Che fine han fatto i sogni della "Catanzaro 2"?
Volendo essere polemici dovremmo
iniziare col dire che i quartieri periferici catanzaresi sono sorti
molti decenni addietro con l'intenzione di espandere la città oltre
gli storici trecolli.
Corvo è sorto nei primissimi anni
ottanta tra la terra argillosa espropriata alla bisogna per costruire
e erigere insediamenti del tipo economico-popolari. Quindi
cooperative e case popolari iacp.
All'inizio, molti ricordano ancora, le
strade infangate prive d'asfalto, ci facevano sentire dei pionieri.
Ma eravamo giovani, perlopiù giovani coppie che realizzavamo il
sogno della prima casa e tanto bastava a farci superare le difficoltà
urbanistiche e l'assenza di ogni servizio. Mancava e manca ancora
l'ufficio postale, uno sportello di banca, una libreria o biblioteca,
un punto di ritrovo sociale, un centro per gli scambi commerciali,
insomma mancava e manca tutt'ora ciò che influisce sulla corretta e
adeguata socializzazione di chi vive in questi luoghi. Persino la
chiesa! Non c'era. E il parroco diceva messa nei locali condominiali
delle cooperative in cui si erano insediati i pionieri delle nuove
frontiere.
Ma eravamo giovani! Pieni di vitalità
e voglia di fare. Organizzavamo le feste dell'unità che diventavano
momento d'incontro per il quartiere al pari delle feste paesane con
tanto di giochi, dibattiti e l'immancabile riffa.
Molte cose sono mutate, in peggio?
Dipende... dipende dall'angolazione da cui si osservano i vecchi e
nuovi problemi.
In questi quarant'anni passati le strade
sono state asfaltate. La chiesa costruita, alcuni asili allestiti e
messi a disposizione. È sorto pure un parco giochi! E negli ultimi
due anni è arrivata pure la farmacia!
Ma il dato immutabile temporale è
l'assoluta approssimazione della gestione del verde pubblico!
La pulizia delle strade, dei
marciapiedi e delle cunette e l'immancabile intasamento dei tombini
causato dalla terra argillosa che scende dalle colline alle prime
piogge. La ridicola falciatura dei cespugli che invadono marciapiedi
e strade, per la superficialità dell'intervento, dura giusto il
tempo di un attimo se non si rimuovono i cumuli di terra che negli
anni si sono formati e dove ramificano saldamente gli sterpi!
A parte ciò, il Corvo è, a mio modo
di vedere, un quartiere anomalo. Strade deserte a tutte le ore, forse
perché mancano i poli d'attrazione sociale? Eppure c'è il
palazzetto dello sport! Che però non è concesso per i grandi
eventi.
La ricchezza di Corvo è la natura! Il
verde. Peccato che sia lasciato all'incuria o alla sporadica cura di
qualche solitario di buone intenzioni che prima o poi si stanca.
Complessivamente gli abitanti corviani
sembrano assuefatti a questo stato di cose. Mugugnano qualcosa
davanti alle recinzioni che di fatto delimita terreni “comunali”
destinati a un non uso d'interesse collettivo come invece vorrebbe la
norma sui terreni espropriati ma la cosa si ferma lì. D'altronde se
non vigilano i vigilantes eletti dal popolo … dicono o cazziddhusi. Ma non è per polemica sterile o strumentale che scrivo questo post! questo, vuole essere un suggerimento per il neo sindaco Fiorita.