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Mi è capitata sotto gli occhi una foto in b&n: cattura una scena molto eloquente che storicizza la Calabria degli anni della fame, quella di fine dopoguerra e che ancora deve faticare per attingere alle “comodità” della rivoluzione industriale. Racconta di quando ancora si era costretti a ricorrere alle risorse naturali fuori dalle mura domestiche, insomma fare provviste e scorte oggi impensabili, quali: l’acqua da bere e per lavare, la legna per scaldarsi e cucinare, e mi è sovvenuto un ricordo che, gioco forza, si è intrecciato con la storia della famiglia nel bosco.
Il Ponte che divide Il Ponte sullo Stretto di Messina è tornato al centro del dibattito politico e istituzionale. Da un lato il ministro Salvini e la società Stretto di Messina, guidata da Pietro Ciucci, ribadiscono che i lavori partiranno secondo il cronoprogramma ufficiale. Dall’altro, la Corte dei Conti e le opposizioni mettono in dubbio la legittimità dell’iter e la sostenibilità economica del progetto. Ripercorriamo le tappe per sommi capi: Salvini definisce il Ponte “opera strategica” per ridurre i costi dell’insularità e integrare la Sicilia nel corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo. Ciucci conferma il completamento entro il 2033 , insistendo sulla validità degli atti e sulla continuità del progetto. Il cronoprogramma prevede cantieri imminenti e benefici dichiarati: risparmio di tempo per veicoli e treni, sviluppo economico e occupazionale. le criticità sollevate da analisti e organi dello Stato preposti alla valutazione del progetto: Corte dei Conti: ha blocca...
Sulla vicenda della famiglia nel bosco di Palmoli (Chieti), che ha rifiutato lavori di riqualificazione e ha perso la difesa legale dopo la rinuncia del loro avvocato. Questa la fotografia sulla "solitudine scelta" che isola l'altro da me: La storia della famiglia che vive isolata nei boschi abruzzesi ha suscitato un dibattito acceso. Un casolare fatiscente, condizioni di vita precarie, figli allontanati dai servizi sociali. Eppure, nonostante le proposte di riqualificazione e l’intervento delle istituzioni, i coniugi hanno scelto di rifiutare ogni compromesso. La loro volontà di rifiutare le mani tese ha fatto capitolare ogni possibilità di dialogo. in sintesi, ricordiamo che: Il Comune aveva offerto lavori di riqualificazione e soluzioni alternative per garantire condizioni minime di sicurezza. La coppia ha respinto ogni proposta, rivendicando il diritto a vivere secondo il proprio stile di vita. Persino l’avvocato incaricato della difesa ha rimesso il mandat...
Fino a qualche tempo addietro le statistiche davano notizie allarmanti in merito alla densità della presenza umana sul pianeta terra. La popolazione sembrava potesse diventare un problema per la sua stessa sopravvivenza e che le risorse fossero inferiori al fabbisogno umano e animale che popola la terra. Poi sono sopraggiunti i volti mefistofelici dei signori della guerra che hanno arginato il problema. Distruzioni mirate hanno raso al suolo paesi e abitanti; abbattuto infrastrutture logistiche e incrinato quelle mentali di ogni essere pensante.
Certo, con i tempi che corrono andrei volentieri anch’io a vivere nei Boschi con Mariaelena piuttosto che stare in città con la Giorgia. Scherzi a parte, sostenere tutte le spese imposte per vivere nella civiltà dei consumi è davvero una impresa pesante. A partire dalla bolletta dell’energia elettrica che su un consumo reale che si aggira attorno alle 80€ devi sborsarne 150€. E poi c’è il gas che non scherza; il telefono con la relativa connessione a internet … .
Tra fake news e macerie: il silenzio del buon senso Parliamo ancora di buon senso: del buon senso soffocato dagli interessi. Il buon senso, un tempo bussola della convivenza, oggi sembra un concetto svuotato, relegato ai margini di un mondo che corre verso il sensazionalismo e l’interesse di parte. Lo vediamo nelle grandi scacchiere geopolitiche, dove le mosse dei leader si trasformano in giochi di potere che ignorano le conseguenze umane. Lo vediamo nelle cronache quotidiane, dove fake news e narrazioni costruite ad arte deformano la realtà e confondono le coscienze.
