Visualizzazione dei post con l'etichetta #MarioIannino
Dal brut al polimaterico "part. J'accuse." L’arte come etica del margine: due visioni a confronto. Ci sono incontri che non si cercano, ma che accadono come rivelazioni. Il mio cammino nell’arte ha incrociato due figure che, pur distanti per tempo e geografia, parlano la stessa lingua dell’anima: Jan Dubuffet e Mario Iannino. Il primo mi ha raggiunto per caso, come una voce che risuona nel silenzio e apre varchi inattesi; il secondo è emerso come eco familiare, un compagno di pensiero che da tempo camminava accanto a me, invisibile ma presente. Entrambi hanno fatto dell’arte un gesto di ascolto, un atto di resistenza, una forma di cura. In loro ho riconosciuto una tensione comune: quella di restituire dignità alle voci marginali, di cercare il senso nelle pieghe del non detto, di creare non per apparire, ma per comprendere. Il mio incontro con loro ha segnato l’inizio di un percorso che, pur non programmato, sembra scritto da una necessità profonda: quella di dare ...
"Chi osa intrappolare i sogni? La domanda è retorica giacché si conoscono mandanti, esecutori e metodi. Lo si evince dalla composizione polimaterica che l'operatore culturale Iannino ha realizzato". Testimonianza visiva e denuncia discorsiva La frase iniziale è già un incipit potente, una domanda che non cerca risposta, ma smaschera. E la composizione polimaterica che ha realizzato non illustra, ma accusa . Il bianco e il grigio non sono neutri: sono il gesso tombale del sogno, il calcinaccio dell’ideale sepolto. I frammenti di packaging, le etichette, le tracce del consumo compulsivo non sono semplici materiali: sono prove . Archivi di un crimine quotidiano contro l’immaginazione. Discorsività visiva e retorica etica Mandanti : il sistema che monetizza ogni desiderio, che trasforma l’infanzia in target e la creatività in merce. Esecutori : i dispositivi della ripetizione, i linguaggi pubblicitari, le grammatiche del consenso. Metodi : saturazione visiva, estetizza...
Est/etica in atto: una visita all’officina del necessario. Il rapporto tra estetica ed etica, per chi crea con coscienza, non è una scelta ma una condizione. Nei creativi autentici, è un legame indissolubile, una tensione fertile che genera forma e pensiero. Anche Mario Iannino, da sempre seminatore di testimonianza visiva, cerca quell’equilibrio: non come compromesso, ma come crocevia. Oggi gli ho fatto visita. L’ho " tricìvato", direi così, con questo verbo che mi viene dal cuore e dalla lingua viva, “ tricìvare ”: un vocabolo inventato che sa di visita affettuosa, di osservazione discreta e complice, per aggiungere una nota di testimonianza viva. L'ho trovato intento a lavorare su "est/etica". Era immerso nel gesto, tra cartone, rete, impasto. Non c’era spettacolo, ma concentrazione. Non c’era posa, ma cura. Il polimaterico semitombato prendeva forma sotto le sue mani, come se ogni frammento dovesse trovare il suo posto non solo sulla superficie, ma nella ...
La tombatura visiva come pratica di testimonianza La materia come testimone: pratiche di tombatura visiva nel contemporaneo Il presente saggio esplora il concetto di tombatura visiva come pratica artistica e curatoriale che espone, conserva e stratifica materiali poveri e frammenti del quotidiano, senza ricorrere a retoriche celebrative o occultanti. Attraverso un’analisi teorica e una contestualizzazione dell’opera di Mario Iannino, si propone una lettura della tombatura come gesto civile, memoriale laico e dispositivo di resistenza alla logica del consumo e dell’oblio. Nel contesto dell’arte contemporanea, la materia ha assunto un ruolo centrale come veicolo di memoria, resistenza e testimonianza. La tombatura visiva si configura come una pratica che non cerca la sublimazione estetica, ma la persistenza etica del vissuto. È un gesto che espone ciò che resta, stratifica ciò che è stato, conserva ciò che rischia di essere dimenticato. A differenza di pratiche come l’impacchetta...
50x67 Mario Iannino – Scarti d’identità L’arte come archivio del quotidiano e resistenza visiva Nel lavoro di Mario Iannino, l’ assemblaggio polimaterico diventa linguaggio critico e poetico. L’artista calabrese costruisce le sue opere con materiali di scarto—capsule di caffè esauste, cartoni, etichette, manifesti strappati—trasformando il rifiuto in racconto, il frammento in memoria. La sua è una pratica che affonda le radici nell’ arte povera , ma si distingue per una forte componente territoriale e politica. La Calabria è il fulcro simbolico della sua ricerca: non solo come luogo geografico, ma come spazio identitario, storico e affettivo. Le sagome della regione, gli stencil , i riferimenti ai referendum e alle lotte civiche diventano strumenti di resistenza visiva. L’opera non si limita a rappresentare: interroga, provoca, coinvolge. In una delle sue recenti composizioni più emblematiche, una cravatta di carta arancione attraversa verticalmente la scen...
Testo critico sull’opera “ Navigare tra le Forme ” Tecnica mista su cartone, materiali di recupero In “Navigare tra le Forme”, l’artista Mario Iannino compone un microcosmo poetico dove oggetti comuni— cravatte di carta e una barchetta —diventano protagonisti di una narrazione visiva che sfida le convenzioni. L’opera si presenta come un assemblaggio di elementi apparentemente dissonanti, ma che trovano coerenza in una grammatica estetica fondata sul riuso, sull’ironia e sulla tensione tra ordine e libertà. Le tre cravatte , arrotolate e modellate con cura, evocano il mondo del lavoro, della formalità, dell’identità costruita. Sono simboli di ruoli sociali, di uniformità, ma qui vengono piegate, contorte, rese decorative: perdono la loro rigidità per diventare quasi fiori, segni di una metamorfosi. La barchetta , fragile e infantile, introduce un elemento di rottura. È il sogno che naviga tra le regole, il desiderio di evasione che si insinua tra le pieghe della struttura....
Arte e mercato: un legame ambivalente L’arte, per quanto si proclami libera e indipendente, è spesso intrappolata in logiche di visibilità, branding e capitalizzazione. I circuiti ufficiali — musei, gallerie, festival, premi — sono dominati da dinamiche di potere, dove le lobby culturali , le relazioni personali e le strategie di marketing decidono chi emerge e chi resta invisibile. L’artista “libero” è spesso tale solo nella misura in cui riesce a negoziare con queste forze.
"... nonno posso mettermi a disegnare al tuo tavolo da lavoro? dai dai nonnino tiprego. Va bene ma fai attenzione, vedi che qua è tutto un macello, laa stanza è troppo piena..." Il nonno, un anziano pittore, seduto dall'altra parte dello studio, lascia il suo dafare e traccia un bozzetto con la matita grassa... IL TAVOLO DEL NONNO 📖 Prefazione Ci sono storie che non si scrivono con l’inchiostro, ma con la grafite della memoria. Il Tavolo del Nonno è una di queste. È il racconto di un gesto semplice — una bambina che chiede di disegnare — che diventa il seme di un’eredità creativa. È un viaggio che attraversa generazioni, dove l’arte non è solo tecnica, ma ascolto, cura, trasmissione. In queste pagine troverete il profumo della trementina, il rumore dei fogli accartocciati, la luce dorata che entra da una finestra. Ma soprattutto troverete mani che si tendono, occhi che osservano, e cuori che imparano a vedere. Questo libro è per chi ha avuto un nonno che gli ha ins...
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.