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C’è una notizia che rimbalza sui media. Una storia di prevaricazione, a mio avviso, ché, diventa, un “abuso” di potere quando alcuni organismi dello Stato impongono direttive e non consentono alle famiglie di vivere secondo natura per donare tutto l'amore possibile ai propri figli in linea con i dettami del Creato. Oggi è ritenuto normale vivere vite parallele, farsi cloni virtuali e stare 24h su 24 nelle bolle del web, lasciare che bambini di pochi anni facciano gli influencer, truccarsi e dare consigli, farsi selfie come se fossero donne vissute ma non si concede ai genitori di educarli a contatto con la natura. Imparare dalla natura. Entrane in sintonia con essa. La famiglia che ha deciso di vivere nei boschi si è vista togliere d’imperio i figli. Eppure dalle notizie a dalle immagini divulgate non traspare abbandono e disinteresse. Tutt’altro! Entrambi i genitori dimostrano senso civico rafforzato da un rispetto profondo per l’ambiente. Un ambient...
“Cosa vuoi fare da grande? il benzinaio non è più l'aspirazione dei bambini di oggi. e neppure il medico o l'astronauta. Oggi maschi e femmine vogliono fare gli influencer “. E’ un cambiamento culturale davvero interessante. Il sogno di “fare l’influencer” oggi è diventato una vera e propria aspirazione professionale per molti giovani, al pari di mestieri tradizionali come il medico o l’ingegnere. E non è solo una moda passeggera: riflette una trasformazione profonda nel modo in cui le nuove generazioni vedono il lavoro, la visibilità e il successo. Vediamo perché: Perché gli influencer attraggono così tanto? Le risposte sono ovvie: - Accessibilità percepita: basta uno smartphone e un’idea per iniziare. - Visibilità e riconoscimento: essere seguiti da migliaia (o milioni) di persone dà una sensazione di importanza. - Autonomia: molti influencer lavorano da soli, decidono contenuti, orari, collaborazioni. - Guadagni potenziali: i più noti guadagnano cifre da capogi...
società, new media Innocente malizia. Innocente è chi non ha commesso reati di nessun genere; chi ha gli occhi e non vede il male ma solo Bellezza. si ha la sensazione, però, guardando ai nuovi mezzi di comunicazione che non esista più l'innocente, l'innocenza di chi guarda davanti a sé senza maliziare. imbattersi, ed è questo il motivo della riflessione, in una bambina appena pubere che si fa un auotscatto e che guarda fissa l'obiettivo dell'iphone, forse di ultima generazione, non so visto che non sono addentro alle ultime nascite dell'alta tecnologia, con il musetto a culo di gallina mi fa senso! non è per bigottismo: la mia generazione ha visto e vissuto le rivoluzioni femministe, della “FŸa” è mia e la gestisco da me, delle minigonne e del rogo dei reggiseni.
la celebrazione del 150° anniversario dell’arrivo del Quadro della Madonna del Rosario a Pompei,come momento di memoria civile e collettiva: Pompei, 13 novembre. Una soglia di memoria. Non occorre credere per riconoscere il potere di un gesto che attraversa il tempo. Centocinquanta anni fa, un quadro arrivava a Pompei. Non si tratta solo un’immagine sacra; l'Icona è un segno intenzionale, un tratto d'unione tra il sacro e il profano potente che avrebbe trasformato una terra dimenticata in luogo di pellegrinaggio, cura, educazione grazie alla tenacia volontà di un uomo, un laico che, attorno a quel quadro, ha saputo costruire una città, una comunità, una speranza. Oggi, quel ricordo non è solo religioso. È civile. Umano! È il ricordo di chi ha creduto nella possibilità di riscatto, nella dignità del povero, nella forza dell’educazione: Bartolo Longo , con le sue contraddizioni e il suo coraggio, ha seminato un’idea: che anche dal dolore può nascere bellezza, che anche ...
Cambiali, valvole e nepitelle La consegna sbagliata (che si rivelò giusta e gradita) C’era una volta. ( antefatto ) Il racconto prende vita dai ricordi della nonna, di una consegna che a lei sembrava sbagliata negli anni della sua giovinezza. Giovane sposa, casalinga e con i bambini piccoli. Il facchino salì le scale con il tecnico al seguito, trasportando un oggetto misterioso, ingombrante, avvolto in panni e curiosità. Bussarono alla porta della nonna. Lei aprì, guardò il pacco, poi guardò gli uomini. “Dev’essere un errore,” disse. “Qui non aspettavamo nulla.” Ma non era un errore. Era il televisore. Il primo del palazzo. A valvole, con un solo canale, ma bastava. Bastava a trasformare il soggiorno in sala proiezione, a far sedere i vicini sulle sedie pieghevoli, a far portare le cuzzupe e le nepitelle, gli gnocchetti e i tardiddhi durante i giorni di festa. Bastava a far diventare la casa del nonno e della nonna il centro di una piccola comunità affettuosa. La nonna, incredu...