"e-mail al blog"; domanda e risposta: Buon senso. E' un concetto che non indica più niente! lo si capisce da come va il mondo. quello "civilmente emancipato". due episodi che toccano le coscienze mi sovvengono: il gioco di Trump nella geopolitica mondiale e le "piccole" vicende nostrane;le fake news montate ad arte per trarne benefci, penso alle notizie montate con l'IA e quelle che stanno inondando i media in queste ore, ovvero la disavventura della famiglia che ha deciso di abitare e vivere i boschi per amore della natura e del vivere in sintonia con il creato. Capisco bene la tua riflessione: il “buon senso” sembra essersi smarrito, soprattutto quando lo confrontiamo con dinamiche globali e locali che mettono in crisi la fiducia collettiva. Nella visione globale e degli influssi che ha la geopolitica e il “gioco” dei grandi, infatti, sento di dire che: - Le mosse di Trump nella geopolitica mondiale sono spesso percepite come spostamenti...
di Franco Cimino Dal dramma alla beffa. Dalla colpa all'assoluzione. Dalla tragedia alla commedia. Dalla serietà alla comicità. Dal pianto grave alla risata sguaiata. Si ripete sullo stesso scenario del dolore e della morte, del sangue e delle distruzioni, sempre la stessa scena. I guerrafondai pacificatori, i signori delle guerre, che con le guerre si arricchiscono di denaro e si potenziano di potere, che giocano a fare la pace. E, chiusi nelle stesse stanze dove hanno ordito le guerre e deciso le morti, si dividono la grande torta dell'arricchimento sulla distruzione. La chiamano ricostruzione, sulla scacchiera dell'economia mondiale, dove operano le grandi imprese, le enormi fabbriche producono altro che le armi e i grandi affari ballano sulle vittime innocenti. La chiamano crescita economica, mentre impegnano le agenzie finanziarie internazionali, vezzeggiate con il nome di rating, per misurare la ricchezza dei singoli paesi. Ovvero, le loro crisi, l'incremento del...
C’è una notizia che rimbalza sui media. Una storia di prevaricazione, a mio avviso, ché, diventa, un “abuso” di potere quando alcuni organismi dello Stato impongono direttive e non consentono alle famiglie di vivere secondo natura per donare tutto l'amore possibile ai propri figli in linea con i dettami del Creato. Oggi è ritenuto normale vivere vite parallele, farsi cloni virtuali e stare 24h su 24 nelle bolle del web, lasciare che bambini di pochi anni facciano gli influencer, truccarsi e dare consigli, farsi selfie come se fossero donne vissute ma non si concede ai genitori di educarli a contatto con la natura. Imparare dalla natura. Entrane in sintonia con essa. La famiglia che ha deciso di vivere nei boschi si è vista togliere d’imperio i figli. Eppure dalle notizie a dalle immagini divulgate non traspare abbandono e disinteresse. Tutt’altro! Entrambi i genitori dimostrano senso civico rafforzato da un rispetto profondo per l’ambiente. Un ambient...
Prima che il gallo canti, presto, molto presto la moka gorgoglia sul fuoco. L’aroma di caffè profuma casa. Scendo dalla cyclette. Riempio una tazza di caffè nero bollente. Metto su un lp e torno indietro con la mente. Quanti ricordi. Erano gli anni della rivoluzione studentesca. Emancipazione femminile e impegno civico trasformavano le piazze i immensi raduni. Il mondo della music faceva la sua parte: Guccini, De Andrè, De Gregori, Dalla, i nomadi, La PFM. Rappresentavano l’energia di quel tempo. E poi c’erano gli altri cantanti, quelli ritenuti meno impegnati politicamente ma cghe avevano un peso in quanto a narrazione di sentimenti. Ornella Vanoni era tra questi. E anche se non schierata apertamente la sua vita privata e sentimentale fece discutere.
email al blog. Anche questa volta siamo sopravvissuti. Siamo usciti quasi indenni alla scorpacciata di notizie catapultate addosso alla plebe. Ornella Vanoni è morta all’età di 91anni. Pace a lei. I media si sono adoperati per divulgare la notizia e sono andati a spulciare oltre la cosiddetta privacy. D’altronde è una cantante. Una professionista che ha sacrificato la sua vita privata alla musica. E quindi, giù, valanghe di segreti svelati. Notizie tra il pruriginoso e il gossip hanno raggiunto anche chi “non gliene può fregar de meno”. Indubbiamente è stata una donna attiva. Ha saputo curare la carriera di cantante. E qualcuno l’ha amata e chi non eccessivamente, senza andare in delirio, ha apprezzato le sue canzoni che, come tutte le melodie pop hanno fatto da colonna sonora ad alcuni momenti salienti della propria vita. Donna di indiscusso fascino, ha fatto sognare molti uomini per la sua immagine sensuale ed emancipata in un Paese borghese e bigotto. Ultimamente era os...
