Legami affettivi generazionali racchiusi nel palmo di una mano.
Raccolto su sé stesso dalla fatica degli anni, il vecchio, con movenze lente, estrae dal taschino la cipolla attaccata alla inseparabile catenella fissata all’occhiello del panciotto. La tiene tra le mani ossute. La sfiora con le dita anchilosate dal tempo e con la mente vola. Socchiude gli occhi. Le palpebra lasciano scoperta una piccolissima fessura come a voler illuminare la strada dei ricordi. Fluttua. Non sente più il peso dell’età.
I suoi novant’anni, adesso, si sono trasformati in nove.
La macchina del tempo apre alla magia:
L'uomo si rifugia tra le mura dell’infanzia arredata
dell’essenzialità spartana d’inizio secolo: il ‘900. Un tempo storico segnato
da scoperte scientifiche, conflitti interni ed esterni, e tanta voglia di
avventura.
Una voce familiare lo chiama. Sente il suo nome provenire oltre
le pareti. S’incammina. Oltrepassa una porta: un anziano gli fa cenno
d’avvicinarsi. Con la mano ossuta e tremolante lo invita a sedere sulla
sediolina impagliata accanto al focolare.
È primavera inoltrata. Ma il fuoco del camino è necessario
per il vecchio. È posseduto da una sconosciuta forma di artrosi ossea. Simile
alla sua ma ormai nota alla ricerca scientifica e alla farmacologia del futuro.
Ha gli occhi incredibilmente belli il nonno! E voce calma.
Estrae l’orologio dal taschino. Lo rigira tra le mani, accarezza gl’intarsi
della cassa; sgancia la catenella dal panciotto e lo consegna con un rituale
silenzioso carico d’affetto nel palmo della mano del nipotino.
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