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lunedì 14 novembre 2022

Migrazioni, fughe di cervelli e altro

 

E se Matteo Piantedosi, Salvini & c. fossero vissuti al tempo di Omero?

Certo che il buon cantastorie avrebbe dovuto costruire le narrazioni in maniera totalmente diversa da come ci sono state tramandate e come noi le abbiamo recepite.

Omero cantò le storie degli eroi greci nell'Odissea e l'Iliade. Favole per omaggiare i potenti che lo ospitavano con tutti gli onori sublimandone gesta forse mai accadute ma giunte fino a noi nell'alone mitico che avviluppa eroi, società e territori contaminati di storia, eventi e tanta fantasia.

Probabilmente quello scavezzacollo di Ulisse non sarebbe partito dalla sua Grecia sapendo cosa sarebbe successo sulle coste calabresi tra veti e imposizioni avrebbe dovuto ingaggiare un'altra guerra, altro che Troia! E Filottete avrebbe potuto fondare le colonie in cui curare le sue ferite; e sarebbe sorto il tempio dedicato alla dea Era Lacinia a Capo colonna.


giovedì 3 ottobre 2013

Fuori dalle Istituzioni Lega Nord, razzisti e delinquenti indegni

morte dei migranti sulle coste della sicilia
salme di migranti sulla spiaggia di Scicli
La tragedia in mare nei pressi di Lampedusa è, ancora una vota, il sintomo lampante della pochezza di pensiero che governa chi guida, nostro malgrado, il Paese.

Eritrei o tunisini, gente proveniente dai paesi in perenne lotta. Popoli sfruttati dalle lobby e per questo motivo in fuga dalla morte certa per fame, maltrattamenti o guerre, tentano l'ultima carta per sopravvivere. S'imbarcano, stivati peggio degli animali da macello, verso il Paese a loro più vicino in termini di distanza fisica. La loro speranza si chiama Italia, Germania, Francia, Europa!

Loro, i profughi, non sono al corrente della cattiveria dei politici nostrani, quelli, per intenderci, che hanno elaborato e messo in pratica la Bossi-Fini.
Non sono a conoscenza della malvagità che anima i covi della lega nord. E, forse, passato il tempo dei respingimenti plateali in mare, credono di poter approdare sulle coste amiche. E poi basta una scintilla, un buco nello scafo sovraccarico per mandare in fumo i loro sogni di libertà.

Non è più tempo di ascoltare chi assedia la Repubblica Italia. Non è più ammissibile lasciare che i ladroni governino il Paese.

È un insulto alla vita, alla storia e al buon senso consentire alla gentaglia che siede indegnamente in Parlamento di lanciare accuse alla Presidente della Camera Laura Boldrini, al Ministro Cécile Kyenge e di conseguenza a tutti i cittadini che la pensano diversamente da loro.

Inutile citare i regolamenti della Camera o la Carta Costituzionale. Per loro, servirebbe uno specchio. Uno specchio grande quanto la loro miseria morale e politica posto in uno stanzino piccolo, costretti a stare in piedi per osservare la loro tracotanza sfumare attimo dopo attimo, accompagnati solo dalla certezza che nessuno andrà ad aprire quella porta.

domenica 26 giugno 2011

Calabria, crocevia di storie

Gente del sud.

Ricordo chiaramente la sensazione di disagio che saliva quieta mentre mi accingevo a trascorrere un periodo della mia vita in luoghi sconosciuti. Luoghi che, a detta dei media, sono tutt'ora sinonimo di ‘ndrangheta, di malaffare e violenza. Se fosse dipeso da me avrei fatto volentieri a meno, e mentre preparavo le valigie immaginavo scene di sangue, aggressioni, arroganze … ma no! Ripetevo mentalmente per farmi coraggio. Eviterò i luoghi malfamati, le periferie e le persone rozze. Mi faccio i fatti miei e dopo il lavoro, una doccia e via su qualche spiaggetta dei mari del sud!, tra lo Jonio e il Tirreno c’è solo l’imbarazzo della scelta! Sì, mi faccio i fatti miei e mi godo il sole e il mare pulito della Calabria selvaggia.
©arch.M.Iannino
veduta sullo jonio

