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domenica 24 settembre 2023

Catanzaro. Una proposta di pace

 

Le notizie corrono.

Specialmente nelle realtà cittadine dove una routine consolidata e calendarizzata nell'agenda dell'amministrazione comunale avulsa da qualsiasi etichetta politica mette radici.


giovedì 10 giugno 2021

Trattieniti, stringi e aspetta

Bene. Anzi no. Male!

Nonostante l'evoluzione scientifica e intellettuale siamo ancora all'età della pietra in quanto a democrazia e discernimento sociale e individuale inerenti alle libertà civili.

La pandemia ci ha trasformati in peggio. Non so se è stato un progetto di finissima strategia politica oppure la conseguenza dell'approssimazione di come è stato gestito il tutto.

Indubbiamente ci siamo trovati davanti all'ignoto e a un nemico terribile sconosciuto che ha mandato tutti nel pallone. E che ha inculcato terrore.

Il piano vaccinale continua e i giornalisti pompano benzina sul fuoco delle fobie alimentandole. E la politica?

Dopo le chiusure dei luoghi d'afflusso socializzanti, le note imposizioni che non lasciano spazi a deroghe di sorta, manichee a tal punto che costringono anche chi dorme nello stesso letto alle misure di prevenzione imposte per decreto, eccone pronto un altro altrettanto iniquo e doloroso.

Pare che il cruccio maggiore della politica europea e anche nostrana sia quello di tracciare ogni singolo essere che si muove per necessità e piacere.

Non bastano più le somministrazioni imposte e la sottomissione ai vari dpcm, giusti o sbagliati sarà il tempo a decidere, per il momento viviamo malissimo la socialità e gli affetti.

Negare la visita ai congiunti ammalati è pura crudeltà! Mascherata dal contenimento pandemico, quindi necessario x la tutela della salute pubblica.

La tracciabilità, che potrebbe essere testimoniata dalla TESSERA SANITARIA che fa le funzioni anche di codice fiscale, è affidata a un'applicazione. Ennesimo orpello burocratico, utile solo per le aziende che lavoreranno attorno al progetto:

Il green pass, introdotto dal decreto "Riaperture" per consentire gli spostamenti tra Regioni e l'accesso a eventi pubblici e sportivi, previsto nelle zone gialle anche per partecipare alle feste in occasione di cerimonie civili e religiose.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha dato parere favorevole sullo schema di decreto attuativo che attiva la Piattaforma nazionale DGC per il rilascio del green pass, prevedendo adeguate garanzie per l'utilizzo delle certificazioni verdi.

In pratica chi rilascia tale certificazione quanto penalizzerà i cittadini in termini di tempo perso, soldi spesi e, peggio, relazioni umani imbarbarite? 


lunedì 29 marzo 2021

Pasqua blindata, che fantasia!

Ci risiamo. Divieti e limitazioni alle libertà individuali per decreto.

E mentre in Olanda si stanno sperimentando “assembramenti scientifici” per comprendere come il virus si propaga nelle occasioni che da noi sono vietati ci prepariamo all'ennesimo blocco delle attività socializzanti e dei rapporti umani tra consanguinei e persone che in altri momenti coabitano.




Chissà perché molte piccole ma rilevanti sfumature sfuggono a quella miriade di tecnici e scienziati che affiancano i politici e li aiutano a prendere decisioni.

Tra le misure restrittive, coi relativi cambi di colore delle regioni e dei territori contagiati o a rischio individuati dalle amministrazioni locali, inizia a fare presa l'obbligo del vaccino; ed è allo studio persino la carta d'identità vaccinale. Misure discutibili in un più ampio dibattito o spazio dedicato alla razionale valutazione degli effetti delle misure ritenute “salvavita” che alzano una barriera protettiva.

Analoga considerazione va fatta per gli spostamenti in automobile. Cioè 2 persone adulte x macchina salvo i minori.

