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Visualizzazione dei post con l'etichetta referendum

Scaltri prestigiatori, pericolosi illusionisti

Di Franco Cimino   DAL REFERENDUM STRUMENTALIZZATO, LA LEZIONE VOLUTAMENTE IGNORATA. LA DEMOCRAZIA SEMPRE PIÙ DEBOLE È A RISCHIO.  Se le elezioni sono un gioco, come ormai da tutti gli attori bugiardi di questa politica bugiarda, viene inteso, la Democrazia non lo è affatto. Chi la tratta come un giocattolino da montare e smontare, ovvero per smania di cattiveria, distruggerlo, fa un danno enorme al Paese. Commette un peccato, che egli creda in Dio o no, imperdonabile. 

Educazione Civica e Referendum

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  FATTO! Ho ottemperato all’impegno civico. Mi sono recato al seggio. L’atmosfera, surreale, priva de “i Lancini” appostati davanti all’edificio che ospita i seggi elettorali come nelle gare politiche, risulta davvero irreale. Ma adesso non c’è da occupare poltrone e gestire i potere. Quindi, l’ovvio, cioè la cosa corretta che si dovrebbe fare sempre, cioè astenersi dall’essere onnipresenti come lo sono gli avvoltoi sulle prede, ha silenzi strani.

Referendum, numeri e rappresentanza nelle altre democrazie

Riforma costituzionale? A proposito di numeri e rappresentanza dei territori. I dibattiti su riforme costituzionali o nuove leggi elettorali sono spesso accompagnati dall'immancabile “fare come in…” e il nome di un Paese al quale ispirarsi per una nuova legge che regoli le elezioni o modifichi le funzioni del Parlamento non manca. A un mese dal referendum per il taglio dei parlamentari risulta interessante uno sguardo ai parlamenti di alcune delle grandi democrazie europee, e non solo, per capire un po’ come funziona altrove. Per l'analisi guardiamo i dati riportati in un dossier del Servizio studi di Camera e Senato del 2019. Iniziamo osservando che per una corretta analisi della rappresentanza, tra i vari Paesi europei, è possibile solo un confronto tra le camere “basse” (la nostra Camera dei deputati), poiché nei vari Stati esse hanno funzioni quasi uguali, oltre a essere elette direttamente dai cittadini. Per le camere “alte”, per intenderci i “senati”, non è possibile ...

referendum e schieramenti

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Referendum. Le ragioni del no e del sì. Siamo alle solite. Il gioco delle parti non finisce mai. Da una parte difendono le ragioni del no spiegando anche il conseguenziale risparmio economico e dall'altra lo minimizzano paragonandolo ad un caffè al giorno. Dall'una e dall'altra parte assistiamo ad una pochezza di pensiero (nihil, direbbe qualcuno) assoluto! I promotori sperano o forse sono convinti che col taglio dei parlamentari alcune lungaggini verrebbero meno; ci sarebbero meno commissioni e meno privilegi di parrocchia da salvare. Quelli del no gridano allo scandalo! Verrebbe così dimezzata la democrazia e la rappresentanza in parlamento e al senato delle regioni a bassa densità di residenti. E qui viene spontanea la domanda: perché fino ad ora le regioni marginali e per regioni marginali intendo quelle come la Calabria che non hanno un pil degno di nota a livello nazionale sono state tutelate? Senza farla troppo lunga: anche quando le intenzioni sono buo...

verso il referendum del taglio dei parlamentari

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20 e 21 settembre siamo chiamati a decidere alcuni aspetti della democrazia. In alcune regioni e comuni si vota per eleggere le rappresentanze popolari e in tutta Italia si decide se ridimensionare il numero di deputati e senatori della Repubblica. Le considerazioni da fare sarebbero lunghe e articolate, cosa impossibile da buttare su una pagina del blog. L'analisi che dovremmo fare tutti è semplice: a) serve delegare in ogni ordine e grado sociale persone che sono espressione di partiti e clan vari senza una adeguata e attenta presenza dei deleganti? b) davvero la democrazia è in pericolo se si riducono i numeri degli onorevoli? Beh, allo stato dei fatti e visto l'enorme pressapochismo dei rappresentati istituzionali che ci rappresentano nei vari gradi e uffici preposti dalla e per la democrazia, la risposta sarebbe univoca e assoluta. Ma voglio spezzare ancora una lancia nei confronti dei “rappresentanti” per rispetto dei ministeri in cui siedono e per rispetto della d...