Il bar profumava di caffè e zucchero tostato. Il barista, con gesto ormai rituale, mi porse il solito caffè al bacio accompagnato da un torroncino e un “divino amore”. Piccoli doni quotidiani, dolci come carezze. Mentre i denti affondavano nella pasta molliccia e zuccherosa, la sorpresa arrivò inattesa: un corpo estraneo, duro, che strideva tra i molari. “Un nocciolo, forse,” pensai, cercando di mantenere la discrezione. Lo sputai nel tovagliolino, pronto a trasformare l’imprevisto in battuta per il barista. Ma quando lo sguardo cadde su quel frammento, il sorriso si spense. Non era un nocciolo. Era la capsula del mio molare, staccata come un soldato caduto dalla sua postazione. Il dolce, che un attimo prima mi aveva regalato un piacere infantile, ora mi ricordava la fragilità del corpo, la necessità di correre dal dentista. Il barista, ignaro, continuava a lucidare bicchieri. Io, con il tovagliolino stretto tra le dita, pensai: la ...
A, … mi rivolgo a tutti. In un primo momento ho pensato di indirizzare il messaggio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e perché no, al Papa. Ma poi ho ritenuto opportuno parlare direttamente con tutti quelli che hanno a cuore il Dono della Vita e la libertà educati al civismo. Uso il termine civismo per evitare strumentalizzazioni, anche se sarebbe più indicata la parola “Politica”. Ma ormai si è arrivati a schierarsi uno contro l’atro. E farsi guerra. Violentare diritti che moltissimi avevano dato per scontati in una civiltà cresciuta nell a “ragione” del buonsenso maturato dopo le nefandezze delle guerre armate mondiali e dei miseri conflitti non meno dannosi dei localismi ottusi. La nostra è una “democrazia”. È vero! Una decrazia debole, azzoppata da una legge che conferisce i “pieni poteri” a chi riesce ad arrivare al governo attraverso elezioni. E chi vince, anche con un risicato 25% delle persone votanti, comanda! Impone la propria visione dello stare in ...
riflessioni Cammino tra le strade di una città che sembra aver dimenticato il peso della memoria. I muri, un tempo custodi di voci e colori, oggi sono lisci, levigati, pronti a ospitare pubblicità effimere e messaggi di consumo. Eppure, sotto quella superficie, pulsa ancora la forza dell’immagine narrante: la pittura che racconta, che denuncia, che resiste.
Ci sono immagini che raccontano la realtà e la testimoniano meglio di mille parole. Una tela appesa a un balcone, i colori della Palestina che sventolano in verticale, mentre la radio scandisce la conta dei morti. Tutti civili. È il contrasto tra il simbolo di resistenza e la cronaca di una tragedia che non conosce tregua.
Mentre le lumache bollivano e qualcuna tentava la fuga, ho colto un’immagine: i rumori mediatici, come un calore invisibile, avvolgono e guidano le menti passo dopo passo
di Franco Cimino MENO MALE CHE C'È QUESTO GRANDE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA! Il Quirinale, Palazzo Chigi, un signore che ha fatto politica e vorrebbe continuare a farla avendo cambiato ruolo, una lettera anonima, un giornale che prende tanto schifo, lo impacchetta e ne fa un servizio giornalistico apparentemente professionale, apparentemente quindi doveroso e deontologicamente obbligato. Apparentemente un grande scoop giornalistico. E ancora: una cena tra amici in un ristorante noto di Roma, un chiacchierare confidenziale tra una bella abbuffata e una grande bevuta. E parole liberate con disinvoltura. E ancora, una mail con il falso mittente e contenente la sintesi di quelle dichiarazioni rese in libertà e intorno a quel tavolo romano. Una mail indirizzata allo stesso giornale che ha divulgato la notizia. E che lascia sottintendere che vi sia altro da completare, probabilmente un audio video dell’intera esternazione di quella personalità che lavora fianco a fianco al presid...
