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martedì 31 marzo 2015

Renzi i partiti e l'arroganza del potere

All'epoca dell'unità d'Italia la lingua più parlata in campo nazionale era il dialetto, i dialetti. Forse per le troppe differenze linguistiche, negli anni, alla classe dirigente non riuscì quello che Massimo D'Azeglio pare avesse intenzione di fare e cioè “fare gli italiani”.
"bianco" per gentile concessione dell'autore M.Iannino

Secondo gli storici fu lui, Massimo Taparelli, marchese d'Azeglio nonché scrittore, pittore, patriota e politico torinese a dire “abbiamo fatto l'Italia ora dobbiamo fare gli italiani”.
Da buon torinese, pare abbia detto anche “... la fusione coi napoletani mi fa paura; è come mettersi a letto con un vaiuoloso!”.

martedì 15 marzo 2011

gli studenti trevigiani bacchettano i rappresentanti dello stato indegni

In questi giorni siamo di fronte a problemi sociali rilevanti:
1) il nucleare
2) la guerra in Libia e lo sterminio del popolo libanese ad opera del dittatore
3) il terremoto in Giappone (l'ho scisso dal nucleare come punto d'analisi per sottolineare che quanto si è creduto di risparmiare attraverso l'uso dell'energia prodotta negli impianti atomici si è dimostrato un danno immane, un boomerang catastrofico per il Giappone e gli stati limitrofi, se rapportato alle spese da affrontare per la ricostruzione e la bonifica dei territori, nonché alla perdita degli affetti familiari).
4) La festa dell'unità d'Italia.
5) Le riforme della giustizia e le leggi ad personam nonché le bagarre per tentare di ripristinare l'immunità parlamentare cancellata dal referendum popolare dopo il terremoto “mani pulite” e le ruberie dei politici che hanno governato la prima repubblica.
6) La disoccupazione
7) i tagli alla cultura, alla scuola e alla ricerca; alla sanità e al welfare! Per economicità mi fermo qui e tentiamo un minimo di analisi:

Non si capisce perché alcuni esponenti della classe dirigente italiana anziché ascoltare le perplessità della gente in merito ai fatti recenti continuino a parlare di onda emotiva e inducono i cittadini ad appoggiare le scelte del governo e degli industriali dimenticando che in relazione al nucleare i cittadini si sono già espressi e hanno detto no attraverso il referendum!

Altro punto dolente: la gestione del lavoro e dei contributi pubblici alle imprese per mantenere lo stato sociale dei lavoratori e sviluppare la ricerca. Contributi che tutte le grandi aziende e quindi gli imprenditori che ora fanno la voce grossa hanno preso a piene mani negli anni belli del boom economico e che ora, simili ai topi che scappano quando la nave affonda, lasciano nella miseria la nazione e vanno dove guadagnano di più.

Ma la cosa che maggiormente rattrista è la faccia tosta dei leghisti che pur rappresentando l'Italia e gli Italiani dopo avere giurato fedeltà alla Repubblica sulla Costituzione nelle mani del Presidente Napolitano, offendono il tricolore disertando la sede all'apertura dei lavori del consiglio regionale della Lombardia non appena si alzano le note dell'Inno di Mameli.


Anche se questi indegni rappresentanti dello Stato una lezione l'hanno ricevuta dagli studenti del liceo scientifico "da vinci" di Treviso che si sono autotassati per comprare bandiere tricolore e appenderle nelle classi e coccarde da offrire agli immigrati; è da ribadire fermamente che quanti la pensano come i leghisti secessionisti che sono usciti dalla sala del consiglio per non sentire l'Inno di Mameli non possano ricoprire cariche ministeriali perché in netta antitesi con i principi d'unità nazionale.

giovedì 17 febbraio 2011

1861 2011 Auguri Italia

© courtesy by mario iannino                                                                                              

©archivio M.Iannino



anche se...

venerdì 11 febbraio 2011

che casino, in Italia...

Come tutte le ricorrenze anche quella dell’Unità d’Italia non poteva essere esente da critiche e tribolazioni per chi la sostiene convintamene. Cittadini e istituzioni comprese sono davanti a un bel problema: partecipare o no alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia?

Era inevitabile! Sembra che gli italiani siamo maestri nell’incasinarci la vita!
D'altronde, le prime avvisaglie si manifestano con la costituzione dei comitati e con le deroghe di massima urgenza che servono per velocizzare i lavori nei luoghi di concentrazione degli eventi calendarizzati dal gruppo di lavoro governativo guidato dal dottor Guido Bertolaso e dall’agenda di Governo.

I Grandi Appalti del G8 alla Maddalena, dei Grandi Eventi e delle Celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia hanno visto danzare uomini, donne e imprese attorno a una torta ben guarnita con soldi pubblici, e secondo gl’inquirenti, molti dei quali sono stati gestiti allegramente tra amici o in famiglia, grazie alle deroghe e in deroga alla trasparenza di pubblici bandi d’appalto. Questi aspetti che, ancora adesso, interessano gl’inquirenti, sono citati esclusivamente per ricordare la ressa che si crea attorno ai grandi lavori collettivi, che diventano affari, e nei quali, per il momento non interessa entrare nel merito. Fatto sta che, ideologie a parte, ideologie serie come potremmo averle noi calabresi che siamo stati assediati, mortificati, uccisi e derubati nel nome dell’Unità d’Italia, oggi si assiste a deliranti teorie e opposizioni se debba essere considerata festa oppure no, proprio nel bel mezzo di una crisi politica senza precedenti e con la lega, un partito demagogo nato per disgregare l’Italia e per curare i meschini interessi di un fantomatico popolo padano mai esistito se non nella mente bacata di qualche allucinato capipolo che sfrutta il malcontento e lo usa per dividere culture e povertà ormai comuni così da aumentare il proprio potere contrattuale nelle beghe di governo.

