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martedì 5 ottobre 2021

Calabria, con Occhiuto tutta un'altra storia?

 

La storia si ripete!

Come sempre alla fine delle scorpacciate elettorali si tenta una analisi del voto con in mente le infinite parole e le poche convincenti intenzioni dei farò.

In questa gara Occhiuto è arrivato primo.

Lui dice che da oggi, giorno 5 ottobre, inizierà a lavorare per il cambiamento della Calabria.

Ha in mente di cambiare il volto della Calabria e dare opportunità ai calabresi. (Ha detto).

Intende perseguire nella realizzazione dei progetti che furono di Jole Santelli.

Le intenzioni più significative sembrano avere una ubicazione geografica ben definita. È la stessa in cui sorge la più grande aula bunker d'Italia realizzata in soli 4-5 mesi sotto la supervisione attenta del dott. Gratteri. Una struttura all'avanguardia!

Stiamo parlando dell'area ex-sir nella piana di Lametia Terme. Nel lembo di terra che ricade nel comune di S.Pietro Lametino. Sito in cui il prof. Pino Nisticò all'epoca del suo mandato di presidente della regione Calabria diede l'input per la realizzazione del Centro agroalimentare della Calabria, con annesso una sezione decentrata del diploma universitario trasformato in laurea breve della facoltà di agraria dell'università di Reggio Calabria. Oggi fondazione Terina.




Capitai lì diversi anni addietro e la sensazione fu di trovarmi davanti a un sito industriale mai decollato e in totale abbandono coi capannoni perlopiù semidistrutti circondati dalle erbacce e, forse, ricovero per animali e gente emarginata.

Uno scenario frutto delle tentate politiche di sviluppo messe su dai governi della prima repubblica che mai presero piede in Calabria al pari del 5° centro siderurgico che avrebbe dovuto far decollare l'economia calabrese partendo dalla piana di Gioia Tauro.

Erano gli anni dei progetti politici gli anni 60 e 70 del secolo scorso! che vedevano confrontarsi diverse scuole di pensiero. Politici. Intellettuali. Artisti. Operai. Studenti. La società era pervasa dalla volontà di migliorare i destini collettivi e individuali pur nella pluralità d'intenti. Il fenomeno dei laboratori sociali vivacizzava i territori, le fabbriche e le scuole, e la visione radicale di certe idee, a volte, cozzava coi dettami di democrazie e libertà sancite nella Carta della Repubblica nei cosiddetti “anni di piombo”. Una brutta parentesi quella delle brigate violente di destra e sinistra e delle infiltrazioni strumentali delle frange dello Stato in seno alle organizzazioni criminali e antidemocratiche.

C'era fermento, non condiviso allorché si usavano metodi violenti! Passione, sì, condivisa. E coinvolgimento nelle problematiche sociali della vita reale del Paese.

Oggi sembra di vivere in una realtà ovattata in cui i dirigenti politici sono alieni e la classe imprenditoriale detta condizioni classiste a proprio favore.

La solidarietà, l'inclusione sociale, il diritto allo studio e al lavoro sono concetti astratti se intaccano l'economia e pesano sulle finanze pubbliche. Tutele scritte, sì, nella Costituzione ma non attuabili. se pesano sul bilancio dello Stato, delle regioni e dei comuni. Anche il diritto alla vita. Il diritto alla salute! La tutela dell'ambiente sono variabili dipendenti.

Sembra un paradosso ma ogni azione dedicata alla persona e all'autorealizzazione sociale sembra ritorcersi contro. E se un tempo la reazione personale e collettiva alle dissonanze del sistema delle “ambiguità” era di dialettica politica oggi l'apatia o più miseramente l'autoconservazione porta i "trombati" disillusi ad allontanarsi e allontanare da sé l'amaro calice colmo di faziose falsità.

