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mercoledì 9 novembre 2022

Calabria e Sicilia divise da appena 3 km di mare

 

50,45 km di cui 39 sotto il mare, misure che lo rendono il tunnel con la parte sottomarina più lunga al mondo e il terzo per lunghezza complessiva. Questa opera faraonica di alta ingegneria unisce due nazioni: Francia e Inghilterra.

Le gallerie all'interno del tunnel sotto il canale della Manica, progettate per il trasporto merci e passeggeri, hanno abolito l'ostacolo frapposto tra le coste francesi e inglesi ovviando all'utilizzo delle navi senza erigere ponti.

La distanza tra le due coste è di circa 40 km.

A pensarci mette quasi paura un viaggio del genere. Forse sarebbe molto più suggestivo, se riuscissimo a bandire la frenesia del tempo perso nell'attesa di arrivare all'agognata meta, un viaggio in mare con tanto di calda accoglienza nelle navi. Ma gli affari non amano le vacanze leziose; spingono impellenti. Le merci devono raggiungere prima possibile i mercati e gli acquirenti!

venerdì 22 marzo 2013

Sgarbi, la cultura urlata in tv


Servizio Pubblico.

Puntata scoppiettante quella di ieri sera. Tra gli ospiti il signor “so tutto io e sono il più bravo e acculturato d'Italia”, Vittorio Sgarbi, che tra un epiteto e tante svolazzanti capre ignoranti ha fatto mostra della sua cultura parlando delle nuove conoscenze acquisite dislocate tra il centro e il nord Italia con qualche puntatina in Sicilia. E della Calabria, nella quale, tra i tanti impegni è anche presidente del comitato scientifico per i festeggiamenti del pittore MattiaPreti, come mai nemmeno un accenno?
Sgarbi è imprevedibile. Forse ha programmato qualche intervento più in là, nel corso della puntata di Santoro. Invece no. Non parla della Calabria neanche quando cita i luoghi deturpati dalle pale eoliche, delle rotatorie o dai ponti. Eppure, in Calabria, abbiamo a che fare con uno dei ponti più assurdi della storia. Come altro definirlo se non assurdo quanto ruota attorno al progetto ponte, considerando l'enorme dispendio di denaro pubblico sperperato:
Il ponte sullo stretto che avrebbe dovuto unificare la Calabria con la Sicilia tra Reggio Calabria e Messina.

No, per Sgarbi la Calabria non esiste! Se ne faccia una ragione il prof. Mario Caligiuri, assessore regionale alla cultura.

La cultura è importante! E questo nessuno lo mette in dubbio. Anzi, da calabrese rivendico il ruolo che la Calabria deve occupare nel sistema Italia. Un ruolo importante, di primo piano vista la storia. Ma la cultura è sensibilità cognitiva, per intenderci, è considerazione dell'atto creativo in ogni sua accezione.
Fare espressivo da contestualizzare, non nel momento storico testimone tra committente e artigiano-artista, né tanto meno dalla riuscita formale dell'atto espressivo scaturito da una commissione ma, nell'attimo temporale in cui il lavoro è citato. Ovviamente, i Maestri che hanno fatto la storia dell'arte e che troviamo nei musei rimangono pietre miliari, testimoni del loro tempo tramandato ma manipolato (come dice qualcuno: la storia la scrive chi vince).
E i titoli, le lauree, beh, quelle mettiamole da parte, perché, citando Sgarbi e chiedendo scusa a un animale che fa di necessità virtù, di capre, titolate, il mondo è pieno.

domenica 30 settembre 2012

Ciucci riparla del ponte sullo stretto di Messina

tra Reggio Calabria e Messina
Il Ponte sullo stretto di Messina che dovrebbe collegare la Calabria alla Sicilia torna alla ribalta. Fin dall'estate scorsa Pietro Ciucci, amministratore dell'Anas (società del Tesoro) e della Società Stretto di Messina, fondata negli anni Ottanta con il compito di progettare e realizzare l'opera, è andato all'attacco e ha annunciato un ricorso straordinario al Capo dello Stato, che ha inviato nei giorni scorsi, dove considera illegittimo il definanziamento del progetto operato dal Cipe nel gennaio scorso motivandolo, sostanzialmente, che la società, ancora in piedi, rimasta senza soldi per le decisioni prese dal governo Monti di definanziare l'opera, non può rispettare la convenzione originaria firmata con Stato, che ancora nessuno ha abrogato. In sintesi: l'opera è stata depennata dai finanziamenti ma di fatto è ancora legittimata a fare le cose per la quale era stata istituita.