E qui il ridicolo è assicurato! Vediamo un po':

in una famiglia composta da 4 o 5 conviventi tutti maggiorenni che pranzano insieme, fanno colazione, VIVONO!, assembrati 24h, sono obbligati per decreto di spostarsi due alla volta se intendono fare visita ai parenti.

Pasqua e casi particolari a parte, l'assurdo che deve vivere e affrontare una famiglia che sta insieme sempre per abbracciare i congiunti, è fuori da ogni logica scientifica!, imporre tre o quattro viaggi per trasbordare da una casa all'altra l'intero nucleo familiare è a dir poco ridicolo!

Ovviamente adottando tutte le precauzioni suggerite dalle buone abitudini igieniche.

giovedì 14 gennaio 2021

l'attesa

Lo sguardo si perde oltre i vetri. In lontananza la vecchia antenna rai posizionata sul monte di Tiriolo e più in là la vasta distesa di pale eoliche. 

Il silenzio è interrotto dai rumori elettronici di qualche gioco. Qualche ragazzo starà impegnando l'attesa? Il suono è insistente. Sembra di essere in una vecchia sala giochi o in qualche bar al tempo in cui spopolavano i flipper.

Ding diring driiing troc troc tring.... . È insopportabile! automaticamente lo sguardo va alla fonte del rumore:

Chi sta giocando non è un adolescente ma una signora adulta! Qualcuno fa notare che hanno inventato anche gli auricolari oltre al telefono. Ma la signora imperterrita prosegue a giocare. Smette solo per prendere parte alla discussione:

C'è quello quello molto importante come si chiama mi sfugge quello che ha fatto le inchieste vai e notta... wainot. Si guaienotta -ripete sornione il signore col pancione- why not!

la signora del videogoco sembra trovare grande motivazione e s'intromette decisa nella discussione:

Quello che mò è sindaco di Napoli. De magistris! Suggerisce qualcuno. Sì sì proprio lui che pare si voglia candidare. Mò finisce il secondo mandato a Napoli e quindi è libero. Sì è già stato fatto fuori un prima volta qui a Catanzaro mò vedrai che sarà la seconda volta. No no lui non si fa fottere di nuovo. È un uomo di legge! E saprà fare pulizia insieme a Gratteri.

L'attesa è lunga. Nel corridoio trasformato per esigenza in sala d'attesa i pazienti iniziano a scambiare sensazioni e previsioni in base alle rispettive conoscenze e aspettative di soluzione della questione “regionali”. Nomi, liste e propensioni di voto. Poi, confessano i loro peccati inerenti lo stato di salute che li ha costretti là. Le confessioni pubbliche diventano catartiche e leniscono, almeno per il momento, dolori e pene. Parlano dello stile di vita. In pochi ammettono le proprie colpe. Gli abusi di gola e gli alimentinno che li ha aiutati a cadere ed essere vittime delle patologie genetiche silenti.

Non fanno mea culpa. No! la colpa è sempre di qualcosa altro o di qualcun altro se si trovano in quella situazione di declino fisico. “la mamma che li vezzeggia o li ha vezzeggiati; le frittelle a cui non puoi dire no! I dolci; le torte delle ricorrenze che tanto arrivano una sola volta l'anno e così via”.

Sarà l'età, il cibo, i veleni usati nell'agricoltura, le plastiche, le multinazionali che intrigano e pensano solo a fare profitti?, che li ha portati lì e a fare lunghe file davanti agli sportelli della sanità pubblica e ai medici specialisti? Bha?

