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venerdì 21 ottobre 2022

Il ponte si farà! parola di Salvini

 

IL PONTE SULLO STRETTO SI FARA'!

Lo assicura Salvini appena nominato ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel nascente governo Meloni.

Per Calabria e Sicilia ricomincia l'ennesima telenovela. Ponte sì. Ponte no!

L'infrastruttura, che non sarebbe la prima e neanche l'ultima opera di alta ingegneria civile studiata per unire terre divise da dirupi impervi, in questo caso il ponte dovrebbe rendere più agevole la viabilità tra due regioni contigue divise dal mare servite da traghetti ogni 30 minuti circa, esclusa fila dei periodi critici. Certo, il ponte taglierebbe il grosso della mobilità auto sui traghetti e, probabilmente, anche le attese agli imbarcaderi. Ci sarebbe, come accade nelle transazioni tecnologiche, un taglio deciso della mobilità marinara così come la conosciamo. Guadagneremmo qualche frazione di tempo e le merci viaggerebbero spedite.

Il ponte sullo stretto potrebbe diventare un'attrazione! Se costruito con le dovute accortezze antisismiche nel rispetto dell'ambiente: flora e fauna terrestre e marina.

giovedì 29 settembre 2016

Ponte sullo stretto?

Il progresso è inarrestabile non per definizione e neanche per voleri personali o politici ma in certi casi, come in quello che vede l'annosa diatriba tra i promotori del ponte sullo stretto di Messina e quanti sono contrari per differenti e rispettabili motivi, la realizzazione di quello che dovrebbe essere, nei fatti, il prodotto infrastrutturale del progresso civile e tecnologico sembra diventare un'impresa impossibile. Quasi una chimera irrealizzabile a prescindere dalle volontà dei cittadini.

Eppure infrastrutture analoghe, per imponenza strutturale, impatto ambientale e benefici alla collettività, in altre parti del mondo sono attivi da decenni.


In Giappone, terra altamente sismica e sferzata dai venti oceanici, abbiamo un esempio:

Alto 282,8 metri e lungo 3.911. La sua campata principale è lunga ben 1.991 metri. Inaugurato il 5 aprile 1998, unisce la città di Kōbe sull'isola di Honshū all'isola Awaji.

Se consideriamo che la distanza tra la costa calabrese e quella siciliana non si discosta di molto dal progetto attuato in Giappone, 3.200 metri nel tratto più corto tra le due coste italiane, dobbiamo porci una semplice domanda: perché, visto che se ne parla dal 1850, ancora non è stato possibile costruirlo?

mercoledì 28 settembre 2016

Novità assoluta, Renzi e il ponte Rc-Me

Non ho pregiudizi! Per questo ho aspettato prima di fare analisi. Ho atteso che il tanto osannato Monti facesse vedere in pratica a noi miseri ignoranti le sue manovre e attuasse la sua mirabolante agenda. Adesso come in passato posso affermare, considerati i fatti, che ha fatto pura macelleria sociale. Lui e la sua ministra. Entrambi hanno saputo tagliare i “privilegi” dei poveri ma non hanno saputo opporre resistenza ai forti detentori dei veri privilegi dalle parcelle e dai sussidi dorati.

I governi che si sono succeduti, specie quello attuale a guida Renzi/Napolitano, mantengono gli assetti consolidati dai potentati industriali e dai lobbisti.

domenica 30 settembre 2012

Ciucci riparla del ponte sullo stretto di Messina

tra Reggio Calabria e Messina
Il Ponte sullo stretto di Messina che dovrebbe collegare la Calabria alla Sicilia torna alla ribalta. Fin dall'estate scorsa Pietro Ciucci, amministratore dell'Anas (società del Tesoro) e della Società Stretto di Messina, fondata negli anni Ottanta con il compito di progettare e realizzare l'opera, è andato all'attacco e ha annunciato un ricorso straordinario al Capo dello Stato, che ha inviato nei giorni scorsi, dove considera illegittimo il definanziamento del progetto operato dal Cipe nel gennaio scorso motivandolo, sostanzialmente, che la società, ancora in piedi, rimasta senza soldi per le decisioni prese dal governo Monti di definanziare l'opera, non può rispettare la convenzione originaria firmata con Stato, che ancora nessuno ha abrogato. In sintesi: l'opera è stata depennata dai finanziamenti ma di fatto è ancora legittimata a fare le cose per la quale era stata istituita.

Aperta la falla, l'iter del Ponte è ricominciato. Il ministero dell'Ambiente ha riattivato, il 16 luglio scorso, la commissione per fornire il Ponte della Via, cioè la valutazione di impatto ambientale. E, senza attendere, come la prassi impone, l'ok della Via, nei giorni scorsi, precisamente il 27 settembre, il ministero per le Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, ha aperto la conferenza dei servizi, cioè l'organismo in grado di dare tutte le autorizzazioni necessarie sul progetto definitivo e far partire l'opera.
Insomma, la macchina del Ponte sullo Stretto rischia dirimettersi in moto nonostante i numerosi studi esistenti pubblicatisulla pericolosità sismica dei luoghi interessati.

sabato 19 dicembre 2009

ponte sullo stretto di Messina a chi serve?


aore12

L’ennesimo intervento strutturale, voluto fortemente dal governo italiano, si trasforma in scontro sociale.
La destra politica appoggia il progetto del governo che include nella finanziaria lo stanziamento di 460 milioni di euro per l'avvio dei lavori il prossimo 23 dicembre, negando, di fatto, quanto il portavoce del governo aveva detto negli anni della polemica progettuale, vale a dire: l’intera opera è finanziata esclusivamente dai privati e non dallo stato.

