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Lettera aperta al sindaco Abramo

Da noi si dice: “u troppu bonu è fissa...”, vale a dire “chi è troppo buono passa per fesso. E qui, a Catanzaro si sta rasentando l'assurdo. Peggio che in quella scuola di Rozzano, nel milanese, in cui il dirigente scolastico ha deciso di sopprimere o posticipare le didattiche natalizie in chiave religiosa svolte da sempre in tutte le scuole d'Italia. L'ospite è sacro !, ma, una volta accolto, l'ospite, deve a sua volta rispettare la cultura della terra che lo accoglie. Sbaglia, chi pretende azioni inusuali o lesive nei confronti culturali dell'altro, sia esso ospite o padrone di casa. Ricordando che: L'estremismo porta inevitabilmente allo scontro. E che il lassismo di certi amministratori locali induce i più deboli alla sfiducia, se non peggio, alla diffidenza e alla paura nei confronti del diverso, non si capisce come mai ancora il sindaco Abramo e il Prefetto Latella consentano ad alcuni immigrati di spadroneggiare nelle aree cittadine.

Vuoi parcheggiare, devi pagare il pizzo!

Se il commissario di Roma con due ordinanze per il decoro ha “stroncato” un'attività a metà tra il folklore e lo stalking, perché a Catanzaro non si promuove un'azione analoga nei confronti dei parcheggiatori abusivi che da qualche anno fanno da padroni nei pochi spazi liberi rimasti in città? Nel provvedimento il commissario vieta qualsiasi attività che preveda la disponibilità a essere ritratto come soggetto storico a fronte di passaggio di denaro. Il divieto si impone ai fini della tutela della sicurezza urbana in quanto i soggetti dediti a tali attività agiscono frequentemente con modalità inopportune, insistenti e talvolta aggressive. A Catanzaro i parcheggiatori abusivi, tutti immigrati, non sono vestiti da centurioni e non propongono fotografie in costume ma deturpano ugualmente il decoro urbano con i loro gesti e chiedono soldi per fare parcheggiare, tra l'altro, in divieto di sosta, la macchina agli automobilisti intimoriti. E non è un'esageraz...

Rispetto delle regole x una corretta integrazione

CATANZARO: TERRA DI NESSUNO? Se l'immigrato è lasciato a sé stesso.  Non è la prima volta e non sarà l'ultima che qualche testa calda spinta dalla necessità del vivere giornaliero faccia prepotenza a casa degli altri. La vicenda di questa mattina , relativa al posteggiatore abusivo che caccia un automobilista da una zona franca qual è lo spazio libero nei quartieri cittadini, l'ho già sentita altre volte e anche il sindaco Abramo e il Prefetto ne sono a conoscenza perché altri cittadini hanno denunciato episodi analoghi. È inverosimile che fatti del genere accadano nella tranquilla e civile Catanzaro. Ed è ancora più tragico che le “angherie” di questa gente emarginata siano perpetrate nelle vicinanze di luoghi in cui il dolore si tocca con mano: l'ospedale civile “Pugliese-Ciaccio”. Chi si reca all'ospedale ha già un pesante fardello da sopportare e non può mettersi a litigare con gente ancora più disgraziata portatrice di dolori ancora più grandi ...

Catanzaro tra zona blu e parcheggiatori abusivi

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Quando l'abusivo intimidisce Ehi hai lasciato la macchina là? Non può stare devo lavorare!  Che dici? –rispondo all'uomo che mi viene dietro.  È tua la macchina? Sì, è mia, cosa c’è che non va? Devo lavorare. Non può stare! Forse intralcia i lavori. O l’accesso di qualche mezzo del cantiere. Penso, mentre ritorno sui miei passi, in direzione della macchina.  In effetti l’ho lasciata a ridosso delle transenne di un fabbricato in via di ristrutturazione, un palazzo popolare situato di fronte lo stadio di Catanzaro, ben avvolto nella rete protettiva edile. Il ragazzone nero, che credevo fosse un operaio del cantiere addetto a tenere lontane le macchine, mi precede. Arrivato vicino alla mia macchina si gira. Siamo a tu per tu. Ha una vistosa cicatrice sulla guancia sinistra, alcuni graffi sul volto e una ferita aperta sulla fronte. Io lavoro. Dammi qualcosa per mangiare se no non può stare. Mi dice deciso. Ah! Mi hai fatto tornare indietro per questo? ...

Interrompiamo la spirale di odio e violenza

Ci stanno portando in guerra Dopo averci affamato e tolto ogni speranza ci hanno riempito la testa di terrore e indotti all'odio. La gente semplice, che è all'oscuro di molte cose e non sa di traffici d'armi, strategie economiche e segreti di Stato, cioè la maggioranza, ha paura delle pazze azioni terroristiche che hanno sconquassato Parigi. Ha paura degli immigrati e dei profughi scappati dalla guerra e dal regime dei dittatori che si nascondono dietro la religione islamica. Signori della guerra che diffondono il Corano in modo distorto e lo plasmano a loro piacere nelle povere teste degli ignoranti incazzati col sistema attuale. Dittatori messi a governare.  Le politiche economiche occidentali tendono ad emarginare i deboli. I media dell’Europa e i governi occidentali, America in testa, come avvoltoi si avventano sulle carcasse dilaniate dalle bombe e sui cadaveri, mentre continuano a vendere armi ai Paesi in conflitto e, in cambio, comprano e vendono ener...

Lavoro Svago Arte Cultura giovano e scacciano il male

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Trovarsi in mezzo, essere coinvolti fisicamente o moralmente, nell'efferatezza stragista della follia, la reazione umana sembra essere quella contrapposta agli insegnamenti cristiani del porgi l’altra guancia. E come potrebbe essere altrimenti? bataclan, svago arte cultura Vedere una mattanza studiata e eseguita con fredda determinazione in nome di un Dio,( dio?), ma quale Dio può volere il male degli uomini? Di sicuro non un Dio Amorevole ma un anti-dio che domina la materia e condiziona le menti rendendole succubi del dio denaro e quanto, con questo, si può produrre e assoggettare ai propri voleri,  un dio minore e cattivo che odia e fa odiare chi ha raggiunto un grado superiore, chi si è evoluto, anche se per poco, dalle turpi passioni e sa tenere in buon conto i dogmi imposti per soggiogare i deboli e gli incolti. Anche gli sciacalli che tacciano di “buonismo” chi è contro la guerra e la violenza in generale sono servi del male.

Perché la carneficina di Parigi, a chi giova?

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bozzetto "le parole del Papa" courtesy M. Iannino La carneficina di Parigi può davvero essere etichettata semplicisticamente come una guerra di religione? Le dinamiche adottate fanno pensare ad una strategia mirata. Una strategia diabolica pensata da qualcuno che si nasconde dietro la sigla ISIS. Tra le valanghe di parole vomitate dagli esperti interrogati dai giornalisti immediatamente dopo gli attentati, le poche frasi frammentarie pronunciate dal Papa sono rimaste scolpite nella mia mente: questo non è umano. L'attacco a Parigi non è umano. È una terza guerra mondiale a pezzi. Una terza guerra mondiale a pezzi di cui dovrebbero interrogarsi seriamente i “signori della guerra” che fanno affari, grandi e importanti affari sulle paure della gente comune dopo accadimenti simili, che lasciano vittime incolpevoli a terra in pozze di sangue e col corpo a brandelli per avere indossato cinture esplosive o essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliat...

Benvenuti!

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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