Roberto Occhiuto è il nuovo presidente! E afferma che la Calabria è una terra straordinaria! Da oggi è al lavoro affinché lo straordinario accada... e per noi disillusi dalla farsa dei saltimbanchi rimane l'ultima spiaggia. Speranzosi contro ogni logica di potere partigiano vista la morte ideologica che insiste nelle divisioni auguriamo davvero buon lavoro! E che la storia non si ripeta!

sabato 24 aprile 2021

Rinascita scott, spettacolarizzazione o notizia?

Tre piani.

Tre piani di pubblicità occupano mezza costruzione di un palazzo sulla strada per Marina di Catanzaro.

Difficile non vederlo! Impossibile non leggere il messaggio.

La pubblicità è l'anima del commercio e anche il pane quotidiano di pubblicitari e grafici che campano di questo.

L'enorme e ingombrante cartellone pubblicitario comunica qualcosa d'inusuale. Non si riferisce a un prodotto di largo consumo per le famiglie e neppure suggerisce una merce. Non è neanche una campagna sensibilizzante o socialmente utile.

Non è, a mio avviso, la vetrina di qualche evento culturale. Che so, un messaggio per i cittadini che indichi l'inaugurazione di una esposizione artistica o la premier teatrale; l'inaugurazione di un qualche e vento qualsiasi inerente alla crescita intellettuale. E in momenti come questi segnati dall'odio e dalle maldicenze gratuite, dalla cattiveria e dalla sopraffazione mediatica mirata alla conquista di spazi personalistici, Dio solo sa quanto avremmo bisogno di un po' di positività.

Ovviamente la cronaca fa parte della dialettica democratica. E i giornalisti e gli opinionisti hanno pieno diritto a esprimere il loro pensiero.

L'informazione, per la democrazia e la libertà d'espressione che rappresenta, è sale per gli intelletti agili.

Non conosco il palinsesto della televisione privata e neppure la programmazione dell'editore che ha commissionato il manifesto ma una domanda sorge spontanea: può un mega-processo trasformarsi in intrattenimento mediatico?

Sì, un evento che vede le forze contrapposte della società malata allo Stato e a cui il dr. Gratteri non intendeva affatto dare una vetrina o metterli sotto i riflettori mediatici. Tant'è che fino ad ora le telecamere sono rimaste fuori dall'aula.

I cameraman sono stati tenuti fuori, ritengo, per evitare il deprimente voyeurismo e la spettacolarizzazione quasi morbosa di certi fatti, mentre all'interno delle aule bunker di Lamezia Terme, luogo in cui si svolge il processo per mafia, accedono solo i legali delle parti, gli avvocati, i giudici, gli accusati e i giornalisti senza telecamere al seguito.




sabato 11 aprile 2020

Valanghe di denaro, malaffare e ...

Scorrendo le pagine del “rapporto” tra malaffare, colletti bianchi, politica e 'ndrangheta descritte da Gratteri e Nicaso in “Padrini e padroni” i numeri sono da paura.


Anno dopo anno una montagna di denaro accumulato disonestamente dalle organizzazioni malavitose contagia la società e la condiziona.
La corsa al guadagno facile e sicuro fa parte della filosofia di vita della gente priva di scrupoli. La manovalanza criminale tenta il grande salto e a volte ci riesce. Chi detiene il potere reale, però, sono le famiglie storiche della consorteria 'ndranghetista.

La 'ndrangheta condiziona gli affari. I rapporti istituzionali. Piccoli e grandi imprenditori. Amministratori locali e politica nazionale. Nessuno è fuori dal flusso di denaro sporco.

Riciclaggio e lavaggio dei proventi sporchi fanno gola a molti e arrivano anche in Germania checché ne dica “DIE WALT” la testata che ha teorizzato il NO alle nuove norme di aiuto comunitario all'Italia motivandole con l'infiltrazione della 'ndrangheta nei meccanismi dello Stato.

