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Letta, pura retorica nella lettera agli iscritti

  Ma Enrico ci fa o lo è? Ho dato una sbirciata alla lettera che Enrico Letta ha pubblicato per gli iscritti del pd. È semplicemente ridicola. Piena di retorica inutile e di infantile ripicca contro i fantasmi nemici di un mondo immaginario. Un tempo quelli di sinistra s'impegnavano per fare migliorare le classi sociali deboli. Parlavano e si battevano per salari giusti; opportunità sociali per i proletari che non avevano origini blasonate e men che meno padri avvocato o dottore. Il diritto allo studio è stata una conquista sociale! Col tempo però qualcosa è cambiato. Il dna del partito dei lavoratori e degli emarginati ha indossato la cravatta. Si è imborghesito! E ha perso di vista la realtà. Oggi, dopo l'ennesima sconfitta (ma forse l'avevano messa in conto visto che il rosatellum che prende il nome del suo relatore, Ettore Rosato , è la legge elettorale proposta e votata dal pd di Renzi per fare fuori i nemici del m5s e della destra che nel 2017 hanno fatto incetta...

il pd cambia volto?

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«Vinciamo in Emilia-Romagna», dove «il Pd sta facendo la campagna elettorale per Bonaccini in splendida solitudine” senza l'appoggio di Iv e M5s, «e poi cambio tutto: sciolgo il Pd e lancio il nuovo partito». Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un colloquio con Repubblica in cui spiega: «In questi mesi la domanda di politica è cresciuta, non diminuita. E noi dobbiamo aprirci e cambiare per raccoglierla». Zingaretti “pensa “ ad un partito aperto che fa contare le persone e guarda con occhi attenti in ogni angolo del paese. Però, c’è un però! Ho letto attentamente tutto l’articolo e non c’è traccia delle elezioni regionali della Calabria! Eppure qui ha scommesso su Callipo , l’imprenditore del tonno che dà lavoro a molti calabresi nelle sue molteplici attività. Sarà un lapsus? Oppure + strategia a buon mercato? Intanto in Calabria i giochi si fanno duri. Le accuse incrociate si fanno sentire. Il fango è gettato a piene mani sui concorrenti. Il br...

Pippo Callipo presidente?

Ormai è chiaro: la politica ha abdicato! La prima repubblica lottizzava il potere e assegnava incarichi di estrema delicatezza strategica ai propri militanti. Chi stava al governo adottava il manuale Cencelli anche nell’assegnazione dei posti di lavoro all’interno delle realtà lavorative. Uffici, fabbriche e persino nelle organizzazioni sindacali la spartizione era una legge non scritta da rispettare. La conta avveniva attraverso gli iscritti e le tessere nonché i voti espressi nelle urne. La morte della prima repubblica per certi aspetti si riteneva e si ritiene un’emancipazione dal sistema che i partiti avevano messo in campo per governare il potere e le genti. Era un sistema consolidato. Odiato! Gli ideali infranti dal sistema logistico che le classi dirigenti attuavano indussero molti militanti o simpatizzanti ad allontanarsi dalle sedi e dai luoghi della politica accattona. Sarà, forse, per questo motivo che non vi è un rinnovamento nella classe dirigente e che le scuo...

PD capa tosta offesi nell'onore

il presidente del Pd, Matteo Orfini, “In mezz'ora in più”, su Raitre entra subito nel tema delle alleanze e della responsabilità che molti attribuiscono al suo partito per la formazione di un nuovo governo. "Qualora sostenessimo un governo del M5S, in varie forme, sarebbe la fine del Pd, afferma. Considero il tentativo di obbligare il Pd a fare la scelta contro natura, una sorta di stalking". In sintonia con quanto aveva detto Renzi, anche per Orfini il Pd deve stare all'opposizione: "Il voto parla chiaro. Non si può immaginare che il Pd vada al governo. Noi abbiamo perso, non si aiuta la nascita di un governo in questi casi. Non esiste in natura un accordo tra Pd e M5S. La questione del governo sarà oggetto principale della direzione di domani". Per me e tanti altri che sono andati via dal pd è l'esatto contrario! Questo modo d'intendere la politica va contro ogni logica e gli interessi dell'Italia. Si vuole proteggere l'identità ...