Si avvicinano le feste di natale e guardandomi in giro, oltre le luci intermittenti e i tantissimi "pensierini d'affetto" mi viene in mente ... LA COMMEDIA ALL'ITALIANA A volte, anzi spesso, mi torna in mente il film satirico della commedia all’italiana Parenti serpenti, e non per caso: certi atteggiamenti familiari sembrano usciti direttamente da quella sceneggiatura. Mi riferisco a chi predica bene ma razzola male, soprattutto nei rapporti tra consanguinei. Proprio coloro che si mostrano più esigenti in fatto di affetti e valori familiari finiscono spesso per pensare solo al proprio benessere. Non vogliono essere disturbati nelle loro abitudini, fanno inviti mirati e risicati, ma non esitano a puntare il dito contro gli altri membri della famiglia. Sempre pronti a scorgere la pagliuzza nell’occhio altrui, ignorano la trave che alberga nel proprio. La f amiglia all’italiana: tra satira, ipocrisia e messaggi vocali, è lo specchio dei giorni nostri. Purtroppo, quan...
Il canto del gallo, arcaico e libero, si oppone al tempo regolato dall’organizzazione civica, che pretende di scandire ogni attimo. Eppure, con il ritorno all’ora solare, l’uomo riesce a “ringiovanire di un’ora”: un gesto minimo, ma carico di significato. Il gallo non conosce l’ora legale. Si sveglia quando sente il mondo girare, non quando glielo impongono. Noi, invece, da marzo a ottobre abbiamo obbedito: un’ora avanti, come da decreto. Oggi, però, abbiamo fatto marcia indietro. Abbiamo dovuto spostare le lancette: trasformato le 3 in 2 e guadagnato un’ora. Un piccolo atto di potere sull’ingranaggio. Un’illusione di giovinezza. Un gesto che non cambia il tempo, ma lo piega — per un attimo — alla volontà dell’uomo. Un’ora indietro! Il gallo canta, come sempre. Non conosce decreti, né fusi orari. Il suo tempo è quello della luce, del freddo che cambia, del respiro della terra. Noi, invece, abbiamo girato le lancette. Un gesto piccolo, ma carico di presunzione: abbiamo...
Ottobre, la memoria e il risveglio: contro la politica che divide, per una società che ascolta “Ottobre è un pittore malinconico: ama i colori che svaniscono. Celebra ciò che finisce come un ultimo tocco sulla tela.”. Scrive un acaro amico per augurare l'inizio del nuovo giorno. Ma davvero tutto finisce? O forse, come suggerisce una visione più profonda, nulla si dissolve del tutto, e ogni cosa si trasforma, evolve, ritorna? Questa riflessione poetica sull’autunno invita a guardare oltre la superficie delle cose. Anche gli errori, le fratture, le esperienze dolorose non si cancellano: si sedimentano, si rielaborano, diventano parte del nostro divenire. La memoria non è un archivio chiuso, ma una nebbia viva, pronta a riemergere con forza. E' attuare il tempo del cambiamento e soddisfare il bisogno di ascolto! Viviamo in un’epoca in cui il cambiamento è costante, ma spesso vissuto con paura. La politica, anziché accompagnare questa trasformazione, ten...
Dialettiche della libertà nell’arte contemporanea Libertà d’azione e linguaggi visivi: una riflessione critica Domande e risposte attorno al fare artistico degli operatori culturali: artisti, curatori, operatori del mercato dell'arte. Intro, riflessione iniziale che dà lo spunto per una serie di domande e risposte: Cos'è la politica se non prendersi cura del prossimo? persino respirare in un certo modo lo è! respirare senza dare fastidio a chi ti sta vicino e persino stare attenti a non emettere rumori molesti. avere rispetto per gli altri! insomma è fare politica. ed in questo modo di essere e rapportarsi è incluso pienamente il lavoro sociale , non mi riferisco al volontariato, quello è scontato. penso alle attività alte, come fare cultura, quindi: creare, ragionare attorno ai problemi sociali e farne arte. i linguaggi artistici tutti sono strumenti di emancipazione . Analisi, non risposta esaustiva, senza la presunzione di risolvere il quesito Hai espresso una visio...
