di Franco Cimino
L’AMORE NEL GIORNO DELLA SUA FESTA “COMANDATA”
E adesso innamorati! Aspettavi questo giorno della celebrazione dell’Amore, e allora forza apri cuore! E lascia stare le parole se non sono di poesia. E pure i fiori, se non sono di campo o di giardino. O quelli che spuntano sulla spiaggia, sui muri lungo le strade o sull’asfalto. Non un fiore che non hai colto tu. Innamorati. Della persona e delle persone, uomo o donna o altro, che siano.
Innamorati della Natura e di ogni elemento che la compone. Innamorati degli animali. Delle piante. E degli alberi di fiori e di frutti. Innamorati della Vita. Ovunque nasca e dimori. Si muova e viva. Di ogni suo battito e di ogni suo respiro. Degli occhi, innamorati degli occhi. Di quelli che tu incontri. Cerchi. Quelli che ti si sono chiusi mentre li guardavi. Sono fuggiti. Sono partiti con chi li portava. Ti sono rimasti impressi, come uno stampo indelebile. Innamorati dei tuoi occhi, che guardino il cielo e il mare. Innamorati degli occhi del cielo e del mare. E della luce, che emanano quando brillano di stelle, di luna e di sole. Innamorati della Passione. Quella che ti fa muovere olimpicamente le gambe e di fuoco accende il tuo sangue. Per un ideale, una causa, un bisogno di carne infuocata e di occhi più rossi del vulcano acceso. E della Politica. Innamorati della Politica. E balla e canta in quello spazio speciale in cui ideali e progetti, sogni e fatti, bisogni e desideri, imperfezione e perfezione, fatica e sostanza e il tempo, nelle sue tre dimensioni, passato presente e futuro, si incontrano. E l’Utopia diventa realtà che diviene. Innamorati del tuo Di se ce l’hai. E di quello, che troverai se lo cercherai. Non chiederGli, però, nulla. E non prometterGli nulla, come fai con la tua donna o il tuo uomo, quando ti fai promettere fedeltà e generosità gratuita, spergiurando sulla tua. Innamorati della tua donna o del tuo uomo. E non solo in questo giorno di “perdonanza” da momentanea dimenticanza. Dì loro quelle due parole, se sono vere”:Ti amo” e “ Per sempre”. Altrimenti, resta zitto. Se dirai “ Ti amo. Per sempre”, dillo lentamente. Come si fa con le parole della Poesia. Più piano che puoi, con voce più flebile che ti riesca. Come per trattenerle. Come se le parole volessero restare ancora un poco dentro di te per farsi più belle, prima di uscire, dell’Amore che porti. Innamorati, infine, dell’Amore nel modo più bello, che Amore preferisce. Il modo della semplicità, dell’essere umile dinnanzi all’Amore. Di non ritenersi superiore ad esso, padrone suo che ti farebbe padrone di chi ti ama, siano la tua amata/o, o i tuoi figli o le persone che hanno bisogno del tuo amore. Di essergli grato, perché non è un diritto che ti arriva in quanto ti spetterebbe esclusivamente. È come la grazia divina. Come la Poesia. Si muove con il suo vento buono nell’aria. E si dona a chi lo riconosce, lo desidera, l’ha cercato e pazientemente atteso. A chi ha il coraggio di allungare la mano e prenderlo per averne cura. Fai questo, ché l’Amore è umile e paziente. E perdona se sbagli. Ma solo una volta. E se non “ uccidi”, in qualsiasi forma ti riuscisse, la vita e l’esistenza dell’amato/a e dei suoi spazi esistenziali. Ama. Tutti i giorni. Con le forze che hai, gli strumenti, che possiedi. Ché, anche questo Amore ti dice. Non c’è una formula scientifica, che insegna ad amare. L’Amore non si insegna e non si impara. Si fa. Lo si fa divenire nel mentre ad esso ci si dona. Ama senza la condizione del contraccambio. Amore si nutre di sé. Amare è già pieno dell’Amore, che ti serve. Ama, allora, e se Amore te ne avanza, innamorati di me, che ho sempre amato. Forse poco, forse troppo o forse in modo sbagliato. Innamorati anche di me, che ho sempre amato, amore ho avuto e perso. E Amore, forse, so cosa sia. Ché l’ho ricevuto. Innamorati pure di me, che anche del tuo amore, pur se distante e senza volto e senza carne e occhi, senza le tue parole, ho bisogno. Intanto, e senza condizione, ti rivolgo il mio. Non lo sentì? Sì che lo senti! Franco Cimino
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