lunedì 11 luglio 2016

Politica e depistaggi mentali

“dicci ca sì e futtatinda, tantu non cangia nenta...”. Dì di sì e non ti preoccupare, tanto non cambia niente. (dice un adagio catanzarese).

ma come fai a non dire qualcosina in merito a quello che i media definiscono "l'asse"

“Gratteri-Oliverio-Magorno”.


Questi tre uomini delle istituzioni a vario titolo e sentimento parlano delle “nefandezze” che alcuni dirigenti regionali attuano da tempi immemorabili a danno dei calabresi onesti e, sempre secondo Gratteri, Oliverio e Magorno, pare che tutti i mali della Calabria li abbiano provocati loro. Può darsi che sia così. D'altronde Gratteri è credibile! È un uomo dello Stato che conosce benissimo l'animo e la cultura di una certa frangia umana che risiede in Calabria e anche fuori regione che ha le mani in pasta nei diversi settori economici e finanziari. Gente che fa favori e pretende favori dentro e fuori le istituzioni. La cosiddetta mafia dei colletti bianchi.
Questo fa paura! Ma andiamo per ordine.


Secondo il Corriere della Calabria, che cita Magorno:
«La Calabria merita una classe dirigente preparata, onesta e competitiva che metta al centro della gestione della Pubblica amministrazione il bene comune e gli interessi della comunità. Non possiamo che condividere quanto affermato da Nicola Gratteri, neo procuratore della Repubblica di Catanzaro». Gratteri, in sisntesi, ha definito i quadri della Pubblica amministrazione in Calabria «più pericolosi della 'ndrangheta». «Ma “cambiare” - prosegue Magorno - nel senso di “riformare” la macchina amministrativa nella sua complessità non è cosa semplice ma va fatta con decisione. La classe dirigente che incarna il cambiamento è quella che premia competenze ed intelligenze e combatte il decadentismo di idee, valori ed etica a favore di una gestione virtuosa della pubblica amministrazione. Una classe dirigente illuminata è quella che, in ogni settore, cerca di capire cosa non è andato per il verso giusto e come si possa rilanciare la propria azione politico - amministrativa. E' una questione di responsabilità. In questa direzione - sostiene ancora Magorno - molto è stato fatto. Basti pensare ad uno degli obiettivi raggiunto dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, in questo anno e mezzo di legislatura: il rinnovamento dell'apparato burocratico, una assoluta novità per il nostro ente regionale. (mi piacerebbe sapere in cosa consiste questo rinnovamento visto che sono sempre le stesse persone ad occupare i posti di potere).

Secondo l'enfatico Magorno: Molto è stato fatto, e molto altro deve essere realizzato nella direzione della costruzione di una classe dirigente all'altezza delle sfide che abbiamo davanti per fare della Calabria una regione al passo con l'Europa, capace di essere da traino ad un Paese che ha bisogno delle sue potenzialità per tornare grande: è necessario fare i conti con incrostazioni e sistemi centrati su improduttività e clientele assunti a consuetudine. Il Pd calabrese non abdica alla responsabilità di partito di governo: è pronto a fare la propria parte con coraggio per il cambiamento di cui la Calabria ha bisogno per guardare al futuro con fiducia, costruendo un percorso virtuoso capace di tirare fuori la nostra regione dalle secche del malaffare».

Belle parole! Se non fosse che Oliverio si è cucito addosso dei regolamenti regionali su misura senza riuscire a combinare niente. Dalle regole sugli assessori e sui consigliere che se chiamati a coprire gli incarichi da assessore dovrebbero dimettersi.
Dalle uscite pubbliche buoniste di facciata in netta contraddizione con la blindatura degli uffici presidenziali e l'arroganza di certi suoi stretti collaboratori.
Però una cosa buona l'ha fatta. Ha portato tutto il suo apparato da Cosenza a Catanzaro e l'ha insediato a piè pari nella macchina regionale. Ha, contemporaneamente, mantenuto gli stessi quadri della p.a. ai loro posti di comando.
Ha nominato dei tecnici per fare gli assessori. E gli eletti nelle commissioni regionali.
Insomma comanda lui! E ogni decisione deve essere vagliata da lui.
Ha fatto le stesse passerelle politiche dei governi passati
Se è vero che la colpa del dissesto calabrese è di chi ha preso decisioni sbagliate e della politica che li ha nominati, come afferma Oliverio e Magorno, Oliverio dov'era fino ad oggi? Non è stato anche lui un assessore e consigliere regionale delle edizioni precedenti? Non è vero che la sua disciplinata rete disseminata in ogni angolo degli uffici regionali lo aggiorna continuamente?

Insomma, stando a quello che si vocifera, Oliverio, tiene ben salde le redini della macchina pa regionale. Quindi, inutile scaricare la colpa sugli altri e fare di tutta l'erba un fascio. In questi lunghi e tormentati anni c'è stata anche una sequela enorme di impiegati e funzionari che hanno lavorato secondo i crismi della legge.
E poi, non mi sembra un modo politicamente corretto quello di scaricare il marcio sugli altri.
Anche chi lavora in regione è un cittadino calabrese. E se il presidente della regione Calabria rappresenta tutti... dovrebbe sapere anche come fare per governare i dirigenti e gli impiegati buoni e cattivi che operano in mala fede.

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