Mani che implorano. Pietiscono un boccone. Mani che raccattano rimasugli e avanzi di cibo rimasti sulla lamiera dei banchi alimentari dell’unica organizzazione presente a Gaza. Sono visioni documentali dolorose. Non ammette occhi che possano documentare i crimini noti al mondo il macellaio Netanyahu.
Tutte le altre ong e i giornalisti non inclini all’opera del macellaio seriale sono stati cacciati dal territorio.
Davanti al niente esistenziale alimentato d'arrogante potere muscolare sui deboli c’è poco da dire. Si rimane annichiliti! Impotenti.
Gaza è stata rasa al suolo. La Palestina è un cumulo di macerie sopra la povertà morale dei Paesi che si dicono pacifisti e contro ogni tipo di dittatura la cui azione è basata sulla violenza.
Netanyahu ha perso la ragione.
Fiancheggiato da Trump per opportunità Bibi insanguina la Terra Santa con vittime innocenti. Fa sparare sulle persone affamate in fila per elemosinare un pugno di farina o qualche mestolo di brodaglia calda. I morti innocenti non so contano più. Con la scusa dei terroristi sta facendo pulizia etnica. Non accetta nessuno che non sia dalla sua parte nei territori che intende ripulire per renderli accessibili ai suoi insediamenti.
Ed è inutile lo sdegno.
Serve a ben poco capire e tentare di giustificare azioni disumani quali sparare la gente accalcata nei pressi dei siti adibiti a distribuzione alimentare.
Affamare. Trasformare il cibo in arma è diabolico!
Colpire cento per ammazzare uno che si ritiene al vertice di comando nemico è un’azione concepita unicamente da menti malate.
Siamo all’eliminazione preventiva dei nemici o presunti tali.
Netanyahu e Trump.
Stanno giocando sporco!
Finalmente qualcuno ci mette la faccia.
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa
Cammina tra le macerie. Fa conoscere, se ancora qualcuno non l’avesse capito, la bestiale violenza che si è abbattuta su Gaza Ad opera dell'esercito comandato dal governo di Netanyahu .
Pizzaballa Sfila insieme agli altri rappresentanti delle religioni dopo la bomba sulla Chiesa di Gerusalemme tra le ceneri di quel che rimane.