Accedo a facebook per rispondere ad una
notifica.
Raramente lo faccio.
Scorro la pagina e vedo un post. Per
l'esattezza una foto in cui sono ritratte persone a me note e care e
tra loro una figura che ricordo con affetto: il mio compare Girò, il
cui vero nome era Vincenzo Barbieri di Torre di Ruggiero ma tutti
chiamavano “compare girò” perché sempre in giro sulla sua moto
guzzi. O forse su una motocicletta gilera?, per la Calabria
Di lui ho tanti ricordi, un carissimo
ricordo in particolare legato alla mia infanzia mi sovviene ogni
volta che ascolto musica o, meglio, un messaggio vocale.
È stato lui a farmi conoscere il
registratore a nastro. Lo portò in casa mia durante i festeggiamenti
in onore alla Madonna, Maria SS della Luce, protettrice del mio paese natìo: Palermiti. Per l'occasione c'era imbandita una
tavola lunghissima e attorno la mia numerosa famiglia pranzava con
spirito di devozione.
Il magnetofono era affascinante. Magico
per certi aspetti. Parlavi e potevi riascoltare la tua voce
nell'immediatezza, cantavi, sospiravi, soffiavi facevi rumori strani
e riascoltavi dall'altoparlante inserito nel coperchio dell'apparecchio i suoni
riprodotti con qualche leggera sfumatura. La tecnica era ai primordi.
Non c'era la regolazione dei toni bassi e alti, tutte sofisticate diavolerie tecnologiche che prenderanno piede nel futuro con l'evoluzione della tecnica e, quindi, con l'inserimento dello stadio equalizzatore nei sistemi hi-tech.
Io ero attratto da quell'aggeggio
magico.
Eravamo negli anni '60.
E ogni volta che scorro l'album di
famiglia rivivo quei momenti.
Torno bambino. Divento ragazzo. Prima
comunione. Cresima. Il collegio. Primi amori. Scottature.
Delusioni che fortificano. Insomma, come tutti, superati gli 'anta,
accumulo ancora esperienze e, grazie alle persone incontrate lungo il
cammino, tra alti e bassi, sono ancora qua.
Un carissimo e fraterno abbraccio
cosmico.