Corona virus. Pandemia? manteniamo la calma

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Il paziente 1 di Monaco, 33 anni, aveva mostrato i primi sintomi il 24 gennaio, dopo aver incontrato una collega proveniente da Shangai, poi risultata positiva. Nei quattro giorni seguenti sono risultati positivi anche molti dipendenti della stessa azienda tedesca. Il caso, diventato noto a fine gennaio, è l'esempio della capacità del coronavirus di trasmettersi anche in assenza di sintomi. I primi contagiati sono giovani! Sfatato perciò lo spauracchio che attanaglia gli anziani. Ovviamente gli over 65 devono stare in guardia specialmente se sono immunodepressi o hanno patologie serie tali da rendere le difese immunitarie deboli. Ben ha fatto Conte e il governo nel rendere pubbliche le preoccupazioni avvalorate dagli studi scientifici e porre restrittive misure di socializzazione superflue, chiudere scuole, evitare manifestazioni ludiche, concerti e altre forme se pur più importanti quali sono le lezioni o le visite culturali in musei e siti istituzionali dedicati. Anc...

Taglio parlamentari Sì o No?

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Il prossimo 29 marzo dovrebbe esserci il referendum sul taglio dei parlamentari. L'effetto “corona virus” ha messo in secondo piano la chiamata alle urne dei cittadini. E i giornalisti della carta stampate e delle tv, seguendo l'onda emotiva, hanno ritenuto opportuno dedicare il tempo alla questione “virus” anziché rendere edotti i cittadini sul referendum. I social sono abbondantemente gonfi di comitati e schieramenti favorevoli o contrari al NO. Ognuno, secondo il proprio modo di intendere la politica e la democrazia parlamentare, adduce motivazioni che, per un certo aspetto, potrebbero essere anche condivise. Populismo. Taglio di poltrone. Tagli allo spreco della casta. Democrazia e rappresentatività delle regioni. Questi i temi presi a esempio, enfatizzati o sottaciuti, dagli schieramenti. Nessuno però ricorda, in maniera obiettiva, come sia stata modificata negli anni la Costituzione dai partiti e quindi dai parlamentari a scapito della reale democ...

Alitalia, una storia infinita

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Alitalia, i lavoratori, chiamati ad esprimersi con il referendum, hanno detto NO al preaccordo per il salvataggio. Il "no" al preaccordo per il salvataggio di Alitalia ha vinto nettamente, affermandosi con 6.816 voti, contro 3.206 sì, vale a dire con il 67%. E sembra una nota giusta e gistificabilissima se andiamo indietro nel tempo e rivediamo le agevolazioni statali elargite dai governi per favorire il risanamento e il rilancio della compagnia di bandiera. Per Gentiloni e compagni hanno espresso rammarico e sconcerto per l'esito del referendum. È, secondo i ministri del governo Gentiloni, un risultato che mette a rischio la ricapitalizzazione della compagnia. Una storia già vista e pagata da noi contribuenti e dai lavoratori ma non dalla dirigenza. A osservare attentamente il piano bocciato dai lavoratori ma accettato e consigliato da sindacati e governo non c'è menzione alla dirigenza che avrebbe dovuto salvare l'azienda già dai tempi di ...

