LA GIORNATA DELLA DONNA SENZA FESTA PER FESTEGGIARE
E penso a te, Donna,
che non hai potuto festeggiare.
Donna abbandonata.
Al dolore e al rimpianto.
Alla fatica e alla lotta.
Che sei in mare con in braccio i tuoi figli piccoli, per traversarlo nella speranza di poterli salvare.
Dal dolore.
Dalla fame.
Dalla guerra.
A te Donna madre,
che i figli ti sono caduti
o strappati dalle braccia.
O quelli che hai visto partire, in divisa e col fucile, e non li hai più
visti tornare.
O che, forse, torneranno dopo aver strappato
i figli dalle braccia di altre madri.
Penso a te Donna in guerra,
costretta a lasciare il tuo paese distrutto
e a rifugiarti in quei campi stracarichi
di umanità violata.
E dove i tuoi figli sono nudi di tutto
e tu della dignità di donna e di persona.
A te Donna, che lotti tutti
i giorni per tenere in piedi la baracca della vita. Nella quale tieni al riparo
i tuoi amori, che alla tua vita si aggrappano
per poter credere ancora.
Alla Vita.
All’Amore.
Alla Libertà.
Alla Giustizia
Al futuro.
Questa giornata, che alla donna si vuole dedicata, sta finendo.
Loro non l’hanno vissuta.
É uguale a tutte le altre, che per anni l’hanno preceduta.
E domani è già arrivato.
E non si smette di piangere e lottare.
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