Dalle pecche personali a quelle della sanità pubblica il passo è breve! Siamo all'impietosa analisi populista (questa volta è d'obbligo) che si arena sull'annoso problema in cui versa la società e, quindi, alla crisi dei valori della politica e, guarda caso, riguardano solo ed esclusivamente gli altri; quelli che governano! Quelli che gestiscono il potere; la sanità e le sorti delle persone...



mercoledì 15 ottobre 2014

Parole in cors(i)a

Ciao come va?
Che vuoi che ti dica... se ci s'incontra in un luogo come questo c'è sempre qualcosa che non và per il verso buono. Mia moglie ha un tumore. Sono due anni che lotta, lei da una parte e io dall'altra lottiamo contro un nemico infido e tenace. Almeno morisse, così finirebbe di soffrire. Smetterebbe di soffre lei e noi in famiglia che ormai abbiamo razionalizzato la malattia. No, guarda, quando vivi in prima persona questi drammi rivedi tutti i concetti. Non credi in niente e nessuno perché se tu a farne le spese e nessuno ti aiuta.

… ma tu che stai facendo? Stai continuando a dipingere? Non mollare! Tu hai talento! Io, che vuoi, per me era un passatempo … ho smesso di fare le uova al tegamino...


Così diceva quando dipingeva il sole che calava sul mare o che spargeva gli ultimi bagliori sui boschi della Sila: “sto facendo un uovo fritto”. Diceva; e nel dirlo sorrideva sommessamente.

Adesso, a calare è il suo umore. Le luci della gioventù si sono abbassate da un pezzo. È l'ora del crepuscolo. Un crepuscolo amaro che rende duro il suo cuore e affossa la poesia che un tempo lo induceva a prendere i pennelli e i colori per trasfondere sulla bianca tela l'epilogo di una serena giornata trascorsa sotto il sole mediterraneo.

domenica 27 febbraio 2011

etica e morale, concetti retrò, meglio dire convenienza



Mi accorgo di essere fuori luogo ogni giorno di più. Non che abbia chissà quale educazione ma nella mia mente riaffiora spesso ciò che mi ha inculcato da piccolo la mia famiglia, la società contadina e i salesiani nel periodo degli studi in collegio. Negli anni della mia infanzia si parlava ancora di valori etici e morali; di altruismo, amicizia, amore riscontrabile in azioni e pensieri etici e morali, a volte, esaltati nella letteratura e nelle arti visive.

Oggi non è così! Le guide parlano di convenienza piuttosto che di etica o morale. anzi, alcuni antepongono al discorso che si accingono a fare queste semplici ma efficaci parole: “badate bene: dico convenienza! non etica o morale, è solo una questione di convenienza!”. per cui è facile incontrare il mercante subdolo che invoglia all’acquisto di un’opera d’arte non per il valore artistico e culturale intrinseco ma per l’investimento economico che accrescerà nel tempo il valore del gruzzolo speso. oppure il giurista o il politico impegnato contro la lotta ai mali sociali delle confraternite malavitose che imperniano il potere contrattuale su questioni economiche e lavorative per gli adepti.

Opportunismo! o, convenienza?

Quisquilie, direbbe la buon’anima di Totò de Curtis. i due concetti sono contigui. ma ciò che rimane lontano dal modello di vita dei saggi insegnamenti, i contemporanei lo cercano nell’effimera pragmaticità materialista.

Con ciò non si vuole postulare un elogio all’ipocrisia, giacché è luogo comune pensare che un tempo si predicasse bene ma si agiva malissimo, ma un conto è sapere discernere con cognizione di causa e quindi convintamente il bene dal male all’insegna dell’emancipazione collettiva e l’altro, perseverare negli errori e lasciare intendere che alcune scelte devono essere fatte sempre e comunque per egoismo personale e guadagnare qualcosa.
Si vuole richiamare l’attenzione degli organi preposti alla missione principale educativa dei cittadini, quindi, lo Stato attraverso le istituzioni e le strutture sociali nei diversi gradi educativi scolastici, scuole primarie e università, mestieri, associazioni private, senza dimenticare il ruolo importante della Chiesa e del mondo laico.

giovedì 18 febbraio 2010

verso il futuro, tra pubblicità e consumismo


Pubblicità: termometro dell’ego contemporaneo

La pubblicità testimonia, in maniera impietosa, la realtà contemporanea.

