"Catanzaro, ponte Morandi" |
La periferia della provincia non offre granché. E neppure la città, da quando gli uffici più importanti sono stati raggruppati e decentrati nel quartiere Germaneto, Catanzaro, ha perso tanto dopo le serrate delle attività commerciali.
Forse a causa della conurbazione adagiata sui mitici colli e
schiaffeggiata dall’inseparabile amico: il vento; la città dei tre colli rimane
una trappola per gli automobilisti.
Il viaggio è un reportage.
È ormai un’azione naturale per la maggior parte delle
persone: telefono in mano per chattare, leggere, navigare e catturare ogni
angolo di strada.
Il mitico ponte Morandi. Via Carlo V, le mura dell’ex carcere.
"Catanzaro, torre del castello di Carlo V" |
Il ponte in ogni sua angolazione. Le mura e il castello sede
del complesso monumentale del San Giovani, la statua del cavatore con la
nicchia tra le mura dell’ex carcere e le caverne dell’antico maniero che da qualche
tempo sono destinate a contenere mostre tematiche.
Oggi le grotte del San Giovanni ospitano immagini fotografiche. Il connubio temporale è singolare e dal sapore improvvisato. Anzi no. Con ogni probabilità l’evento espositivo è stato organizzato per accendere un faro sulla figura di un gimiglianese, un militare con la passione del volo aerostatico e della fotografia.
"Catanzaro, il cavatore, piazza Matteotti" |
La sensazione diventa certezza:
La documentazione fotografica storica del militare è ben
curata nella grotta destra e le immagini sono dignitosamente impaginate su
pannelli dal fondo nero;
mentre gli scatti degli amatori contemporanei che hanno
aderito all’iniziativa si trovano nella grotta di sinistra fissati ad una corda
con le mollette in sequenza, come panni appesi ad asciugare al sole.
Alcuni fotografi in erba esprimono chiaramente il dissenso,
altri, ingenuamente soddisfatti nel vedere la propria foto esposta nella
caverna del San Giovanni. E esposta, anche se appesa come una dozzinale
salvietta.
Aver compagno al duol scema la pena.
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