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martedì 13 dicembre 2011

tempi di plastica

Con l'avvento di internet si è amplificato un vecchio virus. Un virus che s'insinua nelle menti ubriacate dai sensazionalismi mediatici e incoraggia gl'impavidi a spararla sempre più grossa. Non importa se la notizia sia vera o si avvicina alle intenzioni dei soggetti menzionati, l'importante è che susciti curiosità, solletichi le morbosità individuali e spinga a sbirciare nelle pagine dei giornali on line, blog, social network.
Il mondo virtuale assume forza e credibilità quanto più riesce a incamerare clic sul bottone dei “mi piace”. Alcuni cliccano con leggerezza, come se fosse un gioco innocente e non si rendono conto che quella semplice pressione può rafforzare ego dannosi che possono sovvertire temi culturalmente sensibili nel privato e quindi nel sociale.
Non c'è bisogno di citare esempi specifici per rendere chiaro il concetto, è sufficiente che ognuno di noi faccia una disamina dei propri e altrui comportamenti; considerare aspetti normalissimi in una società civile: chi compila la fattura, stacca lo scontrino, parcheggia negli spazi appropriati e lascia liberi scivoli, passerelle e posti assegnati ai disabili; chi, per vivere, non è costretto alle moderne schiavitù o prostituzione, come dir si voglia.
L'indignazione postuma non risuscita i morti.

martedì 1 novembre 2011

libertà d'espressione e new media

Il linguaggio della strada, quello parlato quotidianamente dalla gente comune senza tanti peli sulla lingua è entrato con naturalezza a far parte del lessico televisivo e giornalistico.

Alcuni lo usano per suscitare curiosità e quindi attrarre l'attenzione del pubblico verso il prodotto così da aumentare la visione o l'ascolto, visto che dallo share si determina il successo del programma, dell'inchiesta e persino di un semplice articolo scritto per la carta stampata o il web. E nonostante la cosa si ripeta da molto tempo ancora riesce a sorprendermi. Passi per i blog e il web in genere vista la velocità del mezzo stesso ma la carta stampata, quella proprio no! Perché? Perché è la forma corretta del lessico nazionale che dà sostanza e aiuta, abitua o disabitua i lettori a interloquire. E una buona elementare scrittura aiuta sempre: licenze poetiche, metafore e ripetizioni rafforzative che solitamente i programmi di scrittura sottolineano come errori, sono importanti nella stesura dei concetti purché non ridondanti.

Ma ormai le nostre menti sono ubriacate dalla pubblicità d'effetto e le attenzioni della maggior parte di noi sono attratte dall'effimero contemporaneo. Quindi, ecco servita una bella parolaccia, una frase che rimanda ad altro con i doppi sensi che si sprecano e vanno a stuzzicare le fantasie. Insomma, vuoi acchiappare i disillusi della politica: prenditela con i politici!, ti sta sulle scatole qualcuno? Gioca sui doppi sensi! T'interessa una platea colta? Usa un linguaggio ricercato, elegante... ma se vuoi acchiappare la massa insoddisfatta che assomma tutte le categorie c'è solo una strada da percorrere e per questa ci sono gli esperti della comunicazione.

venerdì 4 febbraio 2011

blogger, chi è, che fa?

Il blogger è: opinionista anomalo, giornalista in erba o scrittore atipico?


Il diritto di critica, o meglio, la possibilità di poter ragionare sull’operato dei personaggi pubblici, pur rimanendo nella sfera delle analisi personali, libertà garantita dall’articolo 21 della Costituzione italiana, è a tutti gli effetti, una pratica valutativa.

Come già dibattuto e chiarito anche dalla Cassazione Penale, i blog non sono da ritenersi prodotti editoriali anche se chi scrive applica il diritto di critica, ciò non toglie che oltre alle opinioni, sui blog, vi sono notizie circostanziate, che non discostano molto dall’informazione giornalistica, anzi, spesso sono dei pezzi scritti con estremo riguardo, attenti a non ledere la sensibilità di chi legge e di chi si trova nelle condizioni, a volte suo malgrado, di essere “analizzato”.