L’egoismo umano porta a disfarsi dei fardelli inutili, frenanti per la realizzazione del benessere personale. Ogni ostacolo, economico, fisico o mentale deve essere rimosso. Non c’è spazio per i sentimentalismi. Familiari inclusi!

E se fino a qualche decennio addietro, gli anziani, erano ritenuti un valore aggiunto oltre che risorsa e saggezza per la famiglia, oggi, i genitori vecchi per casa, sono ritenuti soggetti invadenti, specie se ammalati.
Affidiamo, quindi, le persone che ci hanno seguito amorevolmente per tutta la vita, affrontando in silenzio sacrifici e ostacoli di varia natura pur di appianare la strada a noi. Noi che per ricompensarli abbiamo istituito l’esercito delle badanti straniere. Così abbiamo tacitato la coscienza e risposto all’amore di chi ci ha dato la vita!

Non siamo in grado di superare nessuna difficoltà. Siamo diventati codardi e la paura di soffrire ci rende cinici. Anche il matrimonio non ha la durata d’un tempo; eppure, oggi le nuove coppie dovrebbero essere rodate, vista la libertà dei costumi. Molte coppie convivono prima di arrivare a fare il fatidico passo che li conduce all’altare. Allora come si spiega la separazione imminente?

L’altro giorno mi è giunta voce che una ragazza al ritorno del viaggio di nozze è tornata dalla mamma in lacrime: si sentiva violentata, incompresa, non pronta a formare famiglia… così ha riferito alla mamma.

giovedì 15 ottobre 2009

pace fatta! venditti s'incontra con loiero


Apprendo dal sito ufficiale della regione Calabria dell’incontro chiarificatore tra Antonello Venditti e il presidente della regione Agazio Loiero. Pertanto, corre l’obbligo di postare l’articolo tratto dal sito menzionato.

“Un chiarimento che diventa una chiacchierata tra amici, una stretta di mano, un abbraccio e un arrivederci in Calabria. E’ la fotografia dell’incontro tra il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero e il cantante Antonello Venditti che si è svolto questa mattina nella la sede romana della Regione in Piazza di Campitelli. “Mi sento un po’ calabrese”, assicura il cantante. “E la Calabria ha bisogno di amici”, replica Loiero, chiudendo la querelle. Testimoni dell’incontro e trattino di congiunzione tra il cantante e il presidente, il giudice Adelchi D’Ippolito, calabrese trapiantato a Roma. e Claudio Ranieri mitico giocatore del Catanzaro in serie A e oggi allenatore della Roma, suoi amici da sempre come lo sono tanti, tantissimi calabresi.
Travolto dalle polemiche per una sua frase sulla Calabria pronunciata 14 mesi fa a Marsala e, all’improvviso, veicolata dopo più di un anno su Youtube, frase, secondo il cantante, “estrapolata da un contesto assolutamente diverso e non negativo nei confronti della regione”, Venditti ha fatto di tutto per recuperare quello che definisce un rapporto intenso e d’amore per la Calabria.
E nel lasciare la sede romana di Piazza di Campitelli, confessa: “Sono contentissimo dell’incontro con il presidente Loiero al quale mi sono rivolto perché rappresenta tutti i calabresi e che ha dimostrato comprensione, intelligenza e sensibilità nell’interpretare quanto mi sta accadendo. Sono stato trascinato inopinatamente in una polemica, servirebbe capire chi e perchè ha recuperato quella frase che non era contro la Calabria, trattandosi della presentazione della sua nuova canzone Stella”. E poi aggiunge: “Ma questa è dietrologia e non mi appartiene. Il mio messaggio vero è questo: ho un legame profondo con la Calabria di cui conosco l’immenso patrimonio culturale e storico, un rapporto intenso che mi lega a questa regione ma anche ai tanti amici che frequento. Per quanto possa sembrare paradossale io ho parlato comunque da calabrese che ama la sua terra”.”

mercoledì 7 ottobre 2009

chi tutela lo spettatore dalle offese dei personaggi forti in tv?