Un governo per l'Italia nazione eu

C'è poco da dire. Dopo lunghe dissertazioni e veti incrociati i parlamentari uscenti hanno confezionato una legge elettorale che, prevedibilmente, genera ingovernabilità se non si raggiunge quota 50+1 alla camera. Lasciamo da parte l'analisi del voto, già si discute molto nei salotti meno che nei partiti interessati. Un dato, però, è da sottolineare: hanno vinto i soggetti che hanno dimostrato vicinanza ai problemi della gente. E dopo le polemiche che hanno visto al centro di battute satiriche il segretario del pd arriva la conferma delle sue dimissioni accompagnata dal veto di fare alleanze con i 5 stelle ma l’anima dissidente del Pd renziano, che fa capo soprattutto ad alcune delle figure più istituzionali e agli ex ds, sta lavorando all’intesa per fare in modo che i 5 stelle possano formare il governo. La condizione imprescindibile per tutti era l’addio di Matteo Renzi, fatto che nella serata del 7 marzo è diventato ormai sicuro. E anzi, i movimenti sono cominciat...

Avanti al nuovo governo a 5 stelle

Le ambiguità del pd. Calenda , il ministro del governo uscente, si tessera nel pd ma aggiunge e specifica che “ se il pd fa un governo col movimento 5 stelle la sua iscrizione è la più corta della storia”. Perché? Qual è il motivo suo e di Renzi che sfida a uscire allo scoperto quanti all'interno del partito sarebbero d'accordo col programma dei 5 stelle ? È una questione di interessi politici o personali? Eppure anche Renzi interpellò a suo tempo i 5 stelle... ma forse sta proprio qui il punto? Sarà perché i 5 stelle gli dissero di no? Polemiche a parte, l'Italia e i cittadini tutti hanno bisogno di un governo forte che lavori per il bene di tutti, italiani e immigrati. Basta polemizzare e mettere veti. Un colpo di spugna e via! Onestà mentale, come ha detto Cuperlo a #cartabianca anche se lui ha tenuto fede alle strategie politiche che consentono di dire e lasciano intendere qualsiasi concetto. Un po' come Renzi: “mi dimetto ma dopo avere messo ...

Matteo. Paguro o punteruolo rosso?

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Matteo non molla! Se è vero che gli elettori hanno bocciato la politica unilaterale del segretario del partito democratico al segretario non resta che dimettersi. Ieri Renzi ha dato dimostrazione della sua oratoria. Ha ammesso di avere perso nonostante i cambiamenti da lui apportati nella politica e nella società italiana. Ha, in sostanza, detto: “ho perso ma per dimettermi c'è tempo. Prima contrasto e osteggio l'eventuale incarico a Di Maio e la formazione di un governo a guida 5stelle.”. La legnata è sonora! Non solo per il segretario che ha esternato arroganza e spregio della volontà degli elettori che lui dice a parole di rispettare. Renzi ha deluso ! Un leader che fino ad oggi ha guidato le politiche e le istituzioni deve aiutare a formare il governo e non tirarsene fuori. Fa la figura del bambino proprietario del pallone che se lo porta via o che dice: “il pallone è mio e tu non giochi”. Matteo, paguro che trova casa e la difende fino all'e...

