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mercoledì 24 aprile 2019

Ricostruzioni

Quel 25 aprile di settantaquattro anni fa.


È commovente sapere che c'è gente pronta a percorrere centinaia di km per vedersi riconoscere i sacrifici fatti da giovanissimi anche e principalmente per onorare e ricordare quanti non sono sopravvissuti alla seconda guerra mondiale e alle leggi razziste volute dal regime fascista guidato e plagiato dalle teorie mussoliniane.

È assurdo vedere in tv dei giovani che inneggiano a Mussolini e alle tante barbarie provocate dai suoi seguaci.

Non ho vissuto quel tragico periodo storico e per questo ringrazio la provvidenza. Ma sono vicino e mi compenetro con quanti hanno patito la fame e le angherie in quel periodo buio.

I racconti degli anziani, fin da quando ero piccolo, li sento addosso ed è come se li avessi vissuti tutti. Gli stenti, la fame, l'assenza della ragione critica mettevano chiunque, pur di sopravvivere, in condizione di subalternità al potere del regime.
Alcuni hanno reagito. Hanno imbracciato le armi per aprire la strada al futuro democratico di cui oggi godiamo e non per imbracciare mitra e minacciare chi fugge dall'inferno africano.

quel 25 aprile del '45

Il 25 aprile del '45 è stato il giorno del nuovo rinascimento italiano. L'inizio della ricostruzione materiale e morale dell'Italia.
Non è retorica! Tutt'altro. E qualcuno dovrebbe dissetarsi alla fonte dell'esperienza, ricercare la verità dalla memoria e dalle parole di quanti hanno vissuto quegli anni tragici. Anni bui non solo per gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali ma anche per gli italiani costretti a dare l'obolo ai cattivi servitori della Patria. Quegli italiani costretti a donare collane, catenine e monili preziosi per sostenere le missioni espansionistiche assurde dettate dalla mente guerrafondaia del duce, vivono nelle nostre menti in compagnia dei contadini vessati e derubati dalle milizie nere.

Ma forse i giovani che hanno inneggiato al camerata mussolini o che hanno oltraggiato i luoghi intrisi di sangue dei partigiani e delle persone comuni sopraffatte dalla forza delle squadracce fasciste questi fatti non li conoscono.

Ecco, per questo e per altre vicende ancora è bene commemorare in questo 25 aprile tutti i martiri che si sono immolati per dare a noi la possibilità di dire, fare e inneggiare cazzate che rasentano il vilipendio e cozzano persino con i principi istituzionali della Repubblica Italia.

Perché ricordare aiuta a comprendere e non ricadere negli stessi tragici errori.

martedì 5 maggio 2015

Prima e dopo l'italicum sulle macerie della democrazia

Basta poco per spaccare tutto e gettare nel cesso la famigerata acqua sporca con dentro il bambino. Da noi è così ogni giorno. I telegiornali e talk politici sono la fotografia dell'inettitudine nostrana. Urla in pubblico e abbracci in privato quando si riesce a mandare in segno il colpo.
Dal '45 ne è passata di acqua sotto i ponti della Repubblica. Un'acqua dapprima cristallina satura d'ossigeno e buoni propositi che man mano si è intorbidita nel trasportare macerie sociali e ingiustizie continue.

Ogni governo, partito, associazione e ogni singolo uomo ci ha messo del suo per portare l'acqua al proprio mulino salvo alcune persone sane e giuste che si possono contare sulle punta delle dita per avere lavorato al servizio della collettività per amore.
Questo dicono i fatti!
Non serve scappare o fare leggi, giuste o sbagliate che siano si dimostrano inutili davanti alle menti egoiste malate di accaparramenti materiali.

lunedì 22 aprile 2013

Napolitano Giura, e che non siano lacrime per il popolo

L'uomo oculato non aspetta che sia lo spirito di conservazione a dare input per la sopravvivenza della specie ma lo anticipa preparandone i presupposti.

aore12


Gli animali marcano il loro territorio con i loro odori per segnalare ai potenziali rivali che quello è territorio di caccia riservato. E gli uomini, tornando all'animale più intelligente del creato, non potendo pisciare attorno ai loro, chiamiamoli genericamente, “interessi”, s'inventano le caste, gli albi, le professioni, i club, i partiti.