Quando gli utenti subiscono offese da personaggi noti in tv:
Chi tutela il fruitore del servizio mediatico?

È una domanda che sorge spontanea ogni qualvolta si è costretti ad assistere alle esternazioni demenziali di determinati soggetti che, grazie alla loro attività, spadroneggiano nei palinsesti pubblici e privati. C’è da chiedersi se prima di aprire bocca e dare fiato alle corde vocali abbiano fatto le prove generali di connettività cerebrale, attivato le giuste facoltà cognitive e magari, per maggiore sicurezza, contare fino a cento prima di liberare stronzate. Indubbiamente, è molto difficile per lo stolto contenere il fiume logorroico quando l’ormone dell’adrenalina è in piena attività, però, una volta appurata la pericolosità sociale, testimoniata dai suoi interventi estemporanei registrati dai mass media, dovrebbe essere curato incessantemente e mai lasciato solo. È d’obbligo un tutore! Un tutore saggio che anticipi le gaffes ai personaggi dello spettacolo quando offendono regioni intere, con frasi tipo “perché Dio ha creato la Calabria”, dette col preciso intento di arruffianarsi la platea che lo ospita e magari sponsorizzare un’opera faraonica inutile poiché mancano le infrastrutture primarie nelle regioni interessate.
È d’obbligo un tutore saggio per chi vuole “ammazzare tutti i figli dei zingari… Istituire la carta della razza pura … avere docenti d’origine controllata … portare il popolo in piazza per difendere interessi privati nelle pubbliche amministrazioni…” Sì ci vorrebbe un esercito di saggi che facesse ragionare seriamente quanti deputati alla guida delle masse, cantanti e non, che a vario titolo determinano le sorti delle nazioni.
Ciao compagno Antonello; ossequi onorevoli… auguro a tutti voi una crescita culturale dinamica nel rispetto delle umane pluralità.

mercoledì 30 settembre 2009

senza rancore: mors tua vita mea


I bisogni del III millennio


C’è stato un tempo in cui anche le aziende serie divulgavano il verbo dell’amore conviviale.
Ricordo ancora la frase di un docente aziendale negli anni ‘90: perché sopraffare il collega, la concorrenza, intraprendere gare e affannarsi per arrivare primi: non è più bello tagliare il traguardo insieme? Se guardiamo il prossimo come un fratello, tutte le velleità si frantumano…
Se poi, questa espressione, la estendiamo alla società intera, abbiamo realizzato il sogno idilliaco dell’amore universale! Ebbene, ci ho creduto! Ho creduto che l’uomo debba fidarsi del prossimo; minimizzare gli affronti; le discussioni chiassose; le beghe di parte, collaborare alla crescita collettiva, ma non è così. Specie oggi che, di fatto, la disoccupazione è uno stato endemico per la grandissima maggioranza della popolazione adulta. Oggi, purtroppo si assiste impotenti alla scalata sociale di quanti hanno necessità più o meno reali di sostentamento. Vediamo quindi ragazzine dal cervello corrotto che ostentano sfacciatamente corpi acerbi per aprirsi comode strade; donne di plastica; uomini e donne che non accettano la naturale evoluzione temporale; personaggi cinici che dalle disgrazie altrui ricavano guadagni. Inquinano l’ambiente, avvelenano la natura per guadagnare di più, avere profitti maggiori. Insomma, l’idea contemporanea della solidarietà è rivolta solo ed esclusivamente alla solidità del proprio conto bancario, comodamente protetto nelle banche dei paradisi fiscali esteri così da non pagare le tasse e partecipare, secondo le proprie energie al mantenimento dello stato sociale, come recita la Carta Costituzionale della Repubblica Italiana.
Che dire, poi, delle persone che gestiscono gli istituti della pietà solidale? E poi, perché pietà?
Solidarietà è spendersi affinché nessuno viva nelle ristrettezze economiche. Creare presupposti seri di lavoro, instituire forme di sussidi economici laddove la tecnologia ha soppiantato le vecchie forme di attività economiche-lavorative.
Nel III millennio, era di malattie contagiose, pandemie, cataclismi naturali, politici e di pensiero, l’unico elemento adeguato alla sopravvivenza individuale sembra essere la prevenzione strumentale del proprio orticello. A ciò ha portato l’involuzione di pensiero degli ultimi tempi! Non a caso, l’azione eloquente, che si vede esternare spesso per le strade, nei salotti televisivi anche a certa classe dirigente, racchiude la sintesi della pochezza di pensiero condensata nel popolare gesto riprodotto, affianco.

