100’. Mille. Un milione. Il numero uno seguito da tanti zeri sembra essere un numero che piace. È piaciuto a Garibaldi, a Berlusconi. E ora alla Meloni.
La nostra Giorgia, dopo i suoi primi mille giorni che è
stata a governare in sordina l’Italia e gli italiani ha esordito enfaticamente con:
“superato il traguardo dei mille giorni al governo ecco un
bilancio:
Economia e lavoro
-Un milione di posti di lavoro creati, con una media di
mille nuovi contratti a tempo indeterminato al giorno. (???)
- Crescita dell’occupazione femminile: superata la soglia
dei 10 milioni di donne lavoratrici. (???)
- Lo spread è sceso da 230 a sotto i 90 punti, segno di
fiducia nei conti pubblici.
- Tuttavia, la produttività resta stagnante e la crescita
economica è rallentata. (?????).
In politica estera:
- Forte sostegno all’Ucraina e posizioni atlantiche stabili.
- Relazioni consolidate con Bruxelles e con Ursula von der
Leyen, ma anche con Donald Trump. (e Netanyahu dato il silenzio e la mancata reazione dovuta allo sterminio che sta ordinando in Palestina e negli Stati ritenuti nemici)
- Lancio del Piano Mattei per rafforzare i rapporti con
l’Africa e gestire i flussi migratori. ( non c'è però la gestione dei prezzi calmierati delle bollette energetiche promesse, il taglio delle accise e un ridimensionamento degli extracosti)
Nel campo delle riforme e sicurezza:
- Approvata una legge sulla partecipazione dei lavoratori
dopo 77 anni ( quali e con chi???)
- Provvedimenti per la sicurezza urbana, come il decreto
Caivano, e misure contro la violenza domestica.
- Riforma della giustizia in corso, mentre il premierato e
l’autonomia differenziata restano in stallo. (ma ce stamo a prova’)
Meloni ha definito la sua esperienza come un “lancio col
paracadute”, sottolineando la difficoltà e la responsabilità del ruolo.
Già, il ruolo di Primo ministro. Quello raggiunto con le
false promesse che sapeva di non poter mantenere una volta al governo per ovvi
motivi. Ma il popolino affamato di bisogni, soggiogato e proteso a raggiungere falsi traguardi
enfatizzati dalle lobby non conosce i meccanismi che muovono il “sistema”
Paese.
Comunque, tornando a bomba, il numero “mille” ha una forza
evocativa particolare nella narrazione politica italiana, e non è un caso che
venga spesso utilizzato come soglia simbolica.
Il riferimento più potente è alla Spedizione dei Mille del
1860, guidata da Giuseppe Garibaldi: un migliaio di volontari che cambiarono il
corso della storia italiana, contribuendo all’unificazione nazionale.
- Da allora, “i Mille” sono diventati un mito fondativo
della coscienza nazionale, associati a coraggio, cambiamento e patriottismo.
Nella retorica politica il numero mille è rotondo,
memorabile e suggestivo: facile da comunicare, dà l’idea di una soglia
importante. Usarlo in frasi come “i primi mille giorni” o “mille riforme” crea un
effetto narrativo potente, suggerendo concretezza e impegno.
I leader politici spesso si rifanno ai “Mille” per
legittimare la propria azione come parte di una lunga tradizione di cambiamento
e sacrificio.
Anche il fascismo e altri movimenti hanno cercato di appropriarsi
del mito garibaldino, collegandolo ai propri ideali.
In sintesi, “mille” non è solo un numero: è una parola
chiave della mitologia politica italiana, capace di evocare epopea, svolta e
identità.