Sx, PD con le ali spezzate

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UNA QUESTIONE DI LANA CAPRINA. Dopo tanto girovagare attorno agli alti idelai della sinistra alcuni dirigenti del pd si sono accorti che Matteo Renzi governa il partito in modo personalistico non in linea coi criteri socialisti che dovrebbero ispirare ogni azione dell'enorme macchina politica rinata ciclicamente dalle ceneri marxiste che di volta in volta venivano sparse dai palchi sulle teste degli idealisti creduloni. C'è un'enorme platea che ancora crede nei valori della sinistra! Valori solidi più della roccia che sono sinonimi di uguaglianza e solidarietà tra le persone. E forse solo a questa gente interessa conoscere l'esito dell'attuale guerriglia interna al partito. Tra saltimbanchi e mimi, giocolieri e illusionisti, si è aperto il sipario. Renzi è partito alla volta dell'America. È andato nella Silicon Valley per carpire qualche segreto. Capire e portare in Italia idee innovative che hanno fatto di questa regione sperduta la capital...

Passione politica e ...

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Quattro moschettieri, tre uomini e una donna, pentastellati, rispondono alle incalzanti domande del mastino di rai tre. In mezz’ora chiariscono alcuni interrogativi posti da Lucia Annunziata e fanno luce sul sistema adottato fino ad oggi nel campidoglio. Viene fuori il solito gioco di potere dei partiti e dei loro affiliati. Altro che questione morale teorizzata da Enrico Berlinguer. C’è moltissimo da lavorare sulle regole e sulla gestione politica del sociale. A Roma come in altre città italiane le clientele politiche si autoalimentano e, di volta in volta, gli attori cambiano ruoli a seconda della forza che sono riuscite a quantificare attraverso i comitati elettorali e, in base agli scambi di favori (do ut des,) si possono trovare da una o dall’altra parte del tavolo a trattare affari. Sarà per questo che il dottor Marino si trova imbrigliato in un guazzabuglio fatto di piccole cosucce che lo inducono a dimettersi? Cioè, mi spiego meglio: non ha saputo o avuto la forza di...

Marino scivola e il PD barcolla

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C’è qualcosa di poco chiaro nella vicenda che riguarda Marino, il sindaco voluto ed eletto dal PD e dalla maggioranza degli elettori romani. Un vecchio adagio così recitava: abbiamo perso la vista ed ora ci preoccupiamo delle ciglia. E sì, perché di questo si tratta. Dopo che Roma è stata annichilita dai saccheggi di gente priva di scrupoli, adesso il PD che si dice garantista e per questo tiene in parlamento e nei posti di potere della pubblica amministrazione periferica  persone inquisite, adesso, dicevo, il partito democratico si scandalizza per due scontrini. Due ammanchi nella finanza capitolina perché il sindaco ha pagato con la carta di credito destinata alle spese di rappresentanza due pasti consumati con la famiglia. Ma non è finita qui. Il disegno in atto inizia con la questione della sua panda che il sindaco guidava o parcheggiava nei posti destinati alle macchine di servizio. Ma i puritani del pd non ammettono che si faccia uso del potere per scopi personalis...

Mineo. Ultima vittima di Renzi?

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Matteo Renzi è stato allevato bene ! Sa come gestire i media e come mettere fuori gioco chi non la pensa come lui. È come quel bambino che porta il pallone e siccome il pallone è suo decide chi gioca e chi no. Renzi ignora che siamo in una democrazia e che il Paese non è suo ma anche e principalmente di quei cittadini che non si sono lasciati abbagliare dalle sue promesse e non assecondano le folate del nuovo vento fiorentino. Dopo Mauro ecco arrivare, puntuale come il fato, l'epurazione di Mineo . Non metto sullo stesso piano l'ex ministro di Monti e Corradino Mineo. Non si può. Anche perché Mineo è un senatore del PD. L'Italia smetta di dividersi! Dice Renzi dalla Cina . E poi aggiunge un altro spot ad effetto: basta parlare di delocalizzazioni. La parola giusta da adoperare è internalizzazione delle imprese . Peccato che tutte quelle persone rimaste senza lavoro perché gl'imprenditori hanno deciso di internazionalizzare le aziende nei...

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