Aperta la falla, l'iter del Ponte è ricominciato. Il ministero dell'Ambiente ha riattivato, il 16 luglio scorso, la commissione per fornire il Ponte della Via, cioè la valutazione di impatto ambientale. E, senza attendere, come la prassi impone, l'ok della Via, nei giorni scorsi, precisamente il 27 settembre, il ministero per le Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, ha aperto la conferenza dei servizi, cioè l'organismo in grado di dare tutte le autorizzazioni necessarie sul progetto definitivo e far partire l'opera.
Insomma, la macchina del Ponte sullo Stretto rischia dirimettersi in moto nonostante i numerosi studi esistenti pubblicatisulla pericolosità sismica dei luoghi interessati.

lunedì 14 marzo 2011

poesia del tempo lento tra Reggio e Messina



Non so chi ma qualcuno nascosto ai nostri occhi fisici di certo ci vuole bene davvero e per capirlo, per esserne certi, basta fermarsi un attimo e osservare il paesaggio circostante, le persone, la natura, il mare e la linea lieve che lo congiunge al cielo.

Soffermarsi a meditare sulle piccole cose ormai dimenticate. Chiederci come mai il mondo animale e vegetale continua a vivere giorno dopo giorno, stagione dopo stagione nonostante l'ingerenza pazzoide dell'uomo. mondi paralleli che si adattano alle circostanze imposte dall'umana follia e a volte ne subiscono le conseguenze.
Animali di terra e di mare sopravvivono alle forze della natura ma nulla possono contro la diabolica intelligenza dell'animale supremo: l'uomo! Quest'essere singolare che vuole penetrare i misteri dell'universo ma dimentica se stesso, intento com'è a progettare imprese epocali, accumulare ricchezze e andare più veloce della luce.
Noi tutti abbiamo dimenticato il piacere della scoperta. Non ci meravigliamo più davanti alla caparbietà delle formiche, alla loro tenacia nel trasportare pezzi di cibo più grandi di loro; non ci chiediamo come mai nelle comunità animali vige il mutuo soccorso, la solidarietà.
Elementi, questi, piegati ai voleri d'onnipotenza di alcuni grandi uomini e, in quanto tali, pieni di grandi condizionamenti costruiti dalla megalomania che li governa immolano affetti e concetti al sodalizio del potere.
Non sono e né mi posso definire un “buono”. questi pensieri sono emersi durante una traversata da Reggio a Messina, e man mano che il traghetto scivolava silenzioso sull'acqua diventavano sempre più chiari e distinti. Ho gioito. Dopo non so quanto tempo ho riassaporato la leggerezza di quando ero ragazzo. Ho ripercorso buona parte della fanciullezza; il sapore, l'odore dei primi viaggi. L'entusiasmo della scoperta, anzi, riscoperta è stato possibile perché ho dovuto smettere di guidare, lasciare la macchina nella stiva per attraversare il tratto di mare che separa la Calabria dalla Sicilia e salire sul ponte. Sul ponte della nave!, l'altro, quello di cemento e ferro che alcuni vorrebbero imporre con la forza, non serve a nessuno se non a loro stessi per macinare affari e nient'altro.
Anzi, deturperebbe l'anima dello stretto. Uno stretto già martoriato da eventi sismici e maremoti raccapriccianti, ma questo fa parte della natura e l'uomo dovrebbe tenerne conto quando decide di mettere mano a opere imponenti.

©by arteesocieta riproduzione vietata

sabato 19 dicembre 2009

ponte sullo stretto di Messina a chi serve?


aore12

L’ennesimo intervento strutturale, voluto fortemente dal governo italiano, si trasforma in scontro sociale.
La destra politica appoggia il progetto del governo che include nella finanziaria lo stanziamento di 460 milioni di euro per l'avvio dei lavori il prossimo 23 dicembre, negando, di fatto, quanto il portavoce del governo aveva detto negli anni della polemica progettuale, vale a dire: l’intera opera è finanziata esclusivamente dai privati e non dallo stato.

Della costruzione del ponte sullo stretto di Messina se ne parla da sempre, specie in Sicilia.

A ben pensarci, l’opera in sé potrebbe anche essere una cosa bella dal punto di vista architettonico e, perché no, diventare un’attrazione mondiale da immolare sull'altare dei traguardi scientifici e tecnici al pari della torre Eiffel, in Francia, o del ponte di Brooklyn che unisce Manhattan a New York e chissà, magari, anche noi faremo una gomma da masticare nostrana al sapore di bergamotto che aiuta a mandare giù saliva e parole inascoltate, salvo ripensarci nei momenti drammatici e sciorinare inutili mea culpa negli istanti in cui la natura perde la pazienza e non sopporta le continue angherie dell’uomo e della sua ingordigia.

