Costa jonica, golfo di Squillace scogliera di Cassiodoro
Non so se davvero siamo il frutto di un Pensiero Trascendentale. So per certo che quando osservo la natura, la Bellezza emanata da ogni singolo barlume non contaminato dalle ambigue brame umane mi rigenera.
L’energia non la vedo e neppure la tocco: è recepita! E davanti
a tanta bellezza rigenerata e rigenerante i pensieri si spengono. Si perdono
nella bontà del creato di cui faccio parte.
Non so cosa c’è oltre. Senz’altro non il rumore violento
delle costosissime bombe e neppure il fruscio delle banconote che nel frattempo
stanno gonfiando a dismisura i conti bancari dei signori della guerra. E neanche
le vuote e inutili teste che lasciano prendere fiato alle bocche tra gli alti
compiti istituzionali sanciti dalle democrazie, men che meno nelle sedi dove le
notizie solidali dovrebbero essere macigni a sostegno delle libertà!
La Natura è Bellezza! Vita!
Eppure, anche sulle coste dove qualcuno scrisse “- "Mio
sud, mezzogiorno potente di cicale, sembra una leggenda che vi siano torrenti a
primavera.", si sono infranti i sogni di erranti innocenti. La tragedia di
Cutro! Dovrebbe fare tremare e annichilire quanti hanno permesso la strage.
"Per me Calabria
significa categoria morale, prima che espressione geografica. Calabrese, nella
sua miglior accezione metaforica, vuol dire Rupe, cioè carattere. È la torre
che non crolla giammai la cima pel soffiar dei venti." Faccio miei i
pensieri di Leonida Repaci, Franco Costabile e tutte le persone sensibili, note
e specialmente quelli che hanno lavorato e continuano aa farlo in silenzio. Ma a
volte il silenzio deve essere rotto! Gridare con veemenza il dissenso! Altrimenti
a che serve bearsi di frasi come queste?
"Quando fu il
giorno della Calabria, Dio si trovò in pugno 15000 km² di argilla verde con
riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due
milioni di abitanti al massimo." Non è di folklore che dobbiamo vestire i
pensieri e gli stomaci …
- "Non sono difficile in fatto di gastronomia e, dovessi
fare una scelta, assegnerei a mia sorella Orsa la palma della più saporita
cucina del mondo: quella calabrese."
Questi pensieri esprimono il legame profondo di Rèpaci con la Calabria, tra orgoglio e consapevolezza delle sue difficoltà dobbiamo essere pro-positivi, accoglienti, nonostante la malvagità che insozza di morte le "terri" posizionate a nord, sud, est e ovest delle stupidità umane partorite dalla voracità distruttiva dell'ego.