FORTE CON I DEBOLI .
Non sei nella posizione di poter dettare condizioni.
I tempi sono cambiati. In peggio, dice qualcuno.
Le conquiste sindacali frutto di scioperi, rivendicazioni e contrattazioni, tesi a migliorare la vita in fabbrica, nei luoghi di lavoro e nella società sono stati depennati dalle agende dei governi.
La prima e la seconda guerra mondiale hanno generato mostri ma anche grandi opportunità. La storia lo insegna!
Buonsenso, amore per la vita, interessi sono elementi che muovono le azioni di chiunque.
Tematiche sviluppate nel tempo con la dovuta attenzione e in sintonia con le linee guida del welfare. Stili di pensiero socializzanti alimentati dalla passione politica intesa come azione di servizio gratuito per i cittadini affetti da bisogni primari.
Ci riprendiamo i nostri soldi. Zaleski deve darci il corrispettivo dei soldi e delle armi inviate pagando con le terre rare di cui l’Ucraina è ricca.
Le parole di papa Francesco mi sono arrivate con un messaggio di un amico. Parole e concetti semplici che abbiamo dimenticato, presi come siamo dagli avvenimenti.
Il troppo pieno indica che si è raggiunto il colmo. La valvole di scarico è necessaria. L’energia accumulata deve trovare una via d’uscita altrimenti il contenitore esplode.
Siamo una società energivora. L’abbiamo costruita lentamente, nel tempo siamo passati dalla candela e dal lume a petrolio all’energia elettrica. Inesorabilmente questa nostra società ci sta stretta. L’inquinamento luminoso non ci fa più osservare le stelle in cielo la notte. Preferiamo città illuminate a giorno grazie anche alle lampade led che consumano meno e illuminano meglio e di più. Ma non ci accontentiamo. Vogliamo di più!
Da padre a padre. Genitori a genitori. Non siete soli.
Ci vuole una forza d’animo inimmaginabile e tantissima sensibilità per rendere partecipi e ancor più descrivere il dramma di un genitore, in pieno dramma, alle persone che si sono interessate emotivamente alla drammatica dipartita del proprio figlio.
Le vie d'accesso nel capoluogo della Calabria sono, da sud, due: Catanzaro sala, vecchia sede, e ponte Morandi.
Alla fine del ponte Morandi/Bisantis ci troviamo davanti ad un delta: se si opta di andare a destra si imbocca via Carlo V, “pratica” per i catanzaresi, che sfocia all’inizio del rione “fhundacheddhu”, “a la porta marina", che prende il nome dell'antica porta di mare a guardia della città affacciata sul mare. Ai piedi "da scinduta e santu Roccu, dal nome dall'omonima chiesa che sta in cima, al lato di piazza Roma e alu fhjiancu da "trambia": la chiesa di San Rocco, appunto. Si continua a scendere verso "stratò".
A volte si sfiora l’indolenza. Se assuefatti alla quotidianità e si accetta la qualunque.
Delegare non significa abdicare. E lasciare che il corso degli eventi imposti secondo logiche egoistiche facciano il gioco dei nemici di qualunque origine.
Sss, facciamo silenzio! Almeno oggi. Non parliamo. Neppure una parola. Non guardiamo dal buco della serratura. Cosenza è lontana. Oggi, più di ieri. Lontanissima da tutto il resto del mondo. Sss, restiamo muti. Ché c’è un dolore sordo che urla tutto quello della somma di ogni dolore.
Senza aspettative o speranze che gli altri, quelli che ci sono vicini o che si imbattono per caso, diano nient’altro che pareri spassionati. Non, quindi, denari ma normali considerazioni circa l’oggetto del contendere trattato per pura curiosità o passione.
Catanzaro marina. Corvo. Dolcino. Cz Sala. Piazza Roma … questo lo storico circuito che univa la periferia sud al centro e che la moderna tratta porta dal centro storico al policlinico di germaneto.
