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"u trafhaccèeri. biro rossa su cartoncino" |
Una parola, una definizione al giorno in dialetto catanzarese. Corredata
con le dovute spiegazioni, atteggiamenti e contestualizzazioni. Il termine in
vernacolo di oggi è:
Strafhàacceri o trafhàaccèeri. E puru chjiochjiari, Cu su’?
i trafhaccèri, vonnu ma fhannu i chjiochjiari, sempa
Voltagabbana dalla personalità multipla. Cioè quelle persone
che senza il minimo pudore cambiano le carte in tavola senza battere ciglio e
men che meno arrossiscono mentre raccontano frottole. Queste persone prive di
ritegno e false oltre ogni decenza, in Catanzaro sono definiti strafhàccèeri o
trahàccèri.
I chjiochjiari Sono persone di compagnia, indubbiamente. I classici tipi
che stanno bene ovunque e con chiunque purché siano al centro della scena e
quindi dell’attenzione dei presenti. Cagnolini da salotto. Snob, ma non lo
lasciano a vedere.
I chjichjiari trahàccèeri conoscono tutti; raccontano barzellette ed
esigono attenzioni possibilmente rafforzate da presunta stima dai conoscenti.
Anche se coscienti che la stima, non è vera ma parolaia,
cucita addosso al momento dagli adulatori in estasi per l’affabilità e la predisposizione
al servizio nei confronti della compagnia, vanno comunque in brodo di giuggiole.
Guitti, insomma, per eccesso d’amor proprio, amano calcare
le scene. Personaggi frivoli, falsi dalla faccia di Giano e dalla lingua
biforcuta. Chissi su’ i perzuni chjamati trahhàccèri a katanzzàru. E nd’è su’
assaji assaji, non sulu ccà a Katanzzàru. chjiochiari e trafaccèri ...