Ma non tutti rientrano nei sistemi associativi appena enunciati. Vuoi per motivi di natura personale o perché indesiderati dal sistema associativo in quanto ritenuti pericolosi per il sistema.

L'uomo non si limita a progettare forme associative più o meno solidali nei confronti del resto dell'umanità. Espande la sua creatività e la mette in pratica per alleviare tensioni e fatiche.
Inventa la ruota. Conserva il fuoco. Inventa motori. Perfeziona leggi. Istruisce discipline.

Inventa tante piccole cose che lo aiutano a stare meglio e comprende che i particolari sono importanti per qualsiasi “invenzione” come la valvola di sfiato.

Nelle pentole a pressione, nelle macchinette per il caffè come in tutte le macchine che lavorano a vapore, se si ottura o funziona male la valvola di sfiato e non si arresta subito il lavoro la macchina scoppia.

Su per giù come succede nella società civile.

Quando il popolo è eccessivamente “incazzato” se non trova rimedi al malessere esplode.

Il compito della politica e delle associazioni dovrebbe evitare che ciò accadesse. Dovrebbe saper governare e ascoltare il popolo. Farlo evolvere culturalmente e non trattarlo in funzione del PIL, dello SPREAD, e di ogni altra invenzione economica finanziaria che crea disuguaglianze mortali.

Negli ultimi decenni la politica non ha saputo governare gli eventi. Inutile stracciarsi le vesti adesso. Gridare al populismo e qualunquismo.
La demagogia è arma di tutti. Sta dentro e fuori le istituzioni.

Grillo è la valvola di sfogo della gente che non ce la fa più a sopportare le disparità sociali costruite dalle confraternite di cui sopra.

Il fenomeno Grillo è la conseguenza dei cattivi governi.

Governanti sordi alle grida di chi ha fame e chiede pane ma ben attenti e glorificare con cavalierati al merito del lavoro chi in nome del lavoro ha fatto scempio di diritti e doveri e mortificato donne uomini e ambiente.

Lo tenga ben in mente questo Napolitano all'atto della costituzione dell'imminente Governo.
Da un ex comunista ci si aspetta equità sociale! E non la nascita di una nuova valvola di sfogo per salvare quel che resta dalle macerie prodotte da una classe dirigente che si è dimostrata inadeguata.

domenica 21 aprile 2013

l'Italia ha detto no, ma loro continuano a ...

aore12
chi ha fatto la Resistenza... ricordi!
Quando, ieri, ho visto i grillini inscenare il sit-in a favore di Rodotà al grido di Presidente con tanto di cartelli alzati fuori da Montecitorio, ho detto immediatamente: so' ragazzi, così ottengono l'effetto contrario e lo bruciano.

E così fu!

Poi, immediatamente dopo il verdetto degli illustri elettori, ai quali, non conoscendo io le motivazioni serie, rimprovero il comportamento politicamente scorretto per la mancata condivisione di uno studioso delle leggi come lo è il prof. Stefano Rodotà, d'altronde usciamo, anzi siamo ancora guidati da un governo di tecnici composto per la maggior parte da illustri professori universitari, quindi, chiedo ancora, quale sarebbe il motivo di tanto ostracismo? Persino il suo collega Monti si è messo di traverso con la proposta Cancellieri.

Successivamente, dicevo, Grillo grida “al colpo di stato”. Va be' è un urlo folkloristico, come i “buffoni” gridati in Aula all'indirizzo dei grillini, ma niente di più.

