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venerdì 14 ottobre 2016

Al governo di una regione difficile

Calabria. Cronaca di una giornata qualunque:


E poi di colpo il decimo piano s'illumina, la missiva parte e da sotto si alza un grido liberatorio: “grazie Presidente!”.

Dopo ore di tensione Oliverio e i suoi collaboratori sono riusciti a far quadrare il cerchio.

La giornata è stata pesante per Oliverio. Ma alla fine è riuscito a far tornare a casa i manifestanti con qualche angoscia in meno.

La disoccupazione tutelata attraverso i lavori socialmente utili e progetti finanziati dalla regione non sono in grado di alleviare la fame di lavoro che c'è in Calabria.

Le retribuzioni sono un tasto dolente da onorare. I fondi non arrivano o devono essere stornati da altri capitoli. Questo mi sembra di capire dal racconto di un manifestante.
Oggi, costeggiando la cittadella in direzione Lamezia Terme, ho intravisto un gruppo di lavoratori giù nel piazzale. (Seppi in seguito che si erano incatenati al piano terra della cittadella regionale e chiedevano d'incontrare il presidente della regione Calabria.).

venerdì 8 gennaio 2016

tentato stupro o tentata rapina?

Catanzaro. Ore 16,30 circa. Una breve nota di cronaca dalla periferia:
Catanzaro, quartiere Corvo.

Il pianto isterico proviene da una “punto” ferma al margine del vialone di via magenta, a pochi metri dalla società dilettantistica bocciofila “corvo”, all'ombra del canneto.
Lì, solitamente è rifugio di qualche coppietta in cerca di privacy. Ma questa volta, dai lamenti, non sembra essere il luogo di un convegno amoroso.
I lamenti si fanno più intensi. La portiera si spalanca. Una figura di donna si catapulta all'esterno in preda ad un pianto isterico e grida “aiuto”.

Con voce stridula continua a gridare: aiutatemi aiutatemi. Alcuni passanti le si avvicinano. Lei stringe a sé la borsa e racconta che stava aspettando il bus cittadino e che lo sconosciuto le aveva offerto un passaggio.

Dal timbro della voce sembra straniera. Una delle tante donne che si sono spostate dall'est Europa per cercare riparo e sostegno in Italia come badanti o collaboratrici domestiche.
Prede facili per piccoli sciacalli senza scrupoli.

Mai abbassare la guardia!

martedì 30 aprile 2013

Martina non perdona e neanche noi

Martina: sono orgogliosa di mio padre.


E sfido io. Quale figlia o figlio non è orgoglioso del proprio padre!

Ma il punto non è questo, la cosa che fa incazzare sta nel modo in cui è trattato l’argomento.
I mass media girano il mestolo nella brodaglia della libido che si alimenta spiando dal buco della serratura gli affetti e le emotività altrui.


Certo, fa specie sapere che un uomo, un padre di famiglia, rischia l'incolumità nell'adempiere al suo lavoro. Evenienza contemplata, purtroppo, ma che può accadere e che deve essere intesa come un infortunio. Perché di questo si deve parlare. Di infortunio sul lavoro.

Per un muratore l’infortunio è dato dalla caduta di un’impalcatura o da qualche peso che gli cade sopra la testa. Insomma da qualcosa d’imprevedibile che sta in agguato.
E chi fa il carabiniere, passione a parte, perché anche il muratore è passione, sa bene che il suo rischio è quello d’imbattersi in un colpo vagante o essere vittima in qualche tafferuglio  scaturito dal disagio sociale.

Quindi, bando alle ciance, è ovvio che tutti indistintamente siamo addolorati per il brigadiere che rischia conseguenze gravi. Ma  principalmente, come italiani, siamo addolorati per il clima di tensione che esaspera padri e madri di qualsiasi ceto sociale. Lavoratrici, lavoratori, disoccupati, pensionati, studenti, sfruttati e malpagati.