Gli autori della cronaca narrano di somme inimmaginabili che fanno ubriacare. Ma tracciano anche il sottobosco narrativo antropologico e mentale in cui avviene tutto ciò.
C'è degrado! Dovuto a mancanze e disattenzioni di vecchia data. Soprusi subiti laddove l'assenza dello Stato è motivata stando alla dichiarazione d'intenti delle parti sociali e istituzionali contaminati dal potere deviato. La colpa è degli altri, dicono facendo proseliti, di quelli che non si prendono cura delle esigenze primarie dei deboli. Vuoi mangiare? Vuoi farti una famiglia? Allora ti devi fidare di noi!
In questo clima cresce il malaffare. Povera gente presa per fame. Ricattata dalle necessità quotidiane. Gente che per campare, e non vuole essere una scusante, china la testa e fa finta di non vedere. Lascia che a gestire la cosa pubblica siano altri. Magari si vende il voto.
Comunque sono tutte teorie immotivate.

Immotivate perché prive, tutte le motivazioni, di fondamenta strutturali e logistica. Culturali! Ma dov'è la cultura in una comunità che è alla fame?
Intere aree geografiche lasciate sole, isolate dal contesto globale cognitivo, purtroppo piegano la testa. E qui necessita un gesto di riscatto. L'intervento dello Stato è necessario. Non con fiumi di interventi restrittivi o sovvenzioni a pioggia ma con la giusta attenzione verso la massa silenziosa e debole (lavoro, scuola, socialità creative e partecipata) e, nel contempo, con l'isolamento delle famiglie dedite al malaffare note agli organi investigativi dello Stato.

venerdì 10 aprile 2020

Nazionalismi e rancori in die welt verso gli italiani

Nell'ottobre del 2016, per i tipi di Mondadori libri, vedeva la luce “Padrini e padroni” di Gratteri e Nicaso.
Il libro è un documento storico e traccia, ad iniziare dal terremoto che devastò Calabria e Sicilia nel 1908, il lungo e incessante cammino delle organizzazioni malavitose interessate ai fondi statali e comunitari destinati alla ricostruzione dei Reggio Calabria e Messina.

Le altre tappe con medesime azioni della 'ndrangheta attraverso prestanome, collusi e personaggi delle istituzioni compiacenti, li riviviamo nel 2009 con il terremoto dell'Aquila, in Abruzzo.
Nel 2012 in Emilia Romagna.
Nella tratta della tav Torino- Chivasso.

Insomma il Bel Paese, da nord a sud, vive momenti oscuri.
Tra corruzione, infiltrazione criminale nelle istituzioni, legami coi poteri forti occulti, logge deviate segrete e non, la geografia criminale tracciata dal procuratore Gratteri e dallo storico Nicaso non dà un bel quadretto all'Italia e svilisce anche le persone perbene.

I lupi si avventano famelici sulle attività dove fiutano guadagni esorbitanti. Nello sport con partite truccate e scommesse clandestine. Nelle slot machine e negli appalti pubblici. E, ovviamente nella sanità! Ma, l'incompiuta per eccellenza è l'autostrada del sole. Da Salerno in giù i lavori non finiscono mai. L'opera iniziata nel 1966 non è mai ultimata.

Un quadro disarmante! non c'è che dire.

Sarà che anche il cronista di “Die welt”, autore delle pesanti accuse nei confronti dell'Italia, avrà letto il libro di Gratteri e Nicaso?

Se è così sono giustificati in parte dalla loro ignoranza funzionale giacché non conoscono fino in fondo gli italiani onesti che sono una grandissima maggioranza.

Oppure, potrebbe trattarsi di becero livore nazionalista?
Comunque stiano le cose alla base della notizia c'è tanta superficialità e disinformazione che in momenti come questi fanno male all'Europa intera. E dimostrano di non avere fiducia nelle istituzioni sane del Paese.

Europa che per restare unita e lavorare per il bene comune di tutte le bandiere aderenti al concetto di unità europea deve necessariamente dimostrare solidarietà e magnanimità verso i popoli più esposti alla pandemia e alle lobby di mercato economico.

La giustizia, nei vari gradi e corpi, farà il resto! Vigilerà, insieme alla politica sana, affinché i fondi vadano nelle direzioni giuste.

venerdì 14 febbraio 2020

Politica è servizio

Renzi? Salvini? … Conte. E gli altri.


