Può l’esponente più importante della democrazia piegare
l’ordine sociale e politico mondiale a suo piacere? E Mettere sopra ogni
criterio di democrazia e uguaglianza visioni personali opposte al comune
sentire e sovvertire le logiche culturali vigenti nei territori di sua
competenza e oltre confine?
Risposta scontata: sì, le reazioni dei governi dove estende
le sue azioni rimangono tiepide e ciò lascia intendere che sia così. Basta
essere ricchi e potenti, riuscire simpatico, possedere carisma e ogni azione,
anche la più assurda, è fattibile!
L’arroganza del potere riporta alla mente la commedia
italiana dello sberleffo e nello specifico l’eccellente interpretazione di
Alberto Sordi nei panni del marchese del Grillo.
In letteratura, per chi non ricordasse:
"Il marchese del Grillo" è un’assurda esilarante
commedia del 1981 con protagonista Alberto Sordi, diretta dal grande maestro
italiano Mario Monicelli. La narrazione si svolge in una Roma papalina
ottocentesca, sporca e lussuosa, popolana e arguta. Alberto Sordi si muove da
perfetto mattatore e mescola cattiveria, noia, bontà di cuore. Proverbiale è la
battuta che condensa il più innocuo “lei non sa chi sono io!” in:
«Io so’ io, e voi non
siete un cazzo!».
Specchiata affermazione del marchese al popolino che, per
noia, rifiuta di pagare chi gli ha prestato servigi e lavorato per lui. È per
capriccio che porta in tribunale il carbonaio, convinto che avrebbe vinto lui
sul misero e l’avrebbe fatta franca pur cosciente di essere nel torto.
Il marchese del Grillo voleva mettere alla prova la
giustizia e uscì indenne dalle tante beffe e provocazioni organizzate,
sfruttando la propria posizione sociale e spendendo senza remore il patrimonio.
Questo in letteratura! E nella realtà odierna cosa accade?
Accade che ognuno, purché ricco e potente, con un seguito
“popolare”, il medesimo che è vezzeggiato e preso per i fondelli, gli faccia da
codazzo. E tutto può succedere…
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