Anche chi ha sparato, ed ha fatto malissimo, è stato ferito nell'animo prima e nel fisico poi, quando catturato dai carabinieri, nella voga della colluttazione è stato immobilizzato a terra.

Ma, ripeto, le ferite fisiche si curano e spesso passano. Diverse, sono le ferite interne, causate dall'ignavia di chi dovrebbe gestire il buon andamento della cosa pubblica piuttosto che giocarci fino a trasformarli in privilegi per sé o per una porzione di banderuoli che assediano le istituzioni.


domenica 28 ottobre 2012

sentenze e visibilità mediatica

Cronaca delle ultime ore:


Da una parte Salvatore Parolisi che ha una sentenza pesantissima: l’ergastolo con l’imputazione di avere ucciso la moglie Melanea Rea in un bosco con 35 coltellate; e dall’atra Silvio Berlusconi condannato a 4 anni che si riducono a 1 per via dell’indulto nonché l’interdizione dai pubblici uffici perché ritenuto “socialmente e fiscalmente pericoloso” rimbalzano nelle piazze medianiche con toni e colori differentissimi come lo sono i relativi “imputati”.

In questo momento a un caporale, che abbiamo visto piangere in televisione, smarrito, confuso, pieno di contraddizioni e paure per alcune storie libertine consumate alle spalle della moglie,  gli è stato imposto l’ergastolo e tolto la patria potestà sulla figlioletta.
Per un disguido, la sentenza è stata letta mentre lui si trovava nei sotterranei del tribunale e quando è giunto in aula il giudice gli ha chiesto se voleva ascoltarla ma lui, Salvatore Parolisi, ha rifiutato di sentirla e si è dichiarato innocente. Gli avvocati difensori aspettano di leggere le motivazione della sentenza per inoltrare ricorso.

Silvio Berlusconi ha fatto incetta di denunce, avvisi di garanzie, processi. L’avviso di garanzia più eclatante gli è stato notificato in mondovisione quando era Presidente del Consiglio, all’inizio della sua avventura politica. Il governo cadde e noi italiani perdemmo la faccia. Tra alti e bassi, interventi sulla “giustizia”, decreti legge, sfiducie reciproche tra destra e sinistra, intercettazioni ambientali, bugie e mezze verità sono trascorsi venti anni. Il risultato è, oggi, sotto gli occhi di tutti: recessione, perdita del lavoro, delocalizzazioni produttive, povertà galoppanti per il 90% della popolazione italiana, ovviamente non tutte queste vicende sono imputabili unicamente a una sola persona o a un solo partito.
I rapporti internazionali, ormai deteriorati, fanno decadere il governo Berlusconi, (l’ultimo?) e mettono alla guida del Paese il Governo dei Professori con a capo Monti.
Berlusconi sembra aver deposto le armi ma la sentenza di condanna di ieri a 4 anni per frode fiscale e 5 anni d’interdizione dai pubblici uffici gli ridanno carica e torna in campo per un’altra battaglia contro quella che lui stesso ha definito magistraturocrazia.

venerdì 20 maggio 2011

Strauss Khan come Jack Moor de l'angolo rosso?

Dominique Strauss Khan come Jack Moore ? l’avvocato di successo del film “l’angolo rosso” interpretato da Richard Gere che la polizia cinese trova in una pozza di sangue affianco ad una bella ragazza trucidata nel suo letto d'albergo. Per le autorità cinesi il caso è chiaro, Moore è arrestato con l’imputazione di omicidio e diventa l’ignaro protagonista di un gioco di potere che lo vedrà rischiare una condanna a morte per omicidio.

Jack Moore, dovrà battersi contro il sistema giudiziario cinese, abbandonato al suo destino dal governo americano che non vuole incrinare i rapporti tra i due stati, troverà una mano tesa in Shen Yuelin, l’avvocatessa d'ufficio che crede nella sua innocenza.

Nel caso di Dominique Strauss Khan non c’è una donna trucidata ma si parla di violenza sessuale, un’accusa che attira indignazioni e attenzioni variegate nell’immaginario collettivo.