Interruzioni programmate dell’energia elettrica: si può fare meglio? Negli ultimi giorni, la zona sud di Catanzaro sta affrontando interruzioni di corrente programmate che durano fino a otto ore consecutive. Comprendiamo l’importanza della manutenzione e della sicurezza della rete, ma ci chiediamo: è davvero necessario lasciare interi quartieri senza energia per così tanto tempo? Le conseguenze sono pesanti, soprattutto per: Anziani e persone fragili Chi utilizza dispositivi medici elettrici Famiglie con bambini piccoli Lavoratori da remoto In un’epoca in cui la tecnologia consente interventi più mirati, ci auguriamo che E-Distribuzione possa rivedere le modalità operative, limitando i fermi a pause inferiori alle tre ore, magari suddivise per fasce orarie o micro-zone. Cosa è successo? L’interruzione dell’energia elettrica sembra essere legata a un guasto agli impianti Sorical, con effetti anche sull’erogazione idrica. Ecco i dettagli: Guasto elettrico agli im...
Ragionamento sulla stupidità collettiva. La violenza come strumento di potere e la spartizione dei territori sono il volto più crudo della stupidità al potere: Gaza e Ucraina ne sono oggi i simboli più tragici. La riflessione tocca un nodo essenziale del nostro tempo: “la degenerazione della politica in dominio”, dove la forza prevale sul diritto e la propaganda sulla verità. Gaza e Ucraina sono due teatri diversi, ma accomunati da una logica brutale: quella della sopraffazione. Gaza e Ucraina: due guerre, una stessa logica: saccheggiare! In Ucraina, la guerra iniziata nel 2022 ha visto la Russia invadere territori sovrani con l’obiettivo dichiarato di “denazificare” e “proteggere” il Donbass. Oggi, secondo un piano di pace proposto da Donald Trump, si ipotizza che Kiev debba cedere parte del proprio territorio (Donetsk e Luhansk) in cambio di garanzie di sicurezza. È la logica del bullo: prendo con la forza, poi ti offro la pace a condizione che tu accetti la mia rapina. ...
Pensare è sovversivo. Non ho pregiudiziali. sono aperto ad ogni pensiero, purché sia costruttivo. le partigianerie senza senso mi fanno venire l'orticaria, e assistere a certe affermazioni elaborate e pubblicate sulle piattaforme social mi irritano quando ripetono stupidamente cose prive di senso. alcuni sembrano uscire dalle sceneggiature adatte a formare l'esercito, anzi un gregge di pecore felici di essere guidate al pascolo ed essere munte dal pastore che alla fine del ciclo vitale le porta al macello, senza contare il ratto degli innocenti a pasqua.
Cronaca di una Crisi di Valori Franco Cimino, autore dell’articolo https://aore12.blogspot.com/2025/11/la-guerra-e-la-propaganda-del-potere.html esprime un'accusa forte e indignata contro il silenzio mediatico che circonda la situazione a Gaza. Denuncia come l'attenzione pubblica e giornalistica si sia spostata altrove, in particolare sulla guerra in Ucraina. Secondo l'autore: Gaza è scomparsa dai media: Nonostante il conflitto continui e la popolazione soffra, i media mainstream non ne parlano più. Le notizie su Gaza sono relegate in secondo piano, se non del tutto assenti. Chi ne parla è emarginato: Chi continua a denunciare la situazione viene spesso etichettato come retorico, antisemita o sabotatore della pace.
Il POTERE DELLA GUERRA (dei soldi) di Franco Cimino Di Gaza non si parla più. C'è qualcuno che ne parla? E dove sono quelle ripetitive e monotone trasmissioni televisive che a canale unico, nel salotto unico, seduti sempre gli stessi, per mesi e mesi ne hanno parlato? Dove si trova la notizia nei telegiornali e nei giornali? Nelle pagine interne, per i giornali cartacei, nelle notizie seconde o terze, se non ultime, e per pochi minuti, in televisione. Nessuno ne parla più. I pochi che lo fanno, come il sottoscritto, sono considerati se non retorici o antisemiti, addirittura sabotatori della pace. Quella che il pacifista in assoluto, sostenuto dai nostri pastifici governanti, ha dichiarato al mondo intero essere stata fatta. Ma in quella terra martoriata ancora si uccide. E laddove non ci fosse più nulla da distruggere, da uccidere, neppure i bambini che sono tutti spariti da quelle vie, da quelle macerie, ci si allunga un po' più avanti, al sud del Libano. E in tutta la Cis...
