mercoledì 30 aprile 2025

La cornacchia e il pavone

 


Una favola senza tempo.

La cornacchia e il pavone .

“Krrrrrr sei bello bello bello ripetè la cornacchia. Il pavone, inorgoglito rispose al suo gracchiare in sintonia con la sua natura e come da copione: 

Aprì la bellissima coda e le piume vibrarono. I suoi innumerevoli occhi verdi dalle sfumature blu ammiccarono civettuole al gracchiare della cornacchia che sempre più incalzante ripeté: sei unico, bello bellissimo. Solo tu hai grazia …”.

Sì, perché mai la cornacchia avrebbe dovuto cercare lo scontro? Superato e scaricato il momento rabbioso cos’altro avrebbe provato contro quel nemico che mai si era prodigato per lei? Va be’ qualche volta ha perorato la sua causa. Le ha fatto da spalla. Ha pure cantato le sue lodi, ma lei rimaneva sempre la cornacchia, uccello del malaugurio, brutta, tozza e con una voce stridula, fastidiosa. Mentre lui, no, lui era bello davvero. Nel periodo dell’amore, specialmente, qualndo per attrarre la femmina apre la sua maestosa coda a ventaglio e fa vibrare le piume. Il suo frfrfrfrr impercettibile agli umani è simile al canto delle sirene che ammaliarono Ulisse e, attraggono le femmine, le pavoncelle in attesa d’essere fecondate.

 


Lo scontro non è mai consigliato nei rapporti. D’altronde la cornacchia, in mezzo all’aia, sarebbe stata messa in minoranza, offuscata dalla maestosità del pavone e non avrebbe potuto ricevere gli apprezzamenti che lei si sarebbe aspettato dopo il meticoloso lavoro diplomatico all’interno della società di mutuo soccorso per animali in difficoltà da lei stessa amministrata.

Anche quando si dovrebbe gridare allo scandalo, all’imbroglio perché non tutto ciò che riluce è oro, chi millanta grazie e virtù conosce i meccanismi della dissuasione e dissimula con maestria ciò che ha in animo esponendo il volto della bontà.

Spargere belle parole su lettini infiorati non costa poi tanto! E quando proprio non ne può fare a meno, la ragione consiglia il silenzio. Sì! Rimanere in silenzio è la migliore strategia da adottare in certi contesti.

C’è una forma di compensazione che spesso gratifica gli adulatori nello sproloquiare e nel tessere vestiti di saliva sul malcapitato temporaneo amico. Parlare o sparlare, liberare parole piene di gratitudine non sentita difronte alle persone egocentriche nel cui corpo si annida una forte concezione dell’io, paga!

Riempire iati con enfasi è un’attitudine che paga. Elogiare una persona non è un crimine e non costa nulla. Specialmente se questa conta in società. Ha un peso rilevante nelle questioni che attengono alla sfera del sociale.

La cornacchia lo sa! I suoi lunghi anni trascorsi a dare un colpo al cerchio e uno alla botte l’hanno fatta diventare saggia. Sa come muoversi e in quale campo saltare. Conosce l’eloquio. Insomma sa il fatto suo. E all’occasione piange, si dispera, fino a ricevere comprensione, pietà, a volte e mentre le lacrime le bagnano il volto in cuor suo ride. Ride per essere riuscita a recitare ancora una volta e poi un’altra ancora la favola  senza tempo: tra l’apparire e l’essere.

 

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