La spazzatura mediatica gettata in faccia dagli urlatori di professione, prezzolati, che vendono brutte favole a caro prezzo, occultano la bellezza agli occhi innocenti. Ma la bellezza è sempre più forte della arroganza dei potenti. E spunta caparbia quando meno te lo aspetti. Buca le corazze. Svela fiori superbi di beltà celati forse per paura o timidezza.
Abiti impercettibili trasportano poesie di speranza.
Cadono sipari sorretti da falsità. E le distanze.
Nel cielo 4 bracciate di libertà ossigenano le menti.
L’indignazione è un conato che non ha raggiunto tutti, ancora perché non tutti hanno contezza.
D’altronde non a tutti è consentito comprendere. Attanagliati dai bisogni imposti.
La scrittura è narrazione, poesia, amica paziente,
confidente.
Raramente fonte di guadagno economico ma, sempre e
indiscutibilmente, è, l’azione dello scrivere, arricchimento interiore per chi la
pratica e legge.
di Franco Cimino
L’AMORE NEL GIORNO DELLA SUA FESTA “COMANDATA”
E adesso innamorati! Aspettavi questo giorno della celebrazione dell’Amore, e allora forza apri cuore! E lascia stare le parole se non sono di poesia. E pure i fiori, se non sono di campo o di giardino. O quelli che spuntano sulla spiaggia, sui muri lungo le strade o sull’asfalto. Non un fiore che non hai colto tu. Innamorati. Della persona e delle persone, uomo o donna o altro, che siano.
Malati terminali. Accanimento terapeutico, cure palliative e
fine vita.
La Toscana è la prima regione italiana in cui è possibile
decidere cosa fare degli ultimi giorni della propria vita in caso di malattie
che non lasciano scampo.
Mi sono chiesto da sempre: meglio soffrire, ostaggio di una
condizione svilente e dolorosa, vittima di una situazione irreversibile che
porta ammalati e congiunti alla disperazione oppure farla finita appena inizia
il declino?
Emotivamente, ancorati saldamente alla vita terrena, tutti vorremo essere toccati dalla miracolosità del Divino. I siti del miracolo sono sempre affollati da persone questuanti. Chiedono preghiere per loro stessi o per i familiari e amici colpiti dalle malattie. Gente che mestamente pregano a voce alta e altri, più sommessamente, sussurrano parole di fede.
Francesco si presenta con queste essenziali parole a Sanremo. E canta. Tono basso in voce flebile. Ma è voce di tenore. O del classico urlatore. E canta dal suo immenso repertorio, la sua canzone preferita. Il conduttore, cui Lui si rivolge con tenerezza paterna, lo annuncia felice come il più grande ospite di tutto il Festival e di tutti i Festival. Della cittadina ligure. E di tutto il mondo.
Troppi e enormi problemi gravano sulle nostre teste. Volenti o nolenti siamo interessati in prima persona. Dobbiamo rispondere alla deriva sociale voluta e imposta dai despoti dell'alta finanza che governano anche le democrazie.
In cucina c’era sempre un temperatura mite. Anche d’inverno. Nonostante fosse esposta a nord, la stanza, odorosa di cibo e tantissimo amore, la più accogliente della casa era il nostro punto d’incontro.
Ti accorgi del tempo quando non ne hai più. Quando non
specchi la tua anima. Quando qualcuno ti dà del vecchio, anche se in maniera
educata.
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"Courtesy M. Iannino, cult" |
Secondo la leggenda, son detti così per via di una merla, appunto, che si prese gioco di gennaio, e pensando che il freddo intenso fosse ormai finito iniziò a lanciare una serie d’improperi a mo’ di filastrocca nei confronti del cattivo tempo, convinta di averla fatto franca. Ma gennaio andò da febbraio e si fece prestare dei giorni. E in questi giorni presi in prestito liberò il freddo e il gelo in maniera impressionante che uccisero la merla. Perciò i giorni più freddi dell’inverno sono detti della merla ma anche de’ mali vestuti cioè i pezzenti che a causa del freddo eccessivo rischiano di non superare la brutta stagione.
