Immobile tra i calderoni vuoti della cucina da campo; le braccia cadono inerti lungo i fianchi, il corpo trema e le mani serrano una pentola vuota che avrebbe sperato di riempire; ma non è arrivata in tempo. La bambina osserva. Inebetita.
Neppure la donna disperata che chiamata dalle sue responsabilità di madre torna sui suoi passi, piangente fa ritorno verso casa. Se casa si vuole definire il rifugio provvisorio costruito alla meno peggio con quattro assi di legno e delle lenzuola. Anche lei con una pentola vuota in mano. Si dispera pensando di non potere sfamare i suoi figli.
Qualcuno deve pagare per la barbarie inflitta agli inermi. Qualcuno
e più di uno sono colpevoli agli occhi del mondo e di Dio! L’assedio barbaro
imposto alle genti di Palestina è degno del peggiore medioevo oscurantista che
mente umana abbia potuto immaginare.
Indignazione per chi è fuori dall’inferno di Gaza. Questo il sentimento che assale chi ha un minimo di sensibilità.
Impotente rabbia, e/o rassegnazione?
Per i deportati
prigionieri di Netanyahu non c’è scampo. Se non si muovono convintamente le
organizzazioni degli Stati democratici con i rispettivi Governi e non
rispondono le coscienze fattivamente con un minimo di pietas le parole scritte
o profferite nei salottini mediatici servono a ben poco!
Basta guerra basta morti
innocenti basta bambini che piangono i genitori morti colpiti dal fuoco
assassino. E basta monopolio umanitario manovrato dalle lobby fiancheggiatrici.
Basta bugie!
Dignità alla Vita! Dare dignità alla vita è un diritto. Basta
genocidi!