana. L’indimenticabile Massimo Troisi e i suoi compagni Lello Arena e Enzo Decaro che insieme formavano il trio cabarettistico “la smorfia”.
L’elenco completo è lungo. Non me ne vogliano gli esegeti. È solo per una questione di economia, di tempo e spazio, se non li cito tutti., ed anche per necessità ho dovuto attenermi alla sintesi della sequela di nomi e titoli nobiliari dell’immenso Totó.
Stesso concetto vale per i musicisti e i cantanti napoletani che hanno allietato più generazioni, e che qui cito solo gli storici: Aurelio Fierro, Mario Merola, Peppino di Capri, Bennato, Pino Daniele…
🖐 ciao, per adesso mi fermo. Alla prossima... 😘