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venerdì 17 luglio 2020

E dimmi che non vuoi morire

Non è uno scherzo! A volte, tropo spesso, purtroppo, ritornano e:

«Sono qui per mettere in campo un progetto politico che ricostruisca, attraverso il confronto, la storia della sinistra in Calabria, che non può essere dispersa».

Lo ha detto Mario Oliverio, ex presidente della Regione Calabria e presidente della fondazione 'Europa, Mezzogiorno, Mediterraneo', durante la conferenza stampa intitolata 'Sud d'Europa' con cui ha lanciato il progetto politico #entriamonelmerito.

C'è da chiedergli come mai negli anni non tanto remoti del suo governatorato non ha inteso dialogare con alcuno.
Ha deciso tutto lui! Ed ora viene a dire che vuole il dialogo?

Va bene che la politica ci ha abituati a ogni genere di testacoda ideologica, dialettica e programmatica ma quando è troppo è troppo!

Caro Mario, con tutto l'affetto ti chiedo di startene buono buono. Hai già fatto troppi danni. Non entrare nel merito. La predisposizione al cambiamento che tanto hai sbandierato, il coinvolgimento dei giovani e delle persone perbene non c'è stato durante il tuo quinquennio. Anzi hai mortificato le intelligenze locali e hai tenuto sotto la tua ala esclusivamente i tuoi fedelissimi. Non hai aperto le stanze della regione Calabria. Anzi ti sei blindato al decimo piano. Hai monitorato con le telecamere chi entrava. Hai messo il codice numerico nelle prossimità della tua stanza. Eri inavvicinabile!

E adesso cerchi il dialogo... a proposito quanto ci costa la tua “fondazione”?

lunedì 27 gennaio 2020

Regionali Calabria il giorno dopo

Vince Jole Santelli


Preferisco pensare che la svolta a destra e, quindi, la vittoria della Santelli sia dipesa dall'astensionismo in Calabria, dalla disaffezione alla cattiva politica e non alla (come dice una testata locale) vittoria della borghesia mafiosa per... mancanza di avversari.

Beh, la mancanza degli avversari pare che se la siano voluta a sinistra.
Inutile pettinare le bambole adesso!

Il pd latita.
Prima durante e dopo la gestione Oliverio che ha visto un uomo ballare da solo il partito dem., algoritmo ininfluente, abbandona tutto e tutti salvo poi andare a traino insieme ai tonni di Callipo e essere inscatolato al naturale senza neanche una goccia di evo.

E se in Emilia Romagna le sardine smuovono le acque torbide dell'antipolitica in Calabria la questione è molto difficile da redimere. Forse Zingaretti ne è pienamente consapevole e forte della consapevolezza lascia i panni galleggiare nel mare calmo dell'indifferenza dei disillusi.

Indifferenza accresciuta dalla sordità dei dirigenti che fin qui si sono avvicendati alla guida della regione nonostante la fame rumoreggiante di quel sessanta per cento che non vota più da tempo.

La destra si organizza.

Nel poco tempo lasciato dalla decisione di Oliverio il centro destra tra battutine e obiettivi mirati riesce a chiamare a raccolta il popolo sostenitore.
Sorridono le piazze all'apprezzamento maschilista del cavaliere nei confronti della Santelli che vince facile.

I cinquestelle calano di brutto!

Tansi ottiene un buon risultato.
Lo scarso 50% che va a votare non può essere esito di analisi soggettivamente esaustive. Il dato non è sufficiente per comprendere appieno gli umori dei calabresi.
Si devono sondare le problematiche reali del popolo. La sua incultura. I bisogni. Lo scacco subito, permanente e pervasivo dei dominanti. L'apatia di quanti faticano a pagare le utenze domestiche che fa dire: “tanto non cambia niente”.

Gratteri. Unica vera novità e speranza di cambiamento in Calabria. Ma lui è un magistrato. Non può fare politica altrimenti farebbe la fine dei vari Di Pietro & C.
Nicola Gratteri deve far fede al suo servizio e indagare.
Indagare affinché i disillusi, gli ultimi, quanti si sentono privi di affinità elettive con la cultura della legalità, delegittimati dalle malelingue e gettati nel calderone qualunquistico della quotidianità effimera che ha sede nell'esposizione mediatica dei social trovino in Lui un punto di riferimento per ripartire. Giacché la politica ha perso il suo ruolo...

domenica 8 dicembre 2019

Calabria, governatorato presente e futuro

Si sente e si legge di tutto sulla vicenda delle prossime elezioni regionali.

