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"narrazione di una scena d'amore. by mario iannino©" |
Una giovane mamma allatta il neonato al seno sulla spiaggia di Calabria. Quanta poesia c’è in un’azione così naturale qual è quella di una madre che ciba il proprio pargoletto?
Un gesto semplice, ma intriso di tenerezza profonda: una
giovane madre che nutre il suo bambino in riva al mare diventa una scena quasi
archetipica, come dipinta da un’emozione primordiale. Uno scatto per
immortalare l’episodio, renderlo granitico!, in una realtà resa cupa dalla
violenza e che, oltre l’orizzonte, qualcuno usa la fame come arma per esaudire
le proprie mira.
Sparare sui deboli, accalcati verso i siti dove gli invasori
distribuiscono i viveri, è demoniaco!
Non saprei dire se, per noi, lontani da simili orrori, è
pura fatalità o fortuna. Qui, nella civilissima Italia, ancora si riesce a
tenere alta la guardia e a mantenere in vita un minimo di empatia. Dare conforto
e permettere ai deboli e indifesi di poter crescere e vivere le contraddizioni
che immancabilmente diverranno ostacoli è un imperativo da mantenere. Diritto alla
vita!, quindi! E mentre le associazioni umanitarie raccolgono e inviano ai
centri di distribuzione le merci di prima necessità, qualcuno fa dei bisogni l’arma
di ricatto meschina. Rubare le fatidiche caramelle ai bambini è niente! Se deliberatamente
si bombardano i rifugiati civili degli ospedali. Mangiare. Nutrire e mantenere le
membra sane è un diritto! Ma come può una madre allattare nei Paesi costretti
alla fame? Come può una madre trasmettere vita e amore all’esserino appena
nato?
L’allattamento al seno è più di una funzione biologica. È poesia!
È una danza silenziosa di amore e fiducia, uno scambio intimo tra due anime
appena separate dal cordone ombelicale. Farlo in un luogo così selvaggio e
ancestrale come la spiaggia calabrese amplifica il senso di connessione con la
terra, il mare, la vita stessa. E accomuna il pensiero, per analogia empatica,
alle madri costrette a piangere per la brutalità dei potenti .
Ciononostante è una poesia antica l’immagine vissuta in
diretta: il neonato che riceve nutrimento e conforto, il vento che accarezza la
pelle, le onde che sussurrano come ninne nanne, e il sole che benedice con la
sua luce ogni piccolo istante. È come se la natura intera celebrasse il
miracolo della vita, senza clamore, ma con infinita grazia.
Con l’augurio che ciò avvenga presto nei Paesi martoriati
dalle carestie ambientali ma, principalmente, laddove le mamme e non solo
muoiono per colpa dell’indolenza collettiva