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"Courtesy M. Iannino, cult" |
I giorni della merla.
Secondo la leggenda, son detti così per via di una merla, appunto, che si prese gioco di gennaio, e pensando che il freddo intenso fosse ormai finito iniziò a lanciare una serie d’improperi a mo’ di filastrocca nei confronti del cattivo tempo, convinta di averla fatto franca. Ma gennaio andò da febbraio e si fece prestare dei giorni. E in questi giorni presi in prestito liberò il freddo e il gelo in maniera impressionante che uccisero la merla. Perciò i giorni più freddi dell’inverno sono detti della merla ma anche de’ mali vestuti cioè i pezzenti che a causa del freddo eccessivo rischiano di non superare la brutta stagione.
In questi giorni cade anche la cerimonia della benedizione dei ceri: la candelora. Per ricordare la luce divina che accompagna Gesù, il Salvatore. Ovvero la Presentazione di Gesù al tempio.
Sempre in questi giorni, sfruttando la questione freddo, le sagre popolari organizzano un rito antico: l’uccisione e la cura delle carni del maiale. Fonte di provvigione per le famiglie contadine per quanto concerne la carne secca e affumicata, il grasso per condire i cibi, le frattaglie.
Tra fine gennaio e inizio febbraio, il freddo è stemperato dalle attività programmate . In tutte le case fervono I preparativi e “a la candilora ccù ‘on ava carna si ’mpegna a figghjiola”. Perché nessuno è lasciato solo! Chi è povero e non ha la possibilità di allevare il maiale, manda la figlia, è un eufemismo, a chiedere qualche pezzo di carne in cambio dei servigi: lavare a coddhara, il calderone in cui si son fatte bollire le cotenne, le ossa e le frattaglie per la gelatina e altri piccoli servigi.
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