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lunedì 27 gennaio 2014

Mastrapasqua chi?

"mastrapasqua, chi è costui?"

Rispunta il caso “Mastrapasqua” l'uomo che non deve chiedere mai da 1milione di euro al mese. Il manager unico al mondo dalla bravura mostruosa che lo vede impegnato nei posti di comando maggiore in Italia: 25 per l'esattezza! E tutte con rilevanza sociale e economica per lo Stato italiano.

In odore di conflitto d'interesse, come direbbe qualcuno, nei diversi panni di controllato e controllore, Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps e con altri 23 incarichi in aziende pubbliche e private, tra le tante è anche vicepresidente di Equitalia, la famigerata azienda di riscossione tributi voluta dal governo Berlusconi, è accusato di aver «gonfiato» rimborsi al Servizio sanitario nazionale da parte dell'Ospedale Israelitico romano, di cui è direttore generale. Secondo un'indagine dei Nas dei Carabinieri, la frode ammonterebbe a 85 milioni.

Riepilogando:

Presidente Inps e dell'immobiliare Idea Fimit, vice presidente esecutivo di Equitalia, consulente di Bnl, sindaco del Cda di Autostrade, direttore dell'Ospedale israelitico, amministratore delegato di Italia previdenza, Sispi spa e Litorale. Nonché ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e membro in molti collegi sindacali.

Non molto tempo addietro anche Milena Gabanelli fece una circostanziata inchiesta sulle poltrone occupate da Mastrapasqua e sull'ipotetico dono dell'ubiquità, ed oggi, guarda caso, il giovane Enrico Letta, dopo la denuncia dell'associazione dei consumatori e la rilevanza che i mass media danno al caso, chiede chiarimenti!
Altro autogol da addebitare alla classe politica. Perché in un a situazione come l'attuale che vede la maggior parte degli italiani fare sacrifici e tirare la cinghia per sopravvivere e tentare di sollevare il futuro dei giovani dalla crisi certa, il risanamento e le anomalie del vecchio sistema non può essere sostenuto solo dai dipendenti e risanato dalle inchieste degli inquirenti. E neanche aspettare o sperare che sia la magistratura a rendere illegittimi i provvedimenti clientelari della politica.

giovedì 6 dicembre 2012

da 500€ a 191mila€ senza scopo di lucro

Fondazioni, enti in house, non profit, partecipate. Poltrone ambite e assegnate con oculatezza. Una poltrona vale tra le 500 euro a seduta e 191.000€ l'anno.


Che società partecipate, associazioni e fondazioni regionali siano utili alla collettività è teoricamente plausibile, salvo poi accorgersi, nei fatti, che quasi sempre diventano posti ambiti e ben remunerati creati apposta per i beneficiari della politica.

Leggo sul Sole 24 ore che:

La Regione Calabria l'etica ce l'ha nel sangue! Detiene lo 0,46% del capitale sociale (pari a 2.000 azioni che valgono 105mila euro) della Banca popolare etica ma, soprattutto, possiede la Fondazione Calabria Etica che per statuto si prefigge di realizzare solidarietà sociale.

La Fondazione è tra le 16 società partecipate dalla Regione per le quali è stato versato un capitale complessivo di 57.971.678,74 euro.
Secondo gli ultimi (e parziali) dati messi a disposizione dalla Regione sul sito, riferiti al 1° semestre 2011, la regione ha nominato complessivamente 48 amministratori: otto non percepiscono alcun compenso, per uno non viene definito, sette percepiscono genericamente compensi secondo le tariffe dell'ordine dei dottori commercialisti, di nove non si sa nulla, mentre gli altri oscillano tra i 500 euro di gettone di presenza a seduta a 191mila euro all'anno.

Lo statuto della fondazione Calabria etica prevede che la stessa non abbia scopo di lucro alcuno, e coerentemente, prevede che tutti gli incarichi degli organi statutari siano a titolo gratuito, fatto salvo, si legge nell'art.10 della fondazione, il rimborso delle spese sostenute nell'esercizio dei compiti d'istituto, e quanto previsto per il presidente e il segretario, nei rispettivi articoli 6 e 7.

E mentre si taglia indiscriminatamente su tutti i fronti, con buona pace della legge sulla spendig review di Monti, in Calabria come nel resto d'Italia, la selva che pascola nel sottobosco della politica continua a trovare le necessarie collocazioni per portatori di voti dai colori cangianti.

giovedì 28 aprile 2011

Masi, dopo la RAI la Consap

Dopo avere lavorato bene in Rai e dato prova della sua altissima professionalità, Masi è stato promosso! Lascia la televisione di Stato per sedersi sulla poltrona d’amministratore delegato in Consap.

(ANSA) - ROMA, 28 APR - L'assemblea della Consap ha nominato amministratore delegato Mauro Masi. Resta presidente Andrea Monorchio, che già ricopriva l'incarico. Alla presidenza della concessionaria dei servizi pubblici assicurativi non è arrivata quindi la parlamentare di Iniziativa responsabile Maria Grazia Siliquini, data in pole position fino a ieri.
Masi lascia l'incarico di direttore generale della Rai, che ricopriva dal 2 aprile 2009. E' possibile che formalizzi le sue dimissioni nel Cda del 4 maggio.


Alla faccia della meritocrazia! Potrebbe urlare qualcuno, che ancora ricorda quanto è successo in Rai grazie alle azioni unilaterali del lungimirante uomo aziendale prese nei confronti di programmi e giornalisti difformi al pensiero del sire.

Ancora una volta il potere politico, infischiandosene del comune senso del pudore, gestisce i posti di comando in ossequio alla propria filosofia esistenziale e assegna i ricchi feudi ai fedeli feudatari, leali con i potenti ma non con gli interessi della collettività.
Anche la Siliquini, per non smentire il teorema, sarà cooptata in qualche ente di prestigio, semprechè continui ad essere “responsabilmente” attiva nel gruppo parlamentare che ha salvato l’italietta.

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