Referendum, gli italiani hanno detto NO

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Renzi ha perso! Ha perso l'ultima occasione per dimostrare umiltà nella gestione del governo. Il 70% degli italiani con diritto di voto si è recato alle urne. Il 60% circa ha deciso di votare No alla riforma rabberciata che avrebbe mortificato la democrazia garantita dalla Costituzione checché ne dicevano i sostenitori del Sì che si sono attestati al 40%. I motivi sono noti e dibattuti ampiamente anche sulle pagine di questo blog. Qualcuno sostiene che le clientele politiche abbiano giocato un ruolo importante nel determinare la sconfitta del Sì e di Renzi. Non è così! Stando tra la gente viene fuori il vero motivo del NO. Molti cittadini sono stanchi di essere trattati come merce o numeri che servono ai mercati e agli imprenditori attenti ai guadagni facili.

Renzi, le promesse e lo spauracchio

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Due consideraziponi. Giuro, solo due perché 'sta cosa mi ha stancato! La Boschi e Renzi insieme agli altri ragazzi della Leopolda continuano a diffondetre notizie falsate dalla loro intenzione di fare. Non è vero che se vince il NO il prossimo treno per le riforme passerà chissà quando. Dipende da chi va al governo la prossima volta che si voterà! Dipende dall'onestà intellettuale di chi vorrà mettersi in gioco e ragionare pacatamente sulla Carta Costituzionale e sui privileggi intoccabili di alcuni. Dipende anche se il segretario di un qualche partito farà il segretario di partito e non il capo del governo. Dipenderà da una serie di piccole ma salutari disposizioni democratiche. selfie con renzi Le elargizioni attuali di Renzi e la voce grossa che fa coontro l'EU non convincono. Sembrano delle mancette prereferendarie. Ieri, in Sicilia, ha promesso sgravi fiscali per tutto il 2017 a chi creerà posti di lavoro e farà nuove assunzioni. Queste cos...

Tra conti in ordine, ue, terremoto e ponte

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Il terremoto del centro Italia ha messo in secondopiano la personalizzazione di Matteo Renzi sul referendum del 4 dicembre. Ancora una volta è dovuto succedere l'irreparabile, in questo caso, alle bellezze culturali italiane e ai beni privati devastati dalla forza imprevedibile e inarrestabile del sisma affinché cambiassero le attenzioni e quindi i temi del contendere. I crolli delle abitazioni private e la distruzione dei monumenti storici, vanto dell'Italia, hanno messo un altolà ai media e ai politici sulle barricate. L'assordante vocio dei sostenitori del Sì e del NO si è affievolito. In queste ore le attenzioni gareggiano tra la raccolta fondi e la ricostruzione.

Nell'attesa di un Parlamento credibile

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4 dicembre 2016 , DOMENICA si vota per il referendum e modificare, se vince il Sì, la Costituzione. Non so se andrò a votare. L'indecisione nasce dalle troppe inutili primogeniture politiche appioppate alle decisioni post voto: se vince il Sì diventiamo una nazione al passo coi tempi, decisionista, veloce, intraprendente, affidabile per i mercati e i mercanti di anime. Gl'imprenditori internazionali investiranno in Italia (dicono quelli del sì). Non è sufficiente la macelleria sociale fatta fin qui dai governi attenti alle necessità delle aziende. Non è sufficiente l'abolizione dell'art.18. E delle tutele contemplate nello Statuto dei Lavoratori. Non sono bastate le decisioni del governo Renzi tese a favorire gl'imprenditori.

Cos'ha il politico + di me?