Ho sentito dalla chiara voce del procuratore Nicola Gratteri che Renzi, chiamato da Napolitano per formare il governo, inserì nella lista dei ministri il nome del dott. Gratteri alla giustizia.

All'epoca il presidente Giorgio Napolitano fece un aggiustino alla lista proposta da Renzi e sostituì alla giustizia il pm Gratteri con Orlando.

Ciononostante Renzi interpellò Gratteri e gli chiese un aiutino per cambiare il meccanismo farraginoso che regolamenta il settore della giustizia in Italia.

Renzi era d'accordo col sistema proposto e spiegato ampiamente dal dott. Gratteri. Era d'accordo sulla prescrizione! E su tante altre storture da modificare.
Senza addentrarci nelle sfumature che attengono la disciplina in questione. E tralasciando i ripensamenti, che sono leciti e opportuni a seconda dell'angolazione personale e dei momenti storici, risulta sconcertante la veemenza e i relativi atteggiamenti che adottano certi personaggi pubblici che si dichiarano pro o contro nel momento della rigenerazione e revisione di leggi ritenute strumentali o che si prestano a escamotage di finissimi azzeccagarbugli.

Noi, dal basso della nostra conoscenza, rimaniamo sconcertati da certe affermazioni. Tutti si danno del bugiardo. Negano sempre. Gettano fango a vicenda a seconda del momento e della posizione in cui si trovano nel preciso momento delle decisioni da prendere. Sembra che non ci sia quella sbandierata passione sociale svenduta nelle piazze ma solo ed esclusivamente la volontà di conservare il potere personale conquistato.

È una guerra! Il parlamento e il senato ma anche le piazze fisiche, le televisioni, le piattaforme dei sociali Facebook, Twitter, etc, parteggiano per questo o quello schieramento raramente con la razionalità che ci si aspetta viste le problematiche toccate ma con la pancia, condizionati dalla cultura e dalla posizione ricoperta al momento.

Ma de che stiamo parlando?


lunedì 27 gennaio 2020

Regionali Calabria il giorno dopo

Vince Jole Santelli


Preferisco pensare che la svolta a destra e, quindi, la vittoria della Santelli sia dipesa dall'astensionismo in Calabria, dalla disaffezione alla cattiva politica e non alla (come dice una testata locale) vittoria della borghesia mafiosa per... mancanza di avversari.

Beh, la mancanza degli avversari pare che se la siano voluta a sinistra.
Inutile pettinare le bambole adesso!

Il pd latita.
Prima durante e dopo la gestione Oliverio che ha visto un uomo ballare da solo il partito dem., algoritmo ininfluente, abbandona tutto e tutti salvo poi andare a traino insieme ai tonni di Callipo e essere inscatolato al naturale senza neanche una goccia di evo.

E se in Emilia Romagna le sardine smuovono le acque torbide dell'antipolitica in Calabria la questione è molto difficile da redimere. Forse Zingaretti ne è pienamente consapevole e forte della consapevolezza lascia i panni galleggiare nel mare calmo dell'indifferenza dei disillusi.

Indifferenza accresciuta dalla sordità dei dirigenti che fin qui si sono avvicendati alla guida della regione nonostante la fame rumoreggiante di quel sessanta per cento che non vota più da tempo.

La destra si organizza.

Nel poco tempo lasciato dalla decisione di Oliverio il centro destra tra battutine e obiettivi mirati riesce a chiamare a raccolta il popolo sostenitore.
Sorridono le piazze all'apprezzamento maschilista del cavaliere nei confronti della Santelli che vince facile.

I cinquestelle calano di brutto!

Tansi ottiene un buon risultato.
Lo scarso 50% che va a votare non può essere esito di analisi soggettivamente esaustive. Il dato non è sufficiente per comprendere appieno gli umori dei calabresi.
Si devono sondare le problematiche reali del popolo. La sua incultura. I bisogni. Lo scacco subito, permanente e pervasivo dei dominanti. L'apatia di quanti faticano a pagare le utenze domestiche che fa dire: “tanto non cambia niente”.