Il cosiddetto “turismo del massacro” a Sarajevo negli anni ’90 è una realtà storica agghiacciante, oggi al centro di nuove inchieste giudiziarie. Questo editoriale riflette su quella barbarie per interrogarsi sulla deriva morale contemporanea. Sarajevo Safari: il prezzo dell’orrore C’è una cifra che rimbalza tra le righe delle ultime inchieste: 250-300mila euro . Tanto sarebbe costata, secondo testimonianze e ricostruzioni investigative, una “gitarella” a Sarajevo durante l’assedio degli anni ’90. Non un viaggio di piacere, ma un weekend da cecchino, appostato su un terrazzo, a sparare su civili inermi. Donne, bambini, anziani. Un safari umano, dove la preda era la vita stessa. Questa notizia, rilanciata da documentari come Sarajevo Safari di Miran Zupanič e da inchieste della Procura di Milano, non è solo un pugno nello stomaco. È un monito. Perché tra i presunti partecipanti a questi “passatempi” non ci sarebbero solo miliziani, ma anche cittadini europei, italiani compres...
“Cosa vuoi fare da grande? il benzinaio non è più l'aspirazione dei bambini di oggi. e neppure il medico o l'astronauta. Oggi maschi e femmine vogliono fare gli influencer “. E’ un cambiamento culturale davvero interessante. Il sogno di “fare l’influencer” oggi è diventato una vera e propria aspirazione professionale per molti giovani, al pari di mestieri tradizionali come il medico o l’ingegnere. E non è solo una moda passeggera: riflette una trasformazione profonda nel modo in cui le nuove generazioni vedono il lavoro, la visibilità e il successo. Vediamo perché: Perché gli influencer attraggono così tanto? Le risposte sono ovvie: - Accessibilità percepita: basta uno smartphone e un’idea per iniziare. - Visibilità e riconoscimento: essere seguiti da migliaia (o milioni) di persone dà una sensazione di importanza. - Autonomia: molti influencer lavorano da soli, decidono contenuti, orari, collaborazioni. - Guadagni potenziali: i più noti guadagnano cifre da capogi...
Non pensavo fosse così frustrante. eppure stare per il secondo giorno senza internet si è dimostrato un handicap. siamo talmente dipendenti dalla domotica che qualsiasi intoppo inibisce le giornate organizzate sulle connessioni wifi domestiche. non leghiamo più e attività ai cilci lunari e men che meno osservando e saendo leggere il cielo, il vento e le mare: potremo mai riconnetterci con i ritmimi naturali?
La ferita come forma: Iannino e il Kintsugi dell’arte contemporanea Nel cuore della filosofia giapponese del kintsugi — l’arte di riparare le ceramiche rotte con oro — si cela una visione radicale: il danno non è da nascondere, ma da esaltare. Le crepe diventano vene preziose, testimonianze di un vissuto che ha attraversato la frattura per trasformarla in bellezza. È da questa prospettiva che si sviluppa la ricerca di Iannino , artista che non solo accoglie la ferita, ma la rende protagonista.
NON È MALATO. É FINALMENTE SANO. di Franco Cimino Ho visto Vittorio sugli schermi. Oggi pomeriggio, nell'intervista che ha rilasciato a Mara Venier a "Domenica In". Sta leggermente meglio rispetto all'altro ieri sera, a "Cinque minuti" di Bruno Vespa, durante i quali non ha mai sollevato lo sguardo dal libro che teneva in mano e meccanicamente sfogliava, guardando le numerose immagini fotografiche delle opere che lui in quel libro presentava. La voce di oggi era leggermente più tonica dell'altra sera. Il suo pensiero, non più stretto nella critica all'arte, suo principale mestiere, dove resterà Maestro, stimolato da domande delicate e affettuose, spaziava un po' più largamente, fino a riferirsi alla sfera più intima e personale. Quella degli affetti familiari e amorosi, nei quali spiccava quello per la compagna di una più che ventennale vita. La bellissima donna che ha deciso di sposare anche per "gratitudine", per essergli rimasto ...