Chi conosce appena la Carta Costituzionale ed ha buona memoria ricorda che si tratta solo di cattiva educazione e mancanza di rispetto per le regole, anche quelle non scritte!

E come dimenticare il dito alzato del senatur, le intemperanze verbali e fisiche di ministri e parlamentari targati lega nord e genericamente popolo delle libertà. Oppure i ministri che hanno respinto in mare i profughi e i miserabili che tentavano di sopravvivere qui da noi.


Volendo ricordare tutte le “marachelle dei politici che amano definirsi pomposamente classe dirigente”, che ci hanno fatto perdere la faccia e prostrato fino alla bagarre finale, non basterebbe un solo post, perciò vi rimando a quanto già scritto negli anni regressi su questo blog.

Basta un po' di pazienza, navigare col motore di ricerca "cerca tutto" digitando la parola chiave oppure cliccando tra le etichette, ne troverete di tutti i colori

martedì 16 aprile 2013

Gabanelli Presidente, tutta colpa dei media?

aore12
la classifica delle quirinarie del M5S
Secondo il M5S gli iscritti del movimento che hanno votato via web alle quirinarie pare abbiano optato per la Gabanelli. E questo la dice lunga sull'attenzione che i grillini pongono a temi sociali così importanti, seri e delicati per la vita dell'Italia qual è la Presidenza della Repubblica.

Ottima e scrupolosa giornalista, Milena Gabanelli, diventata nota al grande pubblico grazie al programma d'inchiesta televisiva che ha l'ardire di sciorinare al sole i panni sporchi di quanti, dirigenti o politici, dovrebbero governare il Paese e invece gestiscono il potere e i soldi pubblici secondo criteri discutibilissimi.

Ovviamente, la giornalista, da persona colta , si dice “commossa e onorata” e quando sarà interpellata dirà la sua in merito alla candidatura al Colle. D'altronde, che attinenza ci può essere tra una brava professionista affiancata da una troupe di altrettanti validi giornalisti con le qualità richieste per coprire l'incarico più alto della Repubblica?

martedì 18 dicembre 2012

Benigni magister

un sorriso vi sommergerà

aore12
roberto benigni spiega la costituzione
"la più bella del mondo"

quando la satira sale in cattedra


Roberto Benigni calza le vesti degli antichi oratori e fa della quotidianità evento indimenticabile. La sua verve trascina. Si commuove e commuove mentre “spiega” i principi fondanti della Repubblica Italia.

Personalmente non so se ridere o piangere nei momenti in cui legge i primi 5 articoli della Carta Costituzionale. Il primo impulso è senz'altro di rabbia a causa dello scempio che gli sciacalli faccendieri travestiti da Rappresentanti della Repubblica ne hanno fatto. Con i loro intrallazzi hanno reso legge le bugie. Certo, se solo avessero un briciolo di quei valori propositivi dei Padri Costituzionalisti e non avessero gestito così le alte questioni sociali adesso non staremmo a parlare di Politica e antipolitica. E non ci sarebbe stato bisogno che un comico come Benigni vestisse i panni del saggio e tenere una lezione magistrale sui principi fondamentali dello Stato italiano.

I banditi hanno isolato i giusti. Censurato la cultura. Inibito la satira fatta contro di loro anche se platealmente di una veridicità inoppugnabile. Ma forse non tutti sono così.
L'empatia trasmessa da Benigni ha mandato in visibilio la rete. Ed è di questi sentimenti che ancora vivono nelle coscienze dei cittadini che si deve discutere da ora in avanti!

lunedì 26 novembre 2012

volevamo la fantasia al potere? eccola!

Riscrivere l'Italia con Bersani o Renzi?