Gratteri. Unica vera novità e speranza di cambiamento in Calabria. Ma lui è un magistrato. Non può fare politica altrimenti farebbe la fine dei vari Di Pietro & C.
Nicola Gratteri deve far fede al suo servizio e indagare.
Indagare affinché i disillusi, gli ultimi, quanti si sentono privi di affinità elettive con la cultura della legalità, delegittimati dalle malelingue e gettati nel calderone qualunquistico della quotidianità effimera che ha sede nell'esposizione mediatica dei social trovino in Lui un punto di riferimento per ripartire. Giacché la politica ha perso il suo ruolo...

venerdì 22 marzo 2019

Gratteri o Oliverio chi ha ragione?

Gratteri ha toppato?

Se per Mario Oliverio dopo il responso della Cassazione è iniziata la primavera è logico pensare che le accuse mosse a suo discapito non erano fondate. O, perlomeno, non avevano quel carattere estremamente fuorilegge che l'inchiesta gli aveva incollato addosso.

«È finito un lungo e freddo inverno. È arrivata la primavera. Verità e onestà non si calpestano», ha scritto Oliverio sul suo profilo Facebook. «La forza della giustizia si unisce a quella della verità. Non ho mai tradito la fiducia dei calabresi. La mia azione di governo è stata sempre ispirata all'affermazione della legalità e ai valori dell’onestà e della lealtà, necessari per il riscatto di questa terra ingiustamente segnata e martoriata, ma per la quale vale la pena battersi anche a costo di sacrifici estremi. Ringrazio quanti mi sono stati vicino, a partire dalla mia famiglia e dai miei cari, e i tantissimi cittadini che non sono stati mai sfiorati dal dubbio».
Quindi, c'è qualcosa che non funzione nell'inchiesta e nella giustizia in generale.
Ricordiamo che:
La Direzione distrettuale antimafia aveva riscontrato illeciti e irregolarità per gli appalti relativi all'ammodernamento dell'avio superficie di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica. E considerato il ritardo del completamento di piazza Bilotti a Cosenza un «tornaconto politico». Coinvolti tecnici, funzionari regionali e un imprenditore ritenuto vicino al clan di Cetraro, ma per il quale è decaduta l’aggravante del metodo mafioso contestata dai magistrati inquirenti.

Le motivazioni saranno rese note tra un mese. Intanto la cronaca si nutre di supposizioni e illazioni ed i cittadini qualunque non sapranno a chi assegnare, parafrasando Trilussa, il trofeo della "lumachella". Per il momento il vassoio dorato della vanagloria rimane in sospeso (non se ne abbia a male nessuno. vuole essere soltanto una ingenua e ilare battuta per concludere una opinione che, dati i risvolti, sembra avere del grottesco). Lalumachella sta in attesa, e noi sapremo, forse tra qualche tempo chi avrà lasciato una traccia indelebile nella storia effimera.



lunedì 11 luglio 2016

Politica e depistaggi mentali

“dicci ca sì e futtatinda, tantu non cangia nenta...”. Dì di sì e non ti preoccupare, tanto non cambia niente. (dice un adagio catanzarese).

ma come fai a non dire qualcosina in merito a quello che i media definiscono "l'asse"

“Gratteri-Oliverio-Magorno”.


Questi tre uomini delle istituzioni a vario titolo e sentimento parlano delle “nefandezze” che alcuni dirigenti regionali attuano da tempi immemorabili a danno dei calabresi onesti e, sempre secondo Gratteri, Oliverio e Magorno, pare che tutti i mali della Calabria li abbiano provocati loro. Può darsi che sia così. D'altronde Gratteri è credibile! È un uomo dello Stato che conosce benissimo l'animo e la cultura di una certa frangia umana che risiede in Calabria e anche fuori regione che ha le mani in pasta nei diversi settori economici e finanziari. Gente che fa favori e pretende favori dentro e fuori le istituzioni. La cosiddetta mafia dei colletti bianchi.
Questo fa paura! Ma andiamo per ordine.

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