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moneta unica, €, per esigenze diverse In base al principio di uguaglianza, esplicitato nella Costituzione, perché i politici devono guadagnare molto ma molto di più rispetto ai normali cittadini?  Opportuni Tagli dimostrerebbero solidarietà verso i cittadini. In questo mese, come negli altri mesi che si sono avvicendati, ho avuto seri problemi. A voler dare corpo e anima ai problemi che ho subito e fare capire l'origine dei mali devo necessariamente sommare le uscite vive: assicurazione, 350€; tasse comunali, 251€: tasse scolastiche, 755€ condominio, 110€; gas 120€, telefono,.. insomma, non voglio annoiare, il totale è superiore ai 1500€ dopo avere omesso qualche altra bolletta che scivolo al mese successivo. Anche se nel mese successivo ci sarà l'imu della casetta a mare, comprata quando ancora le forze e le finanze familiari lo consentivano, il condominio e le bollette delle utenze domestiche che non si possono eludere. Eppure la casta sembra lontana dalle tor...

Dario Fo, esempio di coerenza

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Dario Fo l'ultimo giullare e re dei menestrelli è andato nel regno dei morti a rivisitare e mettere in scena il mistero buffo insieme alla sua compagna di vita e di spettacolo Franca Rame . È stato compagno, adesso si dice “virtuale”, di provocazioni culturali di più generazioni e con la sua gestuale mimica ha saputo dare corpo e rafforzare la cadenza enfatica delle contrapposizioni verbali messe in scena. Sbeffegiava i potenti per dare voce ai deboli. Amava dipingere e disegnare. Preparava bozzetti e quinte dei suoi spettacoli. Come sappiamo. È andato via sorridendo. Così lo immagino. E forse avrà anche fatto l'ultimo sberleffo in punto di morte. Ha detto sempre ciò che pensava in politica e nei rapporti sociali. Sovversivo? Forse! Coerente di sicuro. La sua nomina nel '97 a nobel per la letteratura è stata una sorpresa. Anche quella conferita a Bob Dylan adesso lo è. Piacevoli sorprese entrambe. Vuol dire che qualcosa sta cambiando. E lui che era un inn...

Buffoni, non rappresentate l'Italia

Mi son presa la briga di leggere il testo della “nuova costituzione” Renzi-Boschi disponibile sulla pagina dell'Associazione Stampa Parlamentare (asp) e devo dire che Renzi non ha torto quando dice che la legge è stata approvata nelle sedi opportune anche da chi adesso la contesta. Ecco di seguito l'estratto: “ DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE N.1429-D Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA N. 1429-D DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri (RENZI) e dal Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento (BOSCHI) (V. Stampato n. 1429) approvato, in sede di prima deliberazione, dal Senato della Repubblica l’8 agosto 2014 (V. Stampato Camera n. 2613) approvato, con modificazioni, in sede di prima deliberazione, dalla Camera dei deputati il 10 marzo 2015 (V. Stampato Senato n. 1429-B) approvato, con modificazioni, nuovamente in sede di prima deliberazione, del Senato della Repubblica, il 13 ottobre 2015 (V. S...

GB, Italia: Referendum destabilizzanti

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CAMBIAMENTI. Pericolosamente Inutili Secondo alcune teorie di pensiero i riformisti sono per il cambiamento mentre i conservatori preferiscono i processi consolidati. Molti avvenimenti inusuali sono accaduti in questi ultimi tempi. Dapprima, sembrava, che, finalmente, prendesse corpo la tanto desiderata storia dell'Europa Unita. Fiduciosi nelle parole di Prodi e quanti hanno lavorato perché ciò accadesse abbiamo accolto con favore i cambiamenti. Tutti, quindi, sotto la stessa bandiera blu con le prime 28 stelle, una per ogni nazione che la componeva. Abbattute le frontiere siamo cittadini europei senza più bisogno di passaporti per circolare negli Stati Membri. Unica moneta, l'€. ma differenti politiche, di questo ce ne siamo resi conto cammin facendo. E qualche Stato come la Grecia ha pagato un eccessivo castigo per colpa della politica dissennata interna che l'ha portata al fallimento. E, l' Europa Unita, l'ha aiutata per davvero? Ha mantenuto...