Qualcuno afferma che il blog sia una sorta di diario on line. E questa, a mio avviso, è una forma riduttiva per togliere di torno un problema nuovo che la lobby della comunicazione si trova ad affrontare. E Current n’è la conferma. Current nella sua informazione usa spesso fonti inusuali, fuori dei canali istituzionali, tant’è che i servizi sono curati e spediti da blogger di tutto il mondo e grazie a loro si conosce l’altro volto della realtà. Una realtà sottaciuta dai sistemi di comunicazione e dai mass media consacrati è l'importanza che hanno assunto i nuovi media. Non a caso, anche in Egitto la prima censura del regime di Mubarak ha riguardato internet.
L’oscuramento delle telecomunicazioni di nuova generazione isola popoli e lascia ai regimi totalitari la libertà di sedare con la violenza i malumori degli oppressi e di quanti cercano la democrazia.
Quindi, per concludere:
Blogger  o giornalista?
C’è una sorta di contraddittorietà nelle valutazioni degli albi stilati e composti da persone che usano l’ingegno. Che sia giunto il momento di alienare le corporazioni e dare spazio agli ingegni?
Giacché quanti scrivono sui blog spassionatamente con gli occhi e la mente rivolte al sociale sono animati da gratuiti impulsi altrimenti denominati scrittori, opinionisti, narratori e cronisti dall'autonomia incondizionata  perché liberi da contratti e legami trasversali imposti da potentati politici o economici? semplicemente, di fatto, il blogger è testimone del tempo!

giovedì 18 giugno 2009

connettività limitata o assente, dicotomia esistenziale


Quando il computer non riesce a dialogare col modem e quindi a connettersi alla rete, l'operatore rimane isolato. L'internauta è, di fatto, tagliato fuori dal web. Non male!, qualcuno dirà, c'è pur sempre la vita reale; qui vi è l'opportunità di dialoghi interpersonali immediati. Confronti schietti e reali che consentono di guardare diritto negli occhi l'interlocutore. Anche se l'isolamento mentale che avvolge totalmente alcuni soggetti è ancora più frustrante e opprimente della mancata connessione ad internet...
Forse è proprio questo il motivo che rende propensi al dialogo intimista da inviare ad un ipotetico interlocutore piuttosto che sottoporsi al dialogo tra sordi nel mondo reale. D'altronde i fatti parlano chiari:
ore 10 e 34, il parco è semideserto.
Ci saranno almeno 28 29 gradi; dice un signore anziano mentre si asciuga la fronte.
Sì, afferma l'altro seduto sulla stessa panchina.
vedete è tutto uno schifo! -sbotta- avrebbero dovuto pulire ed ancora non hanno finito. Non hanno voglia di lavorare, altrochè... -rafforza l'altro-
...l'altro giorno stavo andando a Catanzaro Lido e c'era una fila interminabile: mi sono messo a destra come per andare all'aereoporto e poi zum a sinistra! glielo messo in quel posto a tutti... Sì se non fai così ti mettono sotto... devi farti furbo.. e poi tutti sti stranieri senza Dio... quando c'era Lui ste cose non si vedevano, ci vuole polso!...
I discorsi si perdono in mille analisi ma la conclusione è sempre la stessa:
Io sono il centro del mondo, l'altro non esiste.
Perchè, perchè l'uomo ha perso la ragione? quali meccanismi sono scattati? Cosa non ha funzionato nelle democrazie e nella trasmissione dei saperi? Forse ha influito l'esaltazione dell'immagine esteriore? La consacrazione della forza; la ricchezza economica? l'uso indiscriminato e distorto dei mezzi di comunicazione di massa? Possiamo elencare e riempire pagine e pagine, fare mille congetture, purtroppo siamo vittime e carnefici, cospiratori, agitatori, consumatori pilotati all'esaltazione dell'effimero.

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