L'ex numero uno del Fondo Monetario Internazionale ha ribadito con veemenza la sua estraneità alle accuse di violenza sessuale, molestie e sequestro di persona a danno della cameriera trentaduenne dell'hotel Sofitel di Manhattan.

Lasciando da parte le fantasie, il dato di fatto attuale è che l'americano John Lipski sostituisce Strauss Khan nella direzione del Fondo Monetario Internazionale dopo che Strauss Khan ha rassegnato le dimissioni.
La nomina del nuovo prestigioso incarico è molto ambita.
Anche la Cina spererebbe di vedere eletto un suo uomo tra Zhu Min, consigliere speciale dell'ex capo del Fondo, ovvero Zhou Xiaochuan, attuale governatore della Banca centrale cinese. Ma pare che la poltrona lasciata vuota da Khan spetti a un esponente europeo per statuto.

Per i francesi un dato è certo: in base ad un recente sondaggio della Csa, il 57% dei francesi intervistati crede che l'ex direttore del FMI sia vittima di un complotto che lo vuole fuori dalle prossime presidenziali del 2012.

Tuttavia è evidente che l'affaire non si sarebbe potuto coprire sotto le ceneri.
Due accuse molto pesanti hanno condotto S. Khan in carcere e rischiano di procurargli una reclusione pari a 70 anni.
I giudici della Grande Mela si sono pronunciati sulla seconda richiesta di libertà su cauzione, avanzata dai legali di Strauss Khan, nella quale il banchiere si impegna formalmente di rinunciare a tutti i diritti sull'estradizione, hanno deciso di mettere l'ex presidente del Fmi agli arresti domiciliari nella casa newyorkese della figlia con addosso il braccialetto elettronico e un poliziotto armato che vigilerà ventiquattro ore su ventiquattro a spese dell'imputato affinchè questi non fugga.
Ma, la moglie di Dominique Strauss-Khan ha dovuto cercare altrove. Perché ad attenderlo con ansia sarebbero stati solo i fotografi visto che a nessuno, nel lussuoso residence dell'Upper East Side di Manhattan, faceva piacere ospitare l'ex direttore del Fondo monetario internazionale. E senza giri di parole il prestigioso condominio ha invitato la signora Anne Sinclair a cambiare idea, dopo che lì aveva affittato un appartamento dove il marito avrebbe dovuto trascorrere il periodo di arresti domiciliari stabilito ieri dal giudice.

La linea difensiva dell'avvocato Benjamin Brafman consiste nell'affermare che il rapporto sessuale avuto con la cameriera del Sofitel sia stato consensuale, perché ritiene che gli elementi di prova non siano compatibili con l'ipotesi di un rapporto forzato.
Ben diversa la posizione del legale della donna che ha denunciato Strauss-Kahn: l'avvocato Jeff Shapiro, il quale ha dichiarato alla Cnn che la sua cliente si vede costretta a nascondersi e che il trauma subito è straordinario, soprattutto dopo la consapevolezza della fama del suo presunto aggressore.

Le disavventure di Khan interessano la politica francese che lo vedeva valido avversario di Sarkozy alle prossime elezioni.
Basterà la disavventura giudiziaria americana ai danni di Khan per tenere incollato il presidente francese uscente alla poltrona dell'Eliseo?
I sondaggi dicono di no: si registra un crollo dei consensi per il presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy. ma poiché la politica è la scienza che concretizza le possibilità più assurde, non resta che aspettare.

martedì 18 gennaio 2011

vizi e virtù dei grandi uomini: l'orgia del potere

L’orgia del potere.
©archivio M.Iannino
courtesy: M. Iannino, 2010, caos,
ovvero, l'orgia del potere

Solitamente i grandi uomini a capo di organizzazioni politiche, aziendali o altro, sono caduti e continuano a cadere appena scoperto il loro punto debole.

