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In fila per il pane

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  Il dicastero del terrore ha messo in atto le sue strategie. Ha disseminato il virus del terrore. E funziona! A due anni dalla comparsa del covid niente sembra essere cambiato. Dal punto di vista della gestione politica sembra che qualcuno si stia divertendo parecchio. E siccome non tutti i videoti sanno discernere e contestualizzare la realtà i politici che vediamo in tv liberano cazzate a cuor leggero nel senso che sembra che loro, i politici, siano sganciati dalla realtà. Intanto i comuni mortali, quelli che siamo costretti a fare i conti quotidianamente con la realtà, siamo obbligati a sottostare alle decisioni illogiche di una classe dirigente che non ha la patente e non è in grado di guidare neanche un triciclo. Sbandieratori di slogan che: Hanno seminato e inculcato il terrore anche nei cervelli che sembravano indenni. Persino tra gente scolarizzata che si fregia di titoli e che si presuppone, perciò, essere coscienti all'altezza di sapere scegliere e valutare tra uno ...

Nel teatro della vita siamo primi attori

 Tra la vita e la morte scelgo il fiore dell'attesa Questo fine anno non tutti festeggiano. Poche luci e luminarie dai balconi a sottolineare lo spirito delle festività raggruppate in questo codazzo di tempo dell'anno 2021. Gli echi delle sofferenze dei popoli che sono costretti a imbarcarsi anche contro la propria volontà giungono sulle nostre tavole imbandite per lo più senza nemmeno sfiorarci. Ognuno è chiuso nel proprio dolore. Un dolore intenso, a volte, per la perdita di un congiunto deceduto per covid o altra patologia che ancora sfugge alle regole scientifiche conosciute. Non ci sono farmaci o terapie idonee per contrastare certe patologie tumorali. E qui si tocca con mano tremante la fragilità umana e l'impossibilità oggettiva di chi affida ogni possibilità di difesa immunitaria alla scienza quasi fosse un dogma. I ricercatori, gli scienziati coi loro studi hanno donato moltissimo all'umanità in termini di contrasto ai virus e alle pandemie. Le cronache lo ...

Auguri! anche questa volta ne usciamo vivi (colesterolo a parte)

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  Però, quant'è bello il Natale! I buoni propositi si sprecano. In questo periodo ci sentiamo tutti migliori. Auguriamo il meglio anche alle persone che torneranno ad esserci indifferenti già a S. Stefano. Whats app non smette di notificare messaggi: ... ce l'ho. Ce l'ho. Mi manca … La raccolta di immagini diventa interessante. Sembra di tornare alle medie. A quando scambiavamo le figurine dei calciatori. Ricicliamo messaggi e immagini quasi con tedio. La noia ci assale ma dobbiamo comunque scambiarci gli auguri pur sapendo che tra qualche giorno dovremo fare i conti con l'amara realtà: pagare le bollette e le tasse del nuovo anno. Però, brindiamo. Brindiamo e ci scambiamo auguri con la speranza che qualcosa cambi e porti sollievo ai nostri affanni terreni. Scambiare auguri non costa niente. Persino la chat è compresa nel prezzo. Tantissimi auguri e che l'inizio del nuovo anno sia scoppiettante, inarrestabile come la vita fin quando il cuore pulsa. Buona vi...

Baccalà e patate, secondo tradizione

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Natale? È la sagra del consumismo! Quanti vivono questi giorni segnati in calendario come l'avvento del Salvatore secondo gli insegnamenti della dottrina cristiana? Credenti o no a guardare il via vai che c'è nei negozi si ha la netta sensazione che la gente sia presa dalla frenesia dell'acquisto. Spendere, chi ce l'ha, la tredicesima in beni voluttuosi, è un imperativo categorico. È una forma di esorcismo nei confronti dei tempi bui, della pandemia e dell'impossibilità di viaggiare e spostarsi persino a casa di familiari e amici se non con le dovute precauzioni: tamponi, mascherine e terza dose. Possedere o regalare un bene effimero ci sta se si vuole essere al passo coi tempi e dare un po' d'ossigeno alle sofferenze dei commercianti. Esorcizzare! Tornare indietro nel tempo a quando il baccalà era il piatto dei poveri e c'era più allegria nelle case. Quando bastava qualche caramella, un torrone e un giocattolo di legno o una bambola di pezza per ren...

Natale nelle case dei calabresi

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  Nelle tradizioni culinarie delle feste natalizie il capretto è uno delle tante portate che imbandiscono le tavole calabresi. Il caprettino di latte , cosi detto perché ancora non ha brucato l'erbetta, è definito anche “sbrigogna mugghijeri” per il caro prezzo e la misera resa in tavola. Sbrigogna mugghjeri, letteralmente vuole significare la brutta figura cella padrona di casa che porta in tavola un piatto non abbondante da soddisfare le pance ma ottimo per i buongustai. Cucinarlo è un'arte! Non si butta quasi niente. Ma essendo tenerissimo, cucinato secondo un'antica ricetta che si tramanda da madre in figlia il risultato è da oscar e raggiunge sublimi traguardi per i palati esigenti. La testa, “ a capureddha” , è guarnita con la mollichina di pane insaporita con pecorino grattugiato, prezzemolo e aglio e, messa nella teglia insieme al resto della carne del caprettino, si lascia rosolare prima sul fornello e poi messa in forno. Mentre le parti molli quali il fegato...

Da Atene a Hong Kong

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 Guardiamo al passato per una Scuola all'altezza dei tempi Tra la scuola di Atene e l'università di Hong Kong c'è un abisso! La differenza sta, non tanto negli anni coi quali siamo abituati a misurare il tempo, ma, nel pensiero che le due scuole di alta formazione lasciano nella storia. La Scuola di Atene , secondo le narrazioni figurali tramandate ai posteri dalla magia espressiva di Raffaello, è esaltazione dei lumi. È un continuum tra pensiero classico e moderno. È volontà di migliorare la società, bere alla fonte della saggezza dei grandi pensatori del passato, apprenderne le arti e farne sottili e insinuanti armi al servizio del pensiero costruttivo. Si potrebbe, in estrema sintesi, dire che il postulato figurale di Raffaello non è mera esposizione di una scuola di pensiero ideale che mette al bando la materia, anche se la carnalità lascivia raffigurata nella parte sinistra dell'immenso affresco è posta in secondo piano sintetizzata dai bassorilievi quasi fosse ...

Che tempo, che tempi in rai

  Fabio e i no vax. Potrebbe sembrare l'inizio di una fiaba che narra di un bambino autoritario oppure curioso che si pone il dilemma di chi sono o cosa sono le persone definite no vax ma... il Fabio in questione è un noto conduttore televisivo che occupa da decenni le reti televisive del servizio pubblico italiano, la RAI. Com'è noto tutti i residenti in Italia che detengono un televisore sono obbligati a pagare un canone allo Stato e per questo è detta tv di Stato che in teoria dovrebbe fare un servizio pubblico e quindi dare voce e spazio ai cittadini. Lottizzazioni a parte e linee politiche delle reti RAI che impongono tematiche da sviluppare e irradiare scientificamente, l'esternazione di Fazio in risposta alle battute sagaci di Michele Serra è decisamente fuori luogo e priva di ogni ancoraggio ai dettami democratici della Costituzione cui dovrebbe rifarsi l'informazione pubblica. Fabio Fazio ritiene di non dovere mai invitare alla “sua” trasmissione i no v...

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