lunedì 21 settembre 2009

paura presunzione arroganza




Le persone sicure, quelle che hanno la risposta esatta a ogni tipo di problema fanno paura.
Soggioga e fa paura la sicurezza esternata nel dare soluzione certe.
Fa paura l’arroganza totalitarista esposta senza se e senza ma.

Da non sottovalutare l’effetto delle frasi introduttive a sostegno del proprio credo: la gente vuole…, oppure: gli elettori, gli iscritti… gli Italiani!

Le titubanze, i dubbi sono banditi dalla testa e dal lessico dei leader oltranzisti che per suffragare deliranti teorie tentano di impressionare gli astanti con citazioni arricchite di numeri statistici e nomi altisonanti.
Per questi soggetti non esiste l’altro, il diverso. Diverso fisicamente, culturalmente! Chi non si adegua è nemico da combattere!

Eppure l’Italia, dal dopoguerra in poi, ha subito flussi e riflussi culturali non indifferenti: è passata da un’economia contadina a una industriale sbeffeggiata con arguzia pungente da Charlie Chaplin in tempi moderni, dove, il genio Chaplin anticipava quasi tutte le fobie e i malesseri psicologici che avrebbero accompagnato la nuova era.

Negli anni ‘60/70, alcuni valori sociali erano sentiti: si rispettava la persona anziana, l’ammalato, il debole! E nei momenti di calamità naturali o alla presenza di lutti nazionali per onorare le vittime di eventi criminosi, la solidarietà era un dato tangibile persino nelle trasmissioni televisive: la RAI bandiva lo spettacolo e irradiava solo musica classica! Oggi, sotto il motto: lo spettacolo deve continuare (perché così avrebbe/ro voluto …) si narcotizza la riflessione individuale. L’uomo non è solo neanche a volerlo! Condizionato dal frastuono mediatico, dimentica origini, usi e costumi. Saperi trasmessi dalle contaminazioni di popoli migranti; sbarcati sulle coste italiane da fuggiaschi o con mercanzie da barattare.

I cinquantenni Italiani sono testimoni di cambiamenti epocali. Anche in Calabria è cambiato tutto; dall’abbigliamento al linguaggio ma nel retaggio antropologico arde ancora la fiamma della solidarietà, in virtù della quale si lasciano aperte le porte dell’accoglienza. Calabresi sempre pronti al nuovo, alla bontà degli ospiti, alla riflessione.

sabato 19 settembre 2009

forza evocativa, passione politica e amore in musica


Chissà a quanti è capitato di rivivere momenti significativi della propria esistenza ascoltando una canzone e quanti, in situazioni estemporanee, hanno esclamato: sembra di essere nel testo di una canzone di Vasco, De Gregori, De Andrè o Paoli…
La forza evocativa delle parole risveglia temi sopiti e la musica crea la giusta atmosfera.
Catanzaro, 17 settembre 2009, ore 12 e 45. sul marciapiede, tra i motorini davanti al liceo Galluppi, quattro liceali discutono animatamente. Le guance imberbi, rosee per l’enfasi oratoria, denotano un’età tra i 14/15 anni. Parlano di politica. Nella mia testa di spettatore occasionale qualcosa si è risvegliata; ho anch’io 15 anni e discuto con i compagni di scuola come contribuire per cambiare in meglio la società mentre la canzone di Gino Paoli scorre nelle orecchie: eravamo quattro amici che volevano cambiare il mondo…
La vita è una ruota! Auguro ai ragazzi del 2009 di riuscire dove noi del 68 e giù di lì abbiamo fallito.