È davvero stupefacente! Tra le tantissime manie degli italiani la sindrome dello scrittore è una forma ricorrente di mania collettiva curata amorevolmente in ogni dove persino in politica.
Comunque, visto che la politica non sa fare altro che parlare parlare e ancora parlare a vanvera, (e meno male! Almeno dà da mangiare ai giornalisti e sollecita i blogger a prestare il loro acume sarcastico per rendere meno pesante il campo incolto della politica) se proprio fossi chiamato a riscrivere qualcosa di veramente rivoluzionario da Bersani o Renzi, chissà perché, mi viene in mente di scrivere:
l'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul Lavoro.
E ancora: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Ma papà questi sono i primi quattro articoli della costituzione italiana! La stiamo studiando adesso con la prof!
Già già mi sembrava una cosa già sentita... ma allora cosa vogliono riscrivere se non sono riusciti in tutti questi anni a rendere fattibili i primi 4 concetti fondanti della Repubblica Italia?

lunedì 11 giugno 2012

Risposta col loden di Monti a Scalfari

Lezione magistralis del prof. Mario Monti su meritocrazia e riconoscimento delle professionalità acquisite.

Non poteva essere altro che questa! La risposta del prof. Mario a Eugenio Scalfaro circa le emanazioni dei poteri forti nei confronti di Catricalà, Fortunato e Canzio.

"Non ho avuto finora alcun motivo -risponde oggi su Repubblica il premier- per rammaricarmi delle scelte che ho fatto nel novembre scorso. Ho anzi apprezzato le loro qualità e il loro spirito di servizio. Naturalmente, nel caso riscontrassi in loro, come in qualsiasi altro collaboratore, anche un solo caso di mancata correttezza o lealta', non esiterei a privarmi della loro collaborazione".

"Quando ho nominato sottosegretario Catricalà e confermato nelle loro posizioni Fortunato e Canzio non ero certo all'oscuro dei loro rispettivi percorsi di carriera, ne' di chi avesse avuto un ruolo decisivo nel valorizzarli in passato", sottolinea Monti replicando a Scalfari che aveva scritto come Catricalà fosse una 'creatura' di Gianni Letta e Fortunato e Canzio di Giulio Tremonti. Si tratta di qualificati funzionari dello Stato e nel decidere di avvalermi della loro collaborazione li ho valutati alla luce di quelle che, dopo attento esame, mi sono parse le loro caratteristiche di competenza, integrità, autorevolezza nell'esercitare le funzioni ad essi attribuite, lealtà. Lealtà allo Stato e alle linee programmatiche del governo, non ad una 'mia' parte politica, che come e' noto non esiste".

"Certo, le due posizioni al ministero dell'Economia e delle finanze, oltre, beninteso, a quella di sottosegretario, rientrano nello 'spoil system'. Avrei perciò potuto modificarne a mia discrezione i titolari, magari per il fatto -sottolinea il premier- che il ministro che li aveva nominati non sempre aveva mostrato particolare rispetto per le mie tesi di politica economica (o per la mia persona) nel corso degli anni"."Ma non credo sia questo il modo corretto di intendere lo 'spoil system'.
Soprattutto se si e' a capo di un governo sostenuto da una maggioranza che e' composta da forze politiche antagoniste tra loro, con anime culturali e ambienti di riferimento spesso antitetici. Devo cercare, e' stata la mia convinzione fin dall'inizio, di estrarre il meglio da ogni forza e di rendere compatibile ciò che 'in natura' (cioè nei molti anni di bipolarismo che ci hanno portato alla crisi del novembre 2011) ha mostrato di non esserlo. In altre parole, non avrei potuto, ma neppure voluto -conclude Monti- evitare di prendere in considerazione professionalità di valore solo perché erano 'creature' di Gianni Letta o di Tremonti. O di Bersani, Casini o Alfano''.


Magari si diffondesse un simile pensiero nell'Italia delle spartizioni e dei dirigenti fantocci.
Sia ben chiaro: stimo il giornalista Eugenio Scalfari e lo ritengo uno degli ultimi uomini appartenenti al “vecchio modello di fare giornalismo”; forse un tantino manicheo, ma comunque intellettualmente onesto!


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