REFERENDUM Sì, NO, PERO'

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COSTITUZIONE, POSSIAMO CAMBIARLA? È questo il momento adatto? Niente è per sempre. Nemmeno i diamanti! La Carta Costituzionale è uno di quei diamanti da taglaire in due. Lo hanno deciso e si farà. Ora il problema, per noi che non siamo tutelati granché dai poteri forti (perché loro, i poteri forti, sono attenti a tutelare le loro priorità economiche all'interno del mercato globale) consiste nel capire quanto la guerra del Sì e del NO può nuocere al nostro precario equilibrio economico. courtesy m.iannino "surrogati" Qualcuno dice che non sarà un dramma se vince il Sì. Anzi è convinto di snellire i processi burocratici proprio come vuole l'Europa e il mercato globale. Come se ogni secondo si dovesse imbastire una legge o una determinata azione per favorire i commerci e le attività lavorative. Qualcun altro la butta sul risparmio economico visto che i già eletti nelle regioni andrebbero a prendere il posto degli attuali senatori al Senato trasfor...

La Costituzione demolita a colpi di spot

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Quando, in qualsiasi campo, per vincere una partita ci si rivolge alla pubblicità e si fa leva sulle paure collettive pittosto che dire la verità e spiegare le intenzioni senza nascondere nulla, allora, si è ad un passo dalla dittatura. Ma Benigni non diceva, in uno show dove vestiva i panni del docente e spiegava calorosamente i principi fondamentali della nostra Costituzione, che la Costituzione della Repubblica italiana è la più bella del mondo? E nel frattempo cosa è successo? Perché si schiera apertamente e caldeggia le modifiche rattoppate da un parlamento discutibile per i modi e i metodi coi quali è lì a governare i cambiamenti e sbeffeggia quanti la pensano in maniera diversa? Sarà per l'aria di toscanità che regna ai vertici? La Costituzione non è un vestito da dismettere quando è passato di moda. E sì! Pare che la moda attuale preferisca schierarsi coi più forti. Con gli imprenditori d'assalto che intra/prendono commesse nel mondo globalizzato fottendo...

Referendum, sì o no? ecco i punti

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No, proprio non ci siamo! Il referendum inerente la modifica della Costituzione sta assumendo, come al solito, i connotati di un derby senza scampo e esclusioni di colpi bassi. Lo stiletto lo usano in pochi per dimostrare i passaggi da evitare, non per andare contro a Renzi che in un primo momento aveva affidato all'esito positivo del referendum la sua sorte politica. Bensì, per illuminare, o forse sarebbe meglio dire, togliere il prosciutto sugli occhi dei partigiani dell'una e dell'altra sponda. Sono fermamente convinto che il voto del 4 dicembre di quest'anno è vissuto dalla stragrande maggioranza degli italiani come se fosse una sfida tra Roma e Lazio, Milan Inter o sampadoria genoa. Grazie anche alla tv spazzatura! Ai talck show in cui dura di più la pubblicità degli assorbenti che il dibattito serio tra i sostenitori del sì e del no.

Referendum, se Renzi modificasse qualcosa

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Il confronto tra Renzi e Zagrebelsky, ospiti di Mentana, si chiude una manciata di minuti prima della mezzanotte. renzi, mentana, zagrebelsky Matteo Renzi è in difficoltà. Risponde con frasi fatte alle sagge argomentazioni articolate dal costituzionalista Zagrebelsky sulle ragioni che lo spingono a spiegare il suo convinto no alla riforma costituzionale voluta da Renzi. Mentana modera il dibattito politico. Renzi sembra avere il complesso dello studente che sostiene un esame importante. Ripete come un mantra: abolire il senato così com'è significa ridurre i politici, risparmiare sui costi dei senatori che saranno sostituiti dai consiglieri regionali e dai sindaci dei capoluoghi ma con funzioni di controllo importanti: noi abbiamo perso milioni dalla comunità europea. Soldi che sono andati alla Polonia perché non sono stati investiti nelle regioni. (…).

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