“U gurdu ‘on crida mai u dijiunu!”.
L'agiato, chi sta bene e non deve lottare per un pezzo di pane, non si dà pena per chi soffre la fame e le condizioni indotte dalla povertà.
I bisogni non sono gli stessi! Com’è ovvio che sia. Ma ciò che lascia increduli è la distanza tra i due poli esistenziali: ricchezza e povertà. E chi sta in mezzo, per opportunità, si schiera con il più forte.
I mediocri lasciano correre, aspettano il momento buono per saltare sul carro del vincitore.
Intanto la gente comune, ch’è la maggioranza, si indigna e scende in piazza, contesta le imposizioni dettate da chi, raggiunto il potere, pretende di determinare l’esistenza dell’intero pianeta terra e anche oltre. E mentre la politichicchia blatera e forse s’indigna, la gente muore per un sì o per un no elargito a favore e penetrando ll’occhio del grande fratello.