Può l’esponente più importante della democrazia piegare
l’ordine sociale e politico mondiale a suo piacere? E Mettere sopra ogni
criterio di democrazia e uguaglianza visioni personali opposte al comune
sentire e sovvertire le logiche culturali vigenti nei territori di sua
competenza e oltre confine?
La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di
Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace.
L’affaccio sul mare è spettacolare!
D’estate questi luoghi sono mete di un turismo multicolore:
c’è chi è attratto dalla bellezza dei paesaggi dal clima temperato anche d’inverno
e dalla storia.
Mi piace pensare che dietro le quinte del grande teatro mondiale
in cui siamo comparse, attori e spettatori, le grandi menti stiano a lavorare
per salvaguardare il bene comune. Maestri di vita dediti al certosino, sacro,
umile lavoro di protezione nei confronti dei deboli di ogni parte del mondo.
Senza bandiere, le nostre misere e umane esistenze, senza ideologie totalitarie e oltranziste, si mescolano e formano popoli dalle esigenze comuni e dai diritti basilari rispettati.
Dopo aver visto la distruzione avvenuta non per cause
naturali quali potrebbero essere le scosse telluriche ma impartita a solenne
lezione dal governo Netanyahu ai terroristi di Hamas l’orrore rimane impresso
per sempre.
L’urlo di sdegno è unanime per quanti pensano alla convivenza
fraterna tra i popoli in pace. E lo sdegno si amplifica nell’apprendere il
disegno disumano di chi pensa solo a macinare ricchezze e perciò trasformare la
striscia di Gaza da cumulo di macerie in “riviera stellata” dopo avere
deportato i palestinesi che quella striscia abitavano e vivevano altrove.
L’acqua solidificata è lancia d’argento lasciata dagli gnomi
dopo avere fatto la guardia nella notte, artefatto della natura benigna; cono di
cristallo appeso alla gronda.
L’arcobaleno rassicura i bambini che, confortati dall’amore familiare
in attesa osservano i colori sparsi sui muri: viola, indaco, blu, giallo
arancione ... le energie positive nei bambini in attesa dell’alchimia casareccia,
trattengono a malapena il tempo . La leccornia, il dolce tipico, lentamente
prende forma nel tempo rarefatto della memoria.
Non tutto è perduto!
C’è ancora chi crede nell’interesse comune e lavora per arginare le derive mentali contaminate dagli egoismi.
L’onorificenza conferita al nostro Presidente lascia intendere che non tutti inseguono chimere funeste. E che le maschere non stanno a coprire le falsità per sempre. Cadono e lasciano scoperte vergogne che, probabilmente, neppure i sostenitori, pedine in/coscienti(?) di proselitismi urlati grottescamente come uniche panacee ai mali del nostro tempo, convincono.
NON IN MIO NOME!
Ragion di stato. Alcune nefandezze si giustificano in nome
del popolo e degli interessi nazionali. Donne e uomini scaltri posizionati
nelle differenti coalizioni, non so se turandosi ill naso gli orecchi ed
aprendo spropositatamente la bocca, si trincerano dietro questa formula.
Vocabolario calabrese, una parola al giorno
Alcuni vocaboli li abbiamo riposti in soffitta, al pari delle suppellettili soppiantate da altre più performanti, come usiamo dire adesso.
Alcune parole in calabrese stretto non le pronunciamo e neppure le sentiamo dalle persone che ancora parlano il familiare idioma. "Parra comu mangi".
EMERGENZA PROCESSIONARIA.
Nel quartiere Corvo di Catanzaro, il polmone verde rischia
di collassare a causa della invasione di un parassita che colonizza i rami dei
pini e se ne ciba: la processionaria! Succhia la linfa e indebolisce gli alberi
fino a farli morire.
La lotta a questa forma parassitaria, pericolosa tra l’altro per le persone e gli animali contaminati dalla peluria di detti lombrichi, è una questione d’igiene sociale demandata per legge ai sindaci dei comuni infestati o agli amministratori condominiali se gli alberi contaminati ricadono in spazi condominiali.
La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...