 In Calabria tiene banco la questione Zingaretti/Oliverio/Callipo per il centro sinistra mentre nel centro destra a tenere viva la discussione ci sono i veti della lega su Occhiuto e spunta il nome della Santelli e i calabresi chiamati a votare il prossimo 26 gennaio non ne possono più di balletti simili.
Non che tutti i cittadini chiamati al voto siano appassionati di questo modello di fare politica ma loro malgrado sono chiamati in causa. Le assurdità elencate da televisioni e giornali sconcertano anche i più creduloni a destra quanto a sinistra.

Zingaretti nelle vesti di segretario nazionale sembra essersi svegliato dopo un lungo sonno durato ben cinque anni e pone un veto perentorio al governatore uscente. Ad Oliverio, comunista di lungo corso, il pd preferisce un imprenditore che in passato non ha disdegnato approcci differenti e puntato la bussola a destra. A sua discolpa c’è da dire che “resta in Calabria”, ama la Calabria. È un uomo determinato e in imprenditore di successo.
 O forse no? Ha le idee chiare dopo essersi confrontato con la segreteria del pd nazionale che forse conosce storie e fatti a noi ignoti? Perché, sennò, appoggiare un imprenditore e ostacolare il “riformatore” Oliverio nella sua caparbia azione che lo spinge a riproporsi anche a costo di creare uno strappo nel partito?

100 sindaci! Cento, non uno di meno, appoggiano Oliverio!
Intanto inizia a perdere pezzi. L’assessore al lavoro lascia l’esecutivo guadato da Oliverio. Non si trova in linea con le sue decisioni. Lo ringrazia ma non se la sente di remare contro il pd. E i sindaci che lo appoggiano e condividono a spada tratta la sua tracotanza che hanno visto di buono in tutta ‘sta vicenda?
Cos’ha fatto, sempre Oliverio, di storicamente valido in questi cinque anni di assoluto potere decisionale che ha tenuto ben stretto, per la Calabria?
La storia politica lo ricorderà per cosa?
Lavoro; formazione; tutele; Cultura! Azioni concrete per i giovani e gli anziani. O per la sanità. Per quanti sono costretti a pagare le prestazioni sanitarie di primo intervento, per i ticket dovuti già al pronto soccorso ed in seguito nelle farmacie. Per gli esperti, donne e uomini, mortificati nei vari campi lavorativi dall’assenza di normative chiare e precise nelle tutele delle professionalità?
Eppure le occasioni non sono mancate. La Calabria e i calabresi sono opportunità da sapere cogliere. Basta uno sguardo. La prossima squadra sarà più attenta alla storia e i bisogni reali della nostra regione prescindendo dalle casacche politiche e dalle imposizioni delle lobby che ruotano attorno  al potere?

martedì 19 novembre 2019

Regionali Calabria cercasi candidati carismatici seri

Altro che politica. 

Qua ci vuole un miracolo per trovare e candidare una persona degna, stimata e conosciuta per proporla alla massima carica regionale della Calabria.

Fin ora i partiti seguendo una strada classica hanno suggerito imprenditori che per un motivo o un altro sono risultati poco convincenti. E quindi improponibili all'elettorato simpatizzante degli schieramenti in campo.

Fino a qualche anno addietro era molto più semplice. Bastava guardare dentro casa tra gli allievi dei vivai delle scuole politiche o al limite tra i simpatizzanti e fiancheggiatori che avevano beneficiato di qualche “aiutino”.

Oggi, vuoi perché il mondo della dis/informazione è a portata di click, si trova sempre lo scheletro negli armadi dei candidati.

Comunque rimane improponibile, secondo la disciplina che vige nel pd, la figura del governatore uscente Mario Oliverio altrimenti detto OGM, non perché organismo geneticamente modificato d'altronde di voltagabbana gli schieramenti sono guarniti bene, ma perché il tanto sbandierato rinnovamento rimane una vuota promessa non mantenuta e perché il suo nome per intero è: Oliverio gerardo mario da alcuni detto “lupo della sila!”.
Però, Il capo branco guida e prepara il successore seguendo la legge della natura. Porta cibo, ripara dai pericoli la specie. E forse in questo c'è riuscito.

Ma, per il resto, secondo le notizie riportate dai media non ha lavorato bene in nessun campo e perciò ha deluso i giovani ma anche i vecchi che guardavano alla sinistra con speranza.