Dal silenzio dell’anima, controvento Agli invisibili resilienti "kintsugi; courtesy m.iannino©" A chi come me ha conosciuto il gelo dell’indifferenza, la fame che non è solo di pane, ma di ascolto, di dignità, di presenza. A chi ha camminato con scarpe rotte e sogni spezzati, a chi ha imparato a non chiedere più, perché il “no” fa più male della povertà. Scrivo dal silenzio dell’anima, quel luogo dove si accumulano le parole non dette, le lacrime trattenute, le speranze che non hanno trovato spazio. Scrivo perché quel silenzio non è vuoto: è pieno di vita, di lotta, di verità. Ho vissuto l’invisibilità. Ho visto gli sguardi che evitano, le parole che minimizzano, i gesti che ignorano. Ho chiesto aiuto, e ho ricevuto il rifiuto. Il giudizio sprezzante. Ho superato la vergogna, ho trovato il coraggio… e sono diventato muro. Da quel giorno, ho imparato a non espormi. A fingere forza, a ostentare sicurezza, a camminare con la testa alta anche quando dentro mi...
Tra gli anni sessanta e settanta non c'era la movida ma c'era la passeggiata su corso Mazzini, villa Trieste o Margherita, il mercato, il Masciari, il Supercinema, il politeama, il Comunale tutti ubicati nel centro storico catanzarese circoscritto da una fascia urbana che stava crescendo. Nel quartiere di San Leonardo qualche decennio prima iniziò l'urbanizzazione e fu sede del cinema Odeon (1952) prospicente ai giardini meta della generazione di quegli anni turbolenti altrove ma sonnacchiosi a Catanzaro che comunque stava aprendosi alle nuove tensioni sociali e culturali.
L'argomento non manca. da qui a capodanno abbiamo di che parlare. il capodanno in rai si terrà a Catanzaro marina. È ufficiale! quindi tutti soddisfatti! come se l'evento risolvesse tutti i mali di noi residenti e impossibilitati a scappare da questa terra amata ma irriconoscente. No correggo: non è la terra a d essere irriconoscente ma gli squali che la governano.
società, new media Innocente malizia. Innocente è chi non ha commesso reati di nessun genere; chi ha gli occhi e non vede il male ma solo Bellezza. si ha la sensazione, però, guardando ai nuovi mezzi di comunicazione che non esista più l'innocente, l'innocenza di chi guarda davanti a sé senza maliziare. imbattersi, ed è questo il motivo della riflessione, in una bambina appena pubere che si fa un auotscatto e che guarda fissa l'obiettivo dell'iphone, forse di ultima generazione, non so visto che non sono addentro alle ultime nascite dell'alta tecnologia, con il musetto a culo di gallina mi fa senso! non è per bigottismo: la mia generazione ha visto e vissuto le rivoluzioni femministe, della “FŸa” è mia e la gestisco da me, delle minigonne e del rogo dei reggiseni.
Ad intuito Pontegrande e Pontepiccolo erano due località con qualche attinenza in comune al nome che li contraddistingueva. Lo supponevo. Ma non ne ero certo. Erano due quartieri attaccati l’uno dietro l’altro lungo la strada che da Catanzaro porta a Sant’Elia. Compresi la toponomastica quando dovetti frequentare la terza media a Pontepiccolo. Iscritto d’ufficio, ricordo, perché fui “espulso” dal collegio. Correva l’anno … non ricordo quale anno corresse ma correva veloce per i miei 13/14 anni stracolmi di adrenalina e voglia di conquistare il mio posto nella società oltre le mura dei salesiani.
Lettere dalla Calabria è un'opera che intreccia memoria, consumo e territorio in modo poetico e stratificato. Lettere dalla Calabria — Assemblaggio di memoria e materia Lettere dalla Calabria è un collage che si muove tra il quotidiano e il simbolico, un assemblaggio di frammenti visivi e testuali che evocano la stratificazione culturale del Sud Italia. L’opera raccoglie: Stralci pubblicitari : brandelli di packaging e slogan che richiamano l’industria alimentare e il marketing della tradizione, come il logo “Fileja Calabresi” e “Tradizione di Calabria”. Disegno a penna : una geografia reinventata, tracciata a mano, che riformula il territorio calabrese in chiave personale e astratta. Barchetta di carta : piegata da un foglietto di istruzioni, simbolo di viaggio, gioco e costruzione, forse allusione all’emigrazione o all’infanzia. Testo a matita su una busta Amazon : parole scritte a mano su un supporto industriale, che mettono in dialogo l’intimità de...
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.