D'altronde non è una novità: la zona in questione è altamente sismica!, ecco perché ci s’interroga, da semplici cittadini utenti, a chi serve realmente un’opera faraonica quanto inutile economicamente.

L’economia reale del paese Italia ma anche Siciliana e Calabrese non richiedono opere faraoniche, esistono già perenni cantieri impegnati a rattoppare l’autostrada del sole, risanare territori martoriati dall’incuria dell’uomo e dalla forza livellatrice della natura.

È storia: la zona in questione è altamente sismica e i terremoti del 1908 lo testimoniano.

Il Terremoto di Messina e Reggio del 1908, avvenne alle 5 e 21 del mattino e durò per ben 37 secondi con una magnitudo di 7,1 della scala Richter, i danni furono immensi e la maggior parte dei quartieri di entrambe le città crollarono. L’evento sismico del 28 dicembre del 1908 è considerato uno degli eventi catastrofici più dolorosi del XX secolo.

I morti furono più di 100.000 e non solo a causa del terremoto ma anche dalle onde marine che risucchiarono la popolazione spaventata dalla forte scossa che si riversò sulle spiagge e lì arrivò un maremoto, uno tsunami ancora più spaventoso della scossa.

Nonostante i pareri contrari dei geologi, degli economisti e dei cittadini contrari o dubbiosi, ancora si ha l’ardire di perseverare nel portare avanti il progetto e si stimano: 4.732 milioni di Euro per la realizzazione totale dell’opera così suddivisi, 3.410 per il corpo del ponte e 1.322 per i raccordi stradali e ferroviari.
Un’ultima curiosità: dove sarà trasportato e scaricato il materiale di risulta degli scavi e quanto impiegherà l’ecosistema a ricreare gli anticorpi necessari a ristabilire la vita nei siti devastati dall’assurda volontà di chi detiene il potere decisionale?

martedì 20 ottobre 2009

Ponte sullo stretto tra Villa S.Giovanni e Messina

Infrastrutture, le oculate priorità di Loiero


Dal sito ufficiale della regione Calabria
Dichiarazione del Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, in risposta alla lettera aperta inviatagli dal presidente del WWF Fulco Pratesi sulla questione del Ponte sullo Stretto

“Quello che è certo che la Calabria ha bisogno di ben altre infrastrutture e di mettere in sicurezza il proprio territorio, già piagato dalle piogge alluvionali dell’inverno passato, per evitare tragedie come quelle recenti in provincia di Messina.

Non so se il governo accetterà le richieste della Regione, ma sono certo che i lavori per il Ponte sullo Stretto, nonostante gli annunci con squilli di trombe, non partiranno e per diversi motivi. Primo perché non ci sono i soldi e i fondi Fas non possono essere utilizzati per opere di regime ma devono invece essere spesi per i bisogni dei territori interessati, poi perché non ci sono i progetti. L’unico cantiere che, questo ce lo auguriamo, sarà aperto è quello della cosiddetta variante di Cannitello della linea ferroviaria, perché solo per essa la Regione ha dato la sua approvazione condizionandola al fatto che tale opera non abbia nulla a che vedere con la realizzazione del Ponte sullo Stretto ma serva solo a migliorare la rete ferroviaria che in quel tratto è soggetta a frane e smottamenti. Anche noi riteniamo che, a ridosso delle elezioni regionali, rientri nella pura propaganda politica l’annuncio del governo dell’avvio dei lavori per il Ponte. Non ci sono le condizioni minime ed essenziali, infatti. E non è stata coinvolta in alcun modo la Regione che non vede nella faraonica struttura una priorità e che finirebbe per sottrarre risorse importanti da destinare ad altre opere di cui il territorio, anche nella viabilità, ha urgente bisogno. In sede Cipe la Regione Calabria si è sempre dissociata da qualsiasi iniziativa che in qualche modo evocasse i lavori del Ponte. Abbiamo detto sì alla variante di Cannitello perché riteniamo importante che Rfi migliori finalmente il tracciato in uno dei tratti ferroviari più delicati sul Tirreno. Diremo di sì ad altre opere similari. Per il resto la nostra posizione non è mutata. E’ necessario prima completare i lavori dell’autostrada A3 i cui tempi si sono allungati a dismisura, penalizzando sia la Calabria sia la Sicilia, e poi provvedere all’ammodernamento della strada statale 106 jonica per evitare altri lutti. Il resto si vedrà quando sarà il momento. E il momento del Ponte non è ancora arrivato”.

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