Un governo, incasinato! Che vede il primo ministro indagato per ragioni non propriamente inerenti alla sua attività ministeriale ma per delitti comuni, secondo la magistratura milanese che sta indagando e contestata da un centinaio di persone che stamane hanno dimostrato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano a sostegno di Silvio Berlusconi. Tra la piccola folla spicca Daniela Santanchè, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Valentina Aprea, deputata Pdl e Romano La Russa, assessore all'Industria della Regione Lombardia e fratello di Ignazio, ministro della difesa nell’attuale governo. Intanto, alle 17 di oggi è previsto un incontro al Quirinale tra il presidente Giorgio Napoletano e Silvio Berlusconi. Da parte sua, Napoletano invita a evitare gli scontri istituzionali tra magistratura e politica. Vediamo cosa succederà dopo l’incontro…

le chicche della Gelmini: lavorare è un atto d'amore

“Lavorare o studiare il 17 marzo non è uno sfregio per l'Unità d'Italia, ma un atto d'amore per questo Paese”.

Però. Questa Mariastella, ne sa una più del diavolo! Riesce sempre a trovare le parole giuste… ma forse è il suo Angioletto Guida che le suggerisce le parole, giacché parla d’amore.

Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, intervistata dal direttore di Libero Maurizio Belpietro a “La telefonata” su Canale 5, ribadisce la sua posizione stacanovista sulla “data della discordia”. E potrebbe essere anche una soluzione tiepida, come una minestrina riscaldata e passata in padella che le buone mamme d’un tempo portavano a tavola, se non fosse che in parlamento, tra diarie e altre remunerazioni previste, considerando anche l’alto numero di “rappresentanti del popolo” si potrebbe fare di più, parafrasando la canzoncina che vinse la Sanremo del 1987. Altri tempi quelli! Ma tornando a noi, se Tremonti limasse un po’ gl’introiti di parlamentari e senatori, non solo si ripianerebbe la mancanza di denaro che teoricamente si andrebbe a perdere a fronte di una sana rivisitazione culturale del Rinascimento italiano e dell’Unità d’Italia che ricorre il 17 marzo ma si creerebbe un piccolo tesoretto per rilanciare progetti culturali depennati dalla riforma Gelmini e dai tagli di Tremonti nell’ultima finanziaria.

comunque, sia ben chiaro, personalmente condivido il concetto che "lavorare è un atto d'amore!" il problema è che c'impediscono di essere innamorati. :)

venerdì 19 novembre 2010

come eravamo e come siamo messi

Com’eravamo.
Se non ricordo male è anche il titolo di un film. Un film ambientato nell’Italia meridionale, con l’esattezza in Calabria, quando si combatteva per l’unità. Un’unità nazionale fatta con la forza. Quindi subita dalle popolazioni.

Un’unità nazionale progettata in Piemonte ma imposta in tutta la penisola, che ha coinvolto appieno la massoneria e Garibaldi, venerato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia nonché braccio armato del complotto unificante e quindi eroe del risorgimento italiano.

Semplificando, di per sé, l’unione, non è una iattura perché presuppone solidarietà, aiuti reciproci tra regioni, gestione politica comune dei problemi che colpiscono la nazione, se non fosse per l’inadeguatezza culturale dei governi che si sono succeduti da 150 anni a questa parte.

Infatti, le arretratezze culturali, infrastrutturali e logistiche dei territori, spesso imputate alla natura inclemente per quanto riguarda disastri ambientali, cataclismi alluvionali e terremoti, sono invece a totale carico di quanti non hanno saputo o voluto governare e pianificare studi umanitari e scientifici a tutela dei cittadini e della nazione.

Tra liti e strategie di governo, si sta avvicinando la festa che commemora i 150 dell’unità d’Italia. Nel frattempo poche cose sono mutate. A parte il naturale cammino tecnologico e scientifico, la scuola dell’obbligo e altre piccole regole sociali di vita in comune, la lotta tra ricchezza e povertà surrogata da campanilismi rimane al primo posto nelle diatribe quotidiane.
Esponente primario della disinformazione culturale politica e sociale del deleterio principio egoistico, oggi in atto in Italia, è la lega nord.
Lega nord che brucia la bandiera italiana e pecca di blasfemia nei confronti della Repubblica con ripetuti attacchi alla Costituzione, al vilipendio della centralità dello Stato sintetizzato nello slogan politico “Roma ladrona”.
Roma che accoglie il Parlamento e il Senato della Repubblica Italiana e tra gli scranni siedono rappresentanti dei partiti democratici che operano proseliti in Italia, tra questi, oggi, siedono Ministri e Senatori della lega nord che tentano di tirare l’ormai striminzita coperta del welfare dalla loro parte. Ministri spesso volgari che non hanno dato un buon esempio dell’Italia nel mondo. Ministri che dovrebbero stare altrove.

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