emancipazione, sport Che momento epocale! Il millenovecentocinquanta! Il 25 agosto 1950, Althea Gibson non solo festeggiava il suo compleanno, ma infrangeva una barriera storica: diventava la prima donna afroamericana a competere nel Campionato Nazionale degli Stati Uniti, oggi noto come US Open. Forest Hills, New York, fu il palcoscenico di questo evento rivoluzionario, con una folla record pronta ad assistere a un cambiamento che andava ben oltre il tennis. Facciamo un parallelo tra il tennis di allora e quello di oggi :
Paragonare una faina a una personalità politica è un esercizio curioso e un po’ provocatorio — ma anche stimolante! La faina è astuta, elusiva, notturna, capace di infilarsi ovunque e di colpire con precisione. In senso metaforico, queste qualità possono ricordare certi politici noti per la loro abilità strategica, discrezione operativa e capacità di muoversi agilmente tra le pieghe del potere. 😇
Alla conquista delle Americhe. Potremmo titolare il post. Ma sappiamo bene che così non è! Anche per gli emigranti della prima ora, gli stoici pionieri che si son dovuti accollare i sacrifici maggiori poiché catapultatisi in una terra sconosciuta e lontana e fare da apripista alle famiglie rimaste in patria, ai parenti e ai conoscenti stanchi di patire la fame pur spaccandosi la schiena nei campi e nelle miniere. Ad essere onesti dobbiamo ricordare anche quanti non hanno dato notizie, forse perché morti o dispersi durante il lungo viaggio per mare, non un viaggio come quelli in cui si contano i morti per la malvagità delle leggi che gettano in mare i clandestini profughi dai territori in guerra e per sopravvivere alla fame.
Di Franco Cimino I BULLI CHE DOMINANO SULLA DEBOLEZZA E LA PAURA. E LA FORZA SEMPLICE CHE LI FARÀ SCAPPARE. Vi racconto una storia. Ascoltatemi. Anzi, leggetemi. Nella mia adolescenza e nella lunga giovinezza, tutte vissute a Marina, mi sono capitate situazioni come quelle che vi racconto. Sono simili a quelle di tanti miei coetanei. O direttamente. O per sentito dire. Ovvero, quali testimoni degli avvenimenti. La prima storiella, per nulla “fantasiata”, neppure nell’enfasi del racconto. Questa:
Lupo cattivo o buono? Lo stereotipo del lupo cattivo. Proviamo a sfatare il mito? Il lupo cattivo è uno degli archetipi più radicati nelle fiabe tradizionali, simbolo per eccellenza della malvagità e del pericolo.
L'ingenuità e la fiducia malriposta sono due facce della stessa medaglia: da un lato, la capacità di vedere il bene nelle persone e di credere nelle loro intenzioni; dall'altro, il rischio di essere traditi, delusi o manipolati.
"il vanesio, generato con AI" La vanagloria. Gli effetti dell'esposizione selvaggia associata all'uso dei mass-media si sono evoluti e, gli stati, da giochini innocenti tra conoscenti, hanno intrapreso strade a senso unico, sconnesse e pericolose che conducono ad un unico traguardo: la sovraesposizione patologica egocentrically.
Una favola senza tempo. La cornacchia e il pavone . “Krrrrrr sei bello bello bello ripetè la cornacchia. Il pavone, inorgoglito rispose al suo gracchiare in sintonia con la sua natura e come da copione: Aprì la bellissima coda e le piume vibrarono. I suoi innumerevoli occhi verdi dalle sfumature blu ammiccarono civettuole al gracchiare della cornacchia che sempre più incalzante ripeté: sei unico, bello bellissimo. Solo tu hai grazia …”.
di Franco Cimino OTTANTESIMO ANNO DALLA LIBERAZIONE. VENTICINQUE APRILE DI FESTA, CHE FESTA, OGGI, PIENAMENTE NON È. " Ph digit, m.iannino" È festa. Festa della Vita . Ogni giorno. Ma che festa è quando la Vita è violata, offesa, ingannata. Vivere è festa, ma che festa è se il vivere per milioni di essere umani è un morire quotidiano sotto atroci sofferenze.
Stereotipi. Femminicidio= violenza estrema usata dal maschio sulle femmine. Questo in sintesi il concetto che passa nella testa di quanti ascoltano le notizie inerenti agli eventi menzionati nelle cronache. E in funzione a tali equazioni, grossolanamente, si assiste alla separazione netta tra gli schieramenti composti da maschi e femmine. Raramente si sente parlare di parità tra i sessi. Amore e comprensione tra la donna e l’uomo, in funzione che ogni uomo nasce dal grembo di una donna.
Quale genitore non fantastica sul futuro dei figli? In Calabria, per esempio, c’è, tra le varie opzioni immaginabili, oltre alla carriera e alla buona salute, la cultura del mattone. Ovvero, i genitori pensano di lasciare una casa, specialmente se in famiglia ci sono figlie femmine come regalo supremo. E anche se negli ultimi tempi i costumi sociali hanno preso pieghe differenti rispetto a qualche anno addietro la mentalità tarda a modificarsi.
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.