Quant’è vero che la fantasia condiziona la realtà anche di noi calabresi cresciuti nelle città. A furia di sentire storie di cronaca nera, tutto diventa cattivo. È come un virus che penetra dentro il corpo buono e lo infetta, provocando, a volte, metastasi.
Oggi lo posso affermare con convinzione! La Calabria, non è tutto quello che si legge o si sente. La Calabria e la sua gente sono ben altro! L’ho scoperto a mie spese. Non perché abbia deliberatamente fatto delle ricerche, ma perché condizionato da un lavoro che mi ha portato a conoscere moltissimi paesini dell’interland compresi quelli che mai avrei pensato di visitare. Paesi che nell’immaginario collettivo sono covi di ‘ndranghetisti, con cantine trasformate in covi per latitanti e campagne piene d’insidie.
Ci sono anche questi!, inutile negarlo; paesi tristemente noti per faide sanguinarie tra persone dotate di un’intelligenza primitiva protese a salvaguardare i propri interessi con ogni mezzo, anche con la violenza, ma non sono per strada a dare fastidio alla gente che passa, sono attenti ai loro affari come nel resto del mondo; d’altronde, la cronaca parla di episodi efferati accaduti a Roma, Milano, New York. E che dire, allora, delle guerre economiche innescate dai poteri occulti dell’alta finanza? Di quella lobby famosa come mafia dei colletti bianchi che pur di guadagnare e fare profitti non bada a nulla? La stessa che fa transazioni d’affari con imprenditori sani e malavitosi senza battere ciglio? La seconda scelta, naturalmente, non giustifica la prima, ma è tanto per ricordare che nella società ci sono i buoni e i cattivi dappertutto!
Cosa diversa è la delinquenza comune, il bullismo, l’indifferenza, fenomeni sociali, questi, che fanno più vittime nelle grandi città piuttosto che nei paesini dove tutti si conoscono e l’ospitalità è ancora ritenuta un dovere sacro da rispettare. Ma quanti sono o saranno indotti a recarsi in quei luoghi da pressanti situazioni lavorative e quanti invece per amore di bellezza per la conoscenza? saranno le stesse che abbattono le paure perché ne va di mezzo la tranquillità economica personale e della famiglia per chi è sposato? Ecco, questo mi sono chiesto, specie dopo aver letto un articolo su Repubblica a firma di uno scrittore, noto per avere scritto un libro sulla camorra, ora sotto protezione perché ha ricevuto minacce di morte dopo averlo pubblicato e conteso dai “salotti sull’antimafia”, che titolava “Così si muore in Calabria, per la legge della terra” e intercalava, a mio avviso, quasi compiaciuto: “…ma questa non è una strage dettata semplicemente dal raptus di paesani che vivono in terre del sud dove ci sono più pistole che forchette…”.
La mia esperienza, dicevo, è diversa. Ho conosciuto i calabresi, quelli resi “brutti” da giornalisti e scrittori di cronaca dalla penna facile; sono entrato nelle loro case; non ho trovato pistole nei cassetti delle cucine ma forchette e posate. Posate per imbandire le tavole con lo scopo di accogliere degnamente gli ospiti.
Le storie che seguono, se pur romanzate prendono spunto da esperienze reali. Incontreremo i luoghi e l’animo della gente, le diverse realtà conosciute in uno spaccato molto vicino al vero, come i paesi dell’accoglienza dove gli extracomunitari si sono insediati e convivono con i calabresi tra scorci paesaggistici d’incommensurabile bellezza.
Buona lettura.

venerdì 18 marzo 2011

Lampedusa allontana i profughi, spirito di sopravvivenza, paura o ignoranza?




Andate via! Andatevene! Non c'è spazio neanche per noi...

queste le frasi urlate dal molo di Lampedusa dagli isolani mentre l'imbarcazione della guardia costiera con circa 200 immigrati a bordo tentava di attraccare.

I lampedusani sono allarmati.
I centri d'accoglienza scoppiano. Oltre 2000 nord africani sono sbarcati sull'isola dopo i fatti cruenti scoppiati nelle loro terre e lo spazio pro-capite a Lampedusa è davvero ai minimi della sopravvivenza.

C'è allarme, rabbia e paura nelle voci degli isolani. Intimano alla guardia costiera di andare altrove per scaricare i profughi.
Spirito di sopravvivenza o egoismi di parte?
Già il sindaco aveva tentato con un'ordinanza di inibire la libera circolazione ai profughi e la sosta nei locali pubblici.
L'episodio ha indotto il questore di Agrigento di verificare con la procura della Repubblica eventuali estremi di reato concernenti l'istigazione all'odio razziale. E a proposito di odio razziale, nei giorni scorsi, chissà per quale caritatevole motivo, due esponenti della peggiore destra politica si sono presentati nell'isola: il fine ideologo leghista Borghezio e la rappresentante francese dell'estrema destra Jean Marie Le Pen.

Gli avvoltoi si tuffano in picchiata sulle carogne. Famelici si avventano per cibarsi di quello che rimane di povere menti incapsulate in corpi inermi. Maschere d'ignoranza, decimate dalla paura lasciate nell'oblio per decenni e ora... ora hanno riflettori di tutto il mondo evoluto puntati addosso.

La stessa paura, forse è meglio definirlo opportunismo!, che ha tenuto in sten by i governi mentre gli aerei di Gheddafi bombardavano il suo popolo.