martedì 15 settembre 2009

Realtà, luoghi, passeggiate in Calabria


a tutela della dignità dei cittadini e dell'ambiente



Avrei voluto scrivere del bel tempo in Calabria, 29°C mentre sto postando, e condurre per mano il lettore a conoscere le bellezze naturali, i siti archeologici, la struttura normanna della cattedrale di Santa Maria delle Roccelle e suggerire le installazioni di Oppenheim.

 Ma di colpo l’entusiasmo s’ammoscia. Non me la sento; è impossibile proporre la visita di luoghi ricchi di storia e civiltà dopo aver sentito dei veleni sparsi in mare e interrati dai manovali della ‘ndrangheta.
Secondo il collaboratore di giustizia il tirreno, lo jonio e anche parte del territorio calabrese è a rischio contaminazione!
Il Presidente della regione Calabria, Agazio Loiero, preoccupato per la vicenda, pone in primo piano il diritto alla salute dei calabresi:
«Abbiamo sollecitato il governo nazionale ad intervenire, senza rinvii, con provvedimenti urgenti per finanziare un piano per la bonifica di tutti i siti radioattivi» si legge in una nota emanata in serata dalla regione. E, l'assessore Greco ha voluto tranquillizzare la cittadinanza sui pericoli di contaminazione. «Non ci sono problemi per la balneazione – ha affermato- il carico si trova a molti chilometri dalla costa e a diverse centinaia di profondità». …e la pesca, le colture?
Quanti danni ha causato il giro sporco di affari ai calabresi onesti?
E ancora: quanto è veramente tutelato il cittadino qualunque, quello che non ha potere contrattuale economico e politico costretto a pagare il canone rai e tutti i balzelli fino all'ultomo centesimo?
Stando alle notizie divulgate in questi giorni anche dalla stampa in merito agli scandali ambientali, civili, finanziari e politici la risposta è zero%!

Persino da utente televisivo è costretto alla visione di certi programmi; sembra (o lo è?) una congiura contro il libero arbitrio: non ha neanche l’illusione di potere annullare momentaneamente il chiasso mediatico cambiando canale. Le beghe di quartiere dei portavoce privi d’ideali tracimano dallo schermo in qualsiasi palinsesto (quanto prima li vedremo anche negli spot pubblicitari tra un detersivo, una merendina, un pannolino e l’adesivo per le dentiere che ballano). Uno smentisce l’altro. Poi seguono querele, interrogazioni parlamentari che avvalorano la metafora dei nostri saggi: i ciucci si ‘mbriganu e i varrili si sdoganu che tradotto, suona così: gli asini litigano e gl’incolpevoli barili che hanno sulla soma si rompono. È chiaro che stando alla metafora noi cittadini siamo i barili…
Ma andiamo oltre; la cosa che più preoccupa è che in tutti gli affari sporchi realizzati in Italia, stando alle dichiarazioni dei pentiti, alcuni personaggi della classe politica sono dentro a vario titolo.

mercoledì 12 agosto 2009

brigantaggio, mafia, ndrangheta, camorra: miniere x il mercato delle parole


©arch.M.Iannino
Il fenomeno del brigantaggio, inteso come autotutela romantica dei diritti fondamentali dell’uomo, scaturito dalla ribellione alle angherie delle autorità preposte, avrebbe dovuto cessare di esistere con l’avvento dello stato democratico, la gestione popolare della cosa pubblica e, dato non secondario, dalle azioni delle associazioni politiche e sindacali. Purtroppo, ciò non è avvenuto!