La storia, ma anche la cronaca, ci insegna che basta trovare il tallone di Achille, vale a dire: la debolezza umana che tutti noi coltiviamo consciamente o inconsciamente e che può consistere in una distrazione o un eccesso dei vizi per cadere precipitevolissimevolmente dal piedistallo della gloria terrena.
Ai nemici basta osservare e sfruttare le cattive abitudini dei grandi condottieri per abbatterli e dissolvere come neve al sole i relativi imperi o organizzazioni.
Persino un boss come Al capone, noto gangster italo-americano, il cui vero nome è Alphonse Gabriel Capone che nasce nel quartiere di Brooklyn, a New York (USA) il giorno 17 gennaio del 1899, da genitori emigranti provenienti da Castellammare di Stabia a due passi da Napoli: la madre è Teresa Raiola, il padre, Gabriele Caponi, fa di professione barbiere (il cognome (Al Capone) è modificato presumibilmente per errore dall'anagrafe americana).
Al Capone, a modo suo aveva un certo carisma ed era amato dalla gente povera anche perché, nella storia di questo famigerato criminale c'è anche un gesto che appare caritatevole: durante la gravissima crisi economica del 1929, in cui milioni di americani soffrono la fame, Capone ordina alle sue aziende che operano nel campo della ristorazione e dell'abbigliamento di distribuire gratuitamente cibi e vestiti ai più bisognosi.
Tuttavia, Al continua nella sua attività malavitosa ma con idee innovative che lo portano verso traguardi sconosciuti alle altre famiglie.
L'idea innovativa e vincente di Al Capone è di investire parte dei ricavati delle attività illegali, in attività legali, separando la gestione contabile malavitosa da quella legale: questa mossa porta alla sua organizzazione rilevanti introiti leciti che coprono quelli provenienti dal commercio illecito dell’alcool e dalle altre attività correlate alla malavita organizzata. Sono gli anni del proibizionismo e Al Capone può tranquillamente controllare la distribuzione e il commercio degli alcolici, grazie alla corruzione degli ambienti politici.
E, nonostante la società e la giustizia americana dabbene, conoscessero le attività, fonti di ricchezza, di Al Capone, non poté operare azioni di contrasto definitive fino a quando alcuni magistrati composero una squadra speciale di super agenti:
Gli intoccabili, agenti super-esperti e incorruttibili funzionari, indagano sulle attività finanziarie di Capone. Spulciano e analizzano ogni più piccolo movimento finanziario sospetto senza arrivare però a nulla perché nulla è direttamente intestato a lui. Al Capone agisce sempre attraverso prestanome. Ma i super esperti sfruttano un piccolissimo errore, un minuscolo foglietto di carta nel quale compare il nome di Al Capone. Il foglio diventa la chiave di volta dell'intera indagine che permetterà di completare un vasto e corposo impianto accusatorio. Grazie al lavoro del pool, Al Capone è rinviato a giudizio per evasione fiscale, con ben ventitré capi d'accusa. è l’epilogo della sua irresistibile scalata al potere terreno.

Ora, ben lungi da associare un gangster a un capo di governo ma pare che anche il nostro Governatore sia rimasto catturato da un filo di lana. A sua discolpa c’è da dire che è caduto, o sta per cadere, nonostante il pdl faccia quadrato attorno a lui, per un vizietto che accomuna la quasi totalità dei maschietti: la passera! E ciò non sarebbe disdicevole se al suo desiderio di pilu (esaudito con discrezione e tralasciando le minorenni, ammesso che fosse a conoscenza dell’età delle ospiti) avesse affiancato le attività di governo e risolto i problemi che attanagliano l’Italia. D’altronde, col consenso che ha all’interno del governo, sarebbe stato semplice creare lavoro, tutelare lo stato sociale dei poveri, dei senza lavoro, dei giovani.
Che dire… dispiace assistere a un simile epilogo.

diceva il saggio:
Se hai la sfortuna di occupare nella società un posto di rilievo trova qualcuno, stai dietro alla sua ombra e opera per il bene di tutti. (cit.)

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