C'è voluto l'intervento decisivo di Barak Obama e dell'Onu per imporre la no fly zone agli aerei del rais. anche in Libia, il popolo oppresso ha gridato; ma non per allontanare dalla loro casa i profughi. I libici hanno gridato grazie Obama, grazie Sarkozy, grazie Francia, Inghilterra...

e l'Italia? Gli italiani hanno messo a disposizione le basi e fatto partire la Garibaldi mentre i giornalisti s'interrogano sull'accordo di amicizia che Berlusconi ha firmato insieme a Gheddafi.

Chiedo a questi profondi pensatori: l'accordo prevede l'amicizia esclusiva con Gheddafi o col popolo libanese? Se è, come è giusto che sia, col popolo, allora c'è da chiedersi come mai si è aspettato tanto per far cessare il genocidio. sempreché sia finito.

E intanto i profughi continuano ad affrontare pericolosissimi viaggi della speranza, inconsapevoli della bufera che si alza sul loro cammino. Una bufera alimentata dall'ignoranza che incute terrore per il diverso in quanto elemento destabilizzante del piccolo ma solido mondo antico costruito sul nulla.

mercoledì 16 marzo 2011

stop al genocidio in Libia


Gheddafi padre e figlio si concedono alle telecamere per insultare gli insorti; rivolgono all'opinione pubblica libica e internazionale parole di fuoco.
Arroganti, sicuri, sentono e lasciano intendere di essere i padroni della Libia.
Non hanno remore, scherniscono coloro che ritengono nemici e lasciano trasparire tutta la loro rabbia.
Altezzosi, chiamano sorci, drogati e traditori i connazionali insorti. Non c'è bisogno di psicologi o strateghi per capire che i Gheddafi non avranno nessuna pietà nel caso dovessero riprendere il potere.

Sempre davanti alle telecamere, i Gheddafi lanciano accuse agli europei, e quasi con disprezzo dicono che se non ci fosse il petrolio le nazioni europee non si sarebbero interessati al problema.

Le notizie escono dal suolo libico e arrivano agli osservatori esterni frammentarie. Non si capisce bene se gli insorti resistono o se le forze di Gheddafi hanno riconquistato i pozzi di petrolio e le città che erano in mano ai rivoltosi. Una cosa è certa: la sanguinaria reazione del rais; i bombardamenti sulla popolazione armata di niente continuano. Il genocidio non cessa!

E nel frattempo una miriade di profughi nordafricani approdano sulle coste italiane su barconi che galleggiano per scommessa.
Arrivano disidratati, alcuni muoiono durante la traversata; filmano coi telefonini il viaggio della speranza e urlano di gioia quando toccano terra.

I centri d'accoglienza ospitano numeri imponenti in spazi non idonei e Stefania Craxi, sottosegretario agli affari esteri, pensa di utilizzare un'area militare in disuso per allestire una tendopoli fino a quando non cessa l'emergenza profughi.

Non sappiamo se i Gheddafi riusciranno a mantenere il controllo della Libia e neanche se gli oppositori saranno democraticamente migliori.
Auspichiamo, piuttosto, la fine immediata di una guerra fratricida assurda e non ammissibile per quanti credono nei sacri valori della vita.

venerdì 25 febbraio 2011

eh già... siamo ancora qua!



Eh già, sono ancora qua! Canta Vasco. E chissà perché mi scorre davanti agli occhi la vita contemporanea italiana. “sembrava accadesse la fine del mondo e invece sono ancora qua!” e poi, “al diavolo non si vende. Si regala!”... "la notte ha da passà".

Canzoni a parte, dopo le liti, i balletti, le sbugiardate reciproche, i saltafossi scaltri privi di pudore ci riportano all’amara realtà fatta di piccoli espedienti consumati da piccoli insignificanti dirigenti politici che non osano guardare i problemi reali perché non sono in grado di risolverli. E per pararsi il culo avvisano scandalizzati che l’Europa non è solidale con l’Italia sull’emergenza profughi ma dimentica di dire che ancora prima dell’esodo voleva e vuole la secessione che significa ognuno a casa propria comanda e gestisce il welfare insieme ai soldi dei contribuenti fregandosene degli immigrati, meridionali compresi. Un altro dice che il parlamento non legifera però tace sul blocco imposto nei fatti dall’uso privato del potere istituzionale del governo.
E mentre alcune alte cariche si lanciano vicendevolmente amorevoli accuse la plebe è lasciata al proprio destino ubriacati dal gossip di giornalai sciocchi e nessuno degli impellenti quesiti, anzi delle promesse fatte e scritte nel programma sono state realizzate dal governo Berlusconi.
Ma non è che la tattica del nemico serva a entrambi per distrarre l’opinione pubblica? Certo è più facile, quando c’è una lite in atto, depistare le attenzioni e scaricare sul nemico le colpe.

Eppure, basterebbe poco! solo un po' di buona educazione e rispetto per gli atri.

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