La Geopolitica dei nuovi tiranni

 E CHE BELLA PACE STANNO PREPARANDO SULLA SPARTIZIONE DEL MONDO E LE ROVINE DI CITTÀ E NAZIONI!

di Franco Cimino



“Si vis pacem, para bellum”. Se vuoi la pace, prepara la guerra. Questo è il significato della locuzione latina. La richiamo benché io non ami fare citazioni per rafforzare le mie riflessioni. Oggi quella frase è tornata più forte sullo scenario internazionale. Quello largo, che tratta delle guerre restando ai confini delle stesse ben sedute nei più comodi salotti. 

 Dall’avvento di Trump, il solito dal secondo sul trono imperiale del mondo dominato, a questo assioma se ne è aggiunto un altro. Anzi, tre. Che modificano totalmente i più antichi e resistenti pronunciamenti tra detti popolari, filosofia, politica e diplomazia, idealismo e pragmatismo. 

I nuovi dicono :” Se vuoi la Pace devi interrompere la guerra. Se vuoi interrompere la guerra devi disarmare e isolare il più debole dei due belligeranti. Se vuoi dare forza alla pace devi sostenere l’aggressore e colpevolizzare l’aggredito. Se vuoi che la pace si mantenga devi garantire all’aggressore gli interessi più biechi, che l’hanno mosso nel muovere la guerra. Se vuoi che la pace sia difesa da chi non ha fatto la guerra e, però, ha sostenuto la difesa del più debole, il paese aggredito, in quanto debole e indifeso, deve restituire con gli interessi un valore in solido i soldi che, in forme diverse, gli sono arrivati per difendersi dal tiranno. “ E da qui potremmo ancora continuare con la declinazione dei nuovi principi. Ma la logica immorale, che li muove tutti, si racchiude sinteticamente nel caso dell’Ucraina. 

Lo schema è il seguente: fine del sostegno economico e militare all’Ucraina; accordo tra USA e Russia, senza Ucraina ed Europa, escluse, per la spartizione di quel Paese. E, in particolare, le terre pretese e conquistate, dall’esercito russo, alla Russia, le terre rare, quelle ricche di giacimenti minerali preziosi, agli Stati Uniti. I danni enormi in vite, feriti, distruzioni materiali totali, in carico al paese soccombente, l’Ucraina. Se lo paghi lei! Alla quale da subito si impone di cacciare il proprio governante, l’uomo che ha tenuto in piedi il proprio paese, difeso la sua sua dignità e onore, la voglia di libertà e indipendenza. Zelensky, cioè, il leader che è riuscito ad ottenere il rispetto, l’affetto e la solidarietà dell’intero mondo civile sul dramma vissuto dal proprio popolo. 

In una pace come questa, tanto ipocrita quanto provvisoria, tanto bugiarda quanto strumentale, tanto tragica quanta egoistica e arrogante, a perdere, insieme all’Ucraina, sono i cinquecentomila morti, delle due parti, l’Europa intera, il popolo americano, Francesco il Papa, e i principi fondamentali del Diritto internazionale e della legge umana che lo ordina. 

Perdono in essi la legge universale sui diritti umani, e il principio fermo nella Costituzione Universale, secondo il quale ogni popolo, ogni Stato, ogni territorio che li comprende, sono inviolabili. E hanno diritto innegoziabile alla loro autonomia e indipendenza. Alla libertà e all’autodeterminazione. Alla propria terra. 

Valori, questi, talmente condivisi da impegnare l’Autorità internazionale, articolatamente distribuita nelle istituzioni nazionali e mondiali, ad intervenire unitariamente a difesa di quei paesi dove quei valori venissero minacciati. 

 La “ pace” finta e imbrogliona in Ucraina( poi della stessa in Terra di Gaza, parleremo in modo specifico)produrrà immediatamente il legittimarsi di questo nuovo metodo. 

Orribile metodo, privo di cultura e di politica, che consentirà a chiunque abbia forza e voglia di sentirsi ancora più forte, invadendo e occupando paesi liberi e civili, di poterlo agevolmente fare. 

Non è, questa, una tecnica di potere nata per caso e sul carattere infantile e capriccioso di due bulli di paese, che giocano a mostrarsi pazzi per intimorire le persone normali. No. Proprio no. 

È una logica ben studiata e ancor meglio impiegata da due autocrati, strettamente alleati da anni, Trump e Putin, per dividersi, attraverso un nuovo imperialismo, che escluda la Cina, l’influenza sul mondo. 

Prendendo e rubando terre e ricchezze altrui. Oggi, l’Ucraina, per Putin. E, con la voglia di annessione, o di compravendita, il Canada, il Golfo del Messico, e la Groenlandia, per Trump. Domani si vedrà. Domani, quando l’altra strategia comune dei due indebolirà duramente l’Europa e la Cina avrà potuto comodamente prendersi Taiwan, e Netanyahu occupare tranquillante, con l’aiuto americano della mercificazione dei valori, la Striscia di Gaza e, manu militari, quel che è già sotto la loro minaccia in Medio Oriente. 

Stasera, ora europea, parlerà Trump al Congresso. Tutti con il fiato sospeso, tranne i trumpiani d’Europa. Quelli del nuovo partito della destra internazionale già costituito, che non vedono l’ora di sentirlo confermare la nuova dottrina. 

La dottrina di un mondo sttomesso alla forza e alla prepotenza. Ché Trump è l’uomo forte, di cui questa società debole aveva bisogno. L’uomo tutto d’un pezzo, che, come qualcuno in un recente passato, parla anche con la mimica facciale e i gesti delle mani, dal pugno chiuso al braccio allungato. 

 Se non nascerà una nuova coscienza civile e un nuovo sentire democratico, in cui Persona e persone, terra e popoli, libertà e ricchezza, stiano fermamente al centro dell’agire umano, tutto sarà perduto. E quella esaltante doppia stagione delle autentiche rivoluzioni,la risorgimentale e la resistenziale, sarà resa vana. Il nuovo mondo sognato, sarà già stato dimenticato. Di esso non resterà traccia neppure nei libri di storia. 

E Francesco, che dal letto della più pesante sofferenza nulla può fare. 

                                         

Franco Cimino

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