Della costruzione del ponte sullo stretto di Messina se ne parla da sempre, specie in Sicilia.

A ben pensarci, l’opera in sé potrebbe anche essere una cosa bella dal punto di vista architettonico e, perché no, diventare un’attrazione mondiale da immolare sull'altare dei traguardi scientifici e tecnici al pari della torre Eiffel, in Francia, o del ponte di Brooklyn che unisce Manhattan a New York e chissà, magari, anche noi faremo una gomma da masticare nostrana al sapore di bergamotto che aiuta a mandare giù saliva e parole inascoltate, salvo ripensarci nei momenti drammatici e sciorinare inutili mea culpa negli istanti in cui la natura perde la pazienza e non sopporta le continue angherie dell’uomo e della sua ingordigia.

D'altronde non è una novità: la zona in questione è altamente sismica!, ecco perché ci s’interroga, da semplici cittadini utenti, a chi serve realmente un’opera faraonica quanto inutile economicamente.

L’economia reale del paese Italia ma anche Siciliana e Calabrese non richiedono opere faraoniche, esistono già perenni cantieri impegnati a rattoppare l’autostrada del sole, risanare territori martoriati dall’incuria dell’uomo e dalla forza livellatrice della natura.

È storia: la zona in questione è altamente sismica e i terremoti del 1908 lo testimoniano.

Il Terremoto di Messina e Reggio del 1908, avvenne alle 5 e 21 del mattino e durò per ben 37 secondi con una magnitudo di 7,1 della scala Richter, i danni furono immensi e la maggior parte dei quartieri di entrambe le città crollarono. L’evento sismico del 28 dicembre del 1908 è considerato uno degli eventi catastrofici più dolorosi del XX secolo.

I morti furono più di 100.000 e non solo a causa del terremoto ma anche dalle onde marine che risucchiarono la popolazione spaventata dalla forte scossa che si riversò sulle spiagge e lì arrivò un maremoto, uno tsunami ancora più spaventoso della scossa.

Nonostante i pareri contrari dei geologi, degli economisti e dei cittadini contrari o dubbiosi, ancora si ha l’ardire di perseverare nel portare avanti il progetto e si stimano: 4.732 milioni di Euro per la realizzazione totale dell’opera così suddivisi, 3.410 per il corpo del ponte e 1.322 per i raccordi stradali e ferroviari.
Un’ultima curiosità: dove sarà trasportato e scaricato il materiale di risulta degli scavi e quanto impiegherà l’ecosistema a ricreare gli anticorpi necessari a ristabilire la vita nei siti devastati dall’assurda volontà di chi detiene il potere decisionale?

martedì 20 ottobre 2009

Ponte sullo stretto tra Villa S.Giovanni e Messina

Infrastrutture, le oculate priorità di Loiero


Dal sito ufficiale della regione Calabria
Dichiarazione del Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, in risposta alla lettera aperta inviatagli dal presidente del WWF Fulco Pratesi sulla questione del Ponte sullo Stretto

“Quello che è certo che la Calabria ha bisogno di ben altre infrastrutture e di mettere in sicurezza il proprio territorio, già piagato dalle piogge alluvionali dell’inverno passato, per evitare tragedie come quelle recenti in provincia di Messina.

Non so se il governo accetterà le richieste della Regione, ma sono certo che i lavori per il Ponte sullo Stretto, nonostante gli annunci con squilli di trombe, non partiranno e per diversi motivi. Primo perché non ci sono i soldi e i fondi Fas non possono essere utilizzati per opere di regime ma devono invece essere spesi per i bisogni dei territori interessati, poi perché non ci sono i progetti. L’unico cantiere che, questo ce lo auguriamo, sarà aperto è quello della cosiddetta variante di Cannitello della linea ferroviaria, perché solo per essa la Regione ha dato la sua approvazione condizionandola al fatto che tale opera non abbia nulla a che vedere con la realizzazione del Ponte sullo Stretto ma serva solo a migliorare la rete ferroviaria che in quel tratto è soggetta a frane e smottamenti. Anche noi riteniamo che, a ridosso delle elezioni regionali, rientri nella pura propaganda politica l’annuncio del governo dell’avvio dei lavori per il Ponte. Non ci sono le condizioni minime ed essenziali, infatti. E non è stata coinvolta in alcun modo la Regione che non vede nella faraonica struttura una priorità e che finirebbe per sottrarre risorse importanti da destinare ad altre opere di cui il territorio, anche nella viabilità, ha urgente bisogno. In sede Cipe la Regione Calabria si è sempre dissociata da qualsiasi iniziativa che in qualche modo evocasse i lavori del Ponte. Abbiamo detto sì alla variante di Cannitello perché riteniamo importante che Rfi migliori finalmente il tracciato in uno dei tratti ferroviari più delicati sul Tirreno. Diremo di sì ad altre opere similari. Per il resto la nostra posizione non è mutata. E’ necessario prima completare i lavori dell’autostrada A3 i cui tempi si sono allungati a dismisura, penalizzando sia la Calabria sia la Sicilia, e poi provvedere all’ammodernamento della strada statale 106 jonica per evitare altri lutti. Il resto si vedrà quando sarà il momento. E il momento del Ponte non è ancora arrivato”.

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