Fondi comunitari persi o mal gestiti. Programmi strategici inesistenti o incompleti. Nepotismo e affari clientelari. Assegnazioni di incarichi pubblici e istituzionali, scambiati o visti come favoritismi dall'esterno della sconosciuta macchina burocratica, a gente fidata. Accuse e relative liti giudiziarie pendenti. Eccetera eccetera ecc. e mentre i calabresi attendono che qualcosa cambi davvero nella gestione della cosa pubblica lui fa il braccio di ferro con la segreteria nazionale fregandosene dei dettami disciplinari del partito cui dice di appartenere e di non volere abbandonare.

venerdì 15 novembre 2019

La Calabria vota in gennaio e poi?

Salvo altri colpi di coda pare che sua maestà Oliverio abbia deciso di sbloccare la riserva sulle prossime elezioni regionali e che si vada al voto il prossimo gennaio 2020. Qualcuno ha azzardato anche il giorno ma conoscendo i meccanismi della politica che arroga ogni diritto non al cittadino ma al delegato e quindi a chi è riuscito a beffare gli elettori con promesse e slogan ballerini ritengo saggio aspettare ancora un po’.

Intanto si scaldano i motori. Volano stracci. Si creano nuove verginità!

Il clima è lo stesso di sempre. Alcuni squali famelici gozzovigliano sulle necessità e situazioni catastrofiche in cui versano le famiglie povere e dei nuovi poveri. I temi trattati riguardano le paure sociali: l’immigrato, il colore della pelle, la cultura altra. Problemi sociali amplificati e urlati dai palchi dai tromboni della politica; paure ostentate come cause a cui trovare rimedi violenti che fanno presa su quanti sono in difficoltà, cioè sul fatto che non conoscendo la cultura e la provenienza dell’altro, il popolino appoggia le parole e gli atteggiamenti del leader del momento che gira il coltello nella piaga incancrenita da alcune estremizzazioni che possono accadere a prescindere della provenienza geografica di chi delinque.

Ma i leader e gli eletti piuttosto che menar il can per l’aria perché non osservano quanto scritto nella Costituzione; perché non lavorano con spirito di servizio? Perché cambiano casacca?! programmi e teoremi detti col sorriso ammiccante prima di sedere ai posti di regia?!

Sfiducia e incertezza dominano i calabresi. A chi dare la delega? chi è veramente degno e onesto/a da mantenere fede alla politica alta che è servizio?

domenica 3 novembre 2019

Calabria, finalmente

E poi c’è chi pensa di essere nel giusto! E stravolge la normale prassi democratica imponendo il proprio volere e la visione del mondo calpestando le intelligenze altrui.
Ed io che pensavo ad una sinistra vicina agli ultimi. A quel filone di pensiero che si faceva carico delle aspettative delle masse proletarie. Ai bisogni quotidiani e impellenti. Alla voglia di conoscenza. Allo studio. Insomma alle classi meno agiate. Agli operai e prima ancora ai contadini. Alla manovalanza che credeva nell'azione riformatrice dl pensiero socialista, marxista un po’ meno ma comunque buono per le frange “estremiste”. Alcune delle quali hanno trovato agganci filosofici nel pensiero marxista e teorizzato l’emancipazione proletaria con e nella violenza.
Violenza armata o coercizione sociale mediante l’assedio del potere democratico poco importa. È in ogni caso abuso e violenza sull’altrui persona. Ed a volte è molto più dannoso l’abuso in “buona fede”, per la collettività che non riesce a recepire i messaggi del sistema verticistico, che l’assalto violento.

In questi anni di regime Oliverio, il “riformista scomodo” come lo definisce qualcuno a lui vicino, la Calabria non è cambiata neanche di una parte infinitesimale nei suoi congeniti bisogni e i “sudditi” sono stati ostaggi della bagarre politica intrecciata dalla presuntuosa arroganza del potere che ha visto in Oliverio l’attore principe.

Affrontare l’imminente campagna per le regionali con questi presupposti e con l’amaro in bocca dei calabresi delusi è difficile per la sinistra e per chi ha in testa simpatie per le idee note e care ai filoni di pensiero che mettono al centro l’emancipazione della collettività. Quel pensiero per cui hanno lottato con convinzione i partigiani per sconfiggere regimi totalitari e abolire leggi razziste.
Pensieri di uguaglianza! Pensieri e azioni mirati all’emancipazione sociale. Pensieri d’accoglienza e solidarietà per i deboli. Pensieri d’amore universale che non ammettono autocelebrazioni di ipotetici capi dai piedi di argilla.


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