Il brigantaggio storico si trasforma. Penetra nelle associazioni professionali, politiche, culturali e persino religiose. Non si tratta più di un fenomeno di autotutela per la sopravvivenza ma diventa una holding a tutti gli effetti.

La nuova veste imprenditoriale fa sì che gli schieramenti contrapposti in stato e antistato coabitino.
Il malaffare non è un concetto astratto o un esercito armato da combattere; è lo stile di vita dei soggetti con una forte connotazione egoistica, presenti e attivi nella società, cresciuti in situazioni di bisogni egocentrici impellenti. Pronti all’azione buonista, attenti ai quotidiani bisogni dei conoscenti e delle comunità in cui operano. Oculati nella gestione del potere e del malcontento popolare. Anticipano i tempi.
Mafia, ‘ndrangheta, camorra… allo stato attuale delle cose sono pure invenzioni letterarie. Masturbazioni mentali che alimentano un mercato fatto di parole; montagne di pagine sprecate per dimostrare equazioni inutili, se consideriamo la crescita culturale delle “democrazie” in cui gli attori principali recitano.

domenica 19 luglio 2009

la diversità dell'altro, il disabile del terzo millennio



La diversità dell'altro, il disabile del terzo millennio

L'aspetto esteriore determina l'inizio e l'epilogo del rapporto umano. Il cosiddetto colpo d'occhio iniziale influenza in maniera determinante la predisposizione al dialogo e, conseguenzialmente, la comprensione delle altrui tendenze espressive, religiose, filosofiche.

La diversità fisica, se indica femminilità o machismo, è la marcia in più usata dalla filosofia di vita corrente. Infatti, recenti sondaggi evidenziano il ricorso esponenziale, da parte di uomini e donne, a interventi di chirurgia plastica ricostruttiva. Se dietro un bel nasino, una quarta ben fatta, dei fianchi stretti per le donne e muscoli tonici per i maschietti vi è assenza totale o parziale di materia grigia poco importa, nessuno presta attenzione al contenuto interiore: perchè perdere tempo dietro a filosofie astratte quando si ha tra le mani un bel giocattolo reale!

La tendenza del terzo millennio è votata ad annullare le diversità imposte dal naturale scorrere del tempo e da madre natura. Quindi, non più vecchi ma persone mature, se si parla dei problemi degli anziani o fascia della terza età; non sordi ma audiolesi, non-udenti; non ciechi ma non-vedenti... sembra si voglia esorcizzare persino con i vocaboli la diversità imposta da malattie, tare genetiche e dal fluire inesorabile del tempo.

Disabili, vecchi, grassi, bassi, extracomunitari rappresentano la parte "bruta", malsana, di una società clonata: fantasmi da esorcizzare; e non si realizza che la disabilità peggiore è quella che non si vede...

sabato 27 giugno 2009

cloni impersonali, idoli, fans, mass media


È morto M. J.
La stringa del sottopancia scorre sotto le immagini di un efebo nascosto dietro quintali di cerone: capelli riccioluti; nasino microscopico; labbra ben disegnate... colore ceruleo;
la rock star americana... parla romano!?

È uno scherzo!... no, non lo è!, la giornalista sta intervistando un fan che, pur di somigliare alla perfezione a Michael Jackson , si è sottoposto a diversi interventi di chirurgia plastica.

Chissà come si sentirà tra 20, 30 anni, con qualche kg in più e qualche capello in meno, trasformazioni, queste, imposte dalla genetica; quando il ricordo dell'idolo sarà cancellato definitivamente dalla memoria collettiva ed il clone non vivrà di luce riflessa , salvo eventuali revival, operazioni di mercato, interessi discografici e tutto ciò che il business industriale creato attorno alla sua persona escogita ed offre attraverso i mezzi di comunicazione di massa al grande pubblico.

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