Il tempo non cancella le belle esperienze, le sublima, le conserva con cura e le condivide.
“Professore devo dirvi una cosa: Antonella vi ha messo nel suo mondo.
Perché lo fa? Perché lo fai?
Non c'è un fine utilitaristico personale e men che meno la voglia di espormi per dimostrare le mie doti. È semplicemente impegno sociale. Un mettere a disposizione del quartiere ciò che conosco bene e che so fare: dipingere. “Ragionare” con la parte destra del cervello!
Ci vuole una buona dose di coraggio per vivere in una realtà come quella di Corvo.
Per chi non la conoscesse “corvo" è una periferia di Catanzaro nata sul finire degli anni settanta, rimasta immutata e immutabile nel tempo nonostante il proliferare di casermoni condominiali popolari spuntati come funghi grazie ai crediti agevolati erogate dallo Stato per i lavoratori che non possedevano casa e che volevano farsene una per diventare “proprietari “ di una prima casa: sogno di tutti gli italiani.
Gli assemblaggi sono il risultato ultimo di una serie di commistioni condizionati dal vissuto quotidiano.
Notizie. Immagini. Storie. Esperienze stratificate che emergono lentamente con estrema potenza dal vissuto esperienziale.
L'esistenza è l'esperienza che accomuna la vita del creato. Dalla natura alla carne è magia che trasmette qualcosa di intimo, e a volte anche oscuro presagio collettivo vissuto ai margini o addirittura lontano dalla opulenza da una minoranza sottomessa dalla dittatura del mercato. L'economia dei mercati, presentimento anticipatore di drammi comunitari; fa capolino tra le stratificazioni dell'io, si concretizza lentamente e prende corpo. È un veleno invisibile, morte certa anche se illuminata dalle luci nelle realtà falsamente ricche e civili.
Senza essere didascalici, anzi, votati alla sintesi, le evocazioni suggeriscono situazioni e episodi esperienziali noti.
Non necessariamente si deve essere depositari di culture altre. E neppure sentire sopra di sé il peso del mondo per spendere una manciata del proprio essere, in tempo, impegno sociale e culturale, piuttosto che la vituperata elemosina all'accattone per tacitare i sensi di colpa accumulati.
Le e-vocazioni sono voci dell'amore. Pungoli visionari che aiutano a scavare oltre le superfici dell'ovvio, osservare le stratificazioni esistenziali e i messaggi subliminali fuorvianti e, quando possibile, aggiustare la messa a fuoco. Inquadrare in piena luce le potenzialità sociali e renderle chiare, anche a chi, per pigrizia, è nel limbo della materia dominante. Rendere partecipative le potenzialità del consumismo significa non demonizzare la commercializzazione dei prodotti ma razionalizzarne l'uso così da intraprendere insieme nuovi percorsi votati alla solidarietà e alla fratellanza.
Ricordo con un pizzico di nostalgia gli anni giovanili. Erano anni di passione politica e impegno sociale. Le lotte sindacali avevano un senso d'appartenenza come aveva senso schierarsi e condividere le idee politiche. Erano anni emotivamente coinvolgenti. E pur senza tessere di partito ci si incontrava nelle ferventi assemblee aperte al confronto dei simpatizzanti.
Il partito comunista di allora cresceva giovani e li preparava a essere futura classe dirigente. Si discuteva di pluralità democratica nei posti di lavoro e per le piazze. E le manifestazioni di solidarietà erano frequenti e d'interesse collettivo.
Non ho mai voluto tessere di partito ma mi sentivo vicino anzi sentivo che il mio posto era tra le fila della democrazia liberale definita di sinistra. E sì, le definizioni...
il pci d'allora esprimeva la sua linea attraverso Enrico Berlinguer. E annoverava tra le sue fila intellettuali come Stefano Rodotà. E operai. Studenti.
Ricordo l'elezione del prof Stefano Rodotà come indipendente nelle liste del pci. … e come gli iscritti enfatizzavano la candidatura casa per casa. Sì, allora il contatto c'era.
E poi c'erano i ragazzi. I giovani allevati a pane e politica. Giovani intellettuali impegnati che sapevano essere trainanti. Ho ancora i brividi nella schiena quando penso ai cortei, agli slogan s, alle intenzioni, alla voglia di cambiamenti. A quando si gridava “la fantasia al potere”.
Ma non era, per alcuni, solo passione politica pura e fine a sé. C'erano anche allora gli arrampicatori sociali (e non è populismo! ma analisi, fredda analisi basata sui risvolti che hanno portato conseguenza funeste). Le mele marce ci sono state e, ci saranno! sta a noi saperle individuare e isolarle.
Ferite che bruciano ancora. Lenite dall'impegno dei numerosi passionari che hanno dato gratuiti e a volte gravosi contributi al movimento per la crescita democratica e intellettiva degli ultimi.
Gli esempi ultimi non sono dei più edificanti. I cavalli di razza si vedono nel lungo termine. Molti “compagni” hanno sbagliato e continuano a farlo.
Boriosi. Cavalcano la tigre del malcontento. Si fregiano coi vecchi e smunti abiti e inneggiando alle storiche icone morte e sepolte.
Ricordo anche di un militante che ha fatto la trafila e da iscritto fu designato a condurre le sorti del partito nella moribonda Calabria. Ma non fu compreso. I tempi erano inadatti per le aperture mentali del compromesso storico. Un uomo che, sembra un assurdo, non navigava nell'oro e non si è arricchito con la politica.
Erano gli anni dei Franco Politano, Quirino Ledda, Enzo Ciconte, ma anche dei Guido Rhodio, Pierino Amato, Marcello Furriolo, Leopoldo Chieffallo, Cesare Mulè e prima ancora Elio Tiriolo, Ernesto Pucci … .
E poi, al seguito, gli arrivisti; arrampicatori e funamboli pronti a saltare da un carro all'altro dimenticando i valori sani del servizio che porta all'impegno in politica.
L'imperativo categorico consisteva nel prestare attenzione verso i bisogni degli ultimi e tentare di sollevare dalle miserie quanti soffrivano l'emarginazione delle povertà culturali e materiali.
Oggi Povertà aggravate dai bisogni che mettono l'uno contro l'altro. Che fanno vedere nemici dappertutto! Che fanno erigere muri alimentati dalla diffidenza urlata dai trascinatori, e proprio in questi giorni abbiamo assistito al peggio, frutto della stupidità da parte di quell'